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Autore: Dea Elisa    07/09/2010    1 recensioni
...e se quando troverò il coraggio di dirti che mi manchi, ormai sarà troppo tardi?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Ho preferito suddividere in capitoli quella che doveva essere una one-shot. L'unico problema? Che la one-shot sarebbe stata troppo lunga, ma adesso sono i capitoli ad essere troppo corti. A parte questo piccolo particolare...
Pairing: Anna/Antonio
Contesto: sapete che non lo so? Forse a metà della prima serie.







E se cascasse il mondo?







Finché si è in vita c'è sempre tempo per pensare al futuro.

C'è sempre la speranza di concludere un discorso iniziato, una litigata in sospeso, un abbraccio durato troppo poco, una parola rimasta impigliata tra la gola e i denti, un sogno interrotto.

 

Caro Antonio, e se quando troverò il coraggio di dirti che mi manchi, ormai sarà troppo tardi?

 

Tutti hanno questo genere di coraggio, su di un pezzo di carta. Quando poi è il momento di sputare in faccia i propri sentimenti, non ci sono discorsi preparati che tengano, non ci sono frasi che alludano a qualcosa di più, non ci sono sguardi rivelatori a rendere tutto più facile. C'è solo lui, davanti a te, l'espressione seria, magari infastidita dalla tua inopportuna vicinanza.

Sì, c'è solo lui.

Lui che pensa a un'altra, o a tutto fuor che te, inutile ballerina nelle grinfie di un burattinaio incompetente.

 

E se morirò senza poterti ricordare quanto ti ho amato?

 

Patetico, il tuo tono melodrammatico.

Era quasi un ricatto, un porsi di fronte ad un certo rimorso. Così mai saprai se era vero sentimento o solo compassione nei confronti di una povera malata d'amore.

 

Stropicci l'ennesimo foglio di carta che getti sul mucchio degli altri, ricchi di frasi scomposte, parole in libertà, pensieri troppo tristi per essere tenuti dentro.

 

E se ti chiedessero di esprimere un ultimo desiderio? Torneresti da me? Abbracceresti il tuo primo vero amore e moriresti insieme a lei?

 

Ma che discorsi!

Non stai per morire.

E nemmeno lui.

E forse, chissà, non eri nemmeno il suo primo vero amore.

Dovresti smetterla di cadere nella trappola del pessimismo, l'amico che ti accompagnava nei giorni stanchi.

E quello che tra qualche ora sarebbe sceso era uno di quelli.

Ma anche ieri.

E domani.

In una giostra continua di monotonia.

 

“Mamma” non ti eri accorta che qualcuno avesse aperto la porta: ora i tuoi pensieri offuscavano anche le percezioni sensoriali.

Se non ti conoscessi diresti di aver bisogno di un medico.

Ma di uno bravo.

E bello.

E che ti curasse come volevi tu.

No, Anna, respira.

È indelicato e perverso passeggiare tra questi pensieri quando un’Emilia dal faccino preoccupato sostava sull’uscio della porta.

 

“Dimmi amore” te ne esci poi.

“Venite a cavalcare con me?”

“Lo sai che non so fare” almeno potevi vantare questa scusa.

“Sì che sapete fare... basta solo che riprendiate un po’ la mano. Ad andare a cavallo non ci si dimentica mai.”

Antonio.

Forse una cosa simile te l'aveva detta anche lui.

“Vai, ti raggiungo.”

Sorridente ed eccitata, Emilia corre via.

 

Il che significava avere suppergiù cinque minuti per comporre qualcosa che somigliasse ad una lettera.










   
 
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