Prefazione.
-come far aumentare il
numero di parole in una storia-
19 Luglio 2010
h 2.32
Luoghi:
Royal
Holloway College-Piemonte (dove
mi trovo attualmente).
Mentre
ero in Inghilterra e in campagna
ho scritto sul cellulare alcuni
appunti per shot che mi sono saltate in mente per il regalo a una
persona speciale, la mia cara amica Rò.
Sì, lo so, sono assurde,
inutili e orride. Non sono certo brava come te. ;)
Però ci ho
provato.
Volevo farti anche un bel video solo che non ho avuto
tempo e materiali adatti per fartelo. (Perdono!)
Ho scelto di
scrivere delle storie, alcuni disegni e uno sfondo per il tuo canale
yt perché sono la cosa più naturale e semplice -almeno, per me- che
avrei potuto farti come regalo.
(Molte “opere” sono state
partorite verso le 2.30 di notte, indi, non fucilarmi! Mi dicono che
sono un gatto non per nulla ù.ù )
Devi perdonare questa povera
pazza, che non ha altro da fare che scrivere.
Bene, bacioni anche
a tutti coloro che leggeranno, per scelta o per errore, queste
shot
Ancora tanti auguri Rò! <3 Meeeow! ^O^
(A parte che
non te le dedico solo per i tuoi diciotto anni, ma anche perché te
le meriti! =D)
Bye!
P.S.
Rò... Io non so scrivere storie allegre ç__ç sorry Y-Y aspettati
shot malinconiche... Non tutte ma molte di queste...
.An eternal goodbye's fear.
(ossia, iniziamo bene... ^-^”)
-Kagome-
Ho
sempre creduto.
È per questo che non ho mai dubitato.
Mi hai
detto di aspettare ed io ho aspettato.
Sei fermo, mi volti le
spalle.
La pioggia, insistente, cade incessantemente su di noi.
I tuoi occhi non raggiungono i miei.
Perché?
Cosa temi?
Me, per caso?
O forse sono io che ho paura, paura della
verità?
Paura di quelle dolorose parole che so che vuoi dirmi ma
che non ho il coraggio di ascoltare?
Comprendo fin troppo bene
che per me non c'è posto.
Sgomitare e spingere per trovarne uno,
angusto ed opprimente, non è la giusta soluzione.
Ti giri, mi
guardi negli occhi.
Le tue iridi dorate si fondono nelle mie
color dell'ebano.
Non riesco a parlare.
La gola è secca.
Il
tuo sguardo magnetico mi immobilizza, paralizza ed atterrisce per
manciate di secondi che paiono anni, lunghi e interminabili.
Vorrei
gettarmi ai tuoi piedi, abbracciarti le ginocchia e chiederti di
scegliere me.
Vorrei implorarti, urlare, strappare l'erba e
inebriarmi col suo profumo.
Vorrei appoggiarmi sulla tua spalla e
piangere, liberandomi da quel dolore che strazia il mio cuore, ormai
a pezzi.
Vorrei chiederti di amarmi, perché io amo te...
Muovo
alcuni timidi passi all'indietro, verso il bosco.
Inizio a
correre.
Sì, sto scappando.
Questo mi fa sentire ancora più
vile e triste di prima.
Le lacrime, prepotenti, fanno irruzione
nei miei occhi stanchi.
I rami delle piante mi avvolgono come
braccia scure.
Continuo a
correre, rapida ed agile nel cuore della foresta.
Sento il tuo
sguardo ancora su di me.
Perché non mi segui?
Non sono,
quindi, l'unica a non volerti abbandonare, a non volerti lasciare, a
non volerti dire addio.
Le gocce si mescolano alle lacrime amare
che mi solcano il viso.
Non c'è mai un dolce veramente buono, una
verità realmente pura, una realtà veramente serena.
Prima o poi,
tutto finisce.
Lo so.
Sparisco, infine, nel buio della foresta,
accompagnata solo dal ticchettio dell'acqua e dal rumore sordo dei
battiti del mio cuore spezzato.
È un addio, Inuyasha?
.My life depends on you.
-Kagome-
Ogni parola,
ogni sguardo,
ogni gesto,
ogni respiro
mi
può ferire, Inuyasha.
Sono brava a fingere.
Sono come un prato,
un campo d'erba fresca.
Ogni qual volta che è calpestato
i fiori che lo compongono appassiscono
e le erbacce li sostituiscono.
