I personaggi di Bones
non sono miei ma appartengono a quanti
ne detengono i
diritti. Io non li uso a scopo di lucro, ma per puro divertimento.
Si
passò il dorso
della mano sulla fronte sudata e si abbassò ancora di
più il cappello a tesa
larga sulla testa, cercando di ripararsi dal sole cocente. “Dottoressa, forse
sarebbe
più opportuno continuare domani…”
“non ne comprendo il motivo Miss Wick” la
interruppe “ Beh, Dottoressa, sta lavorando ininterrottamente
da ore, senza
prendersi una pausa; e questo sole poi… mi sento spossata
anch’io!” “signorina
se crede di non farcela può andare, penso di poter
continuare senza il suo
aiuto oggi” “Oh no, Dottoressa Brennan, non la
lascerei mai da sola!”
Daisy lanciò un’occhiata a Brennan, che era tornata a fissare assorta i resti che avevano scoperto quella mattina, e pensò che nelle ultime settimane la dottoressa era diventata più fredda, distante. L’entusiasmo e l’eccitazione sembravano essere pian piano svaniti da lei, lasciando una Brennan diversa da quella che era partita con il desiderio di cambiare la Storia dell’uomo. Guardandola adesso, infatti, credeva che nelle ossa cercasse di sfuggire da chissà quale pensiero che la tormentava. Scosse la testa divertita. Cosa ne sapeva lei? Era il suo Lancillotto che si occupava di interpretare l’animo umano. Lance.
Oh,
quanto le mancava.
Le cose devono cambiare, Bones. Così aveva detto Booth. Ma lei voleva che rimanessero uguali. O almeno lo credeva. In ogni caso l’unica cosa di cui era certa nella sua vita era l’amicizia di Booth. E non voleva, non poteva perderla.