Dedicated to
SeRRRi.
(ri)Spolverαre
vecchi ricordi
Ah, la primavera.
Il risveglio della Natura, lo sbocciare delle
timide corolle nei giardini, il melodioso cinguettare dei passerotti…
-Roooooog!-
Le auliche e pittoresche immagini che si stavano
formando nella sua mente lo abbandonarono, impedendogli di continuare nel suo
intento di fare l’indiano.
-Sììì, caraaa?-
-Ti ricordi che giorno è oggi, vero?- gli chiese la voce femminile,
proveniente dal salotto, con il tono di chi non vuole sentirsi dare una risposta
negativa.
L’uomo deglutì e riprese a sorseggiare la birra
ghiacciata dal bicchiere, facendo finta di niente.
-Ma mi hai sentitooo?-
-Sì che ti ho sentito!-
-E allora rispondimi, mister Meddows-Taylor!
E non fare il finto tonto con me, che tanto non ti riesce!-
Roger deglutì di nuovo, stavolta più
rumorosamente.
Cazzo, era in trappola.
-Ehm…- provò a
schiarirsi la voce -Il 21 marzo?-
-Eeeeesatto! E
quindi? Che succede il 21 marzo di ogni anno?- la donna fece capolino dalla
porta-finestra.
-Compie gli anni tua madre?- azzardò lui, con
un’espressione tra il divertito e il finto “c’ho riflettuto con attenzione, vai
tranquilla”.
-Rooooog!- lo guardò
offesa, beccandosi una risata fragorosa per risposta -Starai scherzando,
spero?!-
Il compagno le sorrise, ghignando quasi, per poi
continuare a bere.
-Beh, ti rinfresco io la memoria…-
-No! Non dirlo! Ti prego!- si strozzò quasi,
annaspando tra la schiuma bianca al malto.
-Eh no, signorino mio, così impari a prenderti
gioco di me…-
Roger si tappò gli occhi e si rannicchiò su se
stesso, come un riccio fa quando si ritrova davanti ai fari accecanti di
un’auto impazzita.
-Le pulizie primaveriliiiiiiiiiiiiiiiiii!-
gli urlarono due vocine assordanti nelle orecchie, mentre sentì quattro manine
strattonarlo, obbligandolo ad alzarsi e ad aprire gli occhi.
Credette di aver perso
ogni facoltà uditiva, credette di avere i timpani a
brandelli, credette che quell’opera fosse frutto di
qualcuno che aveva parlato male di lui o che, peggio ancora, gli aveva
scagliato qualche maledizione, kabala o macumba e che
volesse porre fine alla sua sfavillante carriera.
E invece erano stati solamente i suoi due figli
più piccini, altro che opera del Diavolo.
-Dai, papy, la soffitta
ci sta aspettando!- lo tirò per il braccio il maschietto, mentre la femminuccia
lo prese per mano ed esclamò, sognante: -Chissà quante belle cose troveremo, là
sopra!-
-Ma mi dite come cavolo fate ad essere così felici
all’idea di dover mettere sottosopra tutto quel casino?!- ribatté lui,
facendosi trascinare in prigione.
***
-Quanta polvereee!-
La vocina di Tigerlily
rimbombò in tutta la soffitta, echeggiando tra uno scaffale e l’altro.
-Beh, ragazzi, diamoci da fare: prima si comincia
e prima si finisce.- sbuffò per niente entusiasta il padre, tirandosi su le maniche
e abbandonando gli occhiali da sole su un tavolino.
-Mi raccomando, fate attenzione perché in un
secondo tutto il casino potrebbe franarvi…-
Non fece in tempo a finire la frase che mezzo
scaffale di robe gli cadde addosso.
-Cazzo!- tossì, riemergendo completamente bianco
ma comunque incazzato nero.
-Roooog! Non davanti
ai bambini!- lo rimproverò Debbie, dal pianoterra.
-Acciderbolina!- trillò lui per tutta risposta, con un’espressione fintamente
pentita.
Quella scenetta piacque da morire a Rufus e la sorellina, che si stavano tenendo la pancia
dalle risate.
-Dai, riprendiamo la caccia al tesoro.- mugugnò il
padre, nascondendo un sorrisetto.
Era intento a spolverare una vecchia libreria
quando lo strillare dei figli lo fece smettere.
Tigerlily e il fratello
si stavano azzuffando, mentre quest’ultimo non la finiva di urlare: -E la
chiave dove cavolo l’hai messa? Ladra! Questo è un forziere dei pirati, serve a me la chiave!-
Da buon padre, come si riteneva, li separò e,
urlando più forte di loro, chiese spiegazioni.