Eppure non urla,
non grida,
non piange
se ciò accade.
Ma soffre.
E gli steli continuano a ricrescere
e
i boccioli a germogliare.
.Our
indistructible friendship.
Ovvero, chi sono i
veri amici.
Cosa vuol dire essere davvero amici?
Passare bei momenti insieme?
Facciamo
shopping Kagome? O andiamo a mangiare qualcosa!
Divertirsi
insieme?
Kagome,
non trovi che il film fosse meraviglioso? Yuka, che ne pensi?
Scherzare
e ridere insieme,
a
volte con sarcasmo un po' troppo pungente?
Ah
ah, quindi il tuo ragazzo teppista tiene il piede in due staffe?
No.
Essere
amici significa condividere emozioni reali,
capirsi con uno
sguardo,
sapere dire di no,
potere essere sempre se stessi
e togliere ogni maschera,
aiutarsi nei momenti peggiori
e
gioire insieme in quelli migliori.
Forza,
so che ti piace! Diglielo!
Non
fare scemenze, te ne potresti pentire. Kagome, non rischiare troppo
per noi.
Non piangere, andrà meglio. Noi siamo qui, non sei
sola.
Ci siamo io, Miroku -anche se mi rendo conto che la presenza
del libertino potrebbe solo sconfortarti-, Shippo, Kirara e
soprattutto Inuyasha.
Amicizia?
Indissolubile legame inesprimibile a parole.
Grazie, amici miei.
.I
was waiting for you.
-Sesshomaru
e Rin-
Stringi
tra le piccole e fragili mani un mazzo di fiori di campo.
Non ti
sei ancora accorta della mia presenza.
Sospiri.
Ti volti alla
ricerca di altri fiori.
Il vento trasporta i petali rosa del
ciliegio come in una danza.
Mi vedi e sobbalzi.
Le pulsazioni
del tuo cuore aumentano freneticamente.
Mi
osservi con i tuoi occhietti color caffè un po' preoccupata.
Mi
scruti attentamente.
Mi
squadri da testa a piedi per accertarti che non sia ferito.
Mi
sorridi ingenuamente e fai giravolte su te stessa.
Ridi.
Mi
volti le spalle.
Sembri concentrata su di una farfalla posata su
un bocciolo adornato da gocce di rugiada simili a diamanti.
La
osservi vacuamente.
Gli
uccellini cantano allegri.
L'odore delle lacrime salate misto a
quello dei fiori mi solletica il naso.
Hai avuto paura? Stupida...
“Andiamo, Rin.”.
Ti muovi con innaturale compostezza.
Odo
il fruscio dell'erba calpestata dai tuoi piedi di bambina.
Poi mi
tiri la manica della veste.
Ti scruto severo e immobile: hai gli
occhi rossi.
Mi porgi quel mazzolino di fiori raccolti con tanta
pazienza e cura in questo assolato pomeriggio di luglio.
“Tsk...”.
Scrollo
di dosso le tue mani, senza prendere i fiori.
Temo, per un
istante, di averti ferita ma continui a sorridere e mi segui, ridendo
e facendo giravolte.
Che bizzarro cucciolo umano... Rin.
Note dell'autrice.
Ovvero, un intermezzo/sclero.
Dunque,
per ora ho finito queste... Direi che ne scriverò altre. Voglio
proprio fare un regalo che sia almeno leggibile e decente!
-Sì,
Mary parla da sola, come fosse una pagina di diario (?)-
Beh,
vediamo cosa mi viene in mente di nuovo in questo mesetto...
Sì, ho iniziato un mese prima perché pensavo di non fare in tempo...---->20 Luglio 2010
Campagna sperduta senza rete internet.
h.14.18
Mi
sono ricordata che, mentre ero al R.H.C., il nostro amabile “teacher”
,Tristan (ha la moglie giapponese e perciò è fanatico del Giappone
e ha un ombrello che sembra una katana! Kya! -Dovevo assolutamente
dirlo. U.U-), ci ha fatto scrivere alcune “mini-saga”, ovvero
storie composte da 50 parole.
Anche io ne ho scritta una, pensando
a InuYasha, fonte di ispirazione di miei vari lavori.
Il “teacher”
mi ha detto che sembra più una poesia.
Naturalmente è in
inglese.
