Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: _Zexion_    07/09/2010    4 recensioni
C'era il sangue, su quella terra. C'erano Bandiere, Armi e Persone. C'era odore si zolfo e sangue. C'erano lacrime... e Addii. C'era la fine di una guerra, durata troppo a lungo.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E' la prima volta che  mi cimento in una storia su Hetalia, dopo poi una lunga pausa dallo scrivere. Spero di essere riuscita a scrivere quello che sentivo.. e di aver fatto qualcosa di buono XD Detto questo, vi lascio alla storia, grazie a tutti.

 

 

Das Ende

 

 

 

“In guerra non ci sono vincitori, ma tutti sono perdenti, qualunque parte possa vantarsi di avere vinto.”

(Arthur Neville Chamberlain)

 

C’era il sangue, su quella terra. Arida, ormai. Quella stessa terra, che di battaglie ne aveva viste molte e che si era nutrita incessantemente dell’odio e della vita dei soldati, morti per il loro Paese.

Morti, per dare libertà ai loro cari.

Morti, per il loro egoistico ideale di vita.

 

C’erano bandiere, su quella terra. Bandiere di diverse nazioni, di paesi che avevano combattuto con lo scopo di trovare la pace, di diventare più forti, di acquisire un altro territorio più vasto, di arricchirsi.

Nazioni, che avevano tradito.

Nazioni, che erano morte.

 

C’erano armi, su quella terra. Armi progettate per distruggere, per ferire, per proteggere ciò che era più caro loro, ciò che volevano, ciò che odiavano.

Armi, che avevano reso più forti di altri.

Armi, che alla fine non avevano fatto altro che versare sangue.

 

E alla fine, c’erano persone, su quella terra.

Persone, che avevano abbandonato la loro identità per rappresentare un paese.

Persone, che si erano scontrate con i loro cari, amici, fratelli, anche se non volevano.

Persone, che avevano perso tutto.

 

Si guardava intorno, in silenzio. Odore di zolfo, di sangue, di fango. Aveva riconosciuto molte bandiere, molte nazioni, chine ed esauste sui loro compagni, sorridere a chi era venuto loro in soccorso, piangere nel vedere lo sfacelo che aveva comportato quella guerra.

Aveva visto Feliciano e Lovino abbracciarsi, spaventati da quello che era successo. Aveva visto Antonio aiutare Francis, Ivan andare dalle sorelle, Alfred guardare Arthur in silenzio, sapendo che il loro orgoglio di nazione doveva sopraffare quello di persone.

E lui, aveva lasciato Kiku da parte, quando aveva visto cadere l’unica bandiera che era sicuro non avrebbe mai potuto farlo. L’unico, che gli aveva sorriso prima che tutto quello iniziasse e l’unico, che non era tornato indietro.

L’ansia l’aveva sopraffatto e aveva iniziato a correre, verso quella direzione, sentendo le prime gocce di pioggia che quelle nuvole cariche dei loro sentimenti contrastanti avevano trattenuto sino alla fine della battaglia.
Perché prima era troppo presto, per poter piangere, sullo sfacelo di cui loro stessi erano stati artefici. Perché vi avevano partecipato, chi per un motivo, chi per un altro. A che scopo, poi, ora non riusciva a ricordarselo.

Rallentava, mano a mano che notava il vuoto, il silenzio farsi pressante e il cuore battere più veloce nel petto, nel vedere una figura a terra, riversa, come incosciente, sulla bandiera che da piccolo aveva tanto ammirato e tanto voluto eguagliare a potenza, a determinazione, a forza.

Nel vedere suo fratello a terra, che non si muoveva.

 

“Bruder….?”

 

Lo guardava, in silenzio. La divisa macchiata di sangue, gli occhi chiusi, il petto fermo. No. Non era quello che aveva promesso Gilbert, prima di andare via. Si era messo al suo fianco, col solito sorriso spavaldo sulle labbra.

 

“West, quando tutto questo sarà finito, andremo di nuovo a farci una birra insieme, ja?”

 

Aveva sorriso a quelle parole, perché Gilbert era sempre il solito, sicuro di sé. E aveva dato sicurezza anche a lui. Aveva affrontato di nuovo un'altra battaglia, l’ultima, sapendo che l’avrebbe comunque rivisto, che sarebbe andato tutto bene.
Ma ora, quella stessa persona che gli aveva sorriso, giaceva immobile, tra le sue braccia. Non un movimento, il corpo di Gilbert era immobile. La pioggia, aveva iniziato a cadere in gocce fievoli che sembravano prendersi gioco di lui, visto la tempesta che sentiva dentro.

 

“Avanti… non devi dormire, Gilbert… non ora. Dobbiamo festeggiare.. è finita, la guerra, sai? E’ stato uno strazio, si, ma ora è tutto finito. Ci aspetta la birra…”

 

Non una sola parola. Non un movimento. La colluttazione con la verità, che fa male. Lui, era la grande Germania. Lui era vivo. Gilbert… la grande Prussia che lo aveva raccolto, che sembrava invincibile, era morto. Lui e la sua nazione.

 

“ScheiBe….”

Stringeva a sé il corpo esanime del fratello, mentre stringeva gli occhi forti, per non mostrare oltre i suoi sentimenti. Ma la pioggia, li confondeva benissimo, mentre i ricordi lo assalivano.

Mentre la consapevolezza di aver perso una persona a cui teneva, lo colpiva come un uragano.

In quel momento, si rese conto di non saper più cosa fare. Di non capire in cosa credeva, poco prima.

 

A cos’è servita, questa guerra? Cosa abbiamo ottenuto?

 

Guardava il corpo fermo tra le sue braccia, mentre nella testa si formavano delle parole, che una volta aveva sentito da quelle labbra ora cianotiche…

 

 

“Solo i morti hanno visto la fine della guerra.”

(Platone)

 

“Se è vero Gilbert, un giorno, quando ci rivedremo, dovrai dirmi com’è stata la pace.”

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: _Zexion_