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Autore: Memento_B    03/09/2010    2 recensioni
"Hai mai sognato di me? Hai mai considerato anche solo per un istante la mia esistenza? Non puoi immaginare quanto sia profondo il mio sentimento per te e il male che mi fai ogni volta che i tuoi occhi incontrano i miei, consumandomi interiormente."
Seconda classificata al Nightwish and Within Temptation contest di jadina94.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ever dream of me?

 

Ever felt away without me?
My love, it lies so deep.
Ever dream of me?

 

Hai mai sognato di me? Hai mai considerato anche solo per un istante la mia esistenza? Non puoi immaginare quanto sia profondo il mio sentimento per te e il male che mi fai ogni volta che i tuoi occhi incontrano i miei, consumandomi interiormente. Tu hai tutto di me. La mia anima, il mio corpo, la mia mente, la mia vita. Perché tu, che ti piaccia o meno, sei la mia ragione di vita. E’ per te che io esisto, ma tu sembri non accorgertene nemmeno.

 

Ricordo ancora come se fosse ieri il nostro primo incontro. Accadde per puro caso, io passeggiavo con due mie amiche e all’improvviso ci imbattemmo in te. Ti fermasti a parlare con una di loro, mi rivolgesti a malapena uno sguardo, ma nella mia memoria è impressa la prima immagine di te. Indossavi una maglietta blu scuro con una scritta bianca, Ask me why, e dei jeans chiari, stretti all’osso; ai piedi avevi delle semplici scarpe da ginnastica, blu. Ma ciò che più mi colpì fu il tuo volto d’angelo. Quei tuoi grandi occhi castani, dal taglio così spigoloso, aggressivo quasi, brillavano al centro del tuo viso esangue ed ovale, mentre i timidi raggi del sole d’ottobre risaltavano le pagliuzze dorate che fanno sì che il tuo sguardo sia fatale per chiunque. Avevi un taglio corto, mentre una frangetta ti copriva la fronte, forse un po’ troppo alta. I capelli erano di un color mogano piuttosto slavato, segno di una tinta che ormai stava andando via, lasciando posto al tuo colore naturale, un castano smorto ma comunque stupendo su di te. Non eri bella, ma non potevo fare a meno di guardarti.
Andasti via dopo nemmeno un minuto, di te non sapevo nemmeno il nome, ma avevo come la sensazione che saresti stata importante per la mia vita, che l’avresti condizionata in tutto e per tutto. Per sempre. E non avevo torto.

 

