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Autore: itsbrie    05/09/2010    3 recensioni
Perché Rosemary e Marianne? Perché loro sono due semplici e apparentemente normali ventenni, con vite normali, che conducono una esistenza che si basa sostanzialmente sull'abitudine. Ad affiancarle vedremo i Jonas, pronti a qualunque cosa. Dei ragazzi forse un pò diversi dal solito, un pò diversi sa come li abbiamo sempre visti. Dei ragazzi che colpiranno Rosemary e Marianne come delle stelle.
So, what d'you say?
Storia a sei mani scritta da itsbrie, itsallie e abigailw13.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A star’s about to fall, so what d’you say? Cos’è una stella, alla fine? Dietro a quel minuscolo punto di luce che noi dalla Terra vediamo dovrà pur esserci qualcosa. Lasciando perdere le spiegazioni scientifiche, la stella per molti è un sogno, qualcosa di estremamente profondo ed inespresso. Un punto di riferimento, qualcosa di fisso, stabile, che dà luce. Una sicurezza di cui si ha bisogno perché, alla fine, una stella è sempre immobile nel cielo ad osservarci dall’alto, senza mai cambiare posizione o spostarsi. Ma se questa stella dovesse cadere, allora cosa succederebbe?

Rosemary e Marianne     - Perché Rosemary e Marianne? Perché loro sono due semplici e apparentemente normali ventenni, con vite normali, che conducono un’esistenza che si basa sostanzialmente sull'abitudine.

La loro amicizia va avanti fin da quando erano piccole ed entrambe, adesso che sono due giovani donne, non smettono di volersi bene, di supportarsi, d'esserci sempre l'una per l'altra.

Ma non è tutto così facile.

Le vite delle due giovani nascondono problemi, dolori e angosce che loro provano a combattere insieme, andando anche contro il mondo, contro tutti.

Ad affiancarle, vedremo i Jonas, pronti a qualunque cosa. Dei ragazzi forse un po’ diversi dal solito, un po’ diversi da come li abbiamo sempre visti. Dei ragazzi che colpiranno Rosemary e Marianne come delle stelle.

…So, what d’you say?

 

 

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Capitolo I

 

Was looking for some action

but all I found was cigarettes and alcohol

You could wait for a lifetime

To spend your days in the sunshine

You might as well do the white line

Cos when it comes on top…

You gotta make it happen!

(Cigarettes and Alcohol – Oasis)

 

 

 

Rosemary stava seduta al bancone, su uno di quegli sgabelli di pelle rossa ruvida. Fissava il bordo circolare del bicchiere di Martini che aveva davanti.

Sospirò sonoramente, facendo spostare una ciocca dei suoi capelli castani di lato.

La musica fin troppo alta e assordante, perforava le sue orecchie, come fosse un rumore infernale ed incredibilmente fastidioso.

Le dita scorrevano lente sul gambo del bicchiere ormai vuoto. Sì, esattamente come si sentiva lei in quel momento.

   Vuota    .

In quel locale dove la musica era troppo alta, c’erano persone e persone che ballavano nel centro di una pista, divertiti, felici, forse ubriachi. Ma per Rosemary quelle erano solo figure lontane, sfocate, e non solo perché già era al terzo bicchiere di Martini. Erano tutti degli sconosciuti, volti mai visti, e si sentiva completamente disorientata.

La musica rimbombava nelle pareti, nei mobili, nelle sue orecchie. Ovunque guardasse, vedeva solo scene poco nitide, tremule, quasi grigie, ed in quel momento desiderò come non mai potersi aggrappare ad un gancio, una corda, qualsiasi cosa le potesse dare la sensazione di stabilità. Aveva bisogno di sapere di non essere sola.

Ma quelli, erano solo i pensieri di una ragazza quasi brilla, che, ormai lo sapeva bene, quando era ubriaca riusciva solo ad essere malinconica oppure ad emanare una travolgente euforia da tutti i pori. E spesso, era capace di passare da uno stato d’animo all’altro in un semplice schiocco di dita.

Ma quello, era solo l’inizio della serata.

E lei era solo al terzo bicchiere; le ci voleva ben altro per dare il meglio di sé.

