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Autore: _Kiki89    26/08/2010    0 recensioni
Presentazione: Io sono la ragazza delle prefazioni ^^. Questa fan fiction mi appartiene molto. E' nata da un'os che avevo scritto in precedenza e poi sviluppando tutta la storia in se, modificandola leggermente. Ci sono tante cose autobiografiche e tante altre che non lo sono. Forse è la prima FF che concludo. Mi spiego meglio: E' la prima ff dove ho in mente lo sviluppo di ogni singolo capitolo, ogni azione che potrà succedere. Ci tengo molto che piaccia davvero, soprattutto perchè parla anche un pò di me. Ok, basta.. per quanto riguarda il resto vi metterò delle note a fine/inizio capitolo, se ho ancora qualcosa da aggiungere! Un bacio a tutti quanti... Kiki Riassunto: Roxxane è una ragazza dolce e tranquilla con un'infanzia difficile. Ora la sua vita è tranquilla e serena contornata dalla sua famigliola e dai suoi due amici più fidati: Bill e Tom. Tom è il suo migliore amico e si consigliano tutto per tutto. Quando un giorno, di nuovo, il mondo gli crolla addosso.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Occhi lucidi, sudore freddo, ossa doloranti, stanchezza...sono sintomi di febbre.
La malattia più comune sulla terra, il rimedio più logico che il nostro corpo trova per combattere i virus in circolazione. Questa malattia, si supera con farmaci, giornate passate in un caldo letto e tanto riposo. C'è una medicina indicata per ogni virus che la gente riesce a beccarsi..ma se la malattia in questione non fosse febbre? E' possibile che esista una cura a tutto quanto?


Roxxane era nelle stesse condizioni, ma non demordeva.
Si trovava esattamente al centro della sala, con ben saldo nella mano il telecomando dello stereo. Prova, riprova e riprova ancora, quel passaggio non voleva riuscire. Le sue gambe stavano cedendo, tutto il resto del suo corpo era completamente spezzato dalla fatica e dal freddo. La maglia XL che si ritrovava era bagnata fradicia, come se le avessero tirato un secchio pieno d'acqua; goccie salate di sudore dello sforzo, si confondevano con il quello freddo della febbre, ed ad ogni minuto che passava, aumentava sempre di più. Roxy non si sarebbe fermata, mai! O almeno finchè quel maledetto intreccio di feet work non risultasse fluido e pulito.
Una voce cercava di farla ritornare sulla terra, si stava facendo strada tra la note ad alto volume, ma con scarsi risultati. Quando, finalmente, la musica venne interrotta da un mano prepotente.
-Roxxane Schwartz!- urlò una figura dai capelli riccioli e rossi. -Basta! hai provato un milione di volte! Sei esausta!-
-Alex, ti prego finchè non mi esce! - rispose la ragazza - Ma hai la febbre! Non ti vedi? - ribattè, in modo da fargli capire che non poteva continuare. Roxy si guardò allo specchio e risposondendo in modo ironico disse - Ti sembro preoccupata? - indicandosi con un dito. La faccia di Alex in quel momento sembrava un mix tra la mamma protettrice e l'incazzato. Era abbastanza testarda per poter continuare fichè lei stessa non avrebbe detto basta. Poi si avvicinandosi ad Alex disse -Ti prego, ti prego, ti pregoooo!- rendendosi compassionevole in tutte le lingue che era in facoltà di conoscere.
-No, Rox. Davvero, stai male ed è tardi...molto tardi!- guardandosi l'orologio al polso, con un'espressione stupita - Non voglio sentire, ancora, tua madre che mi telefona dicendomi "Roxxane non può provare tutte le sere fino a tardi, il giorno dopo ha scuola !" Hai 16 anni! - Quella frase di Alex non era una proposta, era un'ordine. - Daccordo...- A malincuore, Roxxane si arrese. In altre circostanza non avrebbe mollato così, ma si rendeva conto che le sue condizioni non erano le migliori e che se avesse continuato, avrebbe peggiorato la situzione. Il che voleva dire, più riposo, più giorni di scuola mancati e lezioni di danza saltate, più tempo per apprende e tutto questo per dire..che sarebbe rimasta indietro! Non voleva assolutamente che succedesse. In più si aggiungevano le parole della madre. Un buon motivo per non fargli superare i suoi limiti di pazienza.
-Ecco, brava! Così mi piaci! - sorrise soddisfatta Alex. -Guarda che non finisce qui, c'e la farò! - Mugugnò mentre spegneva lo stereo,riprendeva il suo i-pod e i suoi quattro stracci per ritornare a casa. - Si, certo! Non ho dubbi, stella. Però quando sarai in salute e non con 38 e mezzo di febbre! Ora vattene a casa e fila nel letto, non penso che domani riuscirai ad andare a scuola...-
La ragazza influenzata e con l'umore tendente al raso terra, se ne andò salutando la rossa ricciola. Alexandra, insegnante di hip hop quasi da una vita, non che coreografa della Crew. Passione nel cuore, costanza nell'anima, questo cercava di trasmettere alle sua allieve, non chè compagne.
Credeva con fermezza in tutto questo ma, la salute prima di tutto.
La ragazzina si stava dirigendo a piedi verso casa, dopotutto abitava ad due isolati di distanza.
Amburgo era la sua città, periferia precisamente, ma sempre Amburgo era.

