Andromeda.

Un nome che già da solo era tutto un programma.

Andromeda.

Una ragazza che già da sola era tutto un programma.

Andromeda.

Andromeda assomigliava solo a se stessa.

“Ha gli occhi della mamma” sentenziò zio Taulay.

“Il naso è il tuo”.

“Però la bocca mi ricorda più la nonna”.

“Avevo un’amica che aveva una sorella con lo stesso colore dei capelli, sputato proprio!”. Cugino Elmer, in un certo senso, ci aveva preso. Non perché i capelli della cuginetta fossero color sputo. Nessun creatore avrebbe fatto questo. Piuttosto, il colore dei capelli della sorella dell’amica era quasi sputato. Quello identico era della madre dell’amica.

“Guarda, queste sopracciglia sembrano quelle di zia Kle!” aveva sorriso il suo papà.

“Ma no, amore. Se non altro, le orecchie sono le tue” e questa era la mamma, che con il papà era d’accordo solo sul fatto che avevano fatto bene a sposarsi.

“Il naso però, il naso è mio”.

Aveva seguito un’accesa discussione sul proprietario del naso. Erano giunti alla conclusione che quel naso appartenesse alla piccola, alla piccola e basta.

“Come la chiamerete, tesoro?” questa era nonna Stinne, l’unica che non aveva fiatato il resto del tempo.

“Non lo so, non somiglia a nessuno di nostra conoscenza, non possiamo dargli un nome qualsiasi” aveva detto la mamma.

“Chiamiamola Andromeda!”. Ancora oggi qualcuno litiga per appropriarsi del diritto di aver detto per primo quella frase.

Un avvocato dei diritti giovanili emerse dal muro.

“Eh no, no, scusate, ma non si può, non si può proprio” aveva detto al pubblico sconcertato.

“Se voi la chiamate Andromeda” aveva continuato “i bambini la perseguiteranno per il resto della vita! I bambini sanno essere molto cattivi! Un nome così ti rovina la vita sociale. Non posso permettere un abominio simile. Che razza di nome è Andromeda?”.

“Ma tu chi sei, scusa?”.

“Avvocato dei Diritti Giovanili, studio del dottor Spetazzo”.

Qualcuno aveva compreso il desiderio del dottor Spetazzo di riscattare il proprio umiliante cognome.

“Scusa ancora, non è un po’ troppo presto perché cose come studi legali, avvocati dei diritti giovanili eccetera siano stati inventati?” cugino Elmer era uno storico convinto.

L’avvocato fece spallucce.

“In effetti... allora tolgo il disturbo! Grazie dell’ospitalità!”.

“Non si ferma neanche per un the?”.

“No, mi dispiace, devo andare a salvare una bambina che vogliono chiamare Ermenegilda...! Grazie ancora!” disse l’avvocato, andandosene.

E così Andromeda si tenne quel nome da disgraziata.