Era da una marea di tempo che non scrivevo più questa storia. L'aqltro giorno l'ho riaperta e stranamente la storia mi è ricomparsa nuovamente nella mente, come se la stessi pensando ormai da una vita. Molto probabilmente andrà a rilento, dato che ho due storie da finire. Ma dato che sono quasi terminate, credo che mi dedicherò a questa prima di pubblicare qualcos'altro. La finirò anhe senza ricevere recensioni perché credo sia importante dal punto mio punto di vista. Ora vi lasciò, sperando sempre che ci sia ancora qualcuno che la legga.
Il Segreto di Celebrian
by
Lotiel
Quarto Capitolo: Na Edoras (Verso Edoras)
08
Novembre 129 della quarta Era
Era
una mattina soleggiata, lo si poteva notare dai raggi splendenti che i rami
folti facevano passare. Quando si erano svegliati non avevano trovato Fangorn,
li aveva avvertiti che sarebbe andato a controllare i confini orientali della
foresta. Lui non voleva svegliare i suoi compagni e voleva evitare loro altro
dispiacere, proprio come quando avevano visto i loro fratelli bruciati per i
folli piano di Saruman.
Elrohir
ed Elladan sistemarono ciò che poterono ed infine si incamminarono, cercando di
mantenere sempre una piccola distanza dai due umani. Non riuscivano ancora a
fidarsi ed era per questo che molte volte si esprimevano anche nella loro
lingua.
Attraversarono
la foresta dalla parte meridionale, verso est e sapevano che il percorso era
ancora lungo ed in salita, metaforicamente parlando. In cuor loro sapevano a
cosa si poteva andare incontro, ma erano convinti che si sarebbe potuto evitare
altro sangue. Poi Elladan parlò.
-Bedim na Edoras. Hain peditham o annam in rych.¹
Elrohir
non fece altro che annuire e infine guardò i due umani. Trasse un profondo
sospiro prima di volgere nuovamente lo sguardo verso Elladan e avvicinarsi
leggermente a lui.
-Hain darthar na Edoras?²
I
due gemelli pensarono il da farsi. Portarsi dietro due umani non avrebbe giovato
al fattore tempo e poi non erano abituati a portarsi dietro qualcuno. Raramente
avevano accettato l’aiuto umano, ma quando succedeva erano dei valorosi
guerrieri, proprio quando avevano raggiunto Estel fino all’accampamento e gli
aveva portato il messaggio del padre. Sembrava fosse successo solo pochi anni
prima, eppure era trascorso più di un secolo da quando era
successo.
Annuirono
entrambi semnza neanche esprimere il loro parere, ma si erano già
compresi.
-Andiamo.
Disse
ad alta voce Elrohir ed infine si avviarono verso l’uscita della foresta e verso
la pianura dell’Ovest Emnet. Si sarebbero diretti verso la casa dei Rohirrim.
Avevano mantenuti buoni rapporti con i signori dei cavalli, ma ultimamente erano
andati a disfarsi poiché i capi di un tempo come Eomer ed Elfwine, erano andati
via via indebolendosi e solo quella piccola alleanza manteneva ancora saldi i
rapporti. Se Gondor fosse caduta, allora tutti i rapporti stabiliti con i Nani e
con gli Umani sarebbero andati perduti. Anche se gli Elfi stavano abbandonando
tutti la terra di mezzo verso le Terre Immortali.
Il
loro passo era svelto e difficilmente l’uomo e la donna riuscivano a stargli
dietro. Facevano fatica e a volte dovevano riposare più del dovuto. Avrebbero
messo due giorni per arrivare, se fossero stati soli avrebbero impiegato anche
meno.
Quando
il tramonto arrivò, sentirono qualcosa nell’aria. I due fratelli si guardarono
entrambi e strinsero il loro arco più forte che poterono. Non erano nervosi, ma
si sarebbero aspettati di tutto. Anche incontrare ancora gli
Haradrim.
La
pianura era grande, ma con un passo un po’ più sostenuto si poteva
tranquillamente raggiungere Edoras in poco tempo, solo una mezza giornata. Anche
perché neanche il fosso di Helm distava molto dalla loro posizione. Ricordavano
bene ciò che Legolas gli aveva raccontato e della battaglia epica che si era
conclusa con la disfatta dell’esercito uruk-hai. Fangorn aveva dato il colpo di
grazia a Saruman distruggendo il suo impero e l’alleanza con il Signore Oscuro.
Orthanc
infine era ritornata una torre di osservazione e la sua magnificienza era
ritornata a brillare. Il paesaggio era ritornato anche più verde di prima e
Fangorn ne controllava le porte.
