Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: MrEvilside    10/09/2010    8 recensioni
Continua ad ergerti sopra tutti gli altri, Ciel Phantomhive.
Ed io, dall’alto del mio scranno infernale, ti osserverò ridendo.

Il primo incontro tra Sebastian e Ciel: la stesura del Contratto.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dear Little Nightingale
(colonna sonora: Damned And Divine)

È soltanto un bambino.
Una figura gracile e minuta avvolta da uno straccio bianco imbrattato di sangue e lacrime che giace in ginocchio ai miei piedi.
Trema, non osa sollevare il capo e guardarmi ed io mi sento deluso ed infastidito: un poco mi sorprende che una creaturina così insignificante abbia provato un desiderio di morte tanto forte da richiamarmi dalle profondità dell’Inferno, tuttavia è pur sempre un bimbo.
«I termini del Contratto che ti offro sono questi: la realizzazione delle tue volontà in cambio della tua anima» affermo, pur consapevole che sarà inutile: so che adesso mi supplicherà piangendo di non portarmi con sé all’Inferno, memore dei racconti sui demoni che un padre scioccamente superstizioso gli avrà narrato, ed io avrò soltanto perso tempo.
Il ragazzino rimane in silenzio per qualche istante ed infine alza la testa con il portamento fiero del nobile che probabilmente era prima di finire in una gabbietta per uccelli a far mostra di sé ad altri umani al pari d’un usignolo imprigionato per il suo canto meravigliosamente armonioso.
Mi osserva con due occhi blu gelidi ed austeri e lentamente, malfermo sulle gambe, si erge innanzi a me in tutta la sua bassa statura, come se al contrario fosse convinto di potermi essere superiore.
Superiore a me, che sono il portatore delle peggiori disgrazie di questo mondo.
«Accetto».
Potrei quasi ridere all’udire una dichiarazione simile stillare dalle labbra pure d’un bambino come lui, non fosse che la sua espressione mi colpisce. Logorata da una sofferenza insanabile che ho visto riflettersi nello sguardo di pochi altri contraenti – quelli dallo spirito più squisito –, eppure ferma mentre si condanna all’Inferno di propria volontà.
La mia bocca si schiude in un sorriso compiaciuto.
«Qual è il tuo nome?»
Quanto sono piccoli, i pugni che stringe.
Potrei distruggerlo con un solo dito e cibarmi della sua giovane anima.
«Io sono Ciel Phantomhive, demone, e ti ordino di ammazzarli tutti! Ora
Tuttavia, d’improvviso, non voglio.
«Yes, my Lord».
Desidero rimanere al tuo fianco e ridere di te, piccolo usignolo.
Quando le fiamme della morte divampano sui suoi carcerieri, il bambino si limita a guardarli cadere, uno dopo l’altro, senza che un’unica, piccola ruga d’espressione faccia una crepa nella sua maschera di freddezza.
Infine accenna a malapena un gesto d’approvazione con il capo.
Crede ancora d’essere più in alto di me, com’è carino.
«Qual è il tuo nome, demone?»
Ha compreso che lo scopo delle tenebre che mi avvolgono è non mostrargli la mia vera forma e non fa richieste in proposito, attendendo pazientemente che sia io a decidere di rivelarmi.
Molto acuto, usignolo.
«Il mio nome sarà quello che voi vorrete darmi ed il mio aspetto quello che voi desidererete io abbia: è in questo modo che la stesura del Contratto viene completata, mio signore, ed è così che avrò accesso ai vostri ricordi ed al desiderio che sarà mio compito esaudire».
Esita ed i suoi occhi si sgranano impercettibilmente.
Ah, ecco la tua debolezza, usignolo: il dolore che ti pesa sullo spirito e che, nel tuo spropositato orgoglio, non vuoi venga visto da un essere inferiore qual sono io.
Ma poi, di nuovo, il suo mirabile autocontrollo soffoca ogni emozione.
«Il tuo nome sarà Sebastian Michaelis e diverrai il mio maggiordomo».
Tende una mano ed io l’avvolgo tra le mie dita: per un effimero istante, scorge i lunghi artigli neri che lo ghermiscono, eppure la sua stretta è ferma e decisa mentre affondo in lui ed imprimo il mio Marchio sulla sua pelle.
Su uno di quegli occhi che mi scrutano in modo tanto indisponente.
Ora hai una nuova gabbia, usignolo.
Rapidi, brevi sprazzi di memorie di morte e disperazione occupano la sua mente, il suo cuore e la sua anima tutti.
La sua casa in fiamme.
Il padre accomodato su una poltrona che va a fuoco.
Un anello con una pietra blu, simbolo dei Phantomhive.
