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Autore: Francis93    30/08/2010    2 recensioni
Ennesima demenziale! si, avete capito bene: non ho ancora finito le idee U.U si ricollega alle altre storie demenziali che ho scritto, ma soltanto per un riferimento. In questa storia, Ulquiorra deve andare nel mondo umano per chiarire le cose con Hime, e Grimmjow deve sostituirlo agli occhi degli altri espada...come se la caverà? Avviso: OOC dei personaggi. Ps:mi odierete, ma vi informo già da ora che avremo anche il seguito di questa storia, che narrerà le imprese di Ulquiorra nel mondo umano!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ulquiorra Schiffer aveva bisogno di un favore. Un enorme favore, ancora una volta. E ancora una volta avrebbe dovuto chiedere l’aiuto di qualcuno:Grimmjow Jeagerjeaques.

Era per questo che era andato a cercarlo, trovandolo senza troppa fatica grazie al suo pesquisa sviluppato.

“Grimmjow.” Lo chiamò appena, con un tono che ormai la sexta espada aveva imparato a riconoscere. Con una sonora imprecazione Grimmjow si girò, alquanto seccato.

“Ho bisogno di un favore.”  Continuò Ulquiorra, con un tono che sembrava più voler dire “Ho un ordine per te”.

“Ancora?!” sbottò Grimmjow, che cominciava a non poterne più delle idee strampalate di Ulquiorra. Insomma, prima di aiutarlo con la femmina umana, poi il piano per la gatta... adesso cosa aveva in mente?

Ulquiorra non diede segno di aver fatto caso all’atteggiamento di Grimmjow, e cominciò a spiegare la situazione.

 La femmina era tornata nel mondo umano, spiegò, e lui non aveva ancora chiarito la situazione dopo ciò che Grimmjow aveva combinato. Doveva tornare nel mondo umano.

E Aizen-sama non doveva accorgersene: era quella la parte più difficile del piano.

“Dovrai sostituirmi per qualche giorno, mentre io sarò nel mondo umano.” Concluse Ulquiorra, dando per scontato che la sexta espada avrebbe dovuto obbedire ai suoi ordini.

“Non ci penso neanche!” urlò Grimmjow, fermamente deciso a non darla vinta alla Cuarta. Basta! E poi... cosa ci avrebbe guadagnato?

Ulquiorra capì che la situazione era grave. Più di quanto si aspettasse. Gli restava soltanto un modo per convincere Grimmjow ad aiutarlo, dato che era l’unico espada al quale avrebbe potuto chiedere una cosa del genere.

Abbassò lo sguardo per un istante. Successivamente, tornando a guardare Grimmjow negli occhi, sfoderò la sua ultima arma letale...

Con gli occhi lucidi, e il labbro inferiore tremolante, attese che Grimmjow capitolasse.

La situazione rimase ferma per parecchi istanti. Non...non poteva fallire. La sua arma letale non aveva mai fallito.

“No!” urlò Grimmjow. Ulquiorra non si mosse di un millimetro.

“Non con quella faccia!” Ulquiorra rimase imperterrito.

Silenzio.

Ancora silenzio.

“E va bene... ma non farmi fare niente di imbarazzante!” Grimmjow avrebbe giurato di aver visto l’apparenza di un sorriso sul viso della Cuarta.

Due ore dopo, un’espada palesemente furioso usciva urlando dalla stanza dove la sua trasformazione aveva appena avuto luogo.

“IO QUELLO LO UCCIDO!!!!!!!!!!”

“Grimmjow-sama, si calmi!” D-Roy cercava invano di calmare la sexta. Impresa alquanto difficile.

Inutile dire che Grimmjow era completamente trasformato. Il volto era dipinto di bianco, con due striscie verdi a imitare quelle sul viso di Ulquiorra.

I suoi capelli azzurri erano stati tinti di nero, e pettinati in modo simile a quelli della Cuarta. Portava lenti a contatto verdi, e al fianco Pantera era stata resa simile a Murcielago.

Nemmeno la sua uniforma era scampata alla trasformazione: ora era una divisa d’ordinanza, allacciata fino all’ultimo bottone. Era un miracolo che potesse urlare con il colletto allacciato in quel modo.

“Uhm...” commentò Ulquiorra, critico vedendo la “trasformazione” di Grimmjow.  Beh, forse Yammi sarebbe stato ingannato...

“Ora devi cambiare atteggiamento...” cominciò.

“Punto primo: non vado in giro per Las Noches urlando.”