Well, I hope you'll like it! ;)
-Ah ah! Dimmi che per
ora nessuno ti ha mai scritto qualcosa in Inglese!-
*Mary crede la
cosa molto originale*
.Miserable Damned burned white soul.
When
i see her in your arms
I
feel like I'm burning.
My heart wants to stay with you,
but my damned soul wants to leave this pain.
What should I do?
I'm staring in front of you
but
you won't escape again.
What am I waiting for?
Bene
bene... Ho un'altra shot su Sesshomaru e Rin. È un' AU.
Non è
gran che... ma speriamo che nel complesso non sia malaccio...
.Il tuo ricordo.
È
il tramonto. Anche oggi è finita un'altra giornata di intenso
lavoro.
Cammino lento, senza fretta, per le strade di Tokyo.
Sono
quasi giunto a casa.
Passo per il solito vialetto.
La sua
villa...
Rallento ulteriormente il passo. Osservo la finestra
alla quale si affacciava sempre, sbracciandosi e gridando il mio
nome. Ciò mi ha sempre indispettito non poco.
Improvvisamente mi
sembra di scorgere un'ombra.
Mi fermo e fisso quel davanzale, nei
cui vasi i fiori non hanno mai smesso di fiorire.
Sgrano gli
occhi, sorpreso: è lì. Rin si sbraccia e mi sorride. Scuoto la
testa; sarà la stanchezza. Mi stropiccio gli occhi con la mano
libera e quando riguardo la finestra lei non c'è più.
La
stanchezza...
Sbuffo e torno a casa imprecando. Ho perso minuti
preziosi di riposo.
Il giorno dopo, terminato il lavoro decido
di entrare nella villa.
Apro la porta principale.
Lei è lì.
Seduta sulla scalinata con i palmi delle manine appoggiati sotto il
mento.
Ride e fa dondolare le gambe.
“Grazie, Signor
Sesshomaru. Non ti sei scordato di me.”.
La bimba si alza in
piedi e corre al piano superiore. Indossa sempre quel vecchio kimono
consunto e dai colori stinti. I I capelli della frangetta le coprono
gli occhi e porta sempre un codino sopra l'orecchio destro.
“Rin...”
sussurro mentre mi dirigo al piano superiore a grandi falcate.
La
sento ridere; quel suono così grazioso e leggiadro giunge da dietro
quella porta.
Entro, senza indugiare. Non c'è nessuno.
La
finestra è spalancata. È quella finestra alla quale si affacciava
sempre. Sospiro. Osservo quei fiori meravigliosi, che ogni tanto
mettevi tra i capelli. Mi avvicino al davanzale. Ecco, da lì scorgo
un ciliegio impazzito. I petali dei suoi fiori si disperdono al vento
e il loro profumo mi solletica le nari.
Mugugno indispettito: le
mie allucinazioni stanno peggiorando. Con un balzo ritorno in strada.
Come d'abitudine cammino lentamente e stancamente per i viali.
Arrivo
davanti al cancello di casa, guardando il terreno, serio e
pensieroso.
Una voce mi risveglia dai miei pensieri e mi costringe
ad alzare lo sguardo.
“Bentornato, signor Sesshomaru.” una
ragazza dalla carnagione chiara come la porcellana, con occhi color
del caffè e capelli neri, raccolti in parte da un buffo codino sopra
l'orecchio, è immobile e mi sorride raggiante comodamente seduta
sull'ultimo gradino delle scale.
Attonito e sorpreso non dico una
parola.
Raggiungo la porta e fisso quella ragazza così diversa
dalla bambina che conoscevo.
“Ciao... Rin.”. Nulla è
cambiato, ti ho sempre aspettata. Sei solo cresciuta. Ora non sei più
un cucciolo. Ora sei una donna, Rin.
Apro la porta, che si
richiude alle nostre spalle.
Bentornata, Rin.
Sì.
Si tratta di un'altra potenziale storia inutile!
Vi invito a
votare! Quale shot vi è sembrata la più idiota?
Rò -_-” sono
orrende... Mi vergogno di 'ste schifezze.
*Piange a dirotto. Mary
ci sta provando! Ma non è colpa sua se non è gran che a
scrivere!*
Non so nemmeno se farti leggere 'ste cose... Tu che sei
così brava...
*Si rifugia nel suo anfratto personale a
piangere*.
Sì, come shot di compleanno sono davvero patetiche!
Quasi tutte angst! X,D beh, ribadisco, io ci sto provando.
