25/08/2010
1 recensioni-Quanto è bella la luna piena?-
-Tanto, Anna, come te-
Una lacrima scende giù. E' calda, è amara. Scorre lenta lungo il mio viso, come se volesse girare il coltello nella piaga. E la mia canzone preferita, che risuona nelle mie orecchie, di certo non mi aiuta. -Metti l'anima in pace, quei giorni son già fumo e cenere-
Vorrei che finisse, ma non ho la forza di levarmi le cuffie. Lascio che questa lama ben affilata mi trafigga l'anima.
"Maledetto il giorno che ti ho conosciuto, lurido bastardo!" urlo improvvisamente, in mezzo alla strada.
Qualcuno da dietro di me mi leva "Fumo e cenere" dalle orecchie e mi sussurra dolcemente: "Mi hai chiamato?"
Mi volto di scatto. -Cazzo, è Marco- penso -Ora lo uccido-
Ma prima che potessi aprire bocca per riempirlo di insulti, parla lui: "Anna, prima di mangiarmi vivo, ascoltami. Ti prego"
"Sentiamo cos'hai da dirmi" rispondo gelida.
"L'altra sera non sono andato a quella cazzo di festa. Non posso essermi fatto Sara"
"Ah, certo che non c'eri. Giulio si è sognato tutto. Sicuramente" gli dico, sarcastica.
"Giulio si è inventato tutto. Ho le prove di quello che dico"
"Fanculo, Marco. Sono solo menzogne a cui non credo"
"Ero da Luca. La ragazza l'ha lasciato quella sera. Tu guarda ogni singola foto di quella maledetta festa e ti accorgerai che io non sono mai presente. Io ti amo, Anna. Non posso perderti"
"Posso andarmene? Io ho una foto di te e Sara, alla festa. E vi state baciando"
"Ma non può esserci una foto del genere, perché io non sono mai stato a quella merda di festa. Anch'io ho una foto di quella sera, effettivamente. Me l'ha scattata Luca di nascosto. Guarda," si mette una mano nella tasca destra dei pantaloni e tira fuori il cellulare "ci sono data e ora. Poi io voglio vedere la tua"
Prendo in mano il telefono e guardo quella foto. C'è lui seduto alla scrivania, in camera di Luca. Controllo il momento in cui è stata scattata la foto. Coincide con la festa.
"Non ho foto, Marco. Volevo solo farti confessare. Ma non potevo farti confessare qualcosa che non hai fatto". E improvvisamente scoppio a ridere. La felicità mi invade. Lo abbraccio e lui mi stringe forte.
-Tanto, Anna, come te-
Una lacrima scende giù. E' calda, è amara. Scorre lenta lungo il mio viso, come se volesse girare il coltello nella piaga. E la mia canzone preferita, che risuona nelle mie orecchie, di certo non mi aiuta. -Metti l'anima in pace, quei giorni son già fumo e cenere-
Vorrei che finisse, ma non ho la forza di levarmi le cuffie. Lascio che questa lama ben affilata mi trafigga l'anima.
"Maledetto il giorno che ti ho conosciuto, lurido bastardo!" urlo improvvisamente, in mezzo alla strada.
Qualcuno da dietro di me mi leva "Fumo e cenere" dalle orecchie e mi sussurra dolcemente: "Mi hai chiamato?"
Mi volto di scatto. -Cazzo, è Marco- penso -Ora lo uccido-
Ma prima che potessi aprire bocca per riempirlo di insulti, parla lui: "Anna, prima di mangiarmi vivo, ascoltami. Ti prego"
"Sentiamo cos'hai da dirmi" rispondo gelida.
"L'altra sera non sono andato a quella cazzo di festa. Non posso essermi fatto Sara"
"Ah, certo che non c'eri. Giulio si è sognato tutto. Sicuramente" gli dico, sarcastica.
"Giulio si è inventato tutto. Ho le prove di quello che dico"
"Fanculo, Marco. Sono solo menzogne a cui non credo"
"Ero da Luca. La ragazza l'ha lasciato quella sera. Tu guarda ogni singola foto di quella maledetta festa e ti accorgerai che io non sono mai presente. Io ti amo, Anna. Non posso perderti"
"Posso andarmene? Io ho una foto di te e Sara, alla festa. E vi state baciando"
"Ma non può esserci una foto del genere, perché io non sono mai stato a quella merda di festa. Anch'io ho una foto di quella sera, effettivamente. Me l'ha scattata Luca di nascosto. Guarda," si mette una mano nella tasca destra dei pantaloni e tira fuori il cellulare "ci sono data e ora. Poi io voglio vedere la tua"
Prendo in mano il telefono e guardo quella foto. C'è lui seduto alla scrivania, in camera di Luca. Controllo il momento in cui è stata scattata la foto. Coincide con la festa.
"Non ho foto, Marco. Volevo solo farti confessare. Ma non potevo farti confessare qualcosa che non hai fatto". E improvvisamente scoppio a ridere. La felicità mi invade. Lo abbraccio e lui mi stringe forte.
Guardo la Luna. E' piena.
"Ti amo, Marco"
"Anch'io Anna. Da morire".
"Anch'io Anna. Da morire".