“Ma vai pure a farti * censura*!” fu il commento di Grimmjow.

“Punto secondo: non userei mai queste espressioni.”

“e sai quanto me ne potrebbe fregare?!”

Ulquiorra sospirò, portandosi una mano al volto sconsolato: “Ne abbiamo di strada da fare...”

E così, cominciò l’addestramento...

-Due settimane dopo-

Grimmjow avrebbe ancora avuto un disperato bisogno di addestramento se avesse voluto ingannare almeno Nnoitra. Ma Ulquiorra non poteva aspettare.

Gli diede le ultime raccomandazioni:

“Niente urli, niente parole volgari, e niente gesti inconsulti. Ah, e per carità tono di voce pacato.

Grimmjow schiumava di rabbia. Non aveva ancora capito come mai avesse accettato di fare l’ennesismo favore alla Cuarta.

Qualche minuto dopo, Ulquiorra era partito. Aveva garantito che sarebbe stato via per meno di una settimana. La  settimana più lunga di tutta la vita della sexta espada.

I primi giorni, 3 per la precisione, erano passati in maniera tranquilla. Grimmjow/Ulquiorra aveva fatto il possibile per non farsi vedere in giro, arrivando persino a simulare un raffreddore fulminante quando Aizen l’aveva convocato.

I nervi di Grimmjow stavano lentamente andando a pezzi, letteralmente erosi dalla continua tensione.

Al quarto giorno, avvenne l’irreparabile: Aizen convocò una riunione generale degli espada, e non avrebbe accettato scuse per assentarsi.

Il panico si diffuse nella mente di Grimmjow. Come avrebbe fatto a salvarsi? Non avrebbe avuto la benchè minima possibilità di ingannare Aizen...

L’unica cosa da fare era presentarsi, e sperare che tutto andasse bene. Con questa (piuttosto flebile) speranza nel cuore si apprestò a quella che con ogni probabilità sarebbe stata la sua ultima riunione, se lo avessero scoperto.

Certo, rispetto ai primi tempi era molto migliorato. Ciò non significava certo che fosse a suo agio nei panni severi e rigidi della Cuarta espada. Per non parlare delle forti differenze fisiche che non era possibile attenuare, come gli svariati centimetri di altezza che li separavano.

Era un miracolo che nessuno se ne fosse accorto... L’essere seguito dagli sguardi perplessi di coloro che lo vedevano ormai faceva parte della sua normalità.

Non era da tutti i giorni vedere Ulquiorra camminare in maniera così rumorosa, e soprattutto fulminare con lo sguardo qualsiasi essere commettesse l’imperdonabile delitto di trovarsi tra lui e il suo obbiettivo.

Riuscì ad arrivare alla sala delle riunioni, con un considerevole ritardo dovuto al trovare la strada più adatta per essere sicuro di non fare incontri sul tragitto.

Quando entrò, gli occhi di tutta la stanza si voltarono su di lui. Ulquiorra non era mai, fino a quel momento, arrivato in ritardo ad una riunione .

Troppo concentrato sul mantenere un portamento almeno simile a quello della Cuarta, Grimmjow rischiò per forza dell’abitudine di andare a sedersi al posto della sexta.

Fu soltanto grazie allo sguardo quantomeno perplesso di Zommari Leroux, abituale vicino di posto della sexta, che Grimmjow ricordò il suo posto. Ostentando nonchalance, andò a sedersi al posto solito di Ulquiorra.

Tutto questo si era svolto in un silenzio a dir poco tombale.

“Ora manca soltanto Grimmjow” scandì con voce calma Aizen. Nnoitra dava segni di impazienza, e non era il solo: a nessuno piaceva aspettare.

Ovviamente quel posto però sarebbe stato destinato a rimanere vuoto ancora per molto tempo.

“Ma dove si è cacciato quell’idiota?” sbottò irritato Nnoitra, osservando la sedia vuota di Grimmjow.

Incurante del suo travestimento, Grimmjow scattò in piedi rischiando di rovesciare la sedia sulla quale poco prima era seduto. Era deciso a farla pagare a Nnoitra per quell’insulto.

Tutto ciò che ottenne fissando minaccioso la Cuinta espada fu di attirare ancora una volta l’attenzione generale. Accorgendosene, tornò a sedersi stringendo nervosamente i pugni.

“Tutti capiamo che il comportamento di Grimmjow sia inammissibile, ma bisogna mantenere la calma Ulquiorra” commentò Aizen, con un’espressione di indecifrabile divertimento sul viso.