Abbozzò un sorriso, giocherellando con uno stuzzicadenti che aveva preso dal bancone, rigirandoselo tra le dita e quasi automaticamente si domandò se la sua amica Marianne ce l’avrebbe fatta ad arrivare entro venti minuti. Altrimenti, lo aveva già deciso, l’avrebbe chiamata annullando l’appuntamento, poiché stava morendo di sonno. La sua vista era quasi offuscata da quella lunga giornata di studio e di lavoro e spesso si chiedeva come facesse Marianne a trovare la forza di andare anche a trovare il suo fratellino in ospedale. Ma forse, in una situazione come quella, anche la stessa Rosemary avrebbe messo da parte la pigrizia e avrebbe corso per tutta la città anche solo per vedere il suo fratellino sorridere.

Proprio come Marianne.

Era forte, Rosemary, e non si fermava davanti a nulla. Spesso i suoi conoscenti la definivano sfrontata, presuntuosa o persino una stronza. Ma a lei di quello che diceva la gente non interessava per niente, erano cose che le scivolavano letteralmente addosso. A lei importava solo che le persone che amava davvero sapessero com’era nel profondo. E le bastava.

Fu solo quando sentì delle dita picchiettarle sulla spalla capì che qualcuno stava cercando di attirare la sua attenzione. Allora si voltò, leggermente infastidita, per ritrovarsi di fronte il viso dai lineamenti delicati della sua migliore amica.

Marianne era bassina ed aveva i tratti di una bambola di porcellana: la pelle bianca con qualche lentiggine sparsa per le guance, gli occhi color ambra e le labbra piccole e carnose, tutto incorniciato da dei boccoli rossi.

Emise qualcosa di simile ad un mugugno, impegnandosi per farlo apparire un saluto. Alzò debolmente lo sguardo verso di lei, e sbuffando disse << Eccoti.. >>

Marianne le rivolse un sorriso. << Perdonami per il ritardo, ma Danny ha fatto le storie perché non voleva andassi via >> guardò l'amica con aria colpevole, ma i suoi occhi erano illuminati. Poi il suo sguardo cadde sul bicchiere di Martini vuoto sul bancone. << Spero che tu non ti sia già ubriacata, tesoro >>.

Rosemary si permise una risata. << Sono al terzo. >> affermò affondando completamente il corpo nello schienale dello sgabello. << Mi ci vuole di peggio. >> aggiunse poi sorridendo.

Riuscì a leggere la stanchezza negli occhi dell'amica, e la vivida preoccupazione con la quale doveva combattere ogni giorno.

Rosemary stimava Marianne per la sua forza, per il modo in cui riusciva ad andare avanti.

Avrebbe voluto essere come lei a volte.

Marianne all'apparenza sembrava debole. Aveva gli occhi dolci come quelli di un bambino, ed anche le sue parole lo erano: non riusciva neanche a pensare di far male ad una persona. Era buona d'animo, calma, all'asilo era sempre quella che cercava di pacare Rosemary e la sua irrequietezza. Ma, forse era a causa della sua vita difficile che nascondeva dentro di sé una forza inimitabile, e se non ce l'avesse avuta non sarebbe mai riuscita ad andare avanti.

<< Lo sai che, mia madre vuole andare in Europa? Oh, adesso vuole l'Europa.. dice che si è stufata dei carboidrati americani.. E poi.. Che me ne faccio di una figlia che studia arte!.. >> esclamò Rosemary senza smettere di ridere o di far cadere il suo sguardo verso il bicchiere vuoto.

Iniziò a picchiettare nervosamente la mano sul bancone, fino a che non chiese un altro Martini. E quando il barista insinuò che forse ne aveva già avuto abbastanza, lei gli rispose. << Taci, fottuto idiota. >>

Marianne si accomodò accanto all'amica, e le mise una mano sul braccio. << Beh, Rose... Se non altro una cosa positiva c'è >>.

L'altra strinse le labbra, dissentendo. << E sarebbe? >>

<< Avrai del tempo per stare da sola, la casa libera...E niente scocciature. Pensa a quanti quadri potrai fare >> rispose Marianne, con un sorriso incoraggiante.

Rosemary piegò debolmente gli angoli della bocca, poi prese in mano il bicchiere e posò le labbra sul suo bordo, indecisa.

Poi, bevve un sorso. << Hai ragione. E te ne dedicherò uno. L'ennesimo. >>

Marianne ridacchiò dolcemente. << Grazie. Vorrei poter fare anche io qualcosa di simbolico per te, ma sono alquanto imbranata con le mani, e lo sai bene >>.

