Storie originali > Avventura
Ricorda la storia  |       
Autore: InkBoy    25/08/2010    0 recensioni
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama
o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                            
"Sto andando!". Fu l'ultima parola che disse prima di partire, accompagnata dal rombo della sua motocicletta.
E fu così che iniziò un lungo viaggio, senza sapere dove sarebbe arrivato e se avesse fatto ritorno a casa, ma partì con la certezza che avrebbe capito chi era e cosa veramente voleva.
In un primo momento esitò, ma capì che era la cosa giusta da fare, allora dette una lieve rotazione all'accelleratore e sfrecciò lungo le vie di quel piccolo
paesino di periferia che aveva sempre disprezzato, e che lo faceva sentire in gabbia con quei pallazzi cupi e quelle strade desolate.
Non gli serviva più nulla, la moto, la sua chitarra, la macchina fotografica e quel quaderno dove, da sempre, appuntava ogni pensiero che aveva nella testa.
Era da poco in viaggio, e già sentiva un po la mancanza della sua stanza e di tutte le storie che gli raccontava e che le raccontava, era il suo mondo racchiuso
in quattro pareti di quattro metri per quattro, dove poteva fare ciò che volevo e dove poteva nascondersi nei momenti più difficil, ma arrivato a quel punto
quelle quattro pareti non gli bastavano più e a malincuore le dovette abbandonare.
Ma come si dice in questi casi: TOLTO IL DENTE, VIA IL DOLORE; aveva fatto la sua scelta ed era inrevocabile, non si poteva più tornare indietro perchè la voglia
di capire chi ere era più forte della voglia di tornare a casa.
Il contachilometri saliva metro dopo metro, chilometro dopo chilometro senza fermarsi, il suo cuore batteva a ritmo dei pistoni e l'adrenalina gli circolava a mille nel sangue,
sembrava un bambino impazziente di scoprire il suo regalo di Natale, ma il suo percorso era ancora lungo e la strada da fare era molta ma non si scoraggiò e continuò ad
andare sempre dritto.
Era in viaggio da qualche ora, il sole stava cominciando a calare e egli cominciavo a sentire la stanchezza, allora decise di fermarsi per la notte; montò la tenda, accese il fuoco
e cominciò a suonare per esorcizzare tutte quelle emozioni che gli scoppiavano nella mente.
Il suono della chitarra era una melodia dolce e rilassante che gli dava un senso di assuefazione unico e speciale.
Appena si spense il fuoco smise di suonare, posò la chitarra e si mise a dormire.
Si svegliò alle prime luci dell'alba, dopo qualche ora di riposo, e ricominciò a viaggiare e dopo pochi chilometri notò un locale isolato dove poteva fare colazione.
Entrò un po preoccupato dalla gente che avrebbe potuto trovare in un luogo del genere; appena entrò gli saltò subito all'occhio un uomo seduto, da solo, ad un tavolo con in mano il suo caffe
e le cialde ancora fumanti, sembrava appena uscito dal film Easy Rider, ma non si fece intimidire e si sedette al tavolo dietro di egli.
Ad un certo punto, mentre dava qualche morso ai suoi muffin, sentì una voce sussurrargli: "Cosa cerchi ragazzo?", era l'uomo alle sue spalle; all'inzio restaò un po di stucco e non seppe che dire
ma poco dopo riprese a parlare: " Sono in viaggio da troppo tempo per non sapere qual'è il motivo che ti spinge ad affrontare questo viaggio, ma tu in realtà lo sai cosa cerchi?",
questa fu l'ultima cosa che gli disse prima di alzarsi e andarsene e non farsi vedere mai più.
Nei giorni a seguire riflettè su quelle parole ma soprattutto su una frase:"tu in realtà lo sai cosa cerchi?"; egli cominciò quel viaggio per per capire chi era ma dopo quelle parole non sapeva più se quello era il vero motivo.
Fece altre migliaia di chilometri e la benzina nella moto cominciava ad esaurirsi, allora decise di fare una sosta ad un benzinaio sulla strada.*
Fatto il pieno ricominciò a sfrecciare sull'asfalto sotto il sole cocente, ma continuavano a rimbombargli nella mente quelle parole e allora cominciò a suonare; prese la sua chitarra, il suo quaderno e iniziò a buttare giù una melodia.
Ne venne fuori una melodia molto malinconica, che gli ricordava i momenti passati da solo con un foglio di carta ed una penna, ma non riuscì a scriverci sopra neanche un minimo verso.  
