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Autore: LittleEmma    08/09/2010    3 recensioni
Feci dei lunghi passi il più silenziosamente possibile e la raggiunsi. Le sfiorai il braccio, si girò di scatto come speravo e si trovò con le labbra a pochissima distanza dalle mie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dito scorreva veloce sul dorso dei libri, infilati in ordine alfabetico tra gli scaffali fitti della biblioteca.
Trovare qualcosa era sempre un problema per me. Era immenso quello spazio e c'erano almeno una sessantina di scaffali. L'ambiente però mi piaceva perchè era una sorta di corridoio lunghissimo, le pareti non si vedevano nemmeno tanti erano i mobili sui quali giacevano riposti i libri, il soffitto color panna infondeva calore e un lampadario centenario di cristallo era appeso proprio sopra al bancone di mogano circolare. Sopra a quell'immensa scrivania erano stati fissati due computer  che servivano ai bibliotecari per catalogare i volumi.
I ripiani più alti erano posti a due metri d'altezza o forse di più. Fatto sta che le lettere finali dell'alfabeto si trovavano proprio là sopra.
The last Song. Eccolo.
La professoressa di inglese aveva proposto di leggere un libro a piacere in lingua e io avevo scelto proprio quello.
L'avevo già letto in Italiano, è vero. Ma mi era piaciuto talmente tanto che non avevo resistito.
Allungai il braccio, ma non ci arrivavo. Mi alzai in punta di piedi e allungai più che potevo il braccio.
Riuscii a toccare il dorso del libro, ma non era ancora sufficente per tirarlo giù, così allungai anche la seconda mano e la posai sul ripiano in modo da darmi una spinta in più, riuscii finalmente ad avere il libro abbastanza vicino da poterlo prendere. Non mi ero accorta però che lo scaffale si era inclinato.
Sfilai il libro, ma non feci nemmeno in tempo a guardarlo che finii per terra e con me tutto l'ultimo ripiano di quello scaffale.
- No... - Gemetti sottovoce, senza accorgermi che un ragazzo si era affacciato da uno scaffale poco più avani.
I libri mi finirono per gran parte in testa o sulle gambe, gli altri caddero con tonfi sonori sul pavimento di parquet. Imprecai sottovoce togliendomi i volumi dalle gambe.  
Vedendomi cadere mi corse incontro per aiutarmi a rialzarmi.
- Vuoi una mano? Ti sei fatta male? - Mi disse con gentilezza porgendomi la mano. Guardai prima la sua mano tesa senza guardarlo in faccia, mi vergognavo troppo. Avevo fatto una figura pessima a dire poco.
Posai la mia mano sulla sua stringendo delicatamente per riuscire a rialzarmi.
- No, sto bene grazie - Risposi
- Bel disastro - Disse con voce gentile e spensierata
Arrosii violentemente.
- Io... Ehm... ora riordino - Dissi inginocchiandomi per raccogliere tutti i libri che avevo fatto cadere.
- Aspetta, lascia che ti aiuti - Mi disse
Arrosii di nuovo.
Non ero una ragazza  timida, ma avere davanti un ragazzo mi rendeva impacciata e arrossivo facilmente
- Li rimetto sù io,  me li passeresti? - Disse allegro
- Certo - Dissi sempre un po' imbarazzata.
Ancora non avevo avuto modo di guardarlo in faccia.
Mi alzai , avevo tra le braccia almeno una decina i volumi.
In poco tempo finimmo il lavoro.
-  Grazie - Dissi infine alzando lo sguardo quel tanto che bastava per guardare i suoi occhi. Sorrise in risposta
- Finalmente riesco a guardarti bene in faccia - Disse senza perdere nemmeno un briciolo della sua allegria.
Sorrisi timidamente mentre un lieve rossore mi riaffiorava alle guance.
- Come ti chiami? - Mi chiese inclinando leggermente la testa
- Annie -
- E' un bellissimo nome, io invece mi chiamo Justin -
Disse porgendomi la mano. La strinsi.
