"Te ne vai?"
Mi dici, fermo sulla passarella che ci separa. Io sono sul treno, con un braccio penzoloni fuori dal finestrino. Stringo dolcemente le tue dita, per non dimenticare il loro calore, per non sentirmi sola nelle notti fredde che mi separano da te.
"Si, me ne vado."
"E quando torni?"
"Non lo so."
Abbassi la testa, come deluso da tutto questo. La nostra relazione però era già una delusione a prescindere da tutto. Le telefonate mai fatte, i messaggi lasciati a metà. I fiori buttati dalla finestra, i nostri dischi preferiti rotti.
La rabbia, la gelosia e poi l'oblio.
Tutto questo perchè siamo incompatibili. E per renderci conto di quanto lo siamo, ho deciso di partire. Questo treno forse risolleverà le sorti della nostra relazione. Ma chi può sapere cosa nasconde in realtà, questo ammasso di ferraglia che viaggia a gran velocità, portando sogni, speranze e cuori infranti?
Lacrime silenziose bagnano il mio viso. Non le vedi o forse fai finta di non notarle, mentre mi fai un sorriso incerto e mi stringi le dita più forte che puoi.
"Lo sai che mi stai spezzando il cuore?" Mi dici.
"Ci siamo spezzati il cuore a vicenda troppe volte."
"E non sarebbe ora di smetterla?"
"Lo rifaremmo di nuovo, lo sai."
"E allora dimmi cosa devo fare perchè non accada."
Resto in silenzio. Nei tuoi occhi c'è una luce che è a metà strada tra la verità e la bugia. Ma non so quali delle due sia la più forte. Di solito sei bravo a nascondere i tuoi sentimenti, e io, invece, ero troppo brava a farmi ferire abbastanza da te e dalle mie paure.

"Leo, io..." Esito. Perchè dovrei? In fondo non stiamo più insieme. E' stato un tira e molla frustrante e poco salutare. La corda si è spezzata nel momento in cui ho detto basta, ma tu restavi aggrappato dall'altro lato della cima.
"Francine ti prego. Dimmi che non ci saranno altre cose brutte come questa."
Piaangerei, se avessi ancora lacrime per te. Ma sto solo penando e solo poche lacrime continuano a rigarmi le guance. Ti amo, ti odio e tutto quello che hai fatto per me è stato motivo di sofferenza. Ma pure io sono stata crudele con te.
"Perchè vuoi soffrire ancora?"
"Perchè è l'unico modo in cui mi fa sentire..."
Non riesco a sentire l'ultima parola che Leo mi confessa, perchè il treno ha cominciato a fischiare. Il treno sta per partire, io sto per partire. Porterò con me la metà dei cocci della nostra pseudo-relazione.
Il treno comincia a stridere sulle rotaie e il movimento che sembra cullarmi mi da conforto. Quando quel fischio finisce di urlare, Leo mi posa in mano una cosa.
"E' per te."
Ritiro il braccio dentro all'abitacolo e guardo ciò che mi ha donato. E' un piccolo monile di giada, incastonato in una placchetta dorata. Era di sua sorella, e rappresentava il suo ricordo. Mi diceva che non si era mai separato da quell'oggetto fin da quando sua sorella era sparita.
"Non posso accettarlo!" Gli dico forte dal finestrino, ma lui ribatte prontamente.
"Me lo ridarai al tuo ritorno." Sorride fiducioso stavolta. Nessuna traccia di menzogna negli occhi. Le sue iridi color cioccolato, sono assolutamente sicure di ciò che vedono nel futuro prossimo.
Stringo al petto quel monile tanto importante per lui. E mi rendo conto che...
"Allora per te sono importante?"
"Lo sei sempre stata."

E il treno si allontana. Le nostre vite si allontanano.
Ma le nostre anime si chiamano e si toccano ogni qualvolta che riescono a raggiungersi aldilà dei binari del treno.