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Autore: pachelbel90    27/08/2010    9 recensioni
Robert e Jude alle prese con l'acqua!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Girovagavo nella hall dell’albergo, cercando Robert. Chissà dove diamine era finito?

Aveva il brutto vizio di sparire, senza dire dove andava, né con chi; e io lo cercavo, disperato e preoccupato, geloso che fosse con qualcuno, con qualche altra donna, o con Susan. In queste occasioni mi sembrava di essere proprio una donnetta gelosa. Ma non potevo farci niente; in poco tempo lui era diventato tutto per me. Mi alzavo la mattina solo perché sapevo che ci sarebbe stato lui al mio fianco.

Ma quella mattina, nel mio letto, la prima cosa che avevo visto appena sveglio, non era stato il suo dolce sorriso, o il suo fisico statuario abbracciato a me. Lui nel mio letto non c’era. Ormai era qualche settimana che passava le notti da me, eludendo Guy, Rachel e tutti gli altri membri della crew; pensai fosse tornato in albergo, e così mi ero diretto lì.

Ma lì, lui non c’era. Non capivo proprio dove si fosse cacciato; Guy ci aveva dato un giorno di riposo, e io pensavo lo avremmo passato insieme; il nostro primo vero giorno insieme come una coppia, da quando eravamo riusciti a mettere da parte tutti i nostri pregiudizi e le nostre insicurezze e avevamo ammesso a noi stessi che eravamo innamorati l’uno dell’altro.

Un dubbio mi attanagliò lo stomaco: e se si fosse reso conto che quello che stavamo facendo era solo un’emerita stronzata e si stesse tirando indietro? Smisi di respirare e mi bloccai.

Fui scosso dall’arrivo improvviso di Mark, e dalla sua voce che mi chiamava.

“Ehi Jude, stai bene? Hai una faccia… Che ci fai qui?”

Dovevo rispondere, dovevo riacquisire l’uso della parola se non volevo fare la figura del completo idiota!

“Ciao! Sì, sì, sto bene. Sto cercando Robert; Susan non c’è, perciò volevo chiedergli se voleva fare un giro.”

Traduzione: Susan non c’è, perciò volevo chiedergli se voleva farsi un giro con me.

Ringraziai il cielo che non avessero ancora inventato la lettura del pensiero, mentre mi concentravo sulla risposta che Mark mi stava dando.

“Io sapevo che sarebbe passato da te; ma prima ha detto qualcosa riguardo alla sua macchina da lavare.”

Ok bene, Rob è andato a lavare la macchina e poi sarebbe passato tornato da me. Tirai un sospiro di sollievo, che purtroppo Mark notò.

“Ah voi due, sembrate proprio una coppietta!” rideva sotto i baffi.

Mi si attanagliò lo stomaco, dalla paura questa volta. Non arrossire, non arrossire, non arrossire!

“Ah-ah! Fa parte del nostro lavoro qui. Beh, grazie mille Mark, ci vediamo domani.”

Mi girai e me ne andai, tentando di nono correre; se l’avessi fatto, sarei di sicuro sembrato una donnetta alla ricerca del suo amore…

Sapevo dov’era Robert. C’era un piccolo garage che avevano messo a disposizione per le persone della troupe che avevano una macchina; Robert ne aveva noleggiata una, una Nissan per la precisione. era un patito per le macchine, e sapevo che ci teneva a tenerle pulite.

Mi fiondai nel garage. Sentivo le note di Back in black provenire dalla porta chiusa. Sì, decisamente c’era Rob là dentro. Ma improvvisamente sentii un urlo, seguito da un’imprecazione. Aprii di scatto la porta, preoccupato che gli fosse successo qualcosa.

Ma la scena che mi trovavo davanti non era quella che mi aspettavo; la scena che mi ero più o meno raffigurato in testa vedeva un Rob dolorante, o, nella situazione più tragica, con del sangue che gli usciva da qualche parte. Ma di sicuro non mi immaginavo quello.