<< Nonostante io sia brilla posso risponderti che non ce n'è proprio bisogno. >> rispose la castana.

Si voltò verso l’entrata, stavolta con meno sconforto di prima. Incrociò per bene le gambe e si sistemò il lunghi capelli.

<< Siamo pur sempre ad un locale chic. >> asserì poi, con una risatina.

<< Ma ti prego! >> esclamò Marianne << Al prossimo sorso cadi a terra! >>.

<< Nah. >> ribatté l’altra, mentre sapeva che pian piano, la razionalità si stava mettendo da parte.

Non avrebbe mai voluto ridursi in quel modo, specie perché palesava ancora di più la sua debolezza e di certo, non lo avrebbe mai accettato.

Non se lo sarebbe mai perdonata. Perché sarebbe stato come dare vinta agli altri.

<< Piuttosto.. tu come stai? >>

La rossa alzò le spalle, con una smorfia di sofferenza in volto. << Al solito. I medici stanno facendo progressi, ma ancora non sanno bene cosa abbia... >>.

Rosemary si avvicinò alla sua amica cingendole il braccio con una spalla. << Vedrai che presto si risolverà tutto. E che non sarà nulla di tanto irrisolvibile.. Ce la farete.. >> mormorò portando all'esaurimento anche l'ultimo neurone buono che aveva a disposizione in quelle condizioni.

<< Lo spero proprio >> sospirò Marianne << Mi chiedo solo se sarebbe stato meglio per lui se quella bastarda di mia madre non fosse scappata. Perché senza di lei sono completamente sola, Rose, col fatto che papà non c'è più da cinque anni, ormai >>.

Se c'era una cosa che accumunava in maniera profonda le due ragazze, questa era di certo l'assenza dei loro genitori.

L'indifferenza.

La castana roteò gli occhi. << I genitori sono una brutta razza, Mar, di certo te la caverai. Starai meglio senza quella.. >>

Marianne fece un risolino. << Lo spero proprio. Ascolta, te stai per crollare...Perché non torniamo a casa? >>.

Rosemary scosse il capo con enfasi. << Non se ne parla. Domani è sabato, non abbiamo lezione, rilassati! >>

La rossa alzò gli occhi al cielo, divertita. << Sì, hai ragione...Ehi, Rose? Ma che stai guardando? Sai che non è bene fissare...E tu sei pure ubriaca! >>.

L'amica si portò una mano alla bocca coprendo un sorriso pericolosamente malizioso. << Guarda quei due laggiù. Dio, ma da dove sono usciti? >>

Marianne scoppiò a ridere, osservando due ragazzi mori e ricci che erano appena entrati nel locale. << Cielo, Rose, neanche dai loro tempo di sedersi che già li adocchi? >>.

L'altra annuì con decisione. << Dovrò sfoderare tutte le armi del mio fascino. >>

<< Rosemary, tu sei    ubriaca    ! Ma dove pensi di andare? >>.

<< Da nessuna parte, sto solo invogliando    quei due     a venire da questa parte. >> rispose placida.

Poi, si voltò verso il bancone, abbassando lo sguardo verso il suo drink ancora non terminato.

Sorrise compiaciuta.

Sapeva che non avrebbe mai dovuto trovare piacere in un tipo di cose come questa, specie perché dalle sue parti risultava piuttosto squallido. Ma quella sera sembrava rievocare tanto O.C. o  Beverly Hills 90210.

E dopotutto, era ubriaca.

Di nuovo, portò i suoi occhi verso l'ingresso, quando accorgendosi che proprio uno di quei due ragazzi la stava fissando, acclamò a Marianne con  una risata. << Ci ho appena allietato la serata. >>

<< Oh mio Dio, che fai? >> strillò Marianne, cercando di convincere l'amica di smettere di guardare i due ragazzi << Non potrò mai più farmi vedere in giro! >>.

<< Chi vuoi che siano questi due! >> rispose Rosemary. 

La rossa sbuffò, poi scoppiò a ridere. << Fai come ti pare, a questo punto perché non li inviti a sedersi qui? Basta che mi prometti che non li incontreremo mai più >>.

