Film > Sherlock Holmes
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Autore: cheshire_cat    02/09/2010    6 recensioni
«Sapevo del suo primo fidanzato. Mi aveva informato.», dissi freddamente. Holmes mi guardò stupito, con gli occhi sbarrati. «L-lo sapeva già? Quindi glielo aveva detto? Se fossi stato in Mary avrei taciuto.» Lo guardai in cagnesco: «Non parlo di Mary, Holmes. Parlo di lei!»[HolmesxWatson]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L'idea è nata guardando il film; ad un certo punto succede così:
Holmes: Al teatro dell'opera c'è la prima di Don Giovanni. Potrei ottenere un paio di biglietti se avesse delle inclinazioni culturali stasera.
*Silenzio*
Holmes: Lei possiede il grande dono del silenzio Watson e questo la rende un compagno inestimabile
*pugno*
Watson: Sapevo del suo primo fidanzato. Mi aveva informato.
Holmes: Questo vuol dire niente opera?
Ebbene. Quando ha detto “sapevo del suo primo fidanzato”, ho davvero creduto che stesse dando del lei ad Holmes, e veniva fuori che Holmes avesse un fidanzato xD E che il suddetto boy avesse avvertito Watson di un qualche fatto...
Quindi da questo malinteso ho partorito questa one-shot!
La storia cambia, il caso non è quello del film, e la cena con Mary avviene dopo la risoluzione del caso...




Era inverno, un pomeriggio freddo, nebbioso e bianco. Dico bianco perché quell'anno aveva nevicato in abbondanza, e tutto era ricoperto di quel soffice manto immacolato. Io e il mio caro amico Holmes stavamo tornando ai nostri alloggi in Baker Street. Eravamo entrambi distrutti, nell'ultimo caso avevamo impiegato parecchie energie, avevamo bisogno di riposo. Pertanto trascorremmo tutta la durata del viaggio senza proferir parola. Ricordo quanto il moto della carrozza, i comodi sedili e lo scalpitare degli zoccoli mi conciliassero il sonno. Forse dormii, ma non ne sono certo. Comunque ad un tratto Holmes mi riscosse dal mio assopimento, avvisandomi del fatto che fossimo arrivati. Quindi scendemmo e ci affrettammo ad entrare in casa, desiderosi di scaldarci un po' davanti al fuoco.
«Allora Holmes, penso di non averle ancora parlato della mia fidanzata, Mary.», gli dissi, mentre mi sfilavo giacca e cappotto, appendendoli all'attaccapanni.
Lui mi guardò con uno sguardo interrogativo. Rimase un po' in silenzio, poi alla fine parlò: «No, non credo proprio che voi abbiate mai parlato di questa…»-scandì l'ultima parola come se si trattasse del nome del peggior criminale mai esistito al mondo-«...Mary.»
Lo guardai stranito, mentre mi sedevo su una delle poltrone del salotto, e lui faceva lo stesso. «Beh, allora gliene parlerò ora: è una donna magnifica, è, è...quella giusta! Ecco, si. Quella giusta. Ed ho deciso che ci sposeremo.», annunciai orgoglioso.
Holmes quasi sputò il tè che stava sorseggiando dalla tazza. «G-glielo avete già chiesto?»
«Oh, beh non ancora. Devo solo trovare l'anello adatto, ecco tutto.», risposi imbarazzato. Stavo per chiedergli se volesse fare una chiacchierata piacevole, ma lui si congedò da me, dicendo di essere piuttosto stanco e di aver bisogno di riposo. Attribuii questo suo comportamento allo stress accumulatosi durante le scorse settimane, così gli diedi la buonanotte e decisi di concedermi un po' di riposo.


