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Autore: Danya    23/08/2010    9 recensioni
-Oggi … è l’anniversario dalla nostra partenza dal pianeta Terra- aveva tenuto il conto. 120 mesi. 3650 giorni terrestri. Lunghi, estenuanti. Prima o poi, avrebbe contato le ore e poi i minuti e poi secondi.. ma ne aveva di tempo… per ora. Kisshu sorride amaramente –Lo sappiamo- Taruto si porta le mani dietro la testa –Chissà se sono cambiate … - Pai chiude il computer. Il suo volto è una maschera di dolore –Penso di sì-
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Pai Ikisatashi, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo pensando a questa storia e piangevo. Emotiva come sono, per me non è difficile piangere. Ho pensato alla lontananza, alla solitudine… ed è nata questa one-shoot… a chi piace il lieto fine, prego di chiudere, non vorrei deludere troppo…  lascio alla lettura chi deciderà di leggere =)

 

Erano passati tanti anni dalla battaglia contro la Terra, contro le Mew Mew.

Il popolo alieno non aveva sprecato la Mew Aqua, ma l’aveva utilizzata per ridare vita a quell’infernale pianeta, la loro casa. Ormai la battaglia epica contro Deep Blu era stata archiviata e mai più si erano fidati di pseudo divinità, ma avevano lavorato sodo.

Solo nei tre acerrimi nemici/amici delle Mew Mew era rimasto un segno, una cicatrice indelebile.

Quelle ragazze… mancavano loro come l’acqua ad un uomo disperso nel deserto. Non avevano più avuto il permesso di  tornare sulla Terra. Ma il loro popolo non poteva capire. Quelle ragazze … così belle, agguerrite … e poi, mancava loro la Terra. Meravigliosa Terra che per un po’ aveva fatto da loro casa.

Ma Kisshu, Pai e Taruto erano oramai rassegnati. Erano passati dieci, lunghi anni.

Kisshu non aveva mai dimenticato la gattina del suo cuore. Quella dolce e travolgente ragazza che gli aveva lasciato un graffio nel cuore. Dolce e gustosa Ichigo. Aveva passato sui corpi di tante compagne, ma nessuna lo rendeva felice, nessuna. Alleviavano il suo dolore temporaneamente e lui non si illudeva più di tanto. Ichigo le mancava da morire.

Pai era diventato un aiuto indispensabile per la popolazione,o almeno per gli scienziati perché avendo studiato le creature terrestri, era riuscito un po’ a far ricreare bene quel mondo. E in particolar modo, il mondo marino era il più bello. Stava ore ad osservare l’acqua. Magra consolatrice …  lui desiderava, aveva sempre voluto poter parlare e rispondere alle domande di quella tenera e goffa Retasu. Chissà cosa fa? Era la domanda giornaliera di Pai. Ma non l’avrebbe mai  saputo. Mai. Quella ragazza era lontana dal suo mondo e da lui anni luce. Voleva rivederla. Voleva risponderle. Almeno una volta al mese chideva il permesso di tornare per delle spedizioni, ma venivano tutte bocciate. Era una scusa. Lei le mancava… e tanto…

E per ultimo c’era Taruto. Ormai grande, Taruto aveva capito tante cose e scoperto il valore delle cose.

Ma quella caramella… mai l’avrebbe mangiata. Non aveva senso. Non sarebbe mai tornato per lei. Vedeva i suoi fratelli crescere, invecchiare senza quelle ragazze, quelle, odiavano ammetterlo ma era vero, anime gemelle. Erano patetici, sciocchi. Erano considerati eroi, i bambini più piccoli correvano loro incontro, le ragazze li corteggiavano gli uomini li ammiravano. Ma a loro non interessava.

 I primi tempi, Taruto aveva pianto e non ne faceva mistero davanti ai suoi fratelli. Si stringeva  nelle fredde coperte, affondava la testa nel cuscino, stringeva quella caramella, mormorando il nome di quella bambina. “Purin! Purin!” e le chiedeva scusa. Pregava per lei, per le mew mew. Si sentiva male.

Una volta aveva provato a scappare. Prendere una navicella, affrontare da solo lo spazio per lei … ma Pai e Kisshu l’avevano fermato.

-Rischi la pena di morte per una cosa del genere- aveva sospirato Pai.

-Io devo vederle! Devo! Purin mi aspetta e … -

Kisshu gli aveva mollato un ceffone –Lei non ti aspetterà!- aveva detto, arrabbiato –Sicuramente starà con qualche damerino e ..- strinse i pugni. Parlava di Ichigo.

Pai si era chinato su Taruto, che piangeva silenziosamente –Anche a noi mancano-

Taruto sgranò gli occhi. Pai era stato molto sincero ….

-Ma non possiamo tornare da loro … non è corretto scappare così … e poi, quelle ragazze devono rifarsi una vita. Perché tormentarle?-

-Ma Purin… - iniziò a singhiozzare. Sentì una lama nel petto -La mia … Purin!-

Pai abbracciò Taruto. Kisshu si abbassò su di loro, nascondendo la frangetta, mentre le lacrime rigavano il suo bel volto roseo -Taruto, è difficile per tutti-

Erano rimasti in quella posizione per un po’, poi erano tornati a casa.

Ora Taruto, abbiamo già detto che è cresciuto, sta guardando fuori dalla finestra. Sospira e si volta a guardare i suoi fratelli.

Pai sembra invecchiato di cento anni. Sempre a lavorare, sopra quei computer. Cosa avrà poi, da fare?

Kisshu è … diverso. Scherza di meno è più serio… Taruto è un uomo. Un uomo vero.

Sospira.

-Cosa c’è, Taruto?- chiede Pai, alzando gli occhi violacei

-Oggi … è l’anniversario dalla nostra partenza dal pianeta Terra- aveva tenuto il conto.

120 mesi.

3650 giorni terrestri. Lunghi, estenuanti.

Prima o poi, avrebbe contato le ore e poi i minuti e poi secondi.. ma ne aveva di tempo… per ora.

Kisshu sorride amaramente –Lo sappiamo-

Taruto si porta le mani dietro la testa –Chissà se sono cambiate … -

Pai chiude il computer. Il suo volto è una maschera di dolore –Penso di sì-

-Non si ricordano neanche di essere Mew Mew- commenta Kisshu, amaro.

Taruto ci pensa –Chissà-

Ma non lo sapranno mai.

Ma avranno una compagna per la vita, mai dei figli. Concentrati sui loro compiti, aspettando, fino alla morte, il permesso di rivedere quel pianeta, quelle ragazze.

Le avevano odiate, amate, desiderate.

Pai non avrebbe mai più potuto vedere la sua Retasu, mai le avrebbe parlato.

Kisshu non avrebbe mai più potuto baciare, toccare Ichigo. L’avrebbe immaginata lontana, felice, senza di lui.

Taruto conserverà quella caramella e con essa si farà seppellire.

Le avrebbero portate nel cuore e con la loro memoria all’altro mondo.

Incapaci di poterle rivedere ed.. amare.

   
 
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