Penso che sia qualcosa che si mangia.
Come il gelato che io, Roxas e Axel mangiavamo sulla Torre di Crepuscopoli al ritorno da una missione. Xigbar ogni giorno, quando mi vedeva giù di morale mi diceva “Goditi questa vita fino in fondo, fino all’ultima briciola e attenta a non lasciare sporco il piatto...” poi scoppiava in una sonora risata.

La curiosità verso quella parola mi spinse più di una volta in cucina, da Xaldin, a cercare tra gli scaffali e le mensole un barattolo, una scatola, una qualsiasi cosa contenesse la fantomatica parola, ma con mia delusione trovai di strano solo la “paprica” e “curcuma”. Ieri il no. III vedendomi infarinati i capelli, gli occhi rossi per il peperoncino e con il naso tappato a causa dell’aglio mi chiese che facevo in cucina. Gli risposi che cercavo la mia porzione di vita, di nuovo. Da come ne parlava Xigbar doveva essere squisita. Mi guardò, inarcando un sopracciglio. E mi disse con gli occhi lucidi “Noi… Noi l’abbiamo finita, mi dispiace Xion.” e mi arruffò i capelli. “Domani ne comprerò dell’altra solo per te, va bene?”
Esultai. Potevo finalmente averne un po’ anch’io.