Ci rincontrammo nemmeno due settimane dopo, ancora una volta per puro caso. Io ti riconobbi all’istante, tu non ti ricordavi di avermi mai vista. Ti presentasti, e subito il tuo nome fu inciso nel mio cuore. Entrai a far parte del tuo giro d’amicizie, ci vedevamo quasi ogni giorno, ma i primi mesi ci ignoravamo semplicemente. Poi, non so perché, venne il tempo dell’odio. Ci odiavamo vicendevolmente e profondamente, sembrava impossibile costruire un rapporto diverso.Ma all’improvviso qualcosa cambiò. Non so quando accadde precisamente, sicuramente verso i primi di giugno. Inaspettatamente, non ci rivolgevamo più sguardi d’odio, ma iniziammo a tollerare la presenza dell’altra, studiandoci. Fu proprio così che iniziai a capirti, che iniziai a capire i tuoi comportamenti aggressivi, che ti rendevano simile ad una belva indomabile.Ed è proprio questo che sei: indomabile, e imprevedibile. In questi due anni che ti conosco, non sono mai stata in grado di predire una tua reazione. Era anche inutile provarci, sei fin troppo imprevedibile, sfuggi ad ogni legge umana. Volubile, i tuoi desideri cambiano di ora in ora, così come i tuoi sentimenti. Nemmeno tu sai quello che vuoi veramente, perché nessuno dei tuoi desideri è mai stato avverato. Sei cresciuta nel nulla, abbandonata a te stessa, nessuno ti ha mai dato niente, quello che hai te lo sei presa da sola, conquistandolo con ogni mezzo –lecito o meno. E sei pronta a difendere quello che hai fino all’ultimo, con le unghie e con i denti. Di una sola cosa sono sicura: se desideri qualcosa, lo otterrai, in un modo o nell’altro.Non conosci mezze misure, tutti i tuoi sentimenti sono esasperati fino all’ultimo. L’apatia, l’odio, la passione più sfrenata sono parte di te, quando qualcosa ti coinvolge, nel bene o nel male, tu ti ci lasci trascinare dal torrente impetuoso delle emozioni e non provi nemmeno a ribellarti. Semplicemente, ti lasci andare. Ed è forse questa la caratteristica che più mi piace di te. Non hai paura di nulla, vai in fondo ad ogni sfida, non senza una grande dose di incoscienza.E sei fragile, come pochissimi altri. Per quanto tu faccia di tutto per apparire una ragazza tutta d’un pezzo, non puoi nascondere la tua natura. Nessuno ha mai visto le tue lacrime, ma i solchi che intravedevo sulle tue guance bastavano a devastarmi interiormente, a desiderare di stringerti a me e proteggerti da tutto ciò che ti ha fatto e ti fa male. Ma non potevo, e non potrò mai. Sarò costretta a rimanere per sempre nell’ombra, a guardarti soffrire e soffrire anch’io di rimando, e anche di più perché avrò su di me il peso dell’impotenza, di non poter far nulla per arginare questa situazione.Nessuno potrà mai dirti cosa fare o cosa non fare, perché tu ragioni solo con la tua testa. La tua rabbia è incontenibile, se ti intestardisci su un punto nessuno potrà farti cambiare idea, mai. Indomabile è anche la tua voglia di vivere, ad ogni colpo che subisci tu stringi i pugni e vai avanti, come se non fosse successo nulla. Vogliamo, poi, parlare del tuo carattere? L’aggettivo con cui vieni più spesso descritta è “isterica”, ma il tuo non è isterismo, è semplice e pura autodifesa. Il mondo ti ha fatto soffrire troppo, così ti sei costruita uno scudo che ti protegge da tutto e da tutti. Non permetti a nessuno di avvicinarti, di scalfire la tua corazza. Nonostante ciò, mi hai permesso di conoscerti. E mi hai lasciato amarti.Sì, amarti, perché più ti conoscevo, più mi innamoravo perdutamente del tuo ego così complesso e problematico. Non avevo paura di farmi male, di essere respinta, e solo adesso mi rendo conto di quanto sia stata sciocca.Io, da parte mia, non avevo mai amato nessuno, né avevo mai provato attrazione per una donna. Né nascondo che avevo paura dell’amore, sentimento da cui ho sempre voluto tenermi distante, da cui credevo potermi difendere all’infinito, di poter rimanere immune. Ma tu hai sconvolto tutte le mie certezze. Ben presto mi sono dovuta ricredere, nemmeno io ero così forte come credevo. L’amare una donna, poi, non mi fu difficile accettarlo anzi, fu una cosa totalmente naturale. E, dopo un anno di puro amore, credo di aver capito perché. Io non sono innamorata di una donna, io sono innamorata di te, e ti amerei sempre e comunque, in qualsiasi forma, indipendentemente dal sesso.
Ma tu, cosa provi per me?
Sono arrivata a credere che tu ricambiassi i miei sentimenti, del resto eri sempre lì a cercarmi, in ogni situazione, in ogni circostanza. Passavi ogni attimo della tua giornata con me, se non fisicamente attraverso apparecchiature elettroniche. Ti ricordi le nottate passate a parlare via internet? E tutti quei messaggi che ci mandavamo? Li ho ancora conservati, tutti. Li ho trascritti uno ad uno e li ho attaccati alle pareti della mia stanza, ricoprendole quasi interamente. Perché tu sei il mio primo pensiero quando mi alzo e il mio ultimo quando vado a dormire. I miei sogni, poi, sono fatti solo ed unicamente da te. Mi tormenti anche la notte, i tuoi occhi languidi sono una costante delle mie nottate, basta un tuo battito di ciglia per far diventare il sogno più bello un incubo. Presto, infatti, sei diventata un tormento per me. Sei peggio di una droga, è impossibile disintossicarsi da te, quando poi inalo costantemente il tuo profumo, che mi stordisce e mi addormenta i sensi.E’ forse possibile dimenticarti dopo quel bacio?Fine agosto, presto saremmo ritornate a scuola, per il nostro quarto anno di superiori. Era una torrida serata di agosto ed io e te eravamo le uniche del nostro giro di amicizie rimaste in città. Il giorno dopo avevi l’esame per superare il debito in inglese e mi avevi chiesto di darti una mano a ripassare la grammatica. Ovviamente, fui incapace di rifiutare. Ci vedemmo così in una delle tante spiagge deserte a nostra disposizione e alla fine, dopo un’ora e mezza d’inglese, all’improvviso posasti le tue morbide e candide labbra sulle mie. Fu qualcosa di inaspettato ma allo stesso tempo sapevo che prima o poi sarebbe successo.Penso che quello sia il ricordo più bello ed intenso dei miei diciotto anni di vita. Il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli accompagnato da lontani schiamazzi di bambini, l’odore acre della salsedine, i colori freddi della notte che lentamente sostituivano quelli caldi del giorno erano lo scenario di quel momento perfetto, ma perfino tutte le bellezze della natura messe insieme impallidivano al tuo cospetto. Credo che non proverò mai nulla anche solo lontanamente paragonabile al tocco delicato e al tempo stesso deciso delle tue labbra, nulla potrà mai scacciare il ricordo dell’esitazione che lessi nei tuoi occhi, nessuna sensazione sarà più bella dello stringerti fra le mie braccia e del sentire le tue dita accarezzare timidamente il mio collo e la mia guancia sinistra. Ogni volta che ripenso a quel momento, sento la pelle che toccasti bruciare, nonostante sia passato fin troppo tempo.E poi scappasti, senza dire una parola, senza nemmeno