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Autore: crimsontriforce    24/08/2010    0 recensioni
In quei giorni c'era un gran traffico sull'Isola di Myst, ma il padrone di casa, com'era suo solito, teneva il capo chino sui libri e non si accorse di nulla.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Atrus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '4. Dalle rovine della città profonda'
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Ok, è stato istruttivo e divertente passare un'estate a scriver d'altro, ora torniamo alle cose serie, perbacco.
Per il prompt “Pensa solo ai libri” del Fanon Fest e “Ombra” di fanfic100, interpretato un po' letteralmente e un po' come lo intenderebbe Yeesha, cioè umiltà.
Nota iniziale: cucina, bagni (i famosi bagni...!), stanze da letto e amentià varie su Myst Island erano sottoterra, Cyan dixit. Lo studiolo sotterraneo che immagino è dunque un posto che non abbiamo visto, non la ben nota stanza su K'veer impropriamente presa di peso e spostata (come in certi fumetti dei miei stivali) XD

Disclaimer: Gli avvenimenti narrati sono frutto di fantasia. Non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte né offenderle in alcun modo. Se possibile, anzi, il tutto è da intendersi come tributo di affettuosa stima.









Gli osservatori nell'ombra




Accucciato in silenzio e solitudine nella sedia del suo studio, Atrus non si sentiva toccato dallo scorrere del tempo. Chino, con le spalle ricurve, la barba ispida e gli occhiali scesi troppo avanti sul naso, vedeva scorrere le righe sulla carta che prima era bianca, confrontava gli appunti e le sue speranze con i riscontri sempre nuovi sul foglio. Sentiva la pressione accogliente dei muri di quella stanzetta sotterranea, scavata nelle viscere della loro isola, e la presenza di tutti i diari e ciotole e sassi sulle mensole che parlavano dei suoi amori, di lui, di mondi amici. In superficie, Catherine, Anna e i bambini giocavano presso la fontana. Un presente eterno: Atrus scriveva ed era in pace.
Sentì un rumore di Collegamento ovattato, sopra la sua testa, presto seguito da un altro. Ragazzi, pensò senza staccare gli occhi dalla scrittura. Torneranno per cena.

Dalla roccia viva del soffitto due Bahro lo osservavano, i corpi scuri confusi nel gioco d'ombre della lampada salvo che per due paia di occhi rotondi di un azzurro luminoso. Seguivano i movimenti del pennino sul foglio, sentendo il potere delle parole cui erano stati incatenati migliaia di anni prima distendersi un anello dopo l'altro, attraverso i mondi, snodandosi fra il tempo e gli universi e una cascata di stelle, lungo strade ignote ai mortali. E lo osservavano attenti, perché percepivano i filamenti di un amore umile unire quelle parole, rivolto a un mondo ancora sconosciuto verso cui tendeva la mano, cercandolo nell'immensa oscurità che lo circondava, non per afferrarlo ma in segno di amicizia. Le sue frasi erano imperfette, goffe e per nulla ambiziose, ma l'avrebbero condotto alla meta. Lo videro correggersi, rovistare a tentoni, sbuffare, passarsi una mano impiastricciata fra i capelli. Quell'uomo scriveva nell'ombra.
L'Arte dei loro aguzzini poteva essere ricolma di garbo e dolcezza. Così rara. E ora l'unica rimasta. I Bahro osservavano attenti, nell'ombra.
Non si sarebbero mostrati. Non a lui, poiché non era quello l'ordine delle cose; non a lui, perché era solo un uomo, solo un padre. Ma era già tangibile ai loro sensi alieni che quella gentilezza avrebbe scavato una via, oscura e calma fra le pareti di superbia che li tenevano prigionieri. Un giorno, su una riva assolata, sarebbero stati lieti di cantare per lui gratitudine e un affetto che già sentivano vicino.

Atrus si soffermò a intingere la penna nel calamaio, colto da un improvviso dubbio sulla sintassi. Rilesse il periodo col gomito goffamente alzato e infine si rasserenò, ritirando la mano per siglarlo con un punto fermo mentre un sorriso timido si faceva strada sulle sue labbra, né orgoglioso né soddisfatto, ma sereno: lo attendeva un'Era splendida.

















Non so se questa cosa è possibile ma... non so neanche se non è possibile. Se Esher giocava a caccia al Bahro con qualche difficoltà, beh... voleva dire che i Bahro potevano linkare? Che cappio ci facevano su un'Era a caso come Noloben, ad ogni modo? Non so, l'impressione che ne ho tratto io è che durante la millenaria prigionia i Bahro potessero muoversi con una certa libertà (non assoluta, certo, o non sarebbero rimasti segreti al grande pubblico D'ni), ma che le loro azioni, i loro poteri fossero ristretti in qualche modo, sottomessi ai D'ni. Un po' come fanno i Bahro che s'incontrano in End of Ages, ecco, che in teoria sono quelli ancora asserviti, no?
E sì lo so che anche Anna aveva Scritto più o meno con lo stesso stato d'animo del nipote, e che anche Catherine aveva Scritto. Ma Anna aveva Scritto quando c'era ancora un sacco di gente che Scriveva, Atrus invece era sostanzialmente l'unico rimasto in quel periodo e magari attirava più l'attenzione. Catherine... beh, per lei ci sarebbe da scrivere un pezzo compagno a questo col povero Bahro che fa “zomgwtfbbq” e ne esce con un mal di testa Bahro micidiale XD
   
 
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