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Autore: solinari    27/08/2010    4 recensioni
Il ragazzo spostò il viso per evitare il raggio di sole e con un sospiro si ributtò sul cuscino cercando di riaddormentarsi. All'improvviso dilatò gli occhi " Oggi è il mio compleanno... che stress..."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi sono tornata,spero per la vostra felicità, la mia sicuramente, mi cimento in un breve racconto sul compleanno del nostro Phoenix.

Regalo di compleanno

 

Il sole sorgeva ad oriente illuminando la moderna città sul mare, dove la vita scorreva già frenetica e rumorosa.

Si alzò nel cielo ed arrivò ad illuminare l'immenso parco di villa Kido.

Gli unici rumori erano quelli dei numerosi balestrucci che avevano i loro nidi sotto la vecchia gronda della limonaia accanto alla serra, che si tuffavano nell'aria tersa del primo mattino in cerca di insetti per soddisfare i becchi spalancati dei piccoli ancora implumi della loro ultima covata, prima di prepararsi a partire verso lidi più caldi per sfuggire al freddo inverno giapponese.

Nel meleto dietro alla villa il temporale del giorno prima aveva fatto cadere numerosi frutti ed ora, una famiglia di cinghiali grufolava allegra, grata per quel ben di Dio inaspettato.

Poco più distante alcuni daini pascolavano sotto i grossi platani . Un merlo faceva il bagno in una pozzanghera vicino al cancello.

Sui noci centenari tre scoiattoli si rincorrevano veloci, balzando come acrobati da circo da ramo a ramo.

Farfalle colorate si posavano leggere sulle corolle umide dei variopinti fiori delle numerose aiole del parco, circondate del frenetico volo ronzante delle api con le zampette colme di polline che sfrecciavano veloci ed instancabili.

L'interno della villa era silenzioso, il sole si insinuò fra le fessure delle persiane ancora chiuse illuminando stralci di muro ambrato, spicchi di soffitti decorati con stucchi dorati, angoli di vecchie tele ad olio, modellò numerose forme ad immote statue di marmo o bronzo, scese lungo tende di velluto e di seta , si specchiò su lucidi pavimenti di marmo italiano, accarezzò numerosi vasi stracolmi di fiori recisi posti a profumare le ricche stanze.

Un raggio entrò in una finestra al primo piano, illuminò la grande libreria sulla parete di fronte, accarezzando al suo passaggio un volto sprofondato nel cuscino.

Scivolò sulla liscia pelle abbronzata soffermandosi a bussare alle lunghe ciglia abbassate, che tremarono... si aprirono...si richiusero... sbatterono due...tre volte, per poi richiudersi.

Uffa... il sole... mi ha svegliato.... è ancora presto...”

Il ragazzo spostò il viso per evitare il raggio di sole e con un sospiro si ributtò sul cuscino cercando di riaddormentarsi.

All'improvviso dilatò gli occhi “ Oggi è il mio compleanno... che stress...”

Sbadigliò rumorosamente, si portò le mani intrecciate sotto la nuca fissando il soffitto.

Diciassette anni, era ancora un adolescente, ma si sentiva così vecchio e stanco a volte, che avrebbe desiderato addormentarsi e non svegliarsi più.

Aveva visto e fatto cose che un ragazzo della sua età non si poteva nemmeno immaginare.

Era cominciato tutto undici anni prima, quando il destino gli aveva portato via i suoi genitori.

Fino ai cinque anni era stato un bimbo felice, accudito con tenero amore viveva in una bella casa, aveva tanti amici, i suoi compleanni allora erano pieni di regali, gioia e tanto affetto.

Dopo quel tragico incidente, il suo mondo cambiò.

Abituato ad essere circondato da persone che lo adoravano, si ritrovò ad essere alla mercé di persone senza scrupoli che non tardarono a rinchiuderlo in un orfanotrofio e a dimenticarsi di lui e del suo fratellino di solo un mese.

Fu costretto a crescere.

Da un giorno all'altro si trovò, dalla sua grande casa piena di lusso e comfort e di domestici che si occupavano di lui e delle sue esigenze, in un lugubre istituto gestito da una rigida coppia che accoglieva gli orfani per avere la retta dal governo.

Passò circa due mesi in quel luogo di abbandono, dovendo imparare da subito ad accudire Shun.

Scappò quando sentì la coppia parlare di cedere il suo fratellino ad una facoltosa coppia senza figli.

Vagò senza meta nel rigido clima invernale di Colonia, finché non trovò rifugio nei sotterranei della metropolitana unendosi ad altri ragazzi di strada.

Furono dei mesi durissimi che gli fece quasi perdere il fratello per le privazioni e gli stenti.

Così fu costretto a cercare aiuto.

I cancelli di un nuovo orfanotrofio si aprirono per loro.

Per uno strano scherzo del destino ritrovò il suo migliore amico, che aveva perso sua madre.