“Mi perdoni, Aizen-sama” sputò a malincuore, soprattutto riguardo al sama, Grimmjow/Ulquiorra.

Il sorriso persino più allargato del solito che Ichimaru sfoggiava non poté non innervosire Grimmjow: quando si parlava di Ichimaru, non si era mai abbastanza protetti.

Infine la riunione cominciò senza Grimmjow, dopo che un servitore mandato a cercarlo era entrato a riferire che in tutta Las Noches non era riuscito a trovarlo.

Per fortuna, le fracciòn della sexta espada avvisarono che il loro padrone era uscito dalla fortezza per andare a caccia autonomamente. La notizia non fu gradita da Aizen, che si ripromise di spiegare al suo servitore il semplice concetto di disciplina.

Grimmjow/Ulquiorra non seppe se tirare un sospiro di sollievo per essere riuscito a scampare per adesso o se meditare vendetta contro il dio di Hueco Mundo.

Il peggio però doveva ancora giungere...

Infatti, quando la riunione si sciolse e ogni espada uscì per la propria strada, Grimmjow/Ulquiorra venne fermato da Ichimaru.

“Yare yare, Ulquiorra-kun...non è da te arrivare in ritardo” commentò semplicemente con la sua solita cantilena, che a dire la verità Grimmjow trovava più che odiosa.

Dovette mordersi la lingua e contare svariate volte fino a 10 per evitare di rispondere in maniera poco consona al secondo in comando di Aizen.

“Ho avuto degli affari urgenti a cui badare” riuscì infine a dire, modulando o almeno provando a rendere simile il tono di voce a quello della Cuarta espada.

“Sbaglio o oggi mi sei sembrato...nervoso?” chiese, subdolo, portandosi davanti a lui in modo da studiare la persona davanti a se.

Qualcosa non andava, decisamente. Doveva alzare lievemente gli occhi per poter guardare in faccia la Cuarta espada, mentre prima doveva notevolmente abbassare lo sguardo per farlo. Il suo sorriso si allargò: aveva fatto centro.

“Temo che abbiate sbagliato a valutare” riuscì a dire Grimmjow, in maniera anche abbastanza convincente. Già: era decisamente migliorato. In quel momento però probabilmente alla Cuarta espada stavano fischiando le orecchie per la sequela di insulti mentali che la sexta gli stava rivolgendo.

Inutile dire che l’espressione dare fondo al proprio vocabolario di turpiloquio rappresentava perfettamente ciò che stava facendo la sexta in quel momento.

“Forse” fece finta di arrendersi Gin, passando affianco a Grimmjow/Ulquiorra con noncuranza. Fingendo una distrazione, urtò però la maschera artificiale che Grimmjow portava per essere somigliante a Ulquiorra.

Inutile dire che la maschera si staccò, cadendo a terra e frantumandosi sotto gli occhi inorriditi di Grimmjow e lo sguardo divertito di Ichimaru.

“Qualcosa che non va, Ulquiorra-kun? O forse dovrei dire...Grimmjow-kun.” Sorrise in maniera sadica il capitano traditore, che aveva riconosciuto già da un po’ la sexta espada travestita.

“Ciò che hai fatto non è per niente carino...” commentò Gin, spiegando che era riuscito a sentire la conversazione tra Grimmjow e Ulquiorra prima che lui partisse.

“Dovrei punirti per quello che hai fatto...” si finse indeciso, portandosi la mano destra al mento e accarezzandolo osservando il soffitto del corridoio come se non sapesse già cosa fare.

“Szayel?” chiamò tranquillo, e l’espressione di Grimmjow si trasformò in terrore puro.

Dall’ombra dietro di se, due mani affusolate si posarono ai lati del collo della sexta espada. Era lui.

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”

 

Angolo autrice

Eccoci nel mio spazietto personale!! Questa storia come avrete notato è una demenziale, anche se non forse la migliore che mi sia venuta...sono comunque molto fiera del risultato! Spero di avervi fatto ridere un pò, o almeno di avervi strappato un sorriso:-)

Ci tengo a informarvi fin da ora che NON scriverò, anche per ragioni di età, nei dettagli ciò che succederà al povero Grimmjow...non ho intenzione di dedicarmi a una GrimmjowxAporro rating rosso U.U

il seguito in compenso è già in cantiere, e narrerà le imprese di Ulquiorra nel mondo umano per chiarire le cose con la nostra cara Hime! alla prossima^.^ grazie in anticipo a chiunque vorrà recensire,ma anche a chi si soffermerà a leggere e basta^.^

  
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