Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: MrEvilside    08/09/2010    5 recensioni
« Ti aiuterò, bambina, ed in cambio tu aiuterai me » le sussurrò, come fosse una ninna nanna. « Ti racconterò molte cose sulla dannazione di Ciel Phantomhive, questa notte, anche se temo non ti faranno piacere… my Lady ».
[III classificata al Florence + The Machine contest indetto da Mistral Rapsody]
[Ciel/Elizabeth; Sebastian/Grell, Sebastian/Elizabeth, Grell/Elizabeth]
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gloria
(colonna sonora: Gloria)
 
That’s why you sleep with one eye open 
That’s the price you paid
I said, hey, girl with one eye 
I’ll cut your little heart out ‘cause you made me cry.
 
Ouverture


Paula le aveva afferrato un polso prima che potesse scendere dalla carrozza sulle strade divorate dall’incendio. « No, Lady Elizabeth, » aveva tentato di persuaderla « è pericoloso! »
Ella, tuttavia, non aveva altro negli occhi se non l’immagine di villa Phantomhive che bruciava.
Era sfuggita alla ragazza con uno strattone ed aveva lasciato la vettura che, circondata da un rogo di edifici in fiamme che le aveva impedito il cammino, avrebbe dovuto condurla alla magione per una visita al suo promesso sposo.
« Lady Elizabeth, Lady Elizabeth! »
La voce della giovane domestica fu inghiottita dal fumo nero che avvolgeva la città di Londra; Elizabeth si voltò indietro un’unica volta, preda d’un esitante senso di colpa che fu scalzato dall’irrequietezza.
Soltanto un nome emergeva chiaramente dalla nebbia delle sue confuse intenzioni, attirandola a sé pari un’indicazione avrebbe potuto fare con il superstite d’un massacro che ha perduto la via di casa: la mente lo sussurrava, il cuore lo gridava.
Ciel. Ciel!
Tuttavia, adesso che il fuoco le aveva devastate, le strade apparivano uguali l’una all’altra: presto la ragazzina non aveva più saputo dove fosse e dove si trovasse la villa.
Una trave carbonizzata le aveva sbarrato il passo e, nell’arretrare repentinamente per evitarla, aveva incespicato e rovinato pesantemente fra la polvere. La caviglia aveva emesso uno scricchiolio lugubre e non aveva potuto muoverla, alzarsi; le lacrime le avevano offuscato la vista e, sfregandosi gli occhi, aveva avvertito la cenere sparsa nell’atmosfera introdurvisi a tradimento.
Era ormai circondata dall’incendio e quella circonferenza si stringeva ogni istante di più. Già ora si insinuava nel suo corpo, ustionandole i polmoni, e l’anello di fiori blu marciva a causa dei vapori mefitici. Tossì ripetutamente.
Scorgeva a stento delle ombre al di là del fumo nero e soffocante.
E poi un paio di scarpe lucide.
« Ci… el…? » chiamò, per metà abbandonata all’incoscienza.
« Oh, ma che curiosa sorpresa. Ciao, bambina: è molto tempo che non ci incontriamo, nevvero? È un vero peccato per te che avvenga proprio nell’occasione della tua morte ».
Il clangore metallico di lame che stridevano fra loro le invase d’improvviso la mente indebolita, tanto che abbozzò un fioco grido di dolore e si sforzò di portare le mani a proteggere le orecchie. Eppure, sebbene percepisse quel rumore da qualche parte accanto a sé, lo sentiva dentro la testa e non vi era modo di scacciarlo.
« Per… favore… »
La marchesa Frances Middleford aveva insegnato a sua figlia che soltanto una donna priva di dignità avrebbe mai supplicato; per Elizabeth esisteva però un’eccezione.
« … Ciel… »
« Sei preoccupata per il tuo moccioso? » ridacchiò una voce acuta al di sopra del fragore. « Non hai motivo d’essere tanto in ansia: dopotutto, sarà al fianco del suo “perfetto maggiordomo” come di consueto… oh, dimenticavo che il Contratto dev’essere scaduto. Mi dispiace tanto, mia cara. In ogni caso, non v’è nulla che tu possa fare nelle tue condizioni, se non comportarti bene e lasciarmi fare il mio lavoro ».
La ragazzina aveva appena le forze per seguire il discorso e ne comprendeva il significato soltanto in minima parte; quanto bastava, tuttavia, per recepire quel mi dispiace tanto.
« Farei… qualsiasi cosa… Ti prego, a-aiuta… mi… » Oramai la sua voce era ridotta ad un mormorio roco ed a malapena intelligibile. « Ciel…! »
Percepì la terra a poca distanza dal suo corpo accasciato al suolo che veniva calpestata ed una presenza che le si faceva più vicina, che si chinava su di lei. « Davvero saresti disposta a rischiare ben più della tua vita per quel bambino? » volle sapere, beffardo, l’uomo, sconosciuto ed al tempo stesso in un certo qual modo familiare.
« Ti prego » poté soltanto ripetere un’ennesima volta.
L’eco di quell’ultima, disperata preghiera si perpetuò per un lungo istante, prima che il clangore l’inghiottisse. « Ma che bambina inaspettatamente interessante » commentò il suo interlocutore, interrompendosi per lo spazio d’un sorriso – od un sogghigno – prima di riprendere. « Se tu non fossi stata così giovane ed io già occupato con un’altra persona, avrei potuto innamorarmi di te, lo sai? »
Il clangore assordante si smorzò in una risata ed una lama di luce bianca sfregiò le tenebre di fumo.
Oramai incapace di seguitare ad aggrapparsi alla coscienza, Elizabeth si lasciò cullare nell’abbraccio di quella luce, che la sollevò delicatamente da terra e la strinse a sé con il fare protettivo d’una madre.
« Ti aiuterò, bambina, ed in cambio tu aiuterai me » le sussurrò, come fosse una ninna nanna. « Ti racconterò molte cose sulla dannazione di Ciel Phantomhive, questa notte, anche se temo non ti faranno piacere… »
Una dolce ninna nanna soffiata al suo orecchio dalla Signora Morte.
« … my Lady ».




Prologo di una mini long-fiction classificatasi terza al Florence + The Machine contest indetto da Mistral Rapsody. Il concorso consisteva nello scegliere una citazione tra quelle proposte dalla giudice - tutte appartenenti a canzoni del gruppo Florence + The Machine, come si può intendere - e scriverci sopra una storia. Io ho scelto Girl With One Eye, la quale appartiene ai Florence + The Machine e non a me, come peraltro Kuroshitsuji appartiene a Yana Toboso e non a me ( altrimenti quanto credete che ci avrebbero impiegato Sebastian e Grell a saltarsi addosso? Io non gli darei nemmeno cinque secondi ).
Vorrei ringraziare tanto la giudice per avermi mostrato aspetti del mio stile che possono essere migliorati - e che sto cercando di migliorare - e tanti altri appunti sulle mie storie che mi aiuteranno tantissimo in futuro - e già lo stanno facendo.
Ho deciso di non modificare la storia originale, quindi, a parte gli errori di distrazione, lo stile è rimasto lo stesso di qualche mese fa, quando la scrissi.
Il titolo è ispirato alla canzone Gloria del gruppo Kalafina ed a una drammaticità maestosa e teatrale, come suggerisce la parola stessa, "gloria" ( la colonna sonora non è Girl With One Eye perché la trovavo poco adatta; Gloria, invece, l'ho ascoltata per tutto il tempo che ho scritto la fanfiction, quindi ve la consiglio ).
Grazie, se la seguirete: al prossimo capitolo.
'til next time, chu.
  
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