Il loro ritrovarsi mitigò un po' la disperazione in cui erano caduti e riuscirono a farsi forza l'un l'altro.

Erano passati due anni quando gli annunciarono che avevano trovato una famiglia per Shun.

Fuggì portandosi via il fratellino,insieme al suo amico, che, come lui aveva un fratello minore.

La tragedia avvenne il giorno dopo.

Stavano attraversando un passaggio a livello...il treno spuntò all'improvviso travolgendo il suo amico che teneva il fratellino stretto fra le braccia.

Una lacrima attraversò la gota di Ikki.

La nostra fuga si concluse con la tua morte amico mio e quella di tuo fratello... se avessi saputo, avrei ceduto mio fratello.... forse tutto sarebbe stato migliore.... sicuramente lo sarebbe stato per il mio piccolo...”

O, forse se fossimo morti noi al vostro posto... forse voi adesso sareste qui...”

Sospirò, chiuse gli occhi.

No, al suo amico non sarebbe piaciuta quella sua vita di saint.

Saint... i Santi di Atena... assassini che si rifugiavano dietro la parola pace.

Si portò le mani davanti agli occhi per osservarle.

Diciassette anni.... e quanti omicidi alle spalle...e stavo per uccidere anche la mia piccola stella...”

Si alzò con uno scatto.

Non poteva restare alla villa, non il giorno del suo compleanno, non avrebbe sopportato tutti i loro auguri, il loro volerlo abbracciare, i loro regali.

Non voleva deluderli, non era dell'umore giusto per affrontarli, doveva andarsene prima che si svegliassero.

Si vestì in fretta, sedette sul letto per infilare le scarpe.

Avrebbero capito ne era sicuro.

Il visetto deluso di Shun gli si affacciò alla mente.

Oh, no... lo farò piangere...”

Abbassò il volto, cosa doveva fare ?

Non aveva la forza di affrontare la loro allegria...

Se pensava al passato compleanno di Hyoga gli venivano quasi i brividi.

La festa era cominciata la mattina a colazione con dolcetti e pasticcini, poi c'erano stati i regali, i ringraziamenti, le risate, i baci e gli abbracci, poi i giochi di società, che lui odiava.

E dopo pranzo il tutto era continuato, farcito di belle parole e sorrisi.

Non che fosse tanto infastidito, ma era tutto troppo smielato per i suoi gusti... lui non ne poteva essere il protagonista...Hyoga era stato di un bel rosso peperone per tutto il giorno, balbettando frasi senza senso.

Shun, invece era stato felicissimo. I grandi occhi pieni di stelle, il dolce sorriso stampato sul visino di porcellana, era stato la valvola di sfogo di tutti loro, che quando erano troppo imbarazzati lo afferravano stringendoselo forte al petto, per poi scompigliargli i morbidi capelli dorati.

Gioioso, trotterellava da un paio di braccia a l'altro come se fosse la cosa più naturale del mondo.

No, non posso rimanere, perdonami piccolo mio... oggi non ce la faccio ,non sono in grado di reggere tutto il tuo amore, rischierei di crollare davanti a tutti.... mi metterei a piangere... e questo non è da Phoenix.”

Si legò le scarpe , si alzò e si diresse veloce verso l'uscita.

La porta si aprì piano, sbucò una testolina ornata di morbidi boccoli dorati.

Occhi enormi di cucciolo adorante si posarono su Ikki .

Niisan... buongiorno.”

E ora? Addio fuga. Possibile che quella piccola peste fosse già in piedi? Ikki sbuffò silenzioso.

Il fanciullo con una piccola corsetta gli si avvicinò.

Buon compleanno niisan! Tanti, tanti auguri !”

Si inchinò alla vecchia maniera giapponese e dalle sue labbra uscì una risatina.

Mbè! Cos'hai da ridere adesso ?”

Il ragazzino arrossì “ Oh ,niente, niisan... scusami.”

Non c'era via di scampo, a questo punto doveva affrontarli tutti. “ Non scusarti... mi sembri strano stamattina...”

Shun sorrise, gli buttò le braccia al collo e si sollevò in punta di piedi per deporre un bacio sulle labbra del fratello.

Quando si staccò abbassò gli occhi arrossendo ancor di più.

Scusami niisan...io...io non ho niente altro da regalarti...”

Un calore dolce si fece strada nel cuore della Fenice, portando via l'amarezza che vi albergava.

Si chinò ad afferrare la manina bianca del fratellino che stringeva nervosamente un lembo di maglietta.

E' un regalo che avrei voluto ricevere per ogni compleanno dei miei diciassette anni .”

Gli sussurrò mentre gli deponeva un bacio sulla testolina abbassata.

Giade liquide si alzarono su di lui riempendosi di luminose lacrime che presero a solcare le gote pallide.

Oh, niisan... grazie...”

Ikki gli asciugò gli occhi.

Non si piange il giorno del mio compleanno!”

Lo tirò fuori dalla camera.