Mi avvicinai con cautela alla porta, e poggiai la mano sulla maniglia. Sospirai ed aprii. «Holmes!», chiamai. Una voce impastata bofonchiò: «Qual buon vento la porta qui, Watson?»
«Insomma, sono settimane che non esce di qui! E poi...»-mi bloccai e presi in mano una bottiglietta poggiata su un tavolino-«insomma, lo sa che questa roba viene usata in chirurgia oculistica?»
«La ringrazio dell'informazione. Ora vede...sto facendo alcuni esperimenti e...»
Sbarrai gli occhi. «C-che cosa ha fatto a Gladstone?!», gridai, avvicinandomi al cane, steso a terra. Holmes si limitò a rispondermi con un: «Stavo solo testando un nuovo anestetico, non si preoccupi. Quella salsiccia ambulante tornerà presto a rotolare per la casa ed a sbavarle dietro.» Storsi il naso.
«Comunque è terribilmente malsano per lei rimanere chiuso qui dentro. Come suo amico, -mi accorsi che non stava dando peso alle mie parole- come medico le consiglio, anzi, le ordino di uscire all'aria aperta. E poi dovrebbe trovarsi qualche mistero da risolvere.»
Holmes mise il broncio. «Non trovo che nessun caso sia mentalmente stimolante, caro dottore. E non vedo perché dovrei uscire di casa, la fuori non c'è niente che mi interessi.»
«Quindi non ha niente da fare? Completamente?», chiesi io.
«Completamente», confermò lui.
Decisi dunque di passare all'invito. «Quindi è libero stasera?»
«Assolutamente!», fu la sua risposta pronta. «Cena?», azzardai allora.
Holmes si illuminò: «Magnifico!»
Sorrisi. «Che ne dice del Royal?», gli chiesi con aria complice. Lui ammiccò. «Il mio preferito!»
A quel punto ritenni che fosse pronto. «Viene anche Mary.», dissi tranquillamente. Holmes arricciò il naso, storse le labbra e si girò dall'altra parte. «Ho un impegno.»


Mi diressi, con Mary sottobraccio, verso il tavolo che avevo prenotato. Holmes era già lì, e scrutava l'orologio irritato. Non per l'orario, era in anticipo e glielo dissi. Era perché ero andato a prendere Mary, come conviene ad un buon fidanzato, lasciandolo solo. Aveva protestato, per questo. Avrebbe voluto varcare la soglia del ristorante assieme a me, a braccetto come ai vecchi tempi. Ma dopotutto sarebbe stato scortese costringere Mary ad andarci da sola. Io ero il suo fidanzato.
«Bene Holmes, ho il piacere di presentarle Mary Morstan, la mia fidanzata.». Holmes la guardò con falsa ammirazione, e con altrettanto falsa galanteria le fece il baciamano. «Sono estasiato. Mi chiedo perché non me la abbia presentata prima, Watson.»
A quel punto ritenni necessario fermare Holmes prima che dicesse qualche cosa di scortese. Quindi indirizzai il discorso sull'investigazione. «Sa, Holmes, ho già parlato bene a Mary della sua attività investigativa...» Holmes mi interruppe, lievemente offeso. «Mi permetta, forse voleva dire della nostra attività investigativa, dottore.» Cercai di mantenere la calma. «Come vuole. Ebbene, pensavo che »- squadrai il mio amico-«che sarebbe alquanto cortese da parte sua tenere i piedi giù dal tavolo, Holmes!», dissi marcando acidamente il suo nome. «Oh Mary, perdonami per la mia mancanza di educazione, non so che cosa mi sia preso.» Mary mi sorrise. «Tranquillo caro, ho sentito parlare del signor Sherlock Holmes da molte persone, capisco perfettamente. Mi avevano detto che è un po'...originale.», disse la mia fidanzata, con un sorrisetto forzato e leggermente schifato. Cercai di impedire che una cena che sarebbe dovuta essere tranquilla si trasformasse in un inferno.«Oh, è originale quanto geniale, dico bene Sherlock?»
Holmes si illuminò. Colsi una fiamma guizzare nei suoi occhi. Era la fiamma di quando stava per incastrare il nemico. «Che ne dice, Watson? Potrei dare prova della mia arguzia alla signorina. Magari riuscendo a capire qualcosa su di lei. Dopotutto non so nulla di questa affascinante donna.» Mi irrigidii. Mary invece sembrò entusiasta dell'idea. «Oh, sarebbe magnifico!» Tentai di convincerla dal desistere. «Mary...non penso sia una buona idea.»
Lei mi guardò con i suoi occhi stupendi: «Insisto.» Holmes mi guardò e vidi il trionfo barlumeggiare nel suo sguardo. «Insiste.»
In un attimo il mio amico girò la sedia ed iniziò ad osservare attentamente la donna. In un minuto aveva già scoperto che era istitutrice, che la collana non era sua e, cosa che la fece andare su tutte le furie, che aveva avuto un altro fidanzato.
«...ebbene, quando lei ed il precedente marito avete rotto il fidanzamento lei ha naturalmente deciso di venire a Londra, a caccia di nuove prospettive...magari di un medico.», concluse Holmes, pienamente soddisfatto delle brillanti deduzioni e del suo avermi-secondo lui- avvertito del tremendo pericolo di star per sposare una megera. Se ne stava tutto compiaciuto sulla sedia, quando vidi Mary afferrare il bicchiere del vino. Istintivamente mi parai fra lei ed Holmes, ma era troppo tardi. Mi ritrovai fradicio e gocciolante, di fronte ad una Mary inviperita che diceva, con sdegno, «L'ho lasciato, ebbene? Non era l'uomo adatto a me, non può capire!». Detto questo girò i tacchi e se ne andò. Pensai che avrei potuto seguirla, ma non prima di aver strigliato a dovere Holmes: «Ha visto che cosa ha combinato?», quasi gridai, arrabbiatissimo. «L'ho visto benissimo, ed è una delle cose meglio riuscite che io abbia mai fatto », annunciò soddisfatto. Gli lanciai uno sguardo carico di rancore e andai a cercare Mary.
Era furiosa, e mi guardò con i suoi occhi lampeggianti d'ira. «M-mi avervi detto che era un gentiluomo! È un villano, ecco che cos'è! E tu, mio caro John, tu hai preferito difendere lui a me! Se pensi di riuscire a comprarmi con qualche buona parola ti sbagli di grosso! Non mi rivedrai mai più!» e detto questo se ne andò via, lasciandomi solo, bagnato dalla punta dei piedi fino ai capelli e gocciolante come un ghiacciolo al sole.

