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Autore: happily_ever_cadaver    07/09/2010    1 recensioni
come al solito Roxas aveva fatto di testa sua; quell’incosciente aveva voltato le spalle all’Organizzazione,ma la cosa che più lo faceva infuriare era che avesse voltato le spalle a lui. Il fatto è che non poteva biasimarlo mica, perché Axel stesso, tempo prima, aveva considerato l’idea di scappare. O almeno, lo aveva fatto prima che quel moccioso piantagrane arrivasse: Roxas era stato come una boccata d’aria fresca
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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the importance of being resolute


Comincerò col dire che questa è la prima one-shot che scrivo su Kingdom Hearts. Diciamo che è la prima che scrivo in assoluto, ecco.

Questo,però, non giustificherebbe la mia completa inettitudine nello scrivere, quindi, ve lo chiedo per favore, mi piacerebbe sapere la vostra opinione.
Premetto: è una cosa piccola,piccola, uscita di getto in un momento di delirio. In realtà uscita di getto mentre stavo giocando a “Kingdom Hearts 358/2 days” . La storia si ambienta quando Roxas ha appena lasciato l’Organizzazione e blablabla, e quando Axel trova il ricordino che l’altro gli ha lasciato nella busta.  Insomma, mi ha fatto pensare un bel po’ a ciò che avrebbe potuto sentire Axel e così ho scritto. Ditemi voi!  
(Il pezzo, comunque, è precisamente questo: 
http://www.youtube.com/watch?v=3D04Cvwavfo )

Questa fanfiction è scritta per puro diletto, senza alcuno scopo di lucro. I personaggi, sfortunatamente, non appartengono a me ma alla Square Enix e alla Disney, perché se appartenessero a me a questo punto Sora e Riku sarebbero ancora da soli su quell’isola. Detto ciò, credo si possa cominciare!






The importance of being resolute:


Nel silenzio della sua stanza si era lasciato cadere seduto sul bordo del letto, tenendo fra le mani la busta lasciatagli da Roxas prima di andarsene; aveva sorriso, uno di quei sorrisi amari che faceva sembrare il suo sguardo ancora più cupo. Aveva scosso il capo e si era rigirato più volte il bastoncino di gelato fra le dita, socchiudendo gli occhi con aria assorta  << ti diverti a manipolare la gente, Roxas? >> aveva borbottato; era così arrabbiato con se stesso. Neanche questa volta era riuscito a fermarlo, quello stupido ragazzino. Come al solito Roxas aveva fatto di testa sua; quell’incosciente aveva voltato le spalle all’Organizzazione,ma la cosa che più lo faceva infuriare era che avesse voltato le spalle a lui.
Il fatto è che non poteva biasimarlo mica, perché Axel stesso, tempo prima, aveva considerato l’idea di scappare. O almeno, lo aveva fatto prima che quel moccioso piantagrane arrivasse: Roxas era stato come una boccata d’aria fresca;   riusciva a farlo sentire ogni giorno più vivo, completo, come se il suo scopo nella vita non fosse solo quello di raccattare cuori in giro per i mondi. E adesso se n’era andato,ora quello stupido era libero, proprio come lo è il vento, libero di portare scompiglio e di portare sollievo, libero di fare ciò che voleva. Quando quel biondino era arrivato, Axel di certo non avrebbe  mai immaginato che un giorno, poi non così lontano, si sarebbe trovato a dannarsi per lui; perché l’aveva lasciato in balìa di se stesso. In balìa delle proprie domande, che probabilmente non avrebbero mai avuto risposta.  In quel momento, forse più del solito, sentì un senso di vuoto incolmabile proprio all’altezza del cuore. E la cosa spiacevole era che non avendone mai avuto uno, non ricordando di averne mai avuto uno, non sapeva come identificare quel dolore. E allora si era limitato ad alzarsi dal letto, facendo cigolare le molle, e aveva deciso che non si sarebbe dato per vinto; avrebbe rivisto Roxas, in un modo o nell’altro, e l’avrebbe costretto a ritornare. Gli avrebbe dato tanti di quei calci su quel culo pallido da fargli implorare pietà; ed Axel, si sa, era un uomo veramente risoluto. D’ora in poi Roxas sarebbe stato la sua missione, il suo scopo.  Schioccando la lingua contro il palato si era avvicinato alla finestra, spalancandola con un gesto secco della mano : << non ho bisogno di questo, memorizzato? >> e mentre gettava il bastoncino di gelato fuori dalla finestra era sicuro che lui e Roxas, un giorno di quelli, sarebbero tornati su quella torre a Twilight Town, a chiaccherare spensieratamente come un tempo. Perché lui era Axel e non si sarebbe arreso per niente al mondo; memorizzato?






<< OUCH! PIANTALA DI BUTTARE LA SPAZZATURA DALLA FINESTRA, AXEL! >> Demyx non era mai stato un tipo particolarmente paziente.






fortunatamente, per voi, questa è la fine.
Spero vi sia piaciuta (?) almeno un tantino.
Se volete scusarmi, adesso andrò a prepararmi per il lancio della verdura.
Adiooooos!

  
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