Ma
credeva che nessun altro avrebbe potuto mai prenderla, Saruman ormai era morto e
con lui la malvagità che vi aveva albergato.
Elrohir
ed Elladan si fermarono per compiere una piccola pausa. Per far riposare i due
umani. Milea sollevò lo sguardo verso Elladan. Tra i due elfi gli sembrava
quello più propenso a parlare, anche se entrambi mantenevano una certa distanza
da lei e suo padre.
La
giovane donna aiutò il padre a sedersi, era molto provato e lei poteva ben
rendersene conto. Anche se sapeva che costituivano un peso per i due fratelli,
si ostinava a proseguire anche senza dimostrare la sua fatica.
Milea
era una lontana parente della principessa Eowin e nella sua famiglia, anche se
discendeva solo di madre dai signori dei cavalli, aveva ereditato lo spirito
combattivo tipico delle donne di Rohan. Si alzò velocemente e poi si avvicinò ad
Elladan.
-Vi
ringrazio per questa ennesima pausa.
Chinò
il capo in segno di ringraziamento. Elladan non fece altro che osservarla per
qualche istante e poi ritornare a guardare l’orizzonte.
-Non
preoccuparti. Per noi non è un peso.
La
voce risultò priva di sentimento, mascherandolo per bene. Erano soliti fare
così, dopotutto rispetto agli umani e agli elfi loro avevano una scelta.
Potevano decidere se rimanere mortali o immortali e questo intaccava un po’ il
carattere di tutti i mezzelfi. Sentirsi superiori a qualsiasi essere
vivente.
-So
che io e mio padre siamo un peso e per questo temo di non poter porre rimedio.
Dov’è che siamo diretti?
Elladan
trasse un profondo sospiro ed osservò per qualche istante Elrohir. Annuì
brevemente e portò lo sguardo verso Milea. Attese per qualche istante prima di
parlare, evitando di usare un modo brusco per informarli.
-Siamo
diretti ad Edoras. Abbiamo deciso di lasciarvi lì in modo di riprendere le forze
e continuare poi il viaggio come voi vorrete.
Milea
osservò per qualche istante accigliata l’elfo e pose le mani sui fianchi. Sapeva
che dovevano raggiungere Minas Tirith, anche perché il padre aveva bisogno di
cure lì e in modo molto veloce. Non aveva mai ricevuto una risposta così
schietta e decisiva.
-Noi
invece dobbiamo venire con voi. Mio padre non sta bene e servono i medici di
Minas Tirith.
Elladan
sollevò un sopracciglio e guardò il fratello.
-Telich
o câr
bedi athan?³
Elrohir
era risultato brusco. Gli dava fastidio quella presa di posizione e soprattutto
se fatta da una donna che avevano dovuto salvare. Se non fosse stato per
l’alleanza che legava quella gente alla sua, li avrebbe già lasciati in qualche
villaggio a curare le proprie ferite.
Estel
era diverso, era riuscito a conquistare l’amore della sorella e lei aveva fatto
la sua scelta. Forse era proprio per il carattere diverso tra uomo e donna che
quelle sottili differenze venivano al pettine come nodi molto folti. Ma Estel
era sempre vissuto come un elfo e forse aveva intaccato molto sul suo
carattere.
Elladan
pose una mano sulla spalla del fratello per farlo calmare, sapeva che non
sopportava la razza umana, ma doveva per forza farsela
piacere.
-Muindor!4
Elladan
scosse la testa e un leggero sorriso gli increspò le labbra. Fece cenno a Milea
di allontanarssi di qualche metro più in là, in modo da lasciare Elrohir
scrutare l’orizzonte e farsi un’idea della strada da
seguire.
-Purtroppo
temo non sia saggo portarvi con noi. Se vostro padre sta male, sarà in grado di
cavalcare?
Chinò
il capo verso di lei ed attese la sua risposta. Nel viso di lei leggeva
chiaramente la determinazione, ma sapeva che solo le donne facente parte di una
casata di Rohan potevano dimostrare qualcosa agli uomini.
-La
verità è che a Rohan, molti, non possono vedere mio padre. Il motivo è perché ha
portato via mia madre dalle terre di Rohan. Ma la storia non è così. Per i
cavalli posso aiutarvi io, conosco qualcuno che può procurarveli senza problemi
e il signore di Edoras acconsentirà a darveli. Vedi, lui e mio zio sono
amici.
Elladan
sembrò soppesare le parole della donna. Quando lei tentò di posargli una mano
sulla sua in un gesto puramente di richiesta, si ritirò leggermente. Non voleva
contatti con gli umani.
-Vedremo
il da farsi appena giungeremo a Edoras.
Infine
chinò il capo verso di lei e si allontano verso Elrohir con cui iniziò a
discutere nella sua lingua natìa.
