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Autore: Utopy    01/09/2010    3 recensioni
[SEQUEL/NON SEQUEL DI "NEVER"]
E per averla sempre accanto a te, hai desiderato follemente che quella strada non finisse mai.
Non ti importava niente dello scorrere del mondo intorno a voi, avresti rinunciato a tutto ciò che stava fuori.
Non esisteva più nulla ‘fuori’.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, lo so che sono passati cinque mesi e che io avevo promesso di postare questo sequel “A breve”, ma davvero.. Tra il mio pc malaticcio, lo studio per gli esami di riparazione.. e la stesura di altre fanfiction che, comunque, hanno la priorità.. non ce l'ho fatta. .__.
Mi dispiace un sacco, spero che vi ricordiate di questa storia, che è il seguito di “Never” e spero che la possiate apprezzare e, magari, recensire. Mi farebbe davvero piacere sapere che cosa ne pensate (:
Come nella prima, anche questa è molto introspettiva, quindi la consiglio solo ed esclusivamente a chi ama il genere.
Che altro dire? Buona lettura! Enjoy ^__^

P.s. I Tokio Hotel non mi appartengono e tutto quello che segue è frutto della mia immaginazione. No scopo di lucro.

P.s.s La canzone inserita è “E fuori è buio” di Tiziano Ferro.


Forever


Scendo gli scalini ed entro nel backstage, seguito da Tom, Georg e Gustav, sudati quanto me. E’ stata una bella serata, le fan erano calorose più del solito ed è andato tutto liscio.
David ci aspetta insieme a Benjamin al tavolo del rinfresco, con le braccia conserte e dipinto in faccia il suo sorriso plastico che, a volte, lo ammetto, mi mette i brividi.

Bravi, ragazzi.” Ci accoglie, allargando le braccia. Faccio un cenno distratto con la mano mentre gli altri si fermano a chiacchierare. Io ho solo voglia di chiudermi nel mio camerino, almeno prima che mi costringano ad uscire per andare all’after show.

Con una corsetta attraverso il corridoio, arrivando davanti alla porta in legno chiaro su cui campeggia la scritta del mio gruppo. La apro, abbassando delicatamente la maniglia.

Mi lascio cadere esausto su un pouf rosso vicino all’entrata e mi prendo il viso tra le mani, sospirando profondamente, per poi buttare la testa all’indietro e guardare il soffitto candido sopra di me.

C’è qualcosa che non va, oggi.

Qualcosa mi turba, anche se non so esattamente di cosa si tratta. Ho un nodo dentro allo stomaco che mi attorciglia tutto e stringe, stringe forte.

Afferro il cellulare che avevo lasciato sul tavolino lì di fianco e scrivo velocemente un messaggio che, forse, potrebbe portarmi una risposta rincuorante. Poche parole capaci però di farmi stare meglio.

Glielo invio e accenno un debole sorriso.

Prima l’ho sentita, le ho telefonato poco prima di salire sul palco e mi è sembrata tormentata, come se avesse la testa piena di pensieri. Era.. strana.

E lo sai.. lo sai che è colpa tua. Non potrebbe essere altrimenti. E’ colpa tua, del tuo lavoro, dei tuoi impegni che ti portano così lontano da casa. Da lei.

E’ così fragile, così sensibile.. Ha un disperato bisogno di averti vicino, di sentirti parte inscindibile di lei. Ma.. tu non puoi. Non puoi darle tutto quello di cui ha bisogno come potrebbe fare un qualsiasi altro ragazzo. Però la ami. La ami talmente tanto che certe volte non sai nemmeno come dirglielo, e ti crogioli nella sensazione che forse.. forse a lei il tuo amore basta.
Forse lei ti comprende davvero e accetta te e tutto quello che implica lo stare insieme a te. Sì, lei ti capisce. Ti capisce meglio di chiunque altro.

Sentirla così angosciata al telefono ti ha fatto venire un groppo in gola che per poco non ti ha soffocato. Aveva la voce tremolante e pensare anche solo lontanamente che, forse, stesse piangendo, ti fa un male atroce.

Davanti agli occhi ti si presenta il suo viso sorridente. Quel sorriso che ti fa stare bene, che ti fa sentire fortunato e sereno di averla accanto.
E’ così che dovrebbe sempre essere. Felice. Quando piange.. quando piange vorresti spaccare il mondo in due, vorresti distruggere ogni cosa, perché non è giusto. Non può esserci qualcosa dalla quale tu non la possa difendere.