-È tutta colpa sua! Non mi vuole far vedere cosa
c’è dentro il forziere!-
-Ha parlato quella! Sei una ladra! Hai rubato la
chiave per non farmelo aprire, egoista!-
Roger scosse la testa divertito e, calmando le
acque, disse tranquillo: -Tigerlily non ha rubato la
chiave, perché la chiave non c’è.-
I figli si bloccarono e lo fissarono stupiti.
-Sapete,- cominciò il padre, prendendo la rincorsa
-non ho mai avuto la chiave di questo “forziere”, ma sono comunque sempre
riuscito ad aprirlo…-
E, detto quello, assestò al baule un calcio ben
piazzato, facendolo spalancare di colpo.
-Woooow! Daddy, sei il
migliore!- urlò entusiasta Rufus, avvicinandosi al
“forziere” e pregustandosi già tutte le meraviglie che dovevano esserci al suo
interno.
Tigerlily invece
gli saltò al collo e gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Sei il migliore paparino che io possa mai
desiderare. Ti voglio bene.- gli bisbigliò all’orecchio, per poi sgattaiolare
dal fratello.
-Oh, queste sono le bretelle di Brian! Ve lo
ricordate Brian, ragazzi?-
-Mmmm, è quel
signore con i capelli lunghi e ricci che è venuto qualche volta a farci
visita?-
-Esatto, Rufus… Proprio
lui! Ebbene, queste…-
Seduto a gambe incrociate sul pavimento, i figli attorno
che lo imitavano, Roger ogni tanto tirava fuori dal “baule dei tesori”, come
ormai era stato ribattezzato, un oggetto che risaliva al periodo in cui
militava nei Queen e rispolverava i suoi ricordi per quei suoi giovani
impiastri assetati di “cultura”.
-Beh, un giorno stavo bisticciando con gli altri
perché ero fermamente convinto che una strofa che avevo scritto fosse perfetta
per la canzone che stavamo incidendo, ma in realtà la metrica era tutta
sconclusionata. Fatto sta che continuavo, imperterrito, a sostenere con foga le
mie convinzioni, ed allora il cantante mi sfidò a canticchiarla per sentire se
effettivamente filava tutto liscio. Al che lui mi dà l’attacco, aspettando che
io la canti, ma in realtà io ho fatto solo «lalalalala,
One Vision!» e la finisco lì, mentre il cantante era
ancora lì a darmi il tempo con la gamba. L’avevo lasciato di sasso, e Brian era
scoppiato a ridere nel vedere la sua faccia tutta concentrata e la mia
espressione soddisfatta, perché ero veramente convinto di aver fatto un ottimo lavoro…-
Roger scoppiò a ridere, e Rufus
e Tigerlily fecero altrettanto.
-Andiamo avanti…-
continuò, frugando nel baule -Uh, la biciclettina! Ragazzi, questa arriva
direttamente dal set del videoclip di I’m
Going Slightly Mad… Il video
con i pinguini, avete presente? Ecco, ad un certo punto evidentemente al
pinguino sul divano scappava e beh, lo sapete anche voi, quando scappa scappa!-
I bimbi ridacchiarono, mentre Rufus
iniziò a fare: -Psssst! Pssssst!-
E lì giù altre risatine.
-Insomma, il pinguino fece la pipì sul divano e il
cantante, schizzato subito in piedi, urlò: -Roger, what did you
do?!- fintamente scandalizzato, ma questo bastò per farci scoppiare a ridere
tutti quanti… Non vi dico quante volte ho tentato di
acciuffare quel pennuto!- e mimò un ipotetico strangolamento del volatile,
scatenando altre risate.
-E questi, papà?- Rufus
interruppe le risa del padre sbucando dal baule, con qualcosa in mano.
-Oddio, non ci credo! Pure questa?- iniziò a
ridere come un cretino, tanto che Debbie, attirata
dalle sue risa, si era nascosta dietro lo stipite per sbirciare.
-Questa è una ciocca dei miei capelli, figli
miei!-
I bimbi lo guardarono straniti: sicuramente li
stava prendendo in giro.
-Eddai, non
guardatemi così! Sto dicendo sul serio… Ora vi
spiego. Per esigenze del gruppo, ero costretto a tingermi i capelli, e
ricorrevo a qualsiasi tinta che potesse permettermi di mantenere i miei
bellissimi capelli del color del grano, e…-
-Veramente non erano esigenze del gruppo, ma
semplicemente eri così vanitoso e così fiero della tua chioma dorata che hai
fatto sempre pazzie, pur di mantenerla del suo colore…
E non azzardarti a negare, che il modo in cui l’hai detto ha lasciato intendere
bene come andavano veramente i fatti…- intervenne Debbie, entrando nella stanza.
