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Autore: feeltheromance    10/09/2010    2 recensioni
La morte di Andy Armstrong lascia cicatrice e squarci nel cuore del cntante dei Green Day anche a distanza di vent’anni. Fortunatamente c’è qualcuno sempre pronto a consolarlo. [BIKE ♥]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Svegliami quando settembre finisce, ti prego.

 

Quel maledetto giorno era ritornato, preciso come sempre. Dopo trecentosessantacinque giorni, eccolo di nuovo che bussava prepotentemente alla sua porta, facendolo tremare, gemere di paura e di dolore, facendogli pregare di smetterla. Non riusciva più a sopportarlo, ogni anno si ripeteva la stessa, dolorosa storia, ogni anno passava le ventiquattro ore peggiori della sua vita.

E ogni anno lui era sempre li, pronto a sostenerlo.

Billie ancora non se ne rendeva conto. Ogni volta gli sembrava così strano.

Può una persona rimanere con te anche quando sei un fantasma? Mike gli forniva la risposta ogni dannata volta.

Si.

Sempre e comunque.

Mike c’era sempre stato, era l’unico, l’unico che a distanza di vent’anni rimaneva ancora tutto il tempo necessario con lui, l’unico che gli asciugava le lacrime infuocate che gli solcavano il viso, l’unico che lo stringeva tra le proprie braccia sussurrandogli parole di conforto o semplicemente coccolandolo e rassicurandolo.

Dal 10 settembre 1982 fino ad oggi, 10 settembre 2010.

Dal principio fino alla fine, lui era sempre insieme a Billie. Sempre.

Ogni fottuto dieci settembre il cantante di una delle band più famose al mondo cadeva in una specie di depressione, diventava uno spettro, apatico, pallido, debole, i suoi occhi solitamente vispi e verdi come gli smeraldi più preziosi, si velavano di una nebbia fitta e impenetrabile che sembrava divorarlo dall’interno, si chiudeva in casa o dovunque si trovasse, bastava che la luce del sole non lo colpisse, sembrava diventare vampiro per un giorno. Tutti sapevano il motivo di quello stato, ma pochi, pochissimi lo comprendevano davvero. Si pensa che una tragedia possa far soffrire una persona, certo, ma non si capisce davvero quanto una persona possa cambiare per colpa di una tragedia fin quando non lo si prova sulla propria pelle.

Mike passò una mano affusolata tra i capelli biondi del suo migliore amico. Lo sentì tremare. Sentiva il battere feroce del suo cuore sul suo petto, così intenso, così forte, che sovrastava qualsiasi altro rumore in quella stanza buia.

Le braccia di Billie erano abbandonate lungo i fianchi, inermi, senza forza, si sentiva svuotato, inutile, impotente. Mike lo avvolse con il proprio corpo trasmettendogli un minimo di forza. Billie avrebbe voluto dirgli che gli era grato, che lo amava, voleva dirgli che senza di lui probabilmente non sarebbe mai riuscito a sopravvivere a tutto quel dolore, ma non riusciva a cacciare fuori la voce, un nodo gli bloccava le parole in gola, pensare gli faceva pulsare la testa di dolore, aprire gli occhi anche solo per un istante lo faceva barcollare, facendogli quasi perdere l’equilibrio. Sprofondò con il viso tra le braccia di Mike, trovando un minimo di sollievo nel suo profumo dolce che sapeva di casa.

Il bassista stringeva l’altro tra le sue braccia, cercava di ripararlo dal dolore, dalla sofferenza, da qualsiasi cosa potesse farlo stare male. Normalmente ce la faceva, ma non ora. Si sentiva inutile, dannatamente inutile, guarda Billie, la persona che amava più della sua stessa vita, la persona che era la sua vita e vederlo soffrire lo uccideva, lo divorava.

Non era giusto, non era per niente giusto. Billie non poteva, non doveva soffrire, era contro natura.

Mike sentiva il suo respiro caldo e affannoso contro il proprio petto.

Gli alzò il viso sfiorandogli il mento.

Gli occhi da gatto del suo amante erano pieni di dolore e di sofferenza.

Mike perse un battito.

-Billie.- gli sussurrò a fior di labbra. Gli occhi verdi erano annebbiati, arrossati, sembravano stanchi, cosa davvero strana per uno come lui che non era mai stanco –Billie. Sono qui.-

Il biondo tra le sue braccia si sentì pervadere gradualmente da piccole stille di piacere,  di sollievo, quasi di felicità. Mike era perfetto, riusciva sempre a farlo stare meglio. Trovava sempre la cosa giusta da dirgli. In questo caso aveva trovato l’affermazione più appropriata. Mille altre rassicurazioni avrebbero valso zero per Billie, ma quel “sono qui”, così semplice, così schietto, così facile era la sua certezza. La certezza che qualunque cosa gli fosse successa ci sarebbe sempre stato Mike a salvarlo, ora come vent’anni fa.

Billie abbozzò un leggero sorriso e lasciò un leggero bacio sul collo dell’altro.

-Il mondo fa schifo, Mike.- sussurrò senza tono. Una lacrima solitaria gli sfuggì lasciandogli una scia argentata sulla guancia –Fa schifo ed è fottutamente ingiusto.-

-Se fosse ingiusto io non ti avrei mai incontrato.-

Una seconda lacrima bagnò il viso del cantante.

Una lacrima di felicità in un giorno d’agonia.

 

--

Eccoci, ora ho una piccola cosuccia da dire. Io ho sempre saputo che Andy era morto il dieci, ma su face book cominciano a girare i gruppi per il quindici ò.ò quindi mi spiace se ho sbagliato giorno, ma comunque il senso della storia non cambia.

Spero vi sia piaciuta, volevo scrivere qualcosa per questa data, ma mi è uscito solo questo schifo, non mi piace per niente ç.ç

 

Hellen.

  
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