Mentre camminava controllò il suo cellulare, c'era un messaggio.

"Ciao ballerina! Scommetto 100€ che sei ancora ad allenarti! A parte questo, mi servirebbe un favore per dei compiti di tedesco che mi hanno dato..."
Era Tom.


"Ciao rastone! Comunque sbagliato, sono gia uscita. Sono a pezzi, ho la febbre! ...mmm si, va bene! E scusa, Bill?"

"Bill è uno fancazzista, dice che nn ha tempo! in questi giorni è ispirato a scrivere..uffa -.- Domani non ci siamo perchè dobbiamo provare"

"Ultimamente non ci sei mai...Quando passeremo un'altro giorno di scuola insieme? Penso che ci toccherà trovarci fuori di quel maledetto edificio"
Il suo migliore amico, come poteva farne a meno.

"Si, direi proprio di si...quando sei a casa squillami. Ci sentiamo poi! TSchuss Scema"

"Ok, stronzo :P"


Dopo aver finito la "conversazione" deviò per una strada secondaria, costeggiando il "Groove", negozio di street wear e musica hip hop del quartiere. In quel posto aveva lasciato l'anima, la mente, il corpo, tutto! E' proprio lì che partì la sua passione. Interi pomeriggi passati a spulciare gli album di un sacco di cantanti, guardando persa nel vuoto quei fantastici ballerini. Voleva diventare assolutamente come loro.

Una casa a due piani, color giallo pastello si presentava davanti a lei. Attraversò il piccolo giardino e, dopo aver preso le chiavi dalla tasca destra dei pataloni, aprì la porta.
-Ciao mamma!- urlò entrando. Una dolce figura comparve di fronte a lei uscendo dalla cucina. -Ciao tesoro! provato fino adesso? - Mamma Charlotte, la persona piu dolce e tenera del mondo. Roxxane non poteva chiedere mamma migliore al mondo.
-Non troppo, mi sa che non mi sento tanto bene... - La donna, si avvicinò a lei e toccando la fronte con le labbra, si staccò quasi immediatamente.
-Scotti! Ma tu sei impazzita a provare con la febbre! - Si, era proprio malata.
-Avevi qualche dubbio?- alzando il sopracciglio.
-Ma Alex..-
-Si, Alex mi a gia ripreso..E' lei che mi ha cacciato a casa..-
-Per fortuna che c'è ancora qualcuno con un pò di ragione nel cervello...Dai su fila a letto!- Amorevole come non mai. Sulle scale incrociò il fratello piu grande, Martin.
-Hey, che hai? - gli domandò sollevando il suo sguardo dal cellulare.
-Ma, sono un po malaticcia...e me ne vado a dormire-
-Ok piccoletta! Buona notte - schioccandogli un bacio sulla guancia. Insieme alla musica e alla danza, sua madre e suo fratello facevano da contorno a quella cosa chiamata: vita.
Entrando in camera fece cadere il borsone ai piedi del letto. Cambiandosi velocemente, indossò il pigiama e si stese sul letto solo per un'attimo. Purtroppo non fece in tempo nemmeno a spegnere la luce, che crollò. Ora i pensieri erano altri. Niente più passi, niente più musica, solo un sonno profondo.