<< Non si fa così. Sono loro che devono venire a chiedersi di sedersi qua. Ma tanto è fatta. >> annuì poi con un sorriso smagliante. << Ora, girati verso il bancone e fai l'indifferente. >>

Marianne obbedì con una fragorosa risata. << Se hanno cattive intenzioni... >>.

<< Non le hanno.. E se così fosse.. Io sono incinta.. va bene? >>

<< Oh sì, va bene,    mammina    . Io però che scusa ho? >> replicò Marianne.

Rosemary parve pensarci un attimo su. << Dì che non sei interessata agli uomini. >>

<< D'accordo...   amore     >> disse Marianne.

Entrambe scoppiarono a ridere, accompagnate dalla folla caotica di persone che si accalcavano per andare in pista.

Per quanto quello fosse uno dei locali più in voga della città, quella sera, sembrava essere piuttosto desolato.

Molti tra i ragazzi preferirono andare nelle aree VIP per concedersi un po’ più di pace, mentre quelli più spavaldi, si gettavano direttamente in pista alla ricerca di qualche anima sola.

Tutto sembrava muoversi con indeterminazione.

Eppure, nonostante le incertezze, quando quei due ragazzi dell'ingresso, si sedettero di fianco Rosemary e Marianne, non sembravano essere tanto insicuri.

Marianne fu colta da un improvviso impulso di scoppiare a ridere. Arrossì violentemente e, per non farsi vedere, si voltò a chiedere al barista un cocktail alla pesca.

Rosemary invece, si voltò verso i due ragazzi e con fare innocente chiese << Scusate non è che sapete dirmi che ore sono? >>

Quello che doveva essere il più giovane dei due guardò fugacemente l'orologio. << L'una e un quarto. Non è un po' tardi per ragazze come voi? >>.

Rosemary rise appena. << Scusami, ma che tipo di ragazza è una che il venerdì sera non è fuori all'una e un quarto? Una suora? >>

Lui le si avvicinò con occhi maliziosi. << E tu? Tu cosa sei di preciso? >>.

La ragazza sorrise, portando una mano in avanti per frenare il suo istinto. Osservò meglio il volto di quel ragazzo: lineamenti perfetti e dolci, occhi color caffè, capelli ricci e folti castani. Come cioccolato.

E cavolo, quanto costò a Rosemary mantenere le distanze.

   Rifletti, respira. Sei ubriaca, non stupida.    .

<< Di certo, non una suora. >>

<< Ma neanche una sgualdrina, vero? >> continuò ad insinuare il ragazzo, ricevendosi occhiate divertite ma preoccupate dell'altro dietro di lui.

<< Ti sembro una sgualdrina per caso? >> ribatté lei con finto sdegno.

<< Assolutamente no >> disse lui con un grande sorriso << E sai, è positivo questo >>.

Rosemary sorrise. << Tu invece sembri un figlio di papà. Sei qui per sbaglio o il tuo amico ti ci ha portato con la forza? >> chiese poi, indicando il ragazzo dietro di lui.

Il riccio scoppiò in una risata ironica. << Figlio di papà? Pensala come vuoi. E, tanto per la cronaca, il mio    amico     qui presente, è mio fratello. E poi non ritenerti messa molto meglio, mia cara, la tua amica qui sembra annoiarsi a stare con una ragazza sbronza come te >>.

La ragazza gli tirò un colpetto sulla spalla. << Ehi Mar! Guarda che,    questo qua     pensa che tu ti annoi a stare con una sbronza come me. Dico, è matto? >> rivolse il suo sguardo prima all'amica, poi al ragazzo.

A quest'ultimo sorrise con aria di sfida.

Marianne le strizzò l'occhio. << Sicuro! Prima che arrivasse ce la stavamo spassando...Il barista può confermarlo, no, Rose? >>.

<< Assolutamente. >> rispose inarcando il sopracciglio.

Dall'altra parte, invece, il secondo ragazzo iniziò a ridere con aria divertita. << Dovete perdonarlo, gli piace scherzare! >> fece poi, cercando di trattenersi.

<< Avevamo notato >> constatò Marianne a bassa voce, vicino all'orecchio di Rosemary.

Quest'ultima invece, non riuscendo a tacere, continuò a dire << Piuttosto, mi sembri sciupato caro, perché non prendi qualcosa o.. E' troppo per te? >>

Non le era mai capitato di trovare un ragazzo che non ci provasse subito spudoratamente con lei.

