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Autore: Lotiel    28/08/2010    2 recensioni
Continuazione di "Una ricerca per Celebrían". La storia dei due fratelli riprende da anni dopo tutti gli accadimenti che si susseguirono dall’Ultima battaglia contro l’Oscuro Signore. Racconti che non sono annoverati nella storia, ma che molti si scopriranno curiosi nel sapere.
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Elladan, Elrohir, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga dei Gemelli'
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Era da una marea di tempo che non scrivevo più questa storia. L'aqltro giorno l'ho riaperta e stranamente la storia mi è ricomparsa nuovamente nella mente, come se la stessi pensando ormai da una vita. Molto probabilmente andrà a rilento, dato che ho due storie da finire. Ma dato che sono quasi terminate, credo che mi dedicherò a questa prima di pubblicare qualcos'altro. La finirò anhe senza ricevere recensioni perché credo sia importante dal punto mio punto di vista. Ora vi lasciò, sperando sempre che ci sia ancora qualcuno che la legga.

 

Il Segreto di Celebrian

by

Lotiel

Quarto Capitolo: Na Edoras (Verso Edoras)

 

 

08 Novembre 129 della quarta Era

 

Era una mattina soleggiata, lo si poteva notare dai raggi splendenti che i rami folti facevano passare. Quando si erano svegliati non avevano trovato Fangorn, li aveva avvertiti che sarebbe andato a controllare i confini orientali della foresta. Lui non voleva svegliare i suoi compagni e voleva evitare loro altro dispiacere, proprio come quando avevano visto i loro fratelli bruciati per i folli piano di Saruman.

Elrohir ed Elladan sistemarono ciò che poterono ed infine si incamminarono, cercando di mantenere sempre una piccola distanza dai due umani. Non riuscivano ancora a fidarsi ed era per questo che molte volte si esprimevano anche nella loro lingua.

Attraversarono la foresta dalla parte meridionale, verso est e sapevano che il percorso era ancora lungo ed in salita, metaforicamente parlando. In cuor loro sapevano a cosa si poteva andare incontro, ma erano convinti che si sarebbe potuto evitare altro sangue. Poi Elladan parlò.

-Bedim na Edoras. Hain peditham o annam  in rych.¹

Elrohir non fece altro che annuire e infine guardò i due umani. Trasse un profondo sospiro prima di volgere nuovamente lo sguardo verso Elladan e avvicinarsi leggermente a lui.

-Hain darthar na Edoras?²

I due gemelli pensarono il da farsi. Portarsi dietro due umani non avrebbe giovato al fattore tempo e poi non erano abituati a portarsi dietro qualcuno. Raramente avevano accettato l’aiuto umano, ma quando succedeva erano dei valorosi guerrieri, proprio quando avevano raggiunto Estel fino all’accampamento e gli aveva portato il messaggio del padre. Sembrava fosse successo solo pochi anni prima, eppure era trascorso più di un secolo da quando era successo.

Annuirono entrambi semnza neanche esprimere il loro parere, ma si erano già compresi.

-Andiamo.

Disse ad alta voce Elrohir ed infine si avviarono verso l’uscita della foresta e verso la pianura dell’Ovest Emnet. Si sarebbero diretti verso la casa dei Rohirrim. Avevano mantenuti buoni rapporti con i signori dei cavalli, ma ultimamente erano andati a disfarsi poiché i capi di un tempo come Eomer ed Elfwine, erano andati via via indebolendosi e solo quella piccola alleanza manteneva ancora saldi i rapporti. Se Gondor fosse caduta, allora tutti i rapporti stabiliti con i Nani e con gli Umani sarebbero andati perduti. Anche se gli Elfi stavano abbandonando tutti la terra di mezzo verso le Terre Immortali.

Il loro passo era svelto e difficilmente l’uomo e la donna riuscivano a stargli dietro. Facevano fatica e a volte dovevano riposare più del dovuto. Avrebbero messo due giorni per arrivare, se fossero stati soli avrebbero impiegato anche meno.

Quando il tramonto arrivò, sentirono qualcosa nell’aria. I due fratelli si guardarono entrambi e strinsero il loro arco più forte che poterono. Non erano nervosi, ma si sarebbero aspettati di tutto. Anche incontrare ancora gli Haradrim.

La pianura era grande, ma con un passo un po’ più sostenuto si poteva tranquillamente raggiungere Edoras in poco tempo, solo una mezza giornata. Anche perché neanche il fosso di Helm distava molto dalla loro posizione. Ricordavano bene ciò che Legolas gli aveva raccontato e della battaglia epica che si era conclusa con la disfatta dell’esercito uruk-hai. Fangorn aveva dato il colpo di grazia a Saruman distruggendo il suo impero e l’alleanza con il Signore Oscuro.

