Terza classificata a pari merito al
contest “To the very last word” indetto da signorino.
Monochrome ~
Non c’è colore, nella stanza.
Ci sono solo quei
puntini rossi sui suoi avambracci stanchi.
Ha provato ad ignorarli.
A fingere di averli dimenticati, di non essersene accorto. Ma quando alza gli
occhi, tutto ciò che ottiene in cambio è bianco.
Bianche le pareti, la
sua pelle, la luce; bianchi i vestiti degli uomini che ogni giorno vengono a
prenderlo con sguardi bianchi e siringhe bianche.
Il ragazzo sa il perché.
Il bianco è il niente – e lui non ha niente. Né illusioni da costruirsi, né
ricordi da rimpiangere.
Ha solo i puntini rossi,
a ricordargli in silenzio che non esistono sfumature di colori buoni.
Poi, un giorno, arriva l’uccellino.
[
110 parole ]
Correttezza grammaticale e lessico:
10/10
Ti ho dato il punteggio pieno in parte perché non c’erano sviste grammaticali,
in parte perché a mio parere lo stile ed il lessico che hai utilizzato –
semplici, con molte ripetizioni volute, quasi come se stessi parlando di un
bambino – si adattano perfettamente a Finian: lo vedo proprio come un bambino
ingenuo ed innocente, che si guarda intorno e non vede altro che sfumature di
colori “cattivi”, e lessico e stile hanno reso molto vivida la lettura.
Ottimo lavoro.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
L’unica sfumatura negativa nel carattere di Finian è stata quando hai detto che
“lui non ha niente, né illusioni da costruirsi, né ricordi da rimpiangere”: mi
è sembrata una riflessione un po’ troppo “consapevole”, per un personaggio come
Finian nella sua situazione. A mio parere si sarebbe domandato, piuttosto, che
cosa sia la felicità e se esista o meno.
Un uomo adulto potrebbe riflettere come tu hai descritto, ma per un bambino,
per un Finian, sono troppo mature e consapevoli del bene e del male nel mondo.
Per il resto, comunque, la trattazione mi è piaciuta molto.
Utilizzo del/i genere/i: 10/10
Anche qui punteggio pieno, perché la malinconia trasuda da ogni singola riga,
tanto da far commuovere lentamente il lettore mentre si procede nella lettura
del triste universo che racchiude il ragazzo, e poi alla fine fa tirare un
sospiro di sollievo, perché, dopotutto, “arriva l’uccellino”, come una luce di
speranza alla fine di un tunnel.
Molto suggestivo.
Originalità: 6/10
Questa, purtroppo, è la più grande pecca della storia.
Il contesto in cui hai inserito Finian – le torture subite in passato – è molto
scontato ed anche le sue riflessioni, a proposito del non aver nulla e non
potere nemmeno immaginare nulla se non il suo mondo bianco, sono molto usate.
Completezza della storia: 8/10
Ecco, questo parametro avrebbe potuto essere meglio, ma ho scelto di non darti
più di così perché, a mio parere, per una riuscita ancora migliore di questo
già buon lavoro, avresti potuto tagliare un po’ la riflessioni sui colori e
aggiungere almeno un’altra riga sull’uccellino, la chiave del breve momento di
gioia di Finian prima che schiacci il povero animale. Da questo punto di vista,
la drabble ha un po’ perso, ma ribadisco che è molto buona ugualmente.
Totale: 43 punti complessivi
Note di Aya :)
Onestamente, cosa posso dire? Sono
soddisfatta. E non si tratta di presunzione, ma di pura e semplice
soddisfazione. Perché sono stata io la prima a dire a signorino che la mia
drabble era scontatissima, perciò alla fine ritrovarmi a pari merito al terzo posto è
stata una sorpresa doppia – e doppiamente gradita. Se poi si considera che ho
scritto davvero pochissimo su Kuroshitsuji, e che questo era il mio primo
contest in tale fandom, non ho davvero di che lamentarmi :D
Grazie in anticipo a tutti voi
lettori <3