- Piacere - Aggiunsi. Finalmente la mia timidezza si stava dileguando.
Riuscii ad osservare i suoi lineamenti con più calma. Aveva due splendidi occhi verdi capelli tendenti al nero un po' lunghi in stile Zac Efron.
Fisico particolarmente prestante e atletico. Pelle abbronzata come di chi è appena stato al mare e un sorriso sincero e incredibilmente attraente.
- Quanti anni hai? -
- Quasi diciannove - Risposi
- Io invece ventidue, vado all'università e nel tempo libero vengo qui in biblioteca a curare che le ragazze non facciano cadre file intere di libri - Disse sorridendo bonario
- Oh, tu lavori qui? -
- Beh così pare... - Disse
- Tu invece che fai di bello? - Mi chiese senza smettere di sorridere
- Io sono al quinto anno di liceo scientifico e mi piacerebbe diventare medico, pediatra più precisamente - Risposi persa nei miei sogni
- Wow, io invece sto studiando per diventare fisioterapista - Rispose.
Una vibrazione nella borsa interruppe la nostra conversazione.
- Scusa devo andare... ci si vede - Mi congedai
Guardai il display de cellulare che lampeggiava.
Valerie la mia migliore amica. Che voleva?
- Pronto? -
" Hei Ann Come va la vita? "
- Hei, Ben! Non male grazie... -
" Ti ho chiamato perche Valerie vuole dare una festa, vuole che ci sia anche tu. Anzi a quanto pare sarete le reginette della serata "
Dall'altra parte del filo sentii Valerie che urlava con suo fratello Ben perchè non era autorizzato a toccare il suo telefono.
" Scusa Ann, ti devo lasciare perchè se no mia sorella tra un po' vomita le tonsille a furia di urlare! "
- Ok.. Ciao Ben - Dissi ridendo
" Finalmente quell'impiastro si è levato dalle scatole... " Disse la voce squillante di Valerie.
- Allora cos'è questa storia della festa? -
" Beh, ho deciso di fare una festa un po' speciale. Tutti i ragazzi dovranno vestirsi con abito elegante, sono obbligatori la camicia e la giacca. Non la cravatta perchè se no diventa troppo elegante. Le ragazze invece dovranno essere vestite con abiti da sera eleganti e diciamo un po' da principessa se vogliono. Che ne dici... Ci stai? "
- Bello, devo dire che per essere avvocato hai delle idee piuttosto originali... Sì, ci sto. ma ti averto, non ho l'accompagnatore. -
" Lo trovi sicuramente. L'ho fatto appsta per fare conoscere qualcuno a te,  una a diciannove anni non può non essere ancora stata baciata da nessuno! "
- Grazie Vale... Ma non ne ho bisogno, io sto benissimo anche da sola -
" Sì, sì, come no! Hai smesso pure di leggere romanzi d'amore "
- Lo sai che non ne sono mai andata pazza... -
" Non dire semenze, quando avevi quattordici anni vivevi di quei romanzi. Hai smesso quando tutte le ragazze della tua età hanno trovato il ragazzo e tu no "
- Ok, ok, è vero. Mi arrendo. Però c'è un secondo problema: dove lo prendo il vestito? -
" Io conosco un posto... dove sei? "
- Sono appena uscita dalla biblioteca e mi sto dirigendo verso casa -
" Ancora in biblioteca? Cosa ci sarà mai di tanto attraente tra quegli scaffali?  Beh, resta lì, ti vengo a prendere "  La mia mente corse velocemente a Justin...
- Ok - Dissi
Pochi minuti dopo vidi arriare la venticinquenne al volante della sua nuovissima BMW , se non altro fare l'avvocato rendeva parecchio.
- Sembra che mio fratello si sia preso una bella infatuazione per te cara mia... - Disse appena salii in macchina
Risi.