Aveva subito sentito che quel ragazzo era diverso, per questo, badava a provocarlo ancora di più.

Lui la guardò con aria di sfida. << Una vodka alla pesca, per favore >>.

Rosemary scoppiò a ridere. << E' il massimo che sai fare? >>

Lui le strizzò l'occhio, iniziando a sorseggiare dal suo bicchiere. << E' solo l'inizio della serata, tesoro >>.

La ragazza, di rimando, prese il suo bicchiere e finì il Martini. << Sono Rosemary. >> disse poi, allungando la mano verso il ragazzo.

<< Io Nicholas >> dichiarò lui << Piacere di conoscerti, tesoro >>.

Lei ricambiò con una smorfia. << Non sono il tuo tesoro,    Nicholas     . >>

Nicholas le fece l'occhiolino. << Non ancora, Rosemary, non ancora >>.

Lei rise di gusto, muovendo leggermente i capelli a causa dell'eccessivo caldo. << Quello di fianco al tipo mi sembra carino.. >> disse poi a Marianne.

La rossa ridacchiò. << Già. Prova a parlare anche con lui >>.

<< Io no di certo! Ti sta guardando fisso da tre ore, perché non attacchi bottone con una scusa? Io devo andare al bagno. >>

<< E che gli dico? No, Rose, mi vergogno >>.

<< Non aver paura! Sbloccati un pochino! Tesoro, sei bellissima, non preoccuparti di nulla. La scusa ce l'hai qui bella e pronta. >> si indicò. << Io. >>

<< Hai ragione...Ma non andare via, che fai, lasci Nicky da solo? >> scherzò Marianne.

<< Devo rendermi conto in che condizioni sto! >> rispose Rosemary agitando un braccio.

<< Sembri una modella >> commentò Marianne, lanciando un timido sorriso al ragazzo accanto a Nicholas << Una modella brilla. Ma ci vuole ben altro per tirare fuori il meglio di te, no? >>.

<< Lo hai detto sorella, lo hai detto. >> confermò Rose, prima di voltarsi nuovamente verso Nicholas.

Il ragazzo alto che era accanto a Nick, altrettanto riccio e con gli occhi scuri, si avvicinò alle due giovani. << Non mi sono ancora presentato...Io sono Joseph >>.

Rosemary sorrise incoraggiante a Marianne e, dopo aver ribadito il suo nome, rimase in silenzio, osservando quella scena che le appariva nitidissima anche sotto alcool.

La rossa curvò leggermente le labbra. << Io sono Marianne >>.

Joseph esitò prima di allungare la mano e stringerla con quella della ragazza.

Rimase completamente colpito dal suo sorriso e dai suoi occhi che sembravano nascondere nuovi colori. << Bel nome. >> rispose con un gran sorriso.

             << Non è niente di speciale >> si affrettò a dire Marianne, maledicendo sé stessa e la sua timidezza.

Il ragazzo negò con il capo. << Ti sbagli invece. Poi, sembra rispecchiarti molto.. mi sbaglio? >>

Lei arrossì. << Non sono in grado di giudicare se i nomi rispecchiano o no una persona, non sono molto brava. Però...Mi farebbe piacere se me lo dicessi tu, Joseph >>.

Il ragazzo annuì. << Io credo di sì. Penso che.. >> si fermò un attimo e scrutò meglio il viso della ragazza. << Sia un nome molto dolce, ed anche tu sembri esserlo. >>

La rossa si attorcigliò un boccolo attorno ad un dito per l'imbarazzo. << Già... >>.

Subito Joseph notò una nota di malinconia nella sua voce, come se, quel sospiro lo stesse portando alla realtà. << Qualcosa che non va? >>

Lei scosse la testa. << No, no, sta' tranquillo. Non voglio annoiarti con i miei problemi, davvero, parliamo d'altro >>.

Il ragazzo annuì accondiscendente. << Volevo chiederti scusa per mio fratello Nick. Di solito non è così sfrontato. >>

Marianne rise. << Mentre invece Rose è sempre così. Ora che è ubriaca anche di più >>.

<< Penso a Nicholas interessi. O non si comporterebbe così. >> aggiunse lui con un sorriso beffardo.

<< Oh, anche a lei! >> esclamò la ragazza.

