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Autore: lud_194    30/08/2010    5 recensioni
Dopo una fan fiction, ecco una one shot sullo scrittore più affascinante della tv.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Era fantastica, non è vero Ryan?”

“Cavolo Castle, si che lo era! Quei capelli ricci, gli occhi azzurri..”

“E quel fisico.. sembrava.. sembrava scolpito!” Socchiudo gli occhi ripensando alla modella norvegese conosciuta qualche giorno fa.

“Si può sapere perché te la sei lasciata scappare? Cioè, ci stava provando spudoratamente con te!”

“Beh.. era troppo giovane.” Butto lì.

“Giovane? Non sapevo che Rick Castle si facesse problemi con le venticinquenni..” Aggiunge Esposito.

“O forse è solo una scusa.” Ci giriamo verso Ryan.

“Che intendi?”

“Vedi, Esposito, forse mi sbaglierò, ma.. è solo una casualità il fatto che Castle ha conosciuto la modella durante un caso, e con lui ci fosse perennemente Beckett? E soprattutto quando miss Norvegia ha iniziato a provarci? Era tutto sotto gli occhi della detective..” Esposito sorride malizioso.

“Ora si spiega tutto..” Iniziano a ghignare, guardo male entrambi. Non pensavo fosse così palese..

“Ragazzi, non ho mai avuto problemi a filtrare con altre donne davanti a Beckett. A proposito, sapete perché ci ha convocato qui?”

“Ecco, bravo scrittore, cambia argomento! Comunque non ne ho idea, non è da Beckett convocare riunioni.” Annuisco a Ryan, ammetto che la curiosità mi sta divorando. Il caso a cui stiamo lavorando è molto complicato, evidentemente deve aver scoperto qualcosa di interessante. Ma, se fosse così, non mi spiego la presenza di altri poliziotti e del capitano a questa riunione. All’improvviso la porta si apre e un rumore di tacchi inconfondibile scandisce l’ingresso di Kate. Ha un viso rilassato, sorride.

“Grazie per essere venuti, vi ruberò solo qualche minuto..”

“Ehi Beckett, hai nuove piste per risolvere il caso?” Chiede Esposito.

“No, non sono qui per parlarvi di lavoro.” Mi metto seduto più comodo. La guardo, la studio, ma decifrare quell’espressione mi risulta troppo difficile.

“Come potete notare,  ho convocato qui solo alcuni di voi, che io ritengo miei amici..” Sembrano mancarle le parole. Il capitano le si avvicina.

“Sei emozionata, Beckett?”

“Abbastanza..” Sorridono reciprocamente. Lui le dà un colpetto sulla spalla incitandola a parlare. Ryan ed Esposito mi guardano confusi.

“Castle, tu c’entri qualcosa?” Alzo le mani in segno di innocenza. Ma voglio sapere che succede, e lo voglio sapere in fretta.

“Bene, ve lo dirò senza tanti giri di parole. Tutti vi ricorderete di Will Soreson, agente dell’ Fbi. Qualche tempo fa, un caso ci ha fatto rincontrare, ed è rinato qualcosa. Qualcosa di grande. Beh.. ecco.. io e Will ci sposiamo. Tra due settimane.” Allarga il suo sorriso mentre tutti la guardano stupefatti, poi inizia ad alzarsi un mormorio, parte l’applauso. Sono rimasto seduto immobile, lentamente mi alzo, non riesco più a trattenermi. In un preciso momento di silenzio scoppio a ridere. Rido forte e di gusto, non curante degli occhi puntati addosso.

“Stai scherzando spero!” Dico quando riesco a tornare serio, se così si può dire.

“No, Castle.” Beckett ha uno sguardo gelido. Adesso non rido più.

“Ma.. non sapevo neanche che stavate insieme..”

“E invece sì. Non lo sapeva nessuno, non amo estraniare la mia vita privata.” Prendo una lunga boccata d’aria, ma l’ossigeno sembra mancare, questa stanza tutto d’un tratto è troppo piccola.

“Ma io.. tu.. cioè..” Interrompe la mia serie di parole senza senso il capitano Montgomery.

“Tieni Castle, pronto per il brindisi?” Mi porge un bicchiere di spumante. Avrei voglia di vomitarci dentro.

“No, io devo andare.”

“Ma come? Solo il tempo di un..”

“Non posso, davvero.” Mi avvicino di più a Beckett, tiene lo sguardo basso.

“Beh, congratulazioni. Ti auguro tutto il meglio, lo sai.” Mi sforzo di sorridere, lei invece mi guarda preoccupata.

“Castle resta..” Ma ormai sono già vicino alla porta.

“Che dire..W gli sposi.” Mi congedo con un ultimo sorriso amareggiato prima di uscire.

 

E’ passata una settimana dalla notizia. E per una settimana intera non sono andato al distretto, dichiarandomi in malattia. Non pensavo di farlo davvero, ma mi sono reso conto che forse una pausa mi avrebbe fatto bene. Ho passato le mie giornate sul divano, mangiando gelato, cibo cinese, hamburger e patatine. Non ho scritto neanche mezza pagina, mi risultava impossibile continuare la storia di Nikki Heat.