- Vale, Ben è da quando aveva quattro anni che mi viene dietro! - Rise anche lei
- Già... All'alba dei quindici anni non ha capito che per te lui è un amico e basta - Disse di nuovo.
Nonostante la differenza d'età io e lei eravamo come due sorelle.
Lei era sempre stata quella bella e corteggiata, io bella ma poco estroversa con i ragazzi.
Il suo caschetto rosso-arancio e liscissimo e quel visetto pieno di efelidi faceva impazzire chiunque.
Poi gli occhi azzurri davano un tocco in più.
Io avevo capelli castani e boccolosi, lunghissimi ma sempre raccolti in una coda alta o in uno chignon.
Avevo un bel paio di occhioni blu che più o meno tutte le ragazze mi invidiavano.
Ero abbastanza alta, intorno a un metro e settanta, snella e atletica, da quando ero bambina amavo la montagna e tra camminate, arampicata sportiva e sci, avevo sviluppato parecchi muscoli in confronto alle altre ragazze della mia età: specialmente gli addominali.
- Vuoi passare prima da casa tua per posare la borsa con i libri? -
- No, li lascio in macchina. Non mi importa - Risposi
- Perfetto -
- Il negozio si chiama Pretty Princess -
- Pretty Pricess? Ma è il negozio i mia zia! - Dissi sorpresa
- Veramente?! -
- Certo, io vado lì quando devo prendere un vestito per un matrimonio -
- Non me l'avevi mai detto... -
- Lo so ma forse perchè non c'è mai stato bisogno -
Valerie premeva volentieri sull'acceleratore e sulla tangenziale sfioravamo i centoventi Km/h
Dieci minuti dopo stavamo entrando in negozio
- Annie! Valerie!  Che bello rivedervi, che ci fate qui? -
- Ciao zia. Cerchiamo due vestiti speciali, per una festa molto particolare - Dissi rivolta alla zia
- Oh, sarò lieta di accontentarvi subito - Disse con la sua solita energia
Sorrisi, mia zia era una donna davvero formidabile.
- Guardate pure in giro e provate tutto quello che vi pare, per voi posso rimanere aperta pure fino a domani mattina... -
- Grazie signora - Disse Valerie
La mia amica si lanciò tra i  vari scompartimenti per cercare quello che faeva al caso suo.
Riemerse dopo poco con almeno cinque abiti, tutti meravigliosi.
L'ultimo che provò fu quello che le piaque maggiormente. Aveva scelto un abito azzurrino lungo e che metteva in risalto il suo corpo snello.
Anche io mi misi alla ricerca di un abito che mi piacesse ma proprio mentre me ne stavo provando uno suonò il cellulare della mia amica e da quello che riuscii a captare doveva tornare al lavoro.  Io potevo rimanere lì e poi mia zia mi avrebbe accompagnato a casa. Quando Vale se ne fu andata mia zia si mise a cercare con me.
- Vieni, forse ho l'abito che fa per te... - Mi disse ad un certo punto.
Aprì un'anta e la vista di un abito splendido mi riempì gli occhi.
- E' un abito da sposa che mi è stato ordinato e poi nessuno è più venuto a ritirarlo perchè la coppia è morta in un incidente d'auto. E'una storia molto triste, ma so che ti porterà fortuna... Provatelo -
- No, io non me lo posso ancora permettere... -
- Stai scherzando?! Questo è un regalo... -
Gli occhi mi si illuminarono. Ci misi un po' a provarlo perchè era complicato, ma quando mi guardai allo specchio non sembravo più io. Mia zia mi si avvicinò e mi sfilò il bastoncino di legno che teneva fermo il mio chignon. I miei capelli caddero elegantemente ad incorniciarmi il viso. Sembravo più grande.
La zia sorrise.
Rimasi ancora un bel po' a guardarmi allo specchio. Così mia zia tirò fuori la macchina fotografica professionale e cominciò a scattarmi delle fotografie.
- Sarai la mia modella per il set fotografico di questa stagione - Annuciò la zia.