-Non ascoltate vostra madre- la interruppe lui,
per poi dire loro sottovoce -è solo invidiosa!-
I bimbi ridacchiarono ancora.
-Coooomunque! Una
volta, non mi ricordo come, mi procurai una tintura nuova, che volevo
sperimentare per il concerto… Quando andai a lavarmi
l’adoperai ma, una volta uscito, mi accorsi con enorme disappunto di non avere
più i capelli biondi, bensì… verdi.-
Rufus si rotolò per
terra cercando di tenersi la pancia mentre Tigerlily,
tra una risatina e l’altra, riuscì a chiedergli cosa sarebbe successo dopo.
-Oh, tesoro, semplicemente andai sul palco con la
chioma fluente di un perfetto venusiano.- replicò il padre con tono fintamente
saccente, facendo ridacchiare di nascosto anche Debbie.
-Uuuh, che belle!-
La vocina sognante di Tigerlily
interruppe nuovamente quell’atmosfera divertita.
Roger alzò lo sguardo ma le risate gli morirono in
gola.
Where’s my shoe? These are
not Rock’s shoes!
Sua figlia teneva tra le mani delle ballerine, le ballerine, per esattezza, che erano appartenute
a lui.
-Rimettile al loro posto. Subito.- le ordinò
seccamente.
-Ma… Ma io volevo
sentire cos’avevi da raccontare su…-
-Hai sentito quello che ti ho detto?- gliele
strappò di mano e, dopo averle buttate di nuovo dentro al baule, se lo richiuse
alle spalle.
-Ehm, bambini, che ne dite di andare giù a fare
merenda? La nonna mi ha dato una torta che mi ha confessato di aver fatto
solamente per voi due… Andiamo giù, forza!- Debbie cercò di salvare la situazione imbarazzante che si
era venuta a creare.
Rufus corse
entusiasta fuori dalla stanza ma Tigerlily, una volta
arrivata alla porta, si staccò dalla mano della madre e stette a fissare il
padre con un’aria mesta, per poi uscirsene mogia mogia.
***
-Scusali.-
Debbie era arrivata
alle spalle di Roger, che stava pulendo il vetro dell’abbaino.
-Sono stati… inopportuni, ecco.-
-Non ne hanno colpa. Sono troppo piccoli per
capire, e io sono stato troppo rude con loro. Non è colpa loro se non lo hanno potuto conoscere.-
Nel frattempo delle risate salirono dal salotto: i
bimbi erano intenti a giocare a guardia e ladro sul Miracle
Express.
-Ti manca molto, vero? Del resto sono già passati
più di sei anni, e…-
-Sei, otto, quindici o quaranta, che importa? Lui non c’è più, è questo quello che
conta, purtroppo!- strinse i pugni con rabbia -E ho sempre l’impressione di non
essere riuscito a fare abbastanza per lui,
di non aver vissuto i momenti con lui
come meritavano di essere vissuti…- girò la testa di
lato, fissando il pavimento.
La donna appoggiò una mano sulla sua spalla,
carezzandogliela piano.
-Avanti, non dire così…
Sai benissimo che hai fatto, avete
fatto tutto ciò che vi era possibile fare…
Evidentemente era destino.-
-Non è una scusa sufficiente, il destino.-
Debbie ignorò la
frase del marito e proseguì: -Ha vissuto la sua vita sempre al massimo, e
questo lo sai anche tu. Non ha mai tollerato vite vissute con prudenza, perché
secondo lui quello non era vivere.
E in questo caso si può proprio dire che abbia…-
-Basta. Non mi va più di parlarne.- la interruppe
Roger, dirigendosi verso il baule.
Ne accarezzò la superficie e poi, dopo un istante
di titubanza, lo riaprì.
Ritirò fuori le mani dopo cinque minuti,
stringendo un boa di piume.
Chiuse gli occhi.
Poteva ancora sentire la sua voce.
Why are you wasting your time
doing this?
You should do more original
material, you should be more demonstrative in the way that you put the music
across...
If I were your singer that's
what I'd be doing!
Riaprì gli occhi, ma l’unica cosa sua che restava lì era soltanto quello
stupido boa dalle piume ormai ingiallite dal tempo.
Però sorrise.
Non avrebbe saputo immaginare un modo più
originale di quello per proporsi come loro nuovo leader.