Alexis era davvero preoccupata, così stamattina ho deciso di tornare. Mi sono svegliato molto presto, ho ridato una dignità al mio aspetto fisico e adesso mi ritrovo in macchina a pensare, senza sosta. Si sposa. Beckett si sposa. Con quello, poi. Eppure lo dovevo capire che c’era un uomo nella sua vita, ma ero così preso a godermi ogni giorno con lei che non ho sospettato assolutamente di nulla. E’ un passo tremendamente affrettato! Matrimonio è sinonimo di stabilità e direi di monotonia.. e di figli. Andiamo, Beckett con il pancione? Tanti piccoli Soreson? Rabbrividisco. E loro che condividono il letto, ne vogliamo parlare? Continuo a chiedermi perché mi abbia fatto questo. In fondo non sono nessuno per poterlo pensare, non stavamo insieme. Eppure questa notizia mi ha logorato il fegato.

Parcheggio l’auto e guardo l’orologio. E’ prestissimo, non ci sarà nessuno. Meglio così, avrò ancora tempo per poter rifugiarmi nei miei pensieri, prima di buttarmi a capofitto nei casi.

Quando entro, mi accorgo che non sono da solo. Una sagoma sottile, intenta a scrivere, è seduta alla scrivania.

“Buongiorno.” Beckett sobbalza, quando mi vede sembra sorpresa.

“Castle.. sei.. guarito?”

“Si.. sentivo la mancanza degli omicidi.” Mi avvicino, lei cerca di nascondere delle lettere bianche. Ecco cosa stava scrivendo, gli inviti.

“Per le bomboniere cosa avete deciso? Pistole in miniatura spara-confetti?”

“Molto divertente.”

“Ti dispiace se mi siedo?” Sospira, e quei suoi occhi da cerbiatta si posano sul mio volto. Quando ritorna a scrivere, fischietto la marcia nuziale. Alza di nuovo la testa.

“Castle, per piacere.”

“Scusa, scusa.” Fingo di chiudermi a chiave la bocca.

“Sai, come reduce da due matrimoni, posso dirti che sono davvero.. stancanti. Per non parlare dei divorzi. Ti ritrovi ad avere più avvocati che amici. Certo, qualche volta ne esce qualcosa di buono, tipo Alexis, ma molte volte i genitori sarebbero disposti ad uccidere per avere la custodia dei figli.” Lei ha smesso di scrivere, so che mi sta ascoltando, ma muove nervosamente la penna tra le mani. Riprendo a parlare.

“Mi ricordo che io e Meredith litigammo il primo giorno di luna di miele. Il sesso aiuta parecchio, ma Soreson dovrà essere davvero abile, altrimenti..” Beckett sposta indietro la sedia, facendola strusciare rumorosamente sul parquet. Si alza e mi afferra per il colletto della camicia, mi porta con la schiena al muro. I nostri volti sono vicini, le punte dei nasi quasi si sfiorano.

“Senti, Castle, non ho chiesto nessun parere sui tuoi matrimoni, e non ti nascondo che le tue frecciatine mi stanno davvero stancando. Hai qualche problema?”

“Lo conosci perfettamente il mio problema, Kate..”Stringe più forte la presa.

“Beckett.” Scandisce lentamente il suo cognome.

“Sono quasi due anni che lavoriamo insieme, pensavi che la mia vita si fermasse tra le mura del distretto? Eh? Cosa pensavi, Castle? Tu puoi permetterti una donna a notte, e ti va bene così.. ma io voglio costruirmi un futuro.”

“Vorresti essere tu la donna di ogni notte?”

“Sei solo geloso.” Il suo profumo di ciliegia mi riempie completamente le narici.

“Tu non sembri essere da meno.”

“Smettila.”

“Ci perderemo, Beckett. Quando tu ti sposerai, io ti perderò.” Ci guardiamo fissi negli occhi, porto la mia mano sulla sua schiena, sembra quasi un abbraccio la posizione in cui ci troviamo.

“Ci perderemo solo se vorremo perderci..”

“Non funziona così, purtroppo.”

“Castle, tra meno di una settimana mi sposerò. Lasciami andare.”

“Sei tu che mi stai mantenendo.” La sua mano ancora stringe il colletto. Deglutisce, ma non molla la presa.

“Se ora te ne vai, te ne sarai andata per sempre. Guardaci, questo momento è a dir poco perfetto..” Le dico. Vedo i suoi occhi spostarsi sulle mie labbra, poi risalire. I nostri respiri si mischiano, si fondono. E’ una distanza minima quella che ci separa, pochi insignificanti centimetri..

E poi quella suoneria, fastidiosa ed insistente. Potrei compararla al suono delle campane di una chiesa.. ad un matrimonio. Si.. annienterei entrambe. Aspetta, ma.. Beckett non è più tra le mie braccia, sarà andata a rispondere? Il cellulare continua a squillare..

Mi alzo di colpo dal letto, mettendomi seduto. Ho caldo, sono sudato. Era.. un sogno. Ma il cellulare sta squillando per davvero. Lo afferro dal comodino e rispondo, ancora col fiatone.

“Castle.”

“Ehi, sono io. C’è stato un omicidio sulla quarantottesima, tra mezz’ora lì, va bene?”

“Beckett.. si.. si certo.”

“Perfetto, a dopo.”

“Ah, Beckett!”

“Si?”

“Non stai per sposarti, vero?”

“Sposarmi? Castle, per caso fai uso di droghe? Ti aspetto lì, datti una mossa.” Chiudo la chiamata e sospiro. Da oggi in poi, dovrò ricordarmi di non guardare film horror prima di dormire.

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Grazie mille a Blah e a Berenike per le vostre recensioni :)

  
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