.Tra vita e morte.
Eccomi, ancora una volta, in
braccio alla morte; immersa in questo lago mentre attendo l'unica
persona in grado di salvarmi.
Nessun suono giunge alle mie
orecchie. L'acqua, che mi culla dolcemente, funge da isolante. Le
forze mi abbandonano sempre più ogni istante che passa, ogni secondo
che scorre. Fa freddo, anzi, si gela.
Il veleno distrugge, smembra
e dilania questo corpo di argilla, fragile gabbia che trattiene la
mia anima dannata in questo mondo che mi ha fatto conoscere il vero
inferno, il vero dolore.
Attendo, impotente, la mia fine o la mia
salvezza.
Il buio mi circonda e l'acqua, dapprima limpida e
cristallina, continua a tingersi di nero: il veleno la sta
contaminando.
Ripenso a te, InuYasha.
Ah, quale infausto
destino ci ha colpiti.
La nostra sorte è stata dapprima
decisa?
Un sentiero di odio e rancore è stato disegnato per il
nostro fato?
È una strada tinta del rosso scarlatto del sangue
che ha macchiato le vesti, gli artigli e che ha infiammato i tuoi
occhi; è un percorso nero come le tenebre che sono nate nei nostri
cuori e scuro come l'oblio e l'ignoranza che hanno offuscato le
nostre menti.
Il dolore, la tristezza hanno davvero distrutto
queste nostre misere vite?
Forse la mia... Perché tu non sei
solo. No...
Una luce. Il calore riscalda il mio cuore.
L'acqua
ritorna limpida.
Ah, sei tu... Alla fine mi hai salvata...
Perché
l'hai fatto?
Mi tocco la spalla e faccio scorrere la mano fino a
sfiorare il petto: la ferita non c'è più.
Il veleno non è stato
completamente eliminato.
La
mia fine è stata solo rimandata.
Kagome,tu
hai salvato la mia anima.
Il mio petto... è ancora caldo.
.Scelta.
Ho sempre saputo che eri
timido.
Ho sempre saputo che eri orgoglioso.
Non ci sono mai stati grandi
discorsi.
Mi sono sempre accontentata di questo:
starti accanto
è sempre stato il mio più grande desiderio.
Perché ora non è
più così?
Sono passati tre anni dalla
sconfitta di Naraku.
Sono passati tre anni da quando ci siamo
separati.
Ora sono di nuovo qui, con
te.
Ho scelto te.
Tu sei la mia scelta.
Tu sei il mio
destino.
Raccolgo le erbe medicinali, secondo gli insegnamenti della vecchia Kaede.
Ora sono una sacerdotessa a
tutti gli effetti, baby sitter nel tempo libero.
Già, curo i
bimbi di Miroku e Sango quando desiderano passare un po' di tempo
soli.
Anche se, ultimamente, sta
diventando un'abitudine!
Guardo le gemelle scorrazzare nel prato
allegre e vivaci come al solito.
“Secondo me quelle mocciose
sono iperattive!”. Sobbalzo sentendo quella voce così familiare
alle mie spalle. Arrossisco.
“Brillante deduzione!”. Esclamo
ridacchiando.
Il mio hanyou si siede a braccia conserte al mio
fianco, mentre riordino le erbe appena raccolte.
“Kagome! Siamo
venuti a riprenderci le pesti! Si sono comportate bene?”.
Le
bambine corrono tra le braccia di Sango e Miroku, che portano con
loro anche l'ultimo nato.
“Sono state bravissime, come sempre.”.
Sospiro e lego con uno spago le piantine che ho posato davanti a
me.
InuYasha borbotta qualcosa di incomprensibile ed emette un
basso suono gutturale.
Non cambierà mai.
“Beh, noi andiamo!
Fate i bravi voi due!”. Miroku ridacchia e sparisce al seguito
della moglie.
Istintivamente arrossisco e il mio cuore
sussulta.
“Tsk...”. Il mio hanyou rimane in silenzio finché
la famigliola non scompare nel bosco.
Non mi aspetto nulla,
assolutamente nulla da lui.
Non è mai stato molto
espansivo, lui...
Durante quei pochi momenti passati da soli siamo
sempre rimasti semplicemente in silenzio.
Appoggio la testa sulla sua
spalla. Sono davvero stanca. Oggi più del solito.
Anche il cuore
fa più male degli altri giorni.