Non
sapeva perché aveva raccontato una parte della sua storia al mezzelfo, ma sapeva
che avrebbe fatto la cosa giusta. Dopotutto non era stata una cosa difficile.
Non voleva rimanere ad Edoras, avrebbe solo visto nuova sofferenza negli occhi
di suo padre. Lei voleva solo portarlo verso la sua casa e poi loro avrebbero
preso le loro strade.
Ultimamente
sulle colline e lungo la pianura non c’erano neanche più i controlli che
esistevano molto tempo prima. I Rohirrim erano in pace e nulla turbava la loro
serenità o almeno speravano fosse così per gli anni
seguenti.
09
Novembre 129 della Quarta Era
Era
passato un altro giorno ed Elrohir cercava di mantenere la calma verso la
giovane donna che sembrava aspettarsi qualcosa dal fratello. Infatti volse lo
sguardo verso di lui, in modo che si avvicinasse e che stesse alla larga dalla
donna. Cercava in tutti i modi di essere irreprensibile quando doveva, ma quando
si trattava di Elladan, tutto cambiava.
Elladan
gli lasciò un’occhiata d’intesa e infine gli sorrise, facendogli capire che non
doveva temere nulla. Chinò il capo verso la donna e riprese il passo con
Elrohir, mentre in lontananza ora vedevano le mura di
Edoras.
I
due gemelli si fermarono e iniziarono a confabulare tra di loro. Non riuscivano
a capire una sola parola di quello che dicevano, ma i due umani cercavano di
tenersi sempre a distanza quando li vedevano parlare.
-Siamo
giunti a Edoras!
Esclamò
Elrohir con un tono che aveva eliminato qualsiasi dolcezza e sentimento.
Purtroppo era così, stava diventando sempre più simile al padre e questo Elladan
riusciva a scorgerlo. Almeno sul carattere erano sempre stati un po’ diversi.
Milea
gli aveva offerto il proprio aiuto, ma entrambi credevano che non sarebbe stato
difficile poter prendere in prestito due cavalli e chiederli direttamente al re
di Rohan.
Quando
arrivarono ai cancelli, però, li trovarono chiusi e due guardie poste di fronte
ad esso ne ostruivano il passaggio.
Elrohir
prese le redini di tutta la faccenda, sfruttando le arti oratorie che gli erano
state insegnate fin da piccolo. Gli avevano insegnato che un grande guerriero è
grande anche riuscendo ad evitare una guerra. E fu questo che tento di fare. La
prima cosa che notò, fu l’indifferenza e il sospetto con cui venivano guardati e
questo non gli piacque.
-Salve
a voi, figli di Rohan.
Elrohir
fece un cenno del capo e poi continuò.
-Siamo
qui giunti per chiedere un favore al vostro re e per condurre questi due
viaggiatori al sicuro.
Con
un cenno della mano indicò Milea e Gàel che si avvicinarono lentamente, ma
appena la ragazza scorse una delle guardie sotto il pesante elmo, sorrise
apertamente.
-Ghadren?
Il
giovane guerriero scrutò appena la donna e un largo sorriso gli si aprì in
volto. Era giovane, dai lunghi capelli biondi. Aveva un po’ il naso storto,
forse dovuto a qualche caduta.
-Milea.
Che piacere rivedere voi e vostro padre.
Elladan
prese un profondo respiro e poi posò la mano sulla spalla di Elrohir per
invitarlo a continuare. Però Ghadren prese subito parola.
-Scusate,
ma siamo in un periodo assai preoccupante e non ci fidiamo dei forestieri.
Vedendo voi due, elfi per giunta, non abbiamo convenuto ad aprirvi
subito.
-Sta
succedendo qualcosa?
Esclamò
Gàel preoccupato.
-Ebbene
si, Ambasciatore. Abbiamo visto aggirarsi persone sospette all’interno delle
nostre terre, ma purtroppo sembra che appena riusciamo a fermarli non abbiano
nessun motivo per cui essere sospettati, poiché ciò che avevano confermato
vendessero non sia in loro possesso, ma da quando sono arrivati stanno
succedendo cose strane. Poi il re sembra essere ambiguo,
ultimamente.
Elrohir
guardò dubbioso prima Elladan e poi infine il resto della compagnia. Eppure
questa scena si era già ripetuta. Sicuramente ascoltata dai racconti di Estel.
Erano giunti ad un altro problema e questi sembravano non volessero finire
più.
Glossario
¹
“Andiamo
verso Edoras. Chiederemo loro di darci dei cavalli”
²
“Loro restano ad Edoras?”
³
“Hai intenzione di farla andare oltre?”
4
“Fratello”