Da bambina avevo sempre desiderato avere un fratello, qualcuno con cui confidarsi, giocare, ridere, litigare.
Ogni volta che avevo accennato alla mamma questo mio desiderio i suoi occhi si erano immediatamente riempiti di lacrime, senza che io riuscissi a spiegarmene il motivo. Ora il motivo lo so fin troppo bene.
Mio fratello. Due parole in grado di soffocarmi. Due parole che dovrebbero riempirmi di gioia ed affetto, ma che invece hanno solo la capacità di svuotarmi, quasi di uccidermi.
Uccidermi. Si, esatto.
Non è esagerato, non è stupido, non è giusto. Però è così, e nessuno, nessuno è in grado di cambiarlo.
Neppure lui, neppure noi possiamo sfidare il destino. Eppure, non riesco a smettere di sperare in quel noi, che sembra solo una fugace promessa, una speranza infondata.
Eppure, non riesco a smettere di amarlo. Perché io lo amo. Io amo Jace Wayland, io amo mio fratello.
«Ogni volta che tu stai per morire, sto per morire anch'io. »
Spazio autrice.
Eccomi
qui. Non pubblico da quasi un anno, l’ispirazione mi ha abbandonata. Come
potete notare anche da questa cosa qua, non so come chiamarla sinceramente.
Lo
so che fa schifo, ma mi è uscita di getto. Aggiungo che non ho ancora letto
Città di Vetro, sto aspettando che arrivi l’ordinazione (perché io, vivendo nel
burundi, l’ho dovuto ordinare -.-) Vabbè, lascio spazio a voi. Ringrazio chiunque abbia letto
e chiunque recensirà.
Un
bacio, saywotcher.