Davanti a me, bello come un dio, c’era Robert. I capelli neri e scarmigliati, la bocca aperta dalla sorpresa, i jeans neri e aderenti, la maglietta bianca sarebbe stata una visione paradisiaca anche se non fosse stato bagnato.

Bagnato da capo a piedi. Avevo Robert, davanti a me, bagnato da capo a piedi.

Mi si mozzò il respiro in gola.

“Rob…” riuscivo a dire solo quello; non ero in grado di formulare un pensiero decente, non nello stato in cui ero, ma soprattutto, non con Lui in quello stato, con la consapevolezza che eravamo soli in una stanza che poteva essere chiusa a chiave.

Mi guardò stupefatto; evidentemente non si aspettava di trovarmi lì.

“Ho avuto qualche problema con la pompa dell’acqua.”

Perché constatava l’ovvio? Cominciai ad avanzare verso di lui, con lo sguardo più sporco che avessi mai avuto. Lo vidi indietreggiare verso la macchina, ma era inutile fingersi spaventato; i pantaloni erano troppo aderenti, troppo appiccicati, vedevo chiaramente la sua erezione premere contro il tessuto dei jeans.

“È inutile che tenti di scappare.” Chissà come mi era uscita quella voce così roca e sensuale?

“Non avevo alcuna intenzione di farlo.” Ok, va bene, la mia voce roca e sensuale non era nulla a confronto della sua. Il suo sguardo infuocato era il massimo della provocazione.

Eravamo vicini ormai; posai le mani sul suo petto e lo spinsi contro il cofano della macchina. Lui si sdraiò, ma mi trascinò giù con lui.

Le sue labbra finirono sul mio collo, leccando e mordendo ogni centimetro di pelle che riusciva a trovare; io cominciai a strusciarmi contro di lui, strappandogli lamenti di piacere che mi mandavano fuori di testa.

Cominciava a fare caldo, volevo strapparmi quella maglia di dosso, o meglio, volevo che Lui me la strappasse di dosso.

Ad un tratto non sentii più la sua mano sulla mia schiena, ma aveva trovato il modo di distrarmi posando le labbra sulle mie. Sorrideva sulle mie labbra ora, non capivo perché; e poi disse:

“Mi sembri accaldato Judsie; dovresti proprio farti una doccia.”

Lessi lo sguardo divertito nel suo sguardo, un attimo dopo avevo capito cosa volesse fare, ma fui troppo lento.

Uno schizzo d’acqua fredda mi piovve sulla testa, bagnandomela e bagnandomi tutto il busto. Mi alzai di scatto urlando: “Ah, Rob, questa me la paghi!”

Presi il secchio d’acqua che avevo di fianco e glielo lanciai addosso, mentre lui continuava a bagnarmi con la pompa. Continuammo a giocare con l’acqua come due bambini, fino a che ci trovammo a rincorrerci intorno alla macchina.

Gli permisi di acchiapparmi; mi strinse a sé. Stavo ancora sorridendo, ma qualcosa cambiò all’improvviso. Lo sentii farsi serio e stringere un po’ di più l’abbraccio. Capivo dove voleva arrivare. Lo volevo anche io.

Voltai la testa e appoggia le labbra sul suo collo.

Non si giocava più adesso.

 

 

Ok ragazze, non so come mi è venuta l’idea per questa follia/porcata…però stavo parlando su facebook con la mia socia di macchine e Rob e persone bagnate e beh, ho avuto questo flash! =)

Ne approfitto per ringraziare le persone che hanno commentato l’ultimo capitolo di MEN LIKE THEM, e presto pubblicherò il nuovo capitolo di UN’ALTRA OCCASIONE!

 

http://www.facebook.com/photo.php?pid=31051207&fbid=1433971044000&id=1074646308

così mi immagino Rob!! =)

 

 

 

 

   
 
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