Mi alzai e mi tolsi le coperte di dosso. Guardai l'orologio. Le sette. Mi vestii e scesi per la colazione. Holmes non c'era. Consumai il mio toast in fretta e decisi che sarei dovuto andare in ospedale, a controllare se per caso un certo Sherlock Holmes non fosse stato ricoverato per overdose o simili. Sospirai e mi incamminai in strada, sperando vivamente che non fosse così. Una carrozza si fermò, e la porta si aprì, mostrandomi il volto di un uomo che conoscevo fin troppo bene. «Serve un passaggio dottore?», mi chiese Holmes, tendendomi la mano per aiutarmi a salire. Non gli risposi ed allontanai la mano, ma salii comunque. Per un po' un silenzio glaciale e un'aria di tensione soffocante riempirono la cabina della carrozza. Holmes decise di rompere il ghiaccio per primo: «Stasera al teatro dell'opera danno il Rigoletto... mi trovo per caso in possesso di due biglietti...certo, non mi aspetto affatto in un suo si ma mi chiedevo se per caso fosse disposto ad accompagnarmi.»Non risposi.
«Certo, sarebbe un vero peccato sprecare quel biglietto...» Non resistetti più e gli scagliai un pugno in pieno viso, facendolo gemere di dolore. Ma non gli feci davvero male, perché, in cuor mio, non ne avevo la benché minima intenzione. «Sapevo del suo primo fidanzato. Mi aveva informato.», dissi freddamente. Holmes mi guardò stupito, con gli occhi sbarrati. «L-lo sapeva già? Quindi glielo aveva detto? Se fossi stato in Mary avrei taciuto.» Lo guardai in cagnesco: «Non parlo di Mary, Holmes. Parlo di lei!.»
Holmes tacque per qualche istante. «Quindi Will la ha avvisata? Le ha detto...» Lo guardai serio. «Esattamente. Mi ha raccontato della vostra relazione e di come lei lo ha adescato. Lo ha portato all'opera, dopodiché lo ha fatto ubriacare, lo ha portato in un albergo e poi...»- mi bloccai, rosso in volto-«beh, lo sa meglio di me e non intendo parlarne nei dettagli.», conclusi. Holmes mi guardò, mettendo il broncio, «Questo significa...niente opera?», chiese. «Niente opera.», affermai sicuro di me, con tono che non ammette repliche.


«Si sbrighi Holmes! Non tenga i primi bottoni della camicia slacciati, chiuda quella patta e si metta almeno un papillon!» Il mio amico mi raggiunse, e con mio sommo stupore notai che si era pettinato. Lo squadrai dalla testa ai piedi, e non riuscii a trovare nient'altro di sbagliato o fuori posto. Mi prese sottobraccio e ci incamminammo verso la carrozza.
Mentre mi apriva la porta azzardò: «Sa Watson? Mi sembra stressato. È stressato Watson?» Lo guardai male. «Si.»
«Si sente stanco?», chiese mentre prendeva posto accanto a me e chiudeva lo sportello.
«Immensamente.», gli risposi.
«Oh, ha bisogno di riposo, ed io ho proprio quello che ci vuole per lei! Mio fratello possiede una piccola proprietà campagnola, una graziosa casetta, un parco bellissimo e pure un tempietto. La sera ci facciamo un bell'agnello allo spiedo...», ipotizzò Holmes con aria sognante, accompagnando le parole con gesti.
«Holmes, non verrei mai in campagna con lei. La smetta di consideraci una coppia e di provarci con me! IO non ci casco come Will!», gridai arrabbiato. Lui mi guardò deluso. «E se invece dell'agnello cucinassimo un pollo?»
A quel punto mi misi le mani fra i capelli, e gridai: «Lei non è umano!» E detto questo chiesi al cocchiere di fermare la carrozza, scesi in strada senza dire più una parola, lasciando un Holmes stupito a fissarmi mentre me ne andavo.


