L’Angelo e il Demone
Parte Prima - La nuova missione
E’ notte fonda, le abitazioni di Tokyo sono già tutte a luci spente, nessuno è
in giro per le strade.La luna è unica compagna di quei poveri insonni che il
giorno successivo avranno un compito di storia o un colloquio di lavoro.
Passeggia solo, un ragazzo di quindici anni, biondo e con un bel giubbotto di
pelle nero, l’aria da duro lo riempie di rispetto e nessuno di quegli ubriachi
del vicolo osa mettergli le mani addosso: era conosciuto come Ice Eyes pervia
del suo sguardo raggelante che però non ha molto successo con le ragazze, era
troppo chiuso e scontroso.
Alza lo sguardo al cielo…
La notte è stata portata da un cielo limpido nel quale si potrebbero addirittura
trovare le costellazioni, se qualcuno si mettesse d’impegno. I lampioni
comunque lo impedirebbero.
Il ragazzo è ancora appoggiato al muro di un giardino pubblico quando nota una
cosa molto insolita nel cielo, insolita per tutti ma non per lui. Una bimba che
non riesce a dormire la vede e sussurra alla sorella maggiore: “Un stella
cadente!”, ma le rispose solo un mugolio e la bimba, incoraggiata dalla
visione, torna sotto le coperte carica di bei sogni.
- “Non è una semplice stella cadente, piccola…”- pensò il ragazzo senza
distogliere lo sguardo dalla flebile scia luminosa che saliva nel cielo- “E’ un
angelo…ed credo anche di sapere perché è qui sulla Terra…”
La scia bianca che ha appena solcato il cielo della capitale giapponese si
fermò sul tetto di un grattacielo molto alto e ad attenderla c’era una ragazza
vestita in un strana uniforme bianca e verde, molto scoperta, e con un gran bel
paio di ali bianche dietro la schiena: un angelo combattente.
E angelo era anche ciò che la raggiunse: un bimbo messaggero che, dalla manica
destra della sua toga viola chiara, tirò fuori un rotolino di carta ben chiuso
e lo consegnò alla ragazza che se ne stava lì in piedi di fronte a lui, con le
braccia conserte e l’aria molto seria e autoritaria.
Lei lo ringraziò con un accenno del capo, non dissero una parola nessuno dei
due, poi il bambino si voltò e con un piccolo saltello spiegò le sue possenti
ma giuste ali e tornò nella direzione dalla quale era venuto.
La guerriera si voltò dall’altra parte e volò abilmente fra possibili occhi
indiscreti fino a raggiungere un condominio di quattro o cinque piani, poi si
avvicinò ad una finestra aperta e vi entrò.
Casa Momomiya, 03.47 PM
Tutti dormono: madre, padre…ma la figlia unigenita no. Era seduta sul divano
del salotto col suo bel pigiamino rosa panna costellato di fragole rosse e
stava cominciando a srotolare la pergamena appena ricevuta. Ancor prima di aver
letto qualcosa si fermò e fisso il foglio senza realmente fissarlo mentre si
passava una mano fra i capelli rossi illuminati dalla luna: quanti ricordi!
Poi cominciò a leggere le prime frasi e infine tutto il messaggio.
Ichigo- Bene bene, una missione adatta ad una come me! C’è scritto che per
saperne di più devo aspettare i sogni di questa notte, verrà da me un
rappresentante…si, la solita storia!
Si gettò sul letto con la testa fra i cuscini e sospirò presa com’era dai suoi
pensieri.
Ichigo- Un angelo, mezzo o intero che sia, cerca protezione e lo affidano a me:
e chi c’è di meglio?