Orthanc infine era ritornata una torre di osservazione e la sua magnificienza era ritornata a brillare. Il paesaggio era ritornato anche più verde di prima e Fangorn ne controllava le porte.

Ma credeva che nessun altro avrebbe potuto mai prenderla, Saruman ormai era morto e con lui la malvagità che vi aveva albergato.

Elrohir ed Elladan si fermarono per compiere una piccola pausa. Per far riposare i due umani. Milea sollevò lo sguardo verso Elladan. Tra i due elfi gli sembrava quello più propenso a parlare, anche se entrambi mantenevano una certa distanza da lei e suo padre.

La giovane donna aiutò il padre a sedersi, era molto provato e lei poteva ben rendersene conto. Anche se sapeva che costituivano un peso per i due fratelli, si ostinava a proseguire anche senza dimostrare la sua fatica.

Milea era una lontana parente della principessa Eowin e nella sua famiglia, anche se discendeva solo di madre dai signori dei cavalli, aveva ereditato lo spirito combattivo tipico delle donne di Rohan. Si alzò velocemente e poi si avvicinò ad Elladan.

-Vi ringrazio per questa ennesima pausa.

Chinò il capo in segno di ringraziamento. Elladan non fece altro che osservarla per qualche istante e poi ritornare a guardare l’orizzonte.

-Non preoccuparti. Per noi non è un peso.

La voce risultò priva di sentimento, mascherandolo per bene. Erano soliti fare così, dopotutto rispetto agli umani e agli elfi loro avevano una scelta. Potevano decidere se rimanere mortali o immortali e questo intaccava un po’ il carattere di tutti i mezzelfi. Sentirsi superiori a qualsiasi essere vivente.

-So che io e mio padre siamo un peso e per questo temo di non poter porre rimedio. Dov’è che siamo diretti?

Elladan trasse un profondo sospiro ed osservò per qualche istante Elrohir. Annuì brevemente e portò lo sguardo verso Milea. Attese per qualche istante prima di parlare, evitando di usare un modo brusco per informarli.

-Siamo diretti ad Edoras. Abbiamo deciso di lasciarvi lì in modo di riprendere le forze e continuare poi il viaggio come voi vorrete.

Milea osservò per qualche istante accigliata l’elfo e pose le mani sui fianchi. Sapeva che dovevano raggiungere Minas Tirith, anche perché il padre aveva bisogno di cure lì e in modo molto veloce. Non aveva mai ricevuto una risposta così schietta e decisiva.

-Noi invece dobbiamo venire con voi. Mio padre non sta bene e servono i medici di Minas Tirith.

Elladan sollevò un sopracciglio e guardò il fratello.

-Telich o câr bedi athan?³

Elrohir era risultato brusco. Gli dava fastidio quella presa di posizione e soprattutto se fatta da una donna che avevano dovuto salvare. Se non fosse stato per l’alleanza che legava quella gente alla sua, li avrebbe già lasciati in qualche villaggio a curare le proprie ferite.

Estel era diverso, era riuscito a conquistare l’amore della sorella e lei aveva fatto la sua scelta. Forse era proprio per il carattere diverso tra uomo e donna che quelle sottili differenze venivano al pettine come nodi molto folti. Ma Estel era sempre vissuto come un elfo e forse aveva intaccato molto sul suo carattere.

Elladan pose una mano sulla spalla del fratello per farlo calmare, sapeva che non sopportava la razza umana, ma doveva per forza farsela piacere.

-Muindor!4

Elladan scosse la testa e un leggero sorriso gli increspò le labbra. Fece cenno a Milea di allontanarssi di qualche metro più in là, in modo da lasciare Elrohir scrutare l’orizzonte e farsi un’idea della strada da seguire.

-Purtroppo temo non sia saggo portarvi con noi. Se vostro padre sta male, sarà in grado di cavalcare?

Chinò il capo verso di lei ed attese la sua risposta. Nel viso di lei leggeva chiaramente la determinazione, ma sapeva che solo le donne facente parte di una casata di Rohan potevano dimostrare qualcosa agli uomini.

-La verità è che a Rohan, molti, non possono vedere mio padre. Il motivo è perché ha portato via mia madre dalle terre di Rohan. Ma la storia non è così. Per i cavalli posso aiutarvi io, conosco qualcuno che può procurarveli senza problemi e il signore di Edoras acconsentirà a darveli. Vedi, lui e mio zio sono amici.

Elladan sembrò soppesare le parole della donna. Quando lei tentò di posargli una mano sulla sua in un gesto puramente di richiesta, si ritirò leggermente. Non voleva contatti con gli umani.