Risi
Passammo così tutto il pomeriggio a scattare foto anche con altri abiti.
- Ti mancano solo le scarpe... - Disse la zia. Già, non ci avevo pensato.
- Forse ho qualcosa che fa al caso nostro - Disse con aria pensierosa.
Sparì dietro uno specchio girevole.
Poco dopo riemerse con almeno una decina di scatole da scarpe in mano. E una custodia rettangolare.
Scarpa dopo scarpa trovai quella dei miei sogni che si abbinava perfettamente al vestito. Infine aprì la scatoletta rettangolare e rimasi a bocca aperta quando vidi il contenuto: un diadema di brillanti.
- Questo è appartenuto a tua nonna e a tua madre, dopo il suo matrimonio me ne fece dono perchè potessi usarlo anche io al mio matrimonio. Purtroppo non mi sono mai sposata e questo è diventato solo un oggetto prezioso da conservare. Lo do a te, perchè è quello che poi mi avrebbe chiesto di fare tua madre tra qualche anno. Io te lo do in anticipo. -
- Grazie zia - Dissi mentre una piccola lacrima mi scendeva dall'angolo dell'occhio.
Mia zia mi lasciò davanti al cancello di casa mia. Portai l'abito in camera mia e lo appesi con cura.
" Ho deciso che le ragazze dovranno avere la maschera, così i ragazzi non possono riconoscere le dame. Diventa più intrigante! " Mi disse Valerie quella sera al telefono.
- La maschera? Devo ammettere che hai ragione, diventa più ... misterioso -
" Perfetto. Allora, che vestito hai preso? "
- Mmmmmh, è una sorpresa. Ho preso il più bello del negozio come mi hai ordinato, ma non te lo farò vedere fino alla festa! -
" E va bene, ma ti informo che muoio dalla curiosità... "
- Tanto devi aspettare  -
" Wow, non vedo l'ora di domani!!! "
- Buonanotte avvocatina da strapazzo! - Dissi ridendo
" Buonanotte Cenerella! "
Dove l'avrei trovata una maschera ora?
Il giorno seguente  dopo le lezioni mattutine e le mie solite ore di studio al pomeriggio, presi la macchina di mia mamma e andai a fare un giro per cercare un negozio adatto a trovare una maschera da abbinare al mio abito.
Vagai per tantissimi negozi di maschere e costumi da carnevale. Erano ormai le sette di sera e avrei dovuto rientrare. Ero sconsolata, nemmeno una maschera mi andava bene. O troppo maschili o troppo grosse.
Entrai senza speranze nell'ultimo negozio. Vendeva oggetti fatti a mano e maschere da donna.
Al centro della sala vi era un'enorme teca e conteneva tantissime maschere di tutti i colori. Al centro della teca la maschera ricamata con del pizzo bianco, l'originale utilizzata in Cinderella Story ( di Hilary Duff ).
La vendevano a caro prezzo, ma del tutto accessibile. Non mi interessava che l'avessero usata nel film o che non fosse l'originale. A me interessava averne trovata una adatta.
- Era ora che trovasse un proprietario. E' stata prodotta nell'Ottocento. E' subito stata scartata perchè a quell'epoca era troppo piccola e insignificante. E' diventata un vero e proprio pezzo da collezione ed è stata usata anche nel film con la cantante biondina. - Disse la negoziante. Una donna piuttosto anziana e grassottella ma dall'aria simpatica.
Sorrisi felice, era delicata e assolutamente perfetta.
Arrivai a casa, cenai in fretta e furia e mi feci una doccia molto veloce... alle otto e mezza avrei dovuto essere a casa di Valerie per indossare l'abito.
Presi tutto il necessario e mia mamma mi accompagnò da lei. Ero un po' in anticipo. Tato che i capelli non erano ancora completamente asciutti.
Quando Valerie vide l'abito rimase senza parole, impazzì letteralmente quando vide la maschera e si mise a saltellare per la stanza in preda a una disperazione acuta quando vide il diadema.