E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai
Perché se sei felice
Ogni sorriso è oro

Tremi al solo pensiero che lei voglia lasciarti. Che lei si sia inevitabilmente stancata di questa relazione ormai a distanza, di non poterti vedere ogni giorno, di non poterti abbracciare o baciare quando ne ha voglia. Non gliene faresti una colpa, purtroppo.
Ma tu ce la stai mettendo tutta, ci stai mettendo davvero l’anima in questa storia che, nonostante tutto, ti ha fatto volare in alto e ti ha fatto provare sensazioni mai sentite prima.

E il tuo cuore lo sa che non è una bugia.. quando dici che faresti di tutti pur di non perderla. Saresti disposto a scendere a qualsiasi compromesso se questo implicasse l’averla sempre al tuo fianco.

Sei cresciuto troppo in fretta, tu. A quindici anni eri già sui palcoscenici a cantare con i tuoi amici, a diciassette eri in giro per l’Europa e a venti avevi conquistato tutto il mondo. Non c’era posto in tutto il globo in cui il tuo nome non facesse scalpore.

Ma ti era sempre mancato qualcosa. Percepivi sempre un piccolo vuoto, infondo al cuore, che ti faceva sentire incompleto e, ogni tanto, anche un po’ infelice.

Poi.. poi è arrivata lei. Con il suo vestitino azzurro che richiamava terribilmente il colore strepitoso dei suoi occhi. L’hai vista alla sfilata di Dsquared e non l’hai più lasciata andare via.. Nemmeno quando lei era cosi ostile nei tuoi confronti, all’inizio.
Ti viene da ridere se ripensi alla sua acidità, i primi tempi.

Dove si era nascosta per tutto quel tempo?

Trovarla è stata forse la miglior cosa che ti sia successa nella tua intera esistenza. Non avresti potuto chiedere di meglio dalla vita, davvero.

Ti sei innamorato e ora puoi capire cosa significa soffrire per amore. Puoi capire ogni singola lettera di questa breve frase.

Riesci a capire quanta sofferenza puoi provare quando lei sta male e tu non puoi rimanerle vicino, quanto dolore ti porta il suo silenzio nei momenti difficili. Il suo silenzio ti ferisce. Ti fa male da morire e, ancora di più, ti uccide la consapevolezza che non puoi fare proprio nulla, se non incassare il colpo e sperare che il vostro amore illimitato basti a far rimanere in piedi la vostra relazione.

Ho passato tanti anni in una gabbia d' oro
Sì forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero
ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia
Che parlerà di te

Ti ricordi quando l’avevi portata con te in tour?
Quante litigate e discussioni inutili hai dovuto sostenere con Benjamin e, soprattutto, con David? Loro non la volevano in viaggio con voi. Non avevano mai approvato la vostra storia e dubiti che lo facciano tanto presto.
Ma non ti preoccupavi troppo, tanto lo sapevi che alla fine l’avresti spuntata tu. Era sempre così.. Sempre così.

Erano stati mesi fantastici quelli passati in giro per l’Europa insieme a lei, su quel tourbus troppo piccolo per tutte quelle persone, ma che, però, te la faceva sentire ancora più vicina.
Dormire insieme in una cuccetta che normalmente avrebbe dovuto ospitare una sola persona.. Abbracciarla per tutta la notte e tenertela stretta al petto.. Svegliarla ogni mattina con un bacio diverso e poi vederla tuffarsi fra le tue braccia e riaddormentarsi pochi minuti dopo.
Riuscivi a sentire il battito del suo cuore in quel silenzio mattutino, quando avevate la giornata libera e allora potevi rimanere solo con lei.

Ti ricordi anche del giorno in cui l’avete riportata a casa?

In America non poteva venire, aveva gli ultimi esami all’università e allora dovevate riaccompagnarla nella fredda e desolata Amburgo.

Lei ovviamente non ci tornava volentieri a casa e tu non avresti mai voluto che si staccasse da te.
L’avevi abbracciata, l’avevi coccolata e l’avevi fatta sedere sulle tue ginocchia mentre, seduto anche tu, guardavate l’asfalto sfrecciare velocemente sotto di voi, lasciandosi indietro mesi fantastici che stavano per sbiadire.

E per averla sempre accanto a te, hai desiderato follemente che quella strada non finisse mai.
Non ti importava niente dello scorrere del mondo intorno a voi, avresti rinunciato a tutto ciò che stava fuori.
Non esisteva più nulla ‘fuori’.