*



11.15 am
La luce del sole autunnale che attraversava il vetro della finestra, trasformava la stanza in un'icubatrice. Quella sensazione di essere rinchiusa ma, di poter vedere tutto attraverso pareti trasparenti. Roxxane lentamente usciva dal mondo dei sogni, con la sensazione di essere strappata dal quel luogo di calma in cui si trovava.
Cautamente aprì gli occhi. La vista era un pò annebbiata dal risveglio e vedeva tutto sfuocato. Sbatte le palpebre un paio di volte e quando riuscì a collegare mente-occhi insieme, sentì che i suoi muscoli rispondevano a fatica ai comandi. Ogni movimento era un'imprecazione verso il suo corpo.
-ahia...Cazzo, ma che male!- con un pò di problemi si mise seduta sul letto. Acido lattico e dolori muscolari causati dalla febbre erano proprio un bel mix. Guardò fuori stroppicciandosi gli occhi. Il colore delle foglie degli alberi rallegrava quella giornata. Emanava calore, come le sue guancie rosse.
Quello stato di post-coma, venne interrotto dalla vibrazione del suo cellulare.
- Pronto...- rispondendo con la voce ancora rauca e non controllando nemmeno chi poteva averla chiamata.
-Finalmente!! Ma dove cazzo eri finita? -
-oh...Buon giorno comunque. E va be, dai Tom mi sono addormentata di botto! Te l'avevo pur detto che ero malata, cosa che lo sono tutt'ora!- Non era gia una buona giornata, con il risveglio avuto prima, lo era meno ancora. La telefonata non aveva di certo migliorato la cosa. A meno che non si trattasse di due cose: Ballare e Tom. Danza e amicizia prima di tutto... L'eccezzione alla regola. Tutti ne abbiamo una.
-Ti avevo detto di farmi uno squillo quando tornavi a casa..- disse Tom con un tono di voce, preoccupato.
-Oh..Kaulitz ti stai per caso preoccupando per me? Guarda che nessuno mi mangia per strada!- disse ridendo.
-Ma dai, era solo per sapere volevo parlare un pò! tutto qui...e poi Gustav mi ha detto dirti di passare dallo studio, deve darti un paio di cose!- aggiunse cercando di giustificare tutta la sua preoccupazione. Di solito non era da lui. -Giusto! digli che piu tardi gli mando un messagio, intanto salutamelo.-
La chiamata andò avanti diventando sempre più animata. Roxy camminava per la stanza, cercando di sgranchirsi un pò le gambe, soffrendo ad ogni passo. Si soffermò davanti allo specchio, aprendo il più che poteva i suoi occhi. Due "fari" azzurri, come diceva sempre sua madre, erano contornati dal rosso dei capillari in rilievo. Si vedeva proprio che era distrutta.
-...Oddio i miei occhi...- pensando a voce alta.
-Che è successo? -rispose il ragazzo dall'altro capo del telefono.
-Tom, basta preoccuparti..mi stai facendo venire l'ansia! Comunque.. sono rossi che palle! speriamo di stare meglio domani-
-Ma si, domani ti riprendi..è sempre stato così - sentendo un sorriso formarsi sulla sua bocca.
-Va bene dai.. me ne vado a fare qualcosa di socialmente utile e soprattuto a dormire..sto troppo male! -
-Ok... Ci vediamo uno di questi giorni! Bye Rox!
-Bye Tom!
Buttò il telefono sulla scrivania, ritornando a letto. Prese il suo adorato I-pod e si lasciò cullare da quelle note che contornavano la sua vita. Una dolce vita segnata da vene dal sapore amaro.

 

 

 

  
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