Sognare le cose belle
La
madre le posò una mano sulle tempie.
«Ora
dormi»,
disse, «sogna
le cose belle.»
Sorrise
sincera, accomodante, le rimboccò le coperte ed
uscì spegnendo la
luce sul comodino.
Sophie
tirò su col naso e guardò.
Tutto
era blu scuro, tranne su, sul suo soffitto: lì una luce
continuava a
muoversi.
La
seguì con lo sguardo e si ritrovò a testa sotto.
Deglutì.
«Mamma?»
Dei
passi arrivarono dal corridoio, ma non era la mamma, era una donna
azzurra, bellissima.
Era
una donna di acqua.
Sophie
sbattè due volte le palpebre: non riusciva a toccarla.
La
donna danzò, danzò per lei. Fece due giri della
stanza, sotto i
suoi occhi sgranati.
Vide
il suo gatto schizzare via da qualche parte con fretta.
Riportò la
sua attenzione alla donna, ma non c'era più.
C'era
un albero, un bellissimo cedro alto e innevato.
Sophie
raccolse degli aghi verdissimi, ma in mano teneva la criniera di un
leone.
Urlò
lasciando la presa, ma quello inclinò la testa come per
guardarla e
scomparve.
Non
riusciva più a toccare neanche lui.
«Mamma?»
Tornò
la luce sotto i suoi piedi, ma non riusciva a muovere un passo.
Troppa paura.
Tirò
di nuovo su col naso e seguì la stellina con gli occhi.
Si
posò sulla finestra.
Prima la finestra non
c'era più, si disse.
Provò
a muovere un passo.
Aveva
stretto forte gli occhi e si rilassò solo quando non
sbattè la
testa.
Era
sul suo letto, in piedi.
«Mamma?»
La
luce era ancora lì.
Provò
a caracollare più vicino, malferma sulle gambe.
«Tu
chi sei?»
chiese una volta abbastanza
vicina.
La
stellina non rispose, ma sorrise.
Le luci non sorridono, pensò
Sophie.
«Di
cosa hai paura, Sophie?»
La
guardò scettica.
Le stelle non parlano, continuò
ad elencare.
«Di
cadere.»
rispose «E
di te.»
La
luce le danzò attorno, in cerchi sempre più
stretti.
Sophie
stese una mano e si posò sul palmo.
Un
vento gelido le fece venire i brividi.
«E
allora cadiamo insieme, Sophie.»
La
finestra è aperta. Perchè è aperta?
Salì
in piedi sul davanzale.
«Mamma?»
provò non troppo convinta.
Non
risposero e lei fece un passo.
Aprì
gli occhi, una strana sensazione in fondo allo stomaco.
«Edgar?»
Suo
marito grugnì ancora addormentato.
«Edgar,
hai messo tu a letto la bambina stanotte?»
Lui
grugnì di nuovo.
«Edgar,
rispondimi, te ne prego.»
disse preoccupata.
«Sì,
Sophie, l'ho messa a letto io. Ora, te ne prego io, fammi dormire.»
Sophie
tirò su col naso.
«Buonanotte.»