Pensavo che restarti affianco,
semplicemente, come ho sempre fatto mi bastasse.
Cos'è cambiato?
Cos'ho che non va?
“Kagome...”. Il mio nome detto da lui con
la sua voce calda e con quel tono così dolce e allo stesso tempo
severo mi fa sussultare. “Starti affianco...”. È titubante. Il
suo respiro è affannato. Deglutisce e continua. “Starti affianco,
non mi basta più.”.
Il cuore smette di battere.
Come? Io... Io... non gli basto più?
Forse...
Le sue mani mi
prendono il viso e mi guarda intensamente negli occhi.
Una lacrima
solitaria percorre la mia guancia.
Non mi lasciare, InuYasha, io
ho scelto te.
Tu sei la mia scelta.
Non
mi abbandonare.
I suoi occhi sono incatenati ai miei.
Ci siamo
solo noi.
Il vento fresco ci scompiglia i capelli e gli ultimi
raggi del sole ci accarezzano la pelle.
“Io... Kagome...”.
Biascica ancora qualche parola.
Ho sempre saputo che eri timido.
Non mi sono mai aspettata nulla.
Mi basta guardarti per
capire cosa vuoi dirmi.
Le mie labbra si incurvano in un
sorriso.
Abbassa lo sguardo per poi sussurrare velocemente quello
che ho atteso da una vita. Quello che ho sempre sperato e sognato.
Quello che mai ho avuto il
coraggio di chiedere.
Quello che in fondo al cuore ho sempre
saputo.
“Ti amo.”. Sentire quelle dolci parole mi fa fremere.
Avvicini le tue labbra alle mie e mi baci.
So quanto sia stato
difficile per te.
So quanto tu sia
orgoglioso.
Ho sempre saputo che mi amavi.
Ora ci credo.
“Anche io, InuYasha.”.
Ebbene, se ce l'hai fatta ad arrivare fin qui ti faccio un grande applauso! Ma non sei alla fine.
*Silenzio*.
Ti
manca da leggere un'ultima shot!
*Silenzio*
Arrivata
a questo punto potrei anche dirti di non leggere, ti ho stressata
fin troppo.
Ma già che ci sei...
^x^”
.I'll be like you.
Si rimirava soddisfatta allo
specchio.
Indossava un paio di pantaloni gessati, una camicia
azzurra e una giacca nera.
La cravatta era legata in
vita a mo' di cintura.
S'era calcata in testa un grande cappello e
portava sul naso un paio di occhiali.
Ai piedi aveva delle scarpe
smisuratamente grandi per lei.
Per completare il tutto si era
spruzzata un po' di profumo e aveva spalmato sul suo viso una schiuma
bianca che lui usava tutte le mattine.
Fece un giro su se stessa
soddisfatta e sorrise a trentadue denti.
Così era proprio un vero
maschio.
“Io sono un vero youkai e
sono il nuovo direttore della ditta Tashio!”. Esclamò
ridacchiando, imitando una voce maschile e profonda.
Lui la
spiava, cercando di trattenere un sorriso, da dietro la porta.
Lui
non sorrideva mai.
Non era, come dire, nel suo stile.
La vide
sedersi con aria truce sulla sua poltrona da lavoro.
Lo stava
imitando?
Rabbrividì.
Le dava davvero un'impressione così
negativa di sé?
Sospirò.
Rin, vedendolo, si voltò verso di
lui di scatto e disse con grande serietà a braccia conserte:
“Da
grande sarò come voi, Sesshomaru-sama! Sarò un vero uomo.”.
Lo
youkai maggiore lo scrutò accigliato.
Si avvicinò a lei e le
tolse la schiuma da barba dal viso.
La fece, poi, sedere sulle sue
ginocchia.
“Dovresti pensare a diventare una buona donna,
Rin.”.
Lei lo osservò confusa e un po' dispiaciuta.
Non
voleva che fosse come lui?
Si accigliò e stette zitta con le
manine serrate a stringere i pantaloni.
Poi si rasserenò e
proferì sorridente:
“Allora diventerò la
buona donna di Sesshomaru-sama.”.
In quel momento lo youkai
sorrise.
E arrossì impercettibilmente.
Abbiamo
finito, Rò e lettori vari.
Spero con tutto il cuore che ti abbia
fatto cosa gradita con queste shot.
Bene...
A presto <3
bacini...
Mary.