- Hei Vale, se non ci vestiamo, va a finire che non faccio in tempo ad arrivare alla festa - Dissi per cercare di calmarla.
- Oh, Santo Cielo! Mi tremano le mani dlla commozione!!! - Disse
Pochi minuti dopo la costrinsi a mettersi all'opera.
Mi truccò, e mi mise la maschera in modo che non si rovinasse il trucco e al tempo stesso risaltasse.
Chiamò sua madre perchè mi acconciasse i capelli in modo raccolto ma che risaltassero i boccoli naturali ( la medre si Valerie era una parrucchiera )
Mi sembrava quasi di dovermi sposare. Al termine dell'opera la mia acconciatura era perfetta.
Infine indossai l'abito e le scarpe. Mentre sua madre mi sistemava i capelli Valerie si era vestita anche lei e dovevo ammettere che non era affatto male.
- Ecco a voi, la regina della serata! - Disse Valerie scherzando.
Mi diede due piccoli brillanti come orecchini , mi sistemò il diadema e fui pronta.
Aveva prenotato una villa ottocentesca circondata da enormi giardini e una balconata che dava sul lago.
Ovviamente fummo le prime ad entrare, il ballo sarebbe cominciato di lì a momenti. Erano quasi le nove e mezza.
Mi fece salire una scalinata di marmo, sul corrimano sempre di marmo erano stati appesi bouquet di rose bianche e rosse, io avrei dovuto attendere in una stanza che le danze si aprissero per fare il mio ingresso.
- Vale, mi sento male - Dissi, in effetti mi girava la testa dall'agitazione.
- Stai tranquilla, sembri una principessa, e ti assicuro che di ragazzi carini ce ne saranno questa sera - Mi fece l'occhiolino
- Ma... - Cercai di dire
- Devo andare a ricevere gli ospiti... mi aspettano -
Mezz'ora più tardi misi la resta fuori dalla porta, era un punto in cui nessuno poteva vedermi, ma io potevo vedere loro.
L'enorme salone della villa era gremito di gente, le ragazze tutte sotto la trentina erano vestite con abiti di tutti i colori, con maschere differenti ed eleganti; i ragazzi invece erano tutti eleganti e affascinanti, indossavano abiti eleganti scuri, quasi tutti nero, camicia bianca senza cravatta o papillon con i primi due o tre bottoni slacciati.
Wow, doveva essere veramente la serata buona.
Tornai nella mia stanza dalla quale potevo sentire le voci degli invitati.
Mi alzai dalla sedia sulla quale mi ero sistemata e andai verso lo specchio.
Mi girai e mi rigirai. Possibile che sotto a quel vestito e quella maschera ci potessi essre io? Sembravo una bambola di porcellana, o una barbie.
I miei occhi azzurri risaltavano.  E dentro a quell'abito le mie spalle ampie e muscolose parevano eleganti ed esili spalle da ballerina.
Sorrisi. Per una sera sarei stata la protagonista di un sogno, troppo bello per essere realtà.
Sentii la voce del DJ che annunciava l'inizio delle danze. Sapevo com'era la prassi: Valerie con il suo futuro marito avrebbero cominciato con un valzer al quale successivamente avrebbero dovuto unirsi le altre coppie. Subito dopo ci sarebbe stata musica moderna o disco e allora, quando me la sarei sentita, sarei entrata in scena io.
Mi tremavano le mani, e le gambe.
La piccola fede d'argento che portavo all'anulare della mano destra sembrò quasi scintillare. Era un dono di mia nonna per il mio quattordicesimo compleanno.
Attesi, e attesi e attesi ancora. Passò forse mezz'ora, poi feci un profondo respiro e uscii dalla porta.
Sollevai leggermente la gonna per non essere troppo impacciata nella discesa delle scale.
Arrivai in cima alle scalinata di marmo propio mentre partiva la canzone della pubblicità di intimissimi, un fascio di luce bianca e gli occhi di tutti mi furono puntati addosso. Proprio mentre partivano le parole della canzone cominciai la mia discesa.