Andiamo, sono sicuro che mi aspetta una montagna di dolci giù a colazione... con tutti loro con uno stupido regalo...”

Shun fece per aprir bocca ma poi abbassò il volto triste.

Scesero, la villa era ancora silenziosa.

Strano, forse e ancora troppo presto...”

La Fenice si guardò in giro.

Il fanciullo si fermò, facendosi tirare.

Cosa c'è cucciolo? Sei così triste. Cosa ti è successo?”

Andromeda mormorò “ Loro hanno sbagliato tutto..io lo sapevo ...l'ho detto, ma non hanno voluto credermi...è tutto sbagliato...”

Cosa c'è di sbagliato? Spiegami!”

Shun sospirò, si avvicinò a Ikki alzò la manina bianca verso di lui.

Vieni con me niisan...ti prego...”

Phoenix scosse la testa ma si chinò a prendergli la mano mormorando “ Sei proprio strano stamani.”

Il piccolo saint sorrise “ Andiamo fuori. “

Ikki sospirò, stava per perdere la pazienza, se era uno scherzo il suo adorato fratellino non si sarebbe seduto per tutta la settimana successiva.

Uscirono, il parco era deserto.

Andromeda si voltò verso il fratello e gli si arrampicò fra le braccia con un gran sorriso

Senti Shun, sto perdendo la pazienza! -scattò Ikki- Non mi va di stare ai tuoi stupidi scherzi, sono già nervoso perché non sono abituato ad essere festeggiato e a ricevere regali... Ti avverto, piccolo, stai rischiando grosso!”

Gli rispose un singhiozzo.

Ecco,io lo sapevo che ti saresti arrabbiato se facevo come mi avevano detto...loro...loro non hanno voluto farti nessun regalo...pe...perché hanno detto che.. che a te non piacciono ...e...e mi hanno detto di farti uscire e di salirti in braccio ... e... e Sa...Saori-san mi...mi ha dato questa ...”

Prese qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans e la porse al fratello.

E'...è il suo bancomat … ha... ha detto che a.. avresti capito... io le ho detto che ti saresti arrabbiato...ma...ma lei ha risposto che i loro tre regali invece ti..ti sarebbero piaciuti molto...e… e che oggi i cancelli sono aperti per noi...”

Si portò le mani al viso singhiozzando.

Ikki guardava incredulo il rettangolo dorato che teneva in mano e il foglietto con il codice.

Pensava che non lo conoscessero fino in fondo... lo conoscevano meglio di sé stesso.

Un sorriso gli nacque inaspettato sulle labbra .

Si sentì improvvisamente bene come non mai.

Si mise il bancomat in tasca, afferrò le manine del fratello con la sua per scostargliele dal viso.

Su sciocchino, stai piangendo senza ragione, io non sono affatto arrabbiato, anzi sono felicissimo dei regali che mi hanno fatto!”

Shun alzò gli occhi enormi su di lui.

Il ...il bancomat ?”

Ikki sorrise, asciugandogli gli occhi.

Si, il bancomat...”

Lo pose a terra,gli afferrò una mano.

Sai, credo che il luna park sia aperto oggi, e Seiya mi ha detto che c'è una piscina con uno scivolo incredibile... dovremmo passare a comprarci dei costumi prima..”

Il luna park? Oh, niisan, io non l'ho mai visto... che bello... ma posso... posso usufruire anch'io del tuo regalo? Non vorresti stare da solo ?”

La Fenice si fermò abbassò il volto sul fratellino proteso ansioso verso di lui, gli occhi più luminosi del sole, le gote ancora arrossate dal pianto... quanto amava la sua piccola stella!

Sciocchino!”

Gli disse stringendogli la manina e riprendendo il cammino.

Perché sono sciocco?”

Shun si ritrovò quasi a correre per star dietro alle lunghe gambe di Ikki.

Perché piangi il giorno del mio compleanno...”

Niisan... scusami non piango più!”

Camminavano silenziosi,tenendosi per mano.

Niisan..”

Si ? Dimmi.”

Un regalo è il bancomat, uno il cancello aperto... e l'altro?”

Ikki si fermò a guardarlo, sorrise.

Il terzo è il sole..”

Una dolce risata infantile si unì al canto dei balestrucci.

O, niisan ma loro ieri sera non potevano sapere che ci sarebbe stato,c'era un brutto temporale!”

I daini lungo la recinzione si voltarono a fissare le due figure che uscirono dal cancello aperto e si incamminarono a cuor leggero verso la fermata d'autobus più vicina.

Un raggio di sole si insinuò fra i capelli scuri del ragazzo più grande facendoli splendere con i colori dell'arcobaleno e scese a far diventare oro i morbidi riccioli del più piccolo che alzò gli occhi di giada sul fratello chiedendosi se Atena fosse davvero in grado di regalare l'astro più luminoso del cielo.

 

 

 

 

 

 

   
 
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