Shouting

Alisa. Questo è il mio nome. In questo momento sono in prima fila al concerto della mia band preferita, i Tokio Hotel. Il mio più bel sogno e il mio più grande incubo. Sto piangendo, insieme alle altre ragazze attorno a me. Non so che sentimenti provino loro per farlo. A me la loro musica porta una gioia infinita, ma quando la sua voce raggiunge le mie orecchie, un dolore colpisce il mio stomaco e mi sento vuota, svuotata, come se mi avessero tolto qualcosa. Le prime parole di Zoom into me e i ricordi iniziano a riaffiorare.

Il nostro primo incontro.

Tokio, mia città natale.

Lavoravo come cameriera in un ristorante ed eccolo arrivare. Si è seduto ed ha ordinato quando però, è arrivato il momento di usare le bacchette, beh il mio cuore si è riempito di tenerezza. Mi sono avvicinata e gli ho insegnato come usarle. Per ringraziarmi mi invitò a cena la sera dopo. Accettai. Forse non avrei mai dovuto farlo, avrei dovuto chiedergli, molto semplicemente, se voleva che gli portassi una forchetta. La nostra storia non sarebbe mai iniziata e il mio dolore sarebbe rimasto sepolto, ancora per un po’ almeno. Ma non me ne sono mai pentita.

When the world cuts your soul

Into pieces and you start to bleed

Solo queste parole mi riportano alla realtà. Il resto della strofa è sfumato, non arriva alle mie orecchie o forse sono io che non voglio farle passare, parole dolci d’amore che per me non ci sono più.

La prima volta che mi disse ti amo. Aveva organizzato una serata magica. Cena a lume di candela sul tetto del suo hotel, avevamo una vista mozzafiato su tutta la città. Il pavimento della suite era cosparso di petali di rosa rossa. A metà del percorso dalla porta al letto, dove ce n’era uno nero, si inginocchiò e mi disse che mi amava, che saremmo stati la coppia perfetta che si distingueva dalle altre come quel petalo nero.

Iniziano a suonare Screamin’, proprio quella sera gli dissi che adoravo la parte lenta di quella canzone. Aspetto con ansia quel punto, ma al posto di quella strofa canta Monsoon e poi la fine di Screamin’.

Effettivamente non sono parole adatte a un concerto, però mi dispiace non averle sentite ancora una volta da lui, me le sussurrava sempre prima di addormentarci abbracciati. E i ricordi riaffiorano, noncuranti del dolore che provocano.

I’m screamin’ on the top

Of the world

But I don’t think I can

Be heard

By you… you..

Could it be you never will

Could it be I have to kill

This dream

That makes me ill

Sai Bill, quel petalo nero, lo conservo ancora.

N.B. so che la scaletta vera è Screamin’, Dark side of the sun e Zoom into me, però mi serviva così. ^.^

Spero che questa breve one-shot vi sia piaciuta, lasciate commenti, sia lettori di adesso che quelli futuri. =)

Bacio

giady ♥