-Vedremo il da farsi appena giungeremo a Edoras.

Infine chinò il capo verso di lei e si allontano verso Elrohir con cui iniziò a discutere nella sua lingua natìa.

Non sapeva perché aveva raccontato una parte della sua storia al mezzelfo, ma sapeva che avrebbe fatto la cosa giusta. Dopotutto non era stata una cosa difficile. Non voleva rimanere ad Edoras, avrebbe solo visto nuova sofferenza negli occhi di suo padre. Lei voleva solo portarlo verso la sua casa e poi loro avrebbero preso le loro strade.

Ultimamente sulle colline e lungo la pianura non c’erano neanche più i controlli che esistevano molto tempo prima. I Rohirrim erano in pace e nulla turbava la loro serenità o almeno speravano fosse così per gli anni seguenti.

 

09 Novembre 129 della Quarta Era

 

Era passato un altro giorno ed Elrohir cercava di mantenere la calma verso la giovane donna che sembrava aspettarsi qualcosa dal fratello. Infatti volse lo sguardo verso di lui, in modo che si avvicinasse e che stesse alla larga dalla donna. Cercava in tutti i modi di essere irreprensibile quando doveva, ma quando si trattava di Elladan, tutto cambiava.

Elladan gli lasciò un’occhiata d’intesa e infine gli sorrise, facendogli capire che non doveva temere nulla. Chinò il capo verso la donna e riprese il passo con Elrohir, mentre in lontananza ora vedevano le mura di Edoras.

I due gemelli si fermarono e iniziarono a confabulare tra di loro. Non riuscivano a capire una sola parola di quello che dicevano, ma i due umani cercavano di tenersi sempre a distanza quando li vedevano parlare.

-Siamo giunti a Edoras!

Esclamò Elrohir con un tono che aveva eliminato qualsiasi dolcezza e sentimento. Purtroppo era così, stava diventando sempre più simile al padre e questo Elladan riusciva a scorgerlo. Almeno sul carattere erano sempre stati un po’ diversi.

Milea gli aveva offerto il proprio aiuto, ma entrambi credevano che non sarebbe stato difficile poter prendere in prestito due cavalli e chiederli direttamente al re di Rohan.

Quando arrivarono ai cancelli, però, li trovarono chiusi e due guardie poste di fronte ad esso ne ostruivano il passaggio.

Elrohir prese le redini di tutta la faccenda, sfruttando le arti oratorie che gli erano state insegnate fin da piccolo. Gli avevano insegnato che un grande guerriero è grande anche riuscendo ad evitare una guerra. E fu questo che tento di fare. La prima cosa che notò, fu l’indifferenza e il sospetto con cui venivano guardati e questo non gli piacque.

-Salve a voi, figli di Rohan.

Elrohir fece un cenno del capo e poi continuò.

-Siamo qui giunti per chiedere un favore al vostro re e per condurre questi due viaggiatori al sicuro.

Con un cenno della mano indicò Milea e Gàel che si avvicinarono lentamente, ma appena la ragazza scorse una delle guardie sotto il pesante elmo, sorrise apertamente.

-Ghadren?

Il giovane guerriero scrutò appena la donna e un largo sorriso gli si aprì in volto. Era giovane, dai lunghi capelli biondi. Aveva un po’ il naso storto, forse dovuto a qualche caduta.

-Milea. Che piacere rivedere voi e vostro padre.

Elladan prese un profondo respiro e poi posò la mano sulla spalla di Elrohir per invitarlo a continuare. Però Ghadren prese subito parola.

-Scusate, ma siamo in un periodo assai preoccupante e non ci fidiamo dei forestieri. Vedendo voi due, elfi per giunta, non abbiamo convenuto ad aprirvi subito.

-Sta succedendo qualcosa?

Esclamò Gàel preoccupato.

-Ebbene si, Ambasciatore. Abbiamo visto aggirarsi persone sospette all’interno delle nostre terre, ma purtroppo sembra che appena riusciamo a fermarli non abbiano nessun motivo per cui essere sospettati, poiché ciò che avevano confermato vendessero non sia in loro possesso, ma da quando sono arrivati stanno succedendo cose strane. Poi il re sembra essere ambiguo, ultimamente.

Elrohir guardò dubbioso prima Elladan e poi infine il resto della compagnia. Eppure questa scena si era già ripetuta. Sicuramente ascoltata dai racconti di Estel. Erano giunti ad un altro problema e questi sembravano non volessero finire più.

 

Glossario

 

¹ “Andiamo verso Edoras. Chiederemo loro di darci dei cavalli”

² “Loro restano ad Edoras?”

³ “Hai intenzione di farla andare oltre?”

4 “Fratello”

   
 
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