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Autore: Bay    24/08/2010    4 recensioni
La mia prima ff, siate buoni! La mia idea è di far sviluppare la storia a chi di voi è interessato, magari scriviamo un capitolo l'uno! Aramis ormai è a un bivio: dovrà decidere cosa fare della sua vita, se restare moschettiere o riprendere la sua vita da donna. A quanto pare le due cose sono inconciliabili! Ma un viaggio nel tempo, poco più di 150 anni dopo, e un incontro con una donna che ha rinunciato ad essere tale per volontà di altri, le darà modo di cambiare idea. Queste due donne anche grazie all'aiuto degli uomini intorno a loro, avranno modo di confrontarsi e capirsi, e dare l'una qualcosa all'altra...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Si chiedeva da molto tempo quale sarebbe stata la sua esistenza dopo aver vendicato il suo amato François, anche se la sua vita all’interno del corpo dei moschettieri le piaceva molto, anche se aveva trovato finalmente qualcosa per cui combattere. Aveva capito che non si sarebbe più innamorata di nessuno, che il suo cuore sarebbe appartenuto per sempre al suo unico amore, e l’averlo vendicato la faceva sentire meglio. Ma ora più che mai, era sola.

Aveva i suoi amici, Athos, un uomo vero, qualcuno per cui avrebbe dato la vita senza esitare e di cui si fidava a tal punto da affidare la propria ad occhi chiusi; Porthos, un omone grande e grosso ma con il cuore d’oro, una persona che amava stuzzicare e con il quale non di rado aveva discussioni divertenti… Infine c’era D’Artagnan, l’unico con il capitano De Treville che conosceva il suo segreto, il suo essere donna e lo scopo della sua vita.

Poteva decidere di tornare ad essere una donna, ma avrebbe dovuto lasciare l’identità di Aramis, donna soldato, per sempre, per ridivenire Renée D’Herblay, una contessa in età da marito già da qualche anno, bellissima ma infelice. No, non era quella la vita che voleva fare… se solo fosse nata in uno Stato diverso, in un tempo diverso… se solo fosse riuscita ad essere entrambe le cose… donna in tutto e per tutto e soldato, rispettato, temuto e tenuto in considerazione, insomma, un essere non solo dotato di un’intelligenza, ma autorizzato anche a dimostrarla e a farne uso. Forse era troppo… non voleva rinunciare ad essere donna, ma non voleva neanche rinunciare alle conquiste che una donna del 1600 non doveva osare neanche di sognare.

Quella sera erano tutti e quattro in libera uscita, a Parigi era tutto tranquillo, non c’erano trame o complotti in atto e la natura prendeva il colore della primavera.

Andarono nella solita taverna a bere per festeggiare D’Artagnan: finalmente aveva chiesto la mano dell’amata Constance e presto si sarebbero sposati. Inoltre, tutti e tre i suoi compagni erano stati scelti per far loro da testimoni!

“ Oste! Portaci ancora da bere! E anche da mangiare!” Urlò Porthos.

“ Magari solo da bere, non ti sembra di aver mangiato abbastanza? Prima o poi il tuo povero cavallo si dileguerà!” Fece Aramis.

“ Non essere così duro con Porthos, è giusto festeggiare adeguatamente il nostro amico! Tra un paio di mesi, non potrà più concedersi queste uscite per soli uomini… vero D’Artagnan?” Rispose Athos strizzando l’occhio all’imbarazzatissimo guascone.

“ Ehm… si, hai ragione Athos… però… il matrimonio non è mica una prigione… piuttosto dovreste cercare anche voi due una moglie, siete già troppo vecchi!” sghignazzò D’Artagnan, non rendendosi conto di aver fatto una gaffe nei confronti dell’amica.

“Voi due? E perché non Aramis? Anche lui è ormai in età da moglie e poi mi sembra il più serio di tutti!” Bofonchiò Porthos piuttosto alterato. Odiava aver rammentata la sua età, anche se aveva ancora 27 anni.