«Ah, Watson, lei sa essere terribilmente incongruente.»
«E lei terribilmente subdolo! Mi chiedo ancora come abbia potuto indurmi a venire in campagna con lei!»
«Vedo che comunque non le dispiace, o erro Watson?», mi chiese lui schietto.
«La smetta di tenere quella mano sul mio interno coscia.»
Lui naturalmente non mi prese sul serio, e scoppiò a ridere. Ma un giorno o l'altro l'avrebbe pagata. Avrebbe fatto meglio a guardarsi le spalle, d'ora in poi, garantito!








Finita, la mia prima shot! Ho cercato di fare qualcosina di divertente...spero di esserci riuscita! Naturalmente i commenti sono graditissimi, e risponderò su questa storia, modificando il capitolo, quindi non preoccupatevi! Detto questo...slash power!



***Risposte ai commenti!***

-EugyChan
poppy:Così mi fai arrossire...
Holmes: non ti conviene incoraggiarla, è capace di montarsi la testa e cercare di scrivere una cosa più lunga, cosa che non deve accadere! Vuole inventarsi un caso, dico!
poppy:*spinge via Holmes* Benvenuta nel club W Holmes x Watson?? Evviva! NOn appena ho visto il film mi sono buttata a capofitto su questo pairing! GRazie per la recensione, e dato che sei la prima...vinci un Grazie anche da Sherlock e John! *-*
Holmes e Watson: Grazie!

xela182: Premetto che sono rimasta un po' stranita dalla recensione, perché non è una critica-positiva o meno non ha importanza, anzi: apprezzo commenti che mi aiutino a migliorare- riguardante la storia. Ma sorvolando questo, capisco perfettamente la tua perplessità. Ritengo dunque quanto mai opportuno chiarire alcuni punti:
  1. A me pare che invece i protagonisti si diano sempre del lei. Non riesco a capire perché tu abbia sostenuto il contrario, ma non intendo dilungarmi oltre.
  2. Nella storia che ho scritto, Watson ha compreso la gelosia dell'amico, e ha capito di essere il suo prossimo "obbiettivo", facendo congetture con gli avvertimenti di Will. Non ho descritto questo passo per dare più spazio all'immaginazione del lettore, ma a quanto vedo ciò rende difficile la comprensione. Provvederò pertanto a riscrivere la storia.
  3. Questa storia è stata contrassegnata dall'avvertimento what if?", che si può tradurre con "e se?", indicando quindi un avvenimento del tutto ipotetico. Quindi il fatto che i protagonisti siano gay è anch'esso ipotetico (e non a caso ho messo "slash")

Spero che la mia spiegazione ti sia sembrata esaustiva e che non sgarbata, perché non era affatto il mio intento offendere o rispondere acidamente. Se ti è sembrato così mi scuso, e attribuisco la colpa in parte alla mancanza di espressività delle parole scritte al computer (dato che non è una narrazione). Passo quindi a ringraziarti per aver letto la storia ed esserti presa la briga di recensire. Spero di non aver trascurato nessun punto, e di averti spiegato la mia idea, sono piuttosto sbadata e non vorrei aver dimenticato nulla. GRazie nuovamente per la recensione.

CruellaDeVil:Grazie mille! *arrossisce* I miei altri scritti sono solo due...non riesco ascrivere molto e faccio solo una fic alla volta...comunque John è contento che tu abbia recensito!
Watson-No, aspetta! Io non sono affatto contento! Significa che voi ben due persone godono a vedermi soffrire, e questo non va bene! Non fate complimenti a poppy, o scriverà un'altra fanfiction, e potrei anche venir sodomizzato rapito dagli alieni! Autrice la smetta di censurarmi...
Ti voglio bene John...e anche Sherlock te ne vuole!
Holmes-dottore...e se il dottore diventassi io e la usassi per studiare anatomia?
Watson-Se ne vada HOlmes!
Si amano...che carini! Ora vado, devo andare a fare il karaoke alla festa della parrocchia!
gloria89Glasshie^^ hihiih Holmes-quando John si lamenta sembra una mogliettina isterica *-*
Watson- Taccia Holmes, taccia.
Lasciamo questi due alle loro faccende...buon halloween a tutti!
  
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