La mattina dopo Ichigo si svegliò con un nuovo proposito per la giornata: aveva
ricevuto la missione impartitale dal consiglio degli angeli più anziani e si
avviava a compierla come sempre. Molte persone possono dire di avere una doppia
identità, magari una doppia vita perché sono supereroi o simili e quindi devono
scontrarsi ogni giorno col pericolo: lei era una cosa a metà fra le due
opportunità. Aveva una vita normale, scolastica e sociale, che svolgeva
normalmente sulla Terra, e poi ne aveva un’altra, quella che la vedeva
impegnata come angelo guerriero che doveva difendere la città assegnatole
dall’incursione eccessiva di demoni. Nel suo caso specifico aveva anche
l’obbligo di combattere nelle schiere dell’esercito celeste in caso di guerra
aperta con i demoni, ed era qui che aveva fatto la sua gloria.
Ma la sua giornata stava per cambiare ulteriormente: infatti appena entrata in
classe trovò qualcuno seduto al suo banco e per di più anche ben sistemato con
tutte le sue cose.
I- Scusa, ma quello è il mio posto!
Il ragazzo era seduto a cavalcioni della sedia ed era di spalle rispetto alla
cattedra, intento a chiacchierare col compagno di dietro. La compagna di banco
di Ichigo, oltre ad avere gli occhi a forma di cuore, ebbe anche il buon senso
di fare le presentazioni.
Megan- Lui si chiama Ryo Shirogane ed è un nuovo compagno!
Ryo- Oh, scusa! Questo è il tuo posto? Non me l’aveva detto nessuno…
Ichigo- C’è un rimedio a tutto: levati e và a prendere un banco dal bidello del
piano!
Ryo- Non si dovrebbe essere così scontrosi con i nuovi compagni, ma dato che
sono molto più educato di te seguirò il tuo suggerimento…dov’è il bidello?
Professore- Bene! Ora che ci siamo tutti posso fare l’appello: Ayuki …
Ichigo intanto si sedette finalmente al suo posto e cominciò a chiacchierare
con la sua amica riguardo al nuovo compagno.
Megan- Dimmi, non lo trovi bellissimo?
Ichigo- Stai scherzando! E poi perché non gli hai detto che questo è il mio
banco?!
Ma l’espressione persa che le si presentò davanti sostituì la risposta.
Ichigo- Ho capito, lasciamo perdere…
Professore- Oh, bene: ora che ho terminato vi posso presentare il nuovo
compagno di quest’anno: si, si appoggia pure lì il banco, ora vieni alla
cattedra.
Ryo- Salve a tutti! Io mi chiamo Ryo Shirogane e sono nuovo di queste parti,
vengo dall’America però conosco ugualmente il giapponese. Mi…reputo un bravo
ragazzo e…
Professore- Dall’America dove?
Ryo- La mia famiglia è originaria di San Francisco, ma io ho sempre abitato a
New York con un mio amico.
Ichigo- “ Ma tu guarda se non poteva capitarmi un altro giorno, devo trovare il
mio protetto e difendere il mio banco dal nuovo arrivato che…incredibile! Tutte
le mie compagne sono già cotte di lui! Guarda quante facce da ebeti…”
Professore- D’accordo, direi che così può andare, le interrogazioni non sono
ancora arrivate! Dunque, dove ti metto? Uhm…ti spiace stare in ultima fila? Non
è per fare distinzioni, sia chiaro!
Ryo- Mi va benissimo anche se dovessi stare accanto alla cattedra!
Professore- Benissimo! Allora Momomiya, spostati verso la finestra e aiuta il nuovo
compagno di banco a sistemarsi!
Ichigo- Cosa? Qui? Nell’angolo? Ma…" Questo posto l'ho conquistato
duramente!
Ryo- Ehi, se ci tieni tanto all’angolo della classe io sto in mezzo a te e alla
tua compagna, ok?
Megan- Di di si! Di di si!
Ichigo- “Ma sentila..:” E va bene!
Disse, mentre si alzava per spostare il banco verso il muro.
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Allora, che ne pensate?
Spero questa mia nuova idea possa piacere a qualcuno...