Scese la notte.
Si accampò per la notte e sotto la luce della luna ricominciò a suonare quella melodia che lo accompagnò nel sonno.
Risvegliatosi all'alba non ripartì come aveva fatto ogni singolo giorno dall'inzio del viaggio, ma restò lì a cercare di scrivere una canzone; passarono giorni in cui restò lì a cercare di scrivere
ma nulla, allora decise di ripartire.
I giorni passavano veloci e lui ancora non aveva capito il significato del suo viaggio, era come se fosse appena partito e avesse appena lasciato la sua dimora, perchè sentiva ancora un po la mancanza della sua famiglia, ma cercava di rimuoverla per non creargli problemi.
Oramai era quasi una settimana che viaggiava e si sentiva un mustang che cavalcava nelle grandi praterie californiane, era uno spirito libero senza alcun controllo o regola, poteva vivere la giornata al massimo senza preoccupazioni; si muoveva da una parte all'altra del paese sulla sua moto e non sentiva la necessità di fermarsi, se non per riposare qualche ora, e continuava senza sosta.
Il suo quaderno si riempiva giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro, notte dopo notte, come se vivesse questo viaggio al posto suo; ogni passo che faceva lo appuntava su quel piccolo blocco di carta che lo raccontava, che raccontava la sua vita e la sua persona, ma tutto questo lo raccontava a lui, poichè era sempre stato da solo, si era sempre isolato da tutto e tutti e se l'era sempre cavata da solo senza l'aiuto di nessuno.
La musica era l'unica cosa di cui non poteva fare a meno; poteva non mangiare per giorni, non dormire o non bere ma non poteva passare più di un giorno senza quella melodia che la chitarra riproduceva.
Finalmente aveva trovato la pace, sia col mondo che con se stesso; per la prima volta era rilassato senza essere messo sottopressione da scelte o azioni futili e stupide.
Da quando aveva cominciato quel viaggio, alla partenza, aveva lasciato tutte le angoscie e i problemi in quella stanza ed era partito senza nessun peso nell'anima viaggiando tranquillamente e spensieratamente ma la cosa bella non era il viaggio in se ma il significato di quest'esperienza che gli sarebbe servita a conoscersi a fondo.
Passavano i giorni a bordo del suo bolide ,le notti nella sua tenda con un  susseguirsi  di tramonti e di albe senza sosta, andavano rapide come se si inseguissero senza prendersi mai, e lui continuava per la sua strada  senza voltarsi indietro sperando che il giorno successivo sarebbe stato quello buono ma niente, ogni giorno sempre uguale, nessuna novità.
Intorno a lui vedeva paesaggi stupendi, colline verdi, praterie in fiore, montagne innevate, zone desertiche, corsi d'acqua; era come se fosse in un mondo diverso da quello a cui era abituato, pieno di luci artificiali e notizie su guerre e morti, ogni notte riusciva a vedere le stelle e gli unici rumori che sentiva erano i grilli che frinivano o i lupi che ululavano, non era la solita città cupa e noiosa piena di rumori di automobili e ragazzi che gridano ma, per come la vedeva lui, era un pezzo di paradiso che grazie a questo percorso potette scoprire.
Non avrebbe mai immaginato di vedere cose del genere all'inizio di quel viaggio ma, ora che era lì, non si pentì assolutamente della sua scelta, anzi ,dalle parole che mi disse, la avrebbe rifatta altre mille volte.
Ogni singolo paesaggio o posto che attraversava durante il percorso lo immortalava con la macchina fotografica e le conservava come fossero oro poichè facevano parte di un pezzo importante della sua vita come questo viaggio e non voleva perderle per nulla al mondo.
Ripensando a quello che aveva lasciato e se avesse saputo quello che avrebbe trovato non avrebbe mai esitato a partire, anzi, sarebbe partito prima.
Ora era sicurio del cammino che aveva intrapreso e, anche se ci sarebbero state delle insidie o degli ostacoli, li avrebbe affrontati e superati senza mai mollare.
Ma una notte gli succese una cosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita...
Mentre suonava la chitarra difronte al fuoco, come tutte le sere, nel silenzio della notte sentì dei lupi ululare e in un cespuglio vicino alla tenda vide degli strani movimenti, allora prese un bastone pronto a reagire a qualsiasi cosa sarebbe uscito da quel cespuglio ma, con stupore, vide uscire un cucciolo di  lupo.

                                                                                                        
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: InkBoy