<< Bene! Credo che Nick mi ammazzerebbe se sentisse questa conversazione. >>

<< Rose mi infilerebbe la testa nel gabinetto >> proseguì Marianne ridendo << Joseph, posso chiamarti Joey? >>.

    << Chiamami come vuoi! Nessuno mi chiama mi Joseph.. Sono Joe, Joey, Danger e.. un mucchio di altra roba. >> rispose sorridendole affabilmente.

<< Danger? >>.

Joe rise. << Si, mi considerano uno un po’.. Pericoloso. Ma in senso buono, tranquilla! >>

Anche lei rise. << D'accordo, allora    Joey    ...Dimmi qualcosa di te >>.

Sentiva come se fosse speciale. Come se l'avesse protetta.

E, mentre parlava di lui, non si accorgeva del mondo che le girava intorno.

Non si accorgeva di Rosemary che stava ingurgitando quantità industriali di alcool seguita da Nicholas, che però era più moderato.

Joe sorrise, stringendo tra le mani un bicchiere che conteneva un goccio di un insulso liquido di cui neanche conosceva il nome.

<< Non sono bravo a parlare di me.. Lo trovo strano. Ad ogni modo ho ventitré anni, e suono in un complesso che mi fa guadagnare fior di milioni e poi.. La mia vita si ferma qui. Visto? Non sono neanche interessante. >>

<< Invece sì...Cosa suoni? >> fece Marianne.

      << La chitarra e anche il tamburello! >> rispose lui ridacchiando. << Ma di solito canto. >> aggiunse con orgoglio.

<< Che meraviglia! >> esclamò la rossa << Amo la musica >>.

Joe annuì. << E tu? Che cosa mi dici di te? >>

Marianne alzò le spalle. << Marianne Gray, vent'anni, studentessa di medicina la mattina e segretaria per pagarmi gli studi il pomeriggio. Vivo sola e mi ci sento spesso, mio padre è morto cinque anni fa mentre mia madre è scappata quando io ne avevo diciassette, lasciandomi con il mio fratellino di sei anni che vive in ospedale. Un po' uno schifo >>.

Lo sguardo di Joe si addolcì. Rimase stupito dalla sua franchezza, sincerità.

Nessuno si sarebbe mai sognato di raccontare la sua vita ad uno appena conosciuto, eppure lei lo aveva appena fatto.

E questo lo fece sentire maledettamente bene.

<< Almeno hai la tua amica.. >> disse con un sorriso sincero.

<< Già. Lei è un dono da Dio >> sussurrò Marianne, osservando Rosemary con immenso affetto e gratitudine negli occhi << Oh Cielo, Joseph, perdonami...Non ti volevo seccare con tutte queste cose che probabilmente neanche ti interessano, io, non so che mi abbia preso, davvero, scusa... >>.

<< No, no ma cosa dici! >> esclamò il ventitreenne, e prese involontariamente una mano della ragazza e continuò a dire << Ammiro molto il fatto che tu riesco ad essere così serena.. E' incredibile. >>

Forse non avrebbe dovuto farlo.

Marianne sorrise e strinse forte la mano di Joe. Le sembrava di sentirsi meglio, in quel momento. << Forse    sembro     serena. Certe volte penso che ho bisogno di una mano >> e, dicendo questo, lanciò uno sguardo alle sue dita intrecciate a quelle del ragazzo.

<< P-P..Posso capirti. A volte la gente si avvicina a me solo per interesse.. Ed è bello vedere che non tutti, sono così. >> Joe alzò lo sguardo verso Marianne e sorrise debolmente.

              << Beh, se può farti sentire meglio, io non ho la minima idea di chi tu sia se non un ragazzo fantastico che è considerato un pericolo >>.

Joe rise. << Beh grazie, ragazza fantastica dal cuore d'oro. E se proprio vuoi sapere chi sono.. Ti basta guardare quella foto la infondo e vedere cosa c'è scritto. >> disse,indicando lì dove Marianne avrebbe dovuto guardare.

Lei obbedì, e guardò un enorme poster che ritraeva tre ragazzi con le chitarre. << Jonas Brothers >> disse << Quello è Nicholas? >>.

Il ragazzo annuì. << Si, e poi quello è il nostro fratello maggiore Kevin. >>

<< Una banda di fratelli...Che cosa dolce >> commentò Marianne. Quanto avrebbe voluto che anche il suo fratellino Danny avesse queste possibilità.