guardarmi. All’improvviso ti separasti da me e te ne andasti. Nemmeno un messaggio, nemmeno una chiamata. Nulla.Era ovvio che tu non avessi accettato il fatto di aver baciato una donna, una del tuo stesso sesso. Non avevo alcuna intenzione di metterti fretta, credevo che avrei soltanto peggiorato le cose, ma a conti fatti credo non poteva andare peggio.Hai preferito a me il primo ragazzo che hai trovato, hai deciso di fidanzarti perfino con uno che, lo so, non ami. Perché nessuno ti conosce meglio di me, nessuno. Solo io sono stata capace di leggerti dentro, solo a me hai permesso di apprezzarti e amarti per quello che sei, senza nasconderti dietro inutili paraventi.Ed eravamo costrette ad incontrarci ogni volta che uscivamo, ogni sera. Ed ogni volta ci passavamo davanti con lo sguardo basso, mute. Nessuno, ovviamente, sapeva di quel che era successo, così come nessuno sapeva dei miei sentimenti per te. Sentivo che non avrebbero capito, era una cosa così pura e vera che non avrei mai trovato le parole adatte per descriverla e sarei stata sicuramente fraintesa. Perfino la parola “amore” non è adatta al mio sentimento. No, quello che provo per te va oltre il “semplice” amore. E se ripenso a quei tre fantastici mesi, quell’estate che rimarrà tatuata a fuoco nella mia vita, non posso non piangere. Se penso a quello che ho perso per sempre non riesco a trattenermi.Prima che accadesse l’inevitabile eri solita dirmi che con me ti sentivi libera di essere quel che sei veramente, che ti sentivi distante dal miscuglio di tristezza e di indifferenza totale nel quale eravamo costrette a vivere, che uscire o semplicemente parlare con me equivaleva ad una fuga dalla quotidianità e dai problemi, che ti sentivi semplicemente via. Ora non posso fare a meno di chiedermi se ti capiti ancora, se ti capiti di sentirti lontano anche senza di me, se davvero non significo niente per te, mentre il semplice suono della tua voce o un tuo sguardo intercettato per sbaglio bastano a distruggermi completamente. Mi chiedo se sogni mai di poter ritornare indietro nel tempo, se sogni di passare ancora del tempo con me come una volta.Non sono certa di voler conoscere la risposta a queste domande, ne ho paura a dir la verità. Sei riuscita a rendermi in tutto e per tutto simile a te, una tua fotocopia. Non ho più una personalità mia, sono solo un’altra te. Mi hai reso fragile ed emotiva, mi basta anche solo sentir pronunciare il tuo nome per scoppiare a piangere. Mi sento vuota dentro, sento di non aver più nulla qui. A volte non vorrei nemmeno più alzarmi, non ho la forza di affrontare ciò che la vita mi chiede, non se privata del tuo amore. Mi sento morta. Priva di vita. Defunta. Assassinata. Uccisa. E ad uccidermi sei stata tu, sei riuscita a cancellare quanto di umano mi fosse rimasto, mi hai risucchiato via l’anima, mi hai reso un freddo contenitore di dolore, incapace di provare qualsiasi altro sentimento, mi hai fatto passare ogni notte a piangere, sveglia, mi hai privato della mia stessa vita.Dovrei odiarti per quello che mi hai fatto, ed in effetti io ti odio. Ma, per quanto incredibile possa sembrare, ti odio perché ti amo. L’odio che provo nei tuoi confronti non esiste senza l’amore, quello stesso amore che mi annienta.Decisi che avrei provato a cancellarti dalla mia vita. Eliminai il tuo numero; inutile, lo conoscevo a memoria. Provai a staccare i tuoi messaggi dalle mie pareti; inutile, erano troppi ed io non avevo abbastanza forza morale per farlo. Iniziai a non uscire più, convinta che il non vederti avrebbe giovato alla situazione; inutile, ti rivedevo ogni giorno mentre andavamo a scuola, eri sempre lì a camminare sull’altro marciapiede, in direzione opposta alla mia. Sola, con le cuffie e qualche strana canzone. Avrei voluto correrti incontro e rompere quel silenzio che ti circondava e che ti rendeva strana agli occhi altrui, ma ero troppo debole.Insomma, dimenticarti era impossibile. Non posso dimenticarmi dell’unica persona che abbia mai amato, di chi è stata capace di rendermi felice con un solo sorriso e di distruggermi con un solo gesto. Tu sei e sempre sarai la mia unica ragione di vita ed il mio grande amore, il mio sogno proibito, perché io sogno più di qualsiasi altra cosa averti al mio fianco, ma resterà sempre e solo un’utopia.Vivere non aveva più senso se tu non eri lì, pronta a tartassarmi di messaggi e ad allietarmi la giornata con una tua risata. Era inutile alzarmi sapendo di non poter più alleviare le tue sofferenze, come potevo uscire di casa sapendo che solo vedermi ti avrebbe fatto stare peggio, che avrebbe reso tutto più difficile?Sei diventata così cinica che mi chiedo se tu abbia mai davvero provato qualcosa per me o se il tuo sia stato tutto divertimento. Poi, però, osservo di nascosto il tuo sguardo e vedo più di quel che vorrei. Vedo solitudine, vedo rassegnazione, vedo malinconia, quando vorrei vedere solo felicità. Io avrei dato qualsiasi cosa per te e per raggiungere la tua felicità, perfino la vita se necessario, ma tu non me l’hai permesso. So che non ti potrò mai avere indietro, so che non sarai mai mia, ne sono consapevole. L’unica cosa che vorrei veramente è vederti felice, serena. Solo allora mi rassegnerei e accetterei il fatto che tu abbia un altro, ma non mi permetti nemmeno questo, mi costringi ad una eterna agonia che si ripete continuamente giorno dopo giorno, mese dopo mese, inesorabilmente. Vorrei non provare più nulla per te, vorrei non averti mai amato, vorrei aver provato uno dei tanti stupidi amori giovanili. Ma così non è stato. Perché tu sei l’amore della mia vita. Non potrò mai amare nessun altro come ho amato te, non potrò baciare nessun altro dopo aver baciato te, sarebbe ingiusto anche provarci perché nessuno può essere paragonato a te. Sono semplicemente succube del tuo egoismo e della tua strafottenza. Ti odio, perché ti prendi gioco dei miei sentimenti come se nulla fosse, perché mi hai resa la più debole di qualsiasi altro essere sulla Terra, perché mi basta il tuo odore per stare male, perché senza il tuo sorriso, senza il riflesso dorato dei tuoi occhi e senza la tua voce un po’ stridula non ha davvero senso andare incontro ad una interminabile giornata fatta di ulteriori frustrazioni e sofferenze. E ti amo, proprio perché sei così debole ed inattaccabile allo stesso momento, perché sai manipolare le persone a tuo piacimento, perché un tempo bastava il tuo solo odore per farmi sentire meglio e rallegrarmi, perché sei quello che sei e non fai nulla per migliorare il tuo carattere o il tuo aspetto.
Non c’è via di uscita, non posso fuggire da questa situazione. L’unica cosa che mi resta è una lista della spesa scritta da te, qualche foto e una ciocca di capelli che ti rubai di nascosto e che custodisco gelosamente in un sacchetto di velluto, legato costantemente al collo e che ricade proprio lì, sul cuore. Non ho altro, mi hai cancellato dalla tua vita senza che potessi accorgermene o che potessi reagire.

