Mike Non riusciva a dormire.
Ormai era quasi una settimana che non ci riusciva.
Aveva provato tante volte a chiamare Billie per parlare un pò. Ma lui voleva dormire. Ogni giorno era più duro dell'altro.
Tanti pensieri annebbiavano la sua mente. Ogni volta che cercava di chiudere gli occhi, essi si riaprivano automaticamente.
Lui aveva sonno, però tutti quei pensieri lo facevano restare sveglio. Lui pensava, a differenza di Billie. Pensava alla cosa che lui preferiva: i treni.
«Billie, per favore, domani andiamo a comprare un trenino al negozio di giocattoli più vicino?»
«Mike, cazzo. Mi vuoi lasciare dormire?!»
Mike si era offeso. Non l'aveva mai trattato così. Ritornò al suo letto a piangere.
Tré aveva assistito alla scena e cercò di consolare il povero Mike.
«Su, Mike! Domani ti ci accompagno io a comprarlo. Lo sai che questi giorni abbiamo tanto da fare. Billie è un pò nervoso. Tutto il lavoro è stato affidato a lui... Mike?»
«Sono sveglio... Posso stare un pò da solo adesso? Comunque adesso mi sento bene. Grazie.»
Voleva che il domani non arrivasse. Billie non l'avrebbe ascoltato, come al solito.
Non gli fregava niente di ciò che voleva Mike. E quest'ultimo ci rimaneva male.
Voleva essere colui che guidava i treni. Su e giù per tutti gli Stati Uniti, da Washington al Texas, dalla California al North Carolina. Conoscere gente nuova. Indossare quella bella divisa e quel cappello.
Voleva tanto diventarlo.
Il mattino seguente si svegliò verso le due. Aveva davvero molto sonno.
Sentì il profumo della carne nel forno. Cercò gli occhiali sul comodino, ma vi trovò un trenino.
«Il trenino che volevo da tanto...»
«Questo è il mio regalo per te. Scusami se questa notte sono stato stronzo, ma avevo anche io sonno...»
«Bllie... Con te non posso mai essere arrabbiato... Noi due potremmo litigare sempre, ma le persone che abbiamo amato non si posso odiare facilmente... Ti amo... Non posso lasciarti così.»
«Mike... Anche io ti amo... Ora vai a fare colazione, così partiamo bene con la giornata.»
Un attimo di silenzio e Mike prese la parola.
«Billie... Grazie.»