Il tuo cuore sprofonda mentre questa manciata di pensieri si affolla disordinatamente nella tua testa. E ti senti piccolo.. e indifeso. Come un bambino che viene cullato dalle braccia protettive della mamma. Ti senti vulnerabile, ma al tempo stesso sicuro. Un posto in cui nessuno può ferirti.

Ti chiedi se anche lei prova le tue stesse sensazioni, ogni tanto.
E la risposta è tanto ovvia da far male... Perché a casa
vostra lei è sola. Non c'è nessuno ad accarezzarle la testa prima di andare a dormire. Non c'è nessuno a baciarle la fronte il mattino appena sveglia. Nessuno la abbraccia quando sta male. Nessuno la bacia... nessuno la fa sentire al sicuro.

E ti sembra maledettamente ingiusto tutto questo. Esiste un motivo anche per le cose sbagliate, ma stavolta davvero.. non riesci a trovarlo.
Saperla sola in quella casa.. ad aspettare te. Ti distrugge. Ti fa sentire colpevole. Come se fossi tu ad infliggerle questa pena. E non puoi impedirti di ripeterti che, forse, in parte è così.

E la paura ritorna, non puoi farci nulla. Non riesci a difenderti.
Sai che ogni tua minima scelta sbagliata potrebbe compromettere ciò che di bello c'è tra voi.

Lei approverebbe tutte le tue decisioni, lo sai. Le accetterebbe a testa bassa e ti farebbe uno di quei sorrisi tirati e amari.. quelli che ti aprono un vuoto nello stomaco.
E nessuno sa che in quei momenti vorresti iniziare a correre senza fermarti più. Correre più lontano che puoi e soffocare il dolore che ti scava dentro.
Ma passerà. Deve passare.
E tu non devi smettere di crederci, per nessuna ragione al mondo.

E questo fa paura
Tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore”

Silenziosamente mi alzo dalla mia postazione e mi avvicino alla finestra. Tiro la tenda e guardo fuori, ha cominciato a piovere. Afferrò la maniglia e apro una delle due antine, l'aria autunnale mi invade, è un'aria gentile, che mi accarezza l'anima e mi fa stare bene.
Il cielo è scuro, le nuvole sono poche e le stelle si vedono più del solito. Sono tante, brillanti.

Inaspettatamente un fasciò di luce chiara attraversa il cielo, scomparendo all'orizzonte. Una stella cadente?

Ed esprimi un desiderio, uno di quelli già usati, ma così vero... E non dirai mai a nessuno che cos'hai desiderato, altrimenti non si avvera. Te lo dicevano sempre, quand'eri bambino.

Chissà se anche lei l'ha vista quella stella cadente, chissà se anche lei ha chiesto al cielo quello che hai chiesto lui.

Non vedi l'ora di tornare a casa, eh? Non vedi l'ora di riabbracciarla e di guardarla negli occhi, per capire se davvero va tutto bene. Se davvero è ancora disposta a farsi del male pur di rimanere con te. Devi capire.. Devi capire guardandola in faccia.. Uno di quegli sguardi che scuotono, che ti fanno vibrare dentro.

Perché essere innamorati di qualcuno ti rovescia completamente.

Ti fa sentire forte e debole, bellissimo e inadeguato. Ti fa sentire la felicità più assoluta guardando la tu lei con quel sorriso radioso e poi ti trascina all'inferno, quando invece quel sorriso viene spazzato via. E la colpa è quasi sempre solo tua, tua e del tuo lavoro.
L'unica certezza è che sarete sempre insieme, anche nei giorni più bui. Insieme anche nella morte. Per sempre.

Che per quegli occhi dolci posso solo stare male
e quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo visto”

E rimanete due ragazzi che a distanza di anni non possono fare a meno l'uno dell'altra. Due ragazzi che hanno superato difficoltà impensabili, che hanno riso insieme, che hanno pianto insieme quando tutto sembrava contro di loro. La distanza.. la gelosia. La paura. Le litigate. Le incomprensioni. Ma l'amore vero supera ogni ostacolo e ora vi rimangono i ricordi dei momenti belli, quelli che vi tolgono il fiato, quelli che avresti voluto non finissero mai.

Il cellulare squilla. Un nome. Eliza.


Ma ciò che mi fa stare bene, ora sei tu amore..”


  
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