“Ah ah ah! Il primo a sposarsi a questo punto dovrebbe essere Athos, dato che è il più vecchio di tutti! D’Artagnan, piuttosto, come sta la dolce Constance?  Cambiò discorso Aramis, cercando di non arrossire di fronte ai suoi amici.

“Bene, è impaziente e mi sta facendo impazzire con i preparativi!”

La serata continuò così, allegramente e con fiumi di buon vino nelle gole dei quattro uomini più valorosi di Francia.

Nel 1625.

Aramis tornò a casa distrutta dall’alcool, ma anche pensierosa… non si sarebbe mai sposata. Non avrebbe mai assaporato la gioia di diventare una moglie e di avere dei figli. Questo pensiero la turbò. Non appena fu a casa aprì l’armadio ed estrasse il suo abito preferito. Da donna. L’ultima volta che lo indossò fu tre mesi prima, quando andò sulla tomba del suo amato François, dopo averlo vendicato. Indossarlo o no? Essere di nuovo Renée o continuare per sempre la vita da moschettiere? Rischiando la morte, o peggio, rischiando di invecchiare sola, senza nessuno accanto, senza nient’altro che i suoi ricordi? Perché la vita doveva essere così ingiusta? Perché non c’era una soluzione semplice? Non aveva mai rinnegato la propria femminilità, l’aveva semplicemente nascosta. Ma poteva farlo per sempre?  E poteva rinnegare la sua vita da moschettiere? Rinunciare ai suoi amici? Rinunciare per sempre a ciò che era diventata? E per fare cosa, la moglie di qualcuno che magari non amava?

Una lacrima le scese lungo la guancia contratta da una smorfia di rabbia. Era arrabbiata, era in collera con sé stessa… Ormai erano diversi giorni che si poneva queste domande. Gettò in un moto di stizza l’abito sul letto e uscì nuovamente da casa, quasi fuggendo. Cavalcò la sua giumenta e si avviò lontano, fuori da Parigi…

Ad un certo punto si scatenò un temporale con tanto di tuoni e fulmini e si presentò con una tale violenza da spaventare il suo cavallo… Dopo essere scesa dalla sua groppa, tentò di calmarlo e camminò più lentamente verso un rifugio… vide un palazzo all’apparenza abbandonato, e cercò riparo nelle stalle lì vicino. In effetti, almeno la stalla era totalmente deserta… Fece acquietare la sua giumenta e si tolse i vestiti fradici. Aprì la sacca che portava sempre con sé per le emergenze e prese la casacca e i pantaloni asciutti che vi erano dentro. Dopo averli indossati, si distese sulla paglia, in attesa che il temporale finisse.

Che stupida che era stata, si diceva… Ma perché mai scappare dalla realtà? E per andare dove? In effetti ci aveva pensato spesso… Poteva essere la soluzione giusta lasciare i moschettieri e partire lontano, magari poteva cambiare città… di certo non sarebbe tornata nel suo paese natio.  Ma poteva sempre fuggire? Non lo sapeva. Con questi pensieri si addormentò.

Passarono circa due ore, ancora non era sorto il sole, e Aramis si svegliò di soprassalto per la luce accecante e il rumore di un terribile tuono. Si avvicinò alle porte della stalla e vide che non pioveva più, ma si accorse di uno strano bagliore a pochi metri da lei. Si guardò attorno pensando di scorgere qualcuno ma non vide nessuno. Allora si avvicinò cauta verso quella luce… Era davvero strana, non aveva mai visto prima qualcosa del genere. Si ricordò che quello che stava vedendo corrispondeva alla descrizione di un fenomeno del Nord che aveva letto in un libro, molto tempo prima e che l’aveva incuriosita parecchio, l’Aurora Boreale. Ma lì, cosa c’entrava? Sembrava quasi palpabile e l’attraeva in maniera irresistibile. Come ipnotizzata, avanzò verso questa luce e si perse in essa.

  
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