Solamente un genio come lui poteva infarcire un discorso del genere…
Ed era riuscito ad infinocchiarli, lui e
quell’altro fessacchiotto di Brian.
Ma mai e poi mai avrebbe rimpianto la decisione di
quel giorno, che si era rivelata la più giusta, la più azzeccata, la più ovvia della sua intera esistenza.
-Manca molto anche a me.-
La voce di Debbie lo
fece trasalire.
Si girò e la fissò con gli occhi chiari, che la
moglie notò, anche se priva di stupore, lucidi.
-Mi rendo conto, però, che per te è più dura: un
conto è farci un paio di video assieme, un conto è vivere nello stesso
appartamento e vendere insieme vestiti usati per campare.-
A quelle parole, Roger si lasciò andare e iniziò a
piangere, mentre la compagna gli accarezzava il volto e cercava di consolarlo:
-L’agognata vita meravigliosa che era
solito esaltare alla fine l’ha avuta. E poi lo diceva anche lui, no? C’est la vie.-
Ma mr. Taylor quel
giorno non era in vena di consolazioni, così scostò la mano della donna e si
girò dalla parte opposta.
Debbie capì che
voleva essere lasciato da solo e, silenziosa come suo solito, uscì dalla
stanza.
***
Dopo lo sfogo, il musicista fece per chiudere quel
baule, che gli aveva gettato addosso una malinconia senza eguali, ma qualcosa
lo trattenne dal farlo.
La sua attenzione era stata attirata da un
rettangolo che sbucava da un paio di vecchi pantaloni.
Lo girò e spalancò gli occhi: credeva di averla
persa.
Era la foto dove lui e Freddie
portavano dei sombreri, e avevano delle facce ai limiti della buffezza.
Sembra strano, ma quel rettangolino
un po’ sgualcito era riuscito a fargli tornare un po’ di buonumore.
Così, senza stare a pensarci su troppo, decise che
quella foto si meritava una cornice sul tavolino da tè del salotto.
Chiuse il baule e, prima di uscire dalla stanza,
diede un’ultima occhiata all’immagine in bianco e nero che stringeva nel palmo
della mano.
-Come sempre,
non sbagliavi: friends
will be friends, right ‘til the end. È una promessa,
te lo giuro.-
La polvere riprese a danzare in controluce,
coprendo di nuovo gli oggetti ma non i ricordi che questi serbavano dentro di
loro.
Non riesco a resistere per secoli senza scrivere
qualcosa sui miei beniamini *w*
E Roger meritava qualcosina
come protagonista, no? (:
Beh, l’idea è nata tutta dalla foto qui sopra, che
personalmente ADORO <333
Sono o non sono splendidi, qui? (:
Ora passo a un po’ di precisazioni:
-Essendo ambientata il 21 marzo 1998, Rufus Tiger ha 7 anni compiuti da poco (8 marzo 1991),
mentre Tigerlily 3 anni e qualcosa (10 ottobre 1994):
entrambi sono figli di Debbie.
-La scena del «lalalalala,
One Vision!» è presente nel Making
Of di One Vision, di cui
vi do il link.
(minuto 5.18, mi pare)
-Il pinguino con problemi d’incontinenza invece
credo fosse nel Making Of
di I’m Going Slightly Mad, ma non ne sono sicura… Comunque vi metto qua il link.
-La disgrazia dei capelli “da venusiano” credo
invece che risalga alla tournée del 1981, se non erro (:
-Le scarpette da Rock le trovate invece in un video che purtroppo ho perso di
vista, assieme alla seduta di make-up di Brian, un Roger non proprio fiero
degli stuzzicadenti che si ritrova al posto delle gambe e un Deaks alquanto menefreghista del fatto che il suo pacco sia
quasi in bella vista :D Se lo ritrovate, fatemelo sapere ;)
-Il Miracle Express è il
treno usato per il videoclip di Breakthru, e leggenda vuole che sia nel salotto/giardino di
casa Meddows-Taylor. (se fosse la verità, Roger si
guadagnerebbe un combo di punti incredibile nella mia graduatoria della stima
:D)
-C’est la
vie è ormai uno dei biglietti da visita di Freddie:
l’intervista in cui lo dice la trovate qua.
Mi pare di aver detto tutto (:
Ringrazio tutte le persone che sono arrivate fin qui, chi ha
letto, chi ha recensito, chi ha seguito e chi ha preferito.
Bacioni,
Dazed;
p.s. Non per andare OT, ma tempo fa ho visto un video di Rufus
e devo dire che è davvero niente male :D Tale padre, tale figlio, no? ;D