Una manciata di secondi e arrivai al centro della sala mentre tutti si appiattivano contro il muro a formare un rettangolo perfetto. Da dietro arrivò un ragazzo. Io non me ne accorsi nemmeno.
- Posso avere l'onore di questo ballo Principessa? - La voce mi fece sobbalzare e mi voltai. Senza nemmeno lasciarmi rispondere mi cinse la vita con un braccio e prese la mia mano.
Justin.
Cominciammo un dolce valzer sulle note di quella canzone. 
Era un ottimo ballerino e mi faceva volteggiare per la sala mentre tutti ci guardavano. Ben presto mi lasciai trasportare. La canzone finì presto, tutte le coppie vennero chiamate in pista e le note di I Belive I Can Fly determinarono l'inizio di uno splendido lento.
Justin  mi avvicinò a sè delicatamente cingendomi la vita con entrambe le braccia, feci scivolare le mani dietro il suo collo e senza staccare gli occhi dai suoi mi feci coccolare dalla melodia.
- Hai un viso terribilmente familiare, ma non riesco a capire... - Sussurrò dopo un po'
Sorrisi
- Ci conosciamo? - Chiese
- Sì, ci conosciamo - Dissi
- Anche la tua voce... la conosco, ne sono sicuro. -
Fece per togliermi la maschera ma abbassai delicatamente la testa. Non ancora. Volevo che capisse da solo.
Non disse niente, si limitò a sorridere.
- Io mi tolgo la maschera, se tu riesci a prendermi - Senza dargli il tempo di comprendere il significato delle mie parole mi dileguai tra le coppie di innamorati, dirigendomi verso le porte-finestre spalancate.
Guardai indietro, era ancora intento a cercarmi tra la folla.

Vidi sparire un lembo di abito bianco da una porta-finestra. Sorrisi. Era sfuggevole, la ragazza.
Mi diressi velocemente nel punto in cui l'avevo vista sparire.
Purtroppo la ghiaia dei giardini tradiva ogni mio passo.
Avanzai quasi correndo e strisciando contro il muro per non farmi vedere.
Svoltai l'angolo e la vidi. Camminava lentamente, forse perhè pensava di non essere seguita.
Feci dei lunghi passi il più silenziosamente possibile e la raggiunsi. Le sfiorai il braccio, si girò di scatto come speravo e si trovò con le labbra a pochissima distanza dalle mie.
- Touchè - Sussurrai prima di baciarla.
All'improvviso mi sembrò che una fitta nebbia si fosse dissolta nella mia mente. Ma certo! Annie. Era lei. Ci potevo scommettere.
- Come puoi amarmi, se non sai chi sono? -
- Certo che lo so chi sei -
- La guardò con la certezza assoluta  di essersi innamorato. La strinse a sè e la baciò sotto ... - 
- Il manto di stelle, chiedendosi come fosse mai stato possibile avere avuto la fortuna di averla incontrata - Terminò lei con un sorriso
- Nicolas Sparks: L'Ultima Canzone - Dissi per chiarire la fonte della mia citazione
- Annie... io ... - Mi mise un dito sulle labbra e mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
- Ne vale la pena di farsi una bella doccia di libri qualche volta - Disse sorridendo. 
Risi e lei si unì a me con la sua risata limpida e cristallina.
Guardammo il cielo, e da lassù le stelle sembravano farci l'occhiolino, mentre la luna si specchiava vanitosa nel lago scuro.


Angolo SweetDancer96

Ecco cosa succede ad ascoltare gli Evanescence 24 h su 24. Vengono fuori idee assolutamente banali e ridicole. Scusate questo mio sfogo personale.
Spero solo vi sia piaciuto. Anche se  ne dubito fortemente!
Se molte persone recensiscono e i commenti sono buoni la mia mente potrebbe partorire un seguito per questa OS...Baci, baci
SweetDancer
  
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