<< Già. >> si limitò ad affermare Joe con un sorriso sereno stampato in volto.

Rivolse a Marianne uno sguardo che forse, solo lui fu in grado di capire.

Lei fu solo capace di arrossire, e di dire sottovoce: << Forse dovremmo far calmare un po' Rose e Nick o... >> si bloccò, sconvolta dalla scena che si ritrovò davanti.

Nick teneva Rose da un fianco, mentre la ragazza ormai priva di autocontrollo, tentava di non cadergli addosso.

<< E allora smettila di dire stronzate! Non è vero che i coccodrilli puzzano. Piuttosto tu puzzi. >> ribatté la ragazza con decisione. Non sembrava assolutamente ubriaca, dato che certe uscita le aveva anche da sobria, ma se non fosse stato per quello strano luccichio negli occhi…

Marianne scoppiò a ridere, seguita da Joe. << I coccodrilli puzzano, Joey? >>.

<< Non lo so e non lo voglio sapere! >> ribatté il ragazzo guardando male suo fratello.

<< Ma tu guarda un po', sono totalmente impaz... >> iniziò Marianne, ma poi la sua voce si strozzò, non fu più in grado di pronunciare una parola non appena vide ciò che successe poco dopo.

I fitti ricci di Nick sembravano voler completamente ricoprire il volto di Rosemary, ed insieme, quello che stava succedendo.

Non che non fosse lecito o immorale, ma era del tutto fuori luogo baciarsi dopo mezz'ora e in quella maniera.

Per quanto anche lo stesso Nicholas lo ritenesse poco ortodosso, non sembrava volersi contenere.

O meglio.

Non voleva    fermarsi    .

E, per quanto avesse potuto bere, la sua mente era rimasta lucida fino a quel momento, anche quando, si ritrovò a distanza fin troppo pericolosa dalle labbra di Rosemary.

E sarebbe stato un peccato per quella notte di follia non baciarla.

<< .. mi hai baciata.. Visto che avevo ragione io? >> bisbigliò Rosemary dopo essersi separata dal ragazzo.

<< Ragione di cosa? >> si intromise Marianne freddamente, afferrando il braccio dell'amica.

<< Ragione che le ragazze hanno sempre la meglio. >> borbottò soddisfatta.

Poi, prese la sua testa tra le mani e fu avvolta da un gran dolore. << Ed io dico che è abbastanza. >> affermò poi, scendendo dallo sgabello barcollando.

La rossa fulminò Nicholas con lo sguardo. << Rose, andiamo a casa >>.

<< Ehi! Non date la colpa a me! Abbiamo bevuto entrambi.. >> si intromise Nick per cercare di discolparsi.

<< Taci, e andiamo anche noi. >> si affrettò a dire Joe con tono severo.

Marianne cinse le spalle di Rosemary per sorreggerla. << E' stata una bella serata, Joey...Beh, fino ad ora >>.

<< Mi spiace.. >> sussurrò il ragazzo, prima di sorriderle in modo a dir poco disarmante.

Lei si dimenticò di respirare per qualche istante. << Ci...Ci rivedremo? >>.

<< Io credo di sì.. Ora.. Porto via mio fratello, prima che faccia ulteriori danni.. A presto, Marianne. >> sussurrò il ragazzo, prima di trascinare via con sé Nicholas e sparire completamente tra la folla.

Marianne non riuscì a muoversi per qualche secondo. Già sentiva la nostalgia di Joseph e sperava che l'avrebbe rincontrato.

Poi, con un sospiro, aiutò Rosemary ad uscire dal locale e la portò a casa.

 

 

 

Ci auguriamo che questo esperimento prodotto dalle sei mani di slideaway_, LadyBird27 e abigailw13 vi piaccia, anche se è portato avanti da solo quattro mani perché una delle nostre si trova dall'altra parte del mondo…Lunga storia. E’ davvero molto importante per noi e gradiremmo molto sapere la vostra opinione!

Teniamo a precisare che questa storia non è scritta a scopo di lucro e che la famiglia Jonas non ci appartiene. Rosemary, Marianne e gli altri personaggi ci appartengono, in quanto sono di nostra invenzione.

Fateci sapere!

   
 
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