 

Consentimi, però, di rubarti il ruolo di egoista per una sola volta.
Se stai leggendo questa lettera, infatti, vuol dire che sono riuscita nel mio intento. Che non ci sono più, che ho completato l’opera che tu hai iniziato. Era parecchio tempo che osservavo con bramosia la vecchia arma di mio padre, custodita incautamente su una mensola e perennemente sotto i miei occhi. Finalmente ho trovato il coraggio di dire basta a questa situazione, che mi lasciava solamente l’opportunità di strisciare, boccheggiante, di giorno in giorno, in attesa di un tuo cambio d’opinione, che ovviamente non è mai arrivato e mai arriverà. E mentre scrivo queste ultime parole, stringo con la mano sinistra quell’infima pistola, la stringo con tanta forza che sento il freddo metallo penetrarmi nella carne, avvelenandomi. Tremo, sono vicina alle lacrime, ma è davvero l’unica soluzione. Perché io non ce la faccio più, non posso sopportare più questa lurida situazione. Tu sei troppo per me, sei troppo per chiunque. Sei inarrivabile. E sfuggente. Nessuno ti potrà mai raggiungere, e anche se ci riuscirai, gli sfuggirai via senza che se ne renda conto, privandolo di qualsiasi cosa. Il solo pensiero che sarò libera da questa sofferenza mi fa sentire meglio, inizio a respirare nuovamente, mi sento motivata ad andare in fondo a questa situazione.
Addio, amore mio, ti amo e ti amerò per sempre.

 

Arrivederci, amore, ciao. Le nubi sono già più in là.

  
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