Un simbolo impresso a fuoco nella carne. Grida.
E un cane che giace a terra senza vita. Sebastian! Sebastian!, lo chiama singhiozzando il piccolo usignolo, ma l’animale non può più rispondere.
Scoppio a ridere di gusto come non mi accadeva da tempo, oramai.
Mi ha dato il nome del suo cane!
Si illude d’avermi messo un collare, costringendomi a portare il nome d’un animale così docile e fedele. D’aver stabilito la differenza tra noi, d’aver varcato il confine tra la mortalità degli esseri umani e l’immortalità dei demoni.
Sei davvero convinto che siano sufficienti nove lettere per sconfiggermi, usignolo?
Lo sai, non mi sono mai piaciuti i guinzagli dei mortali: li trovo un po’ troppo stretti.
Inaspettatamente, tuttavia, la pellicola di ricordi che compone il suo universo interiore viene sostituita da un’enorme stanza immersa nell’oscurità, dove l’unico mobilio presente è lo specchio a grandezza d’uomo dinanzi al quale mi trovo.
Disturbato dalla mia curiosità, il piccolo usignolo mi ha rinchiuso nell’unica gabbietta per uccelli che potrà ingannarlo d’avermi sotto il suo controllo, anche soltanto per un poco: il suo mondo personale, l’anima che al termine dell’accordo sarà mia.
Divertito, osservo la mia immagine riflessa: ho l’aspetto d’un uomo, adesso, un attraente uomo dai capelli neri, gli occhi scarlatti – quanto le due finestre sull’Inferno che, nella mia forma più sgraziata, hanno incrociato lo sguardo del piccolo usignolo sino a poco fa – e la carnagione color della luna, ben differente dal nero buio che celava il mio corpo demoniaco.
Nudo dinanzi lo specchio, solo nelle tenebre del suo inconscio, adesso di me può fare ciò che vuole.
Non mi ha dato il volto d’un suo caro defunto o di un conoscente: ha voluto creare un nuovo essere umano, la sua personale creatura, perché comprendessi che, in virtù del patto che ci lega, io devo sottostare a qualsiasi suo desiderio.
Come un cane obbediente con il suo Dio creatore.
«Come sarai venuto a sapere curiosando tra i miei ricordi, “Sebastian” era il nome del mio cane, morto nell’incendio che mi ha portato via la mia famiglia».
La sua voce gelidamente autorevole proviene da qualunque anfratto della stanza e da nessun posto al contempo, come se fosse una qualche divinità irraggiungibile.
Spera di farmi sentire piccolo quanto si è sentito lui quando ha sollevato gli occhi su di me.
Mentre prosegue, l’immagine riflessa muta, sebbene la forma umana che ha plasmato per me non cambi: dallo specchio, adesso, un cane mi studia scodinzolando.
«Sebastian è stato il miglior animale da compagnia che abbia mai avuto e desidero che tu possa offrirmi un servizio quantomeno accettabile, in confronto al suo. Dovrai essermi fedele sino alla fine e non venire mai meno ai termini del Contratto che mi hai proposto».
Mi lecco le labbra increspate in un sorriso.
Erano innumerevoli secoli che non incontravo uno spirito come il tuo, usignolo.
Così immacolato, eppure così impuro…
Come potrei non essere fedele ad un’anima tanto deliziosa?
«I demoni non mentono, mio signore».
Non ne abbiamo bisogno: per circuire un mortale è sufficiente far uso di pesanti verità e peccaminosi desideri segreti.
Perché utilizzare un peccato inesistente, quando tutti gli spiriti sono imbrattati di tale sporcizia?
Mi profondo in un inchino, abbassando la testa per lui come non ho mai fatto prima per un umano.
«Ed io, nelle vesti di Sebastian Michaelis, sarò il vostro maggiordomo sino all’ultimo istante».
L’immagine del cane si sfoca e svanisce, infine sostituita dal riflesso dell’usignolo.
Ancora una volta è in grado di sorprendermi, poiché anche lui non ha vestiti addosso: ha deciso di mostrarsi a me per quello che è, rivelandomi persino la cicatrice che lo sfregia, la più grande vergogna che i suoi rapitori gli hanno inflitto e che l’accompagnerà in eterno.
Ed ora, nel suo occhio è impressa la prova del nostro legame.
«In fondo tu ed io non siamo molto diversi, Sebastian: tu divori le anime, io voglio sterminarne alcune, quelle di coloro che mi hanno portato a invocarti».
Ha un aspetto differente, adesso: triste, malinconico, e tuttavia senza cenni di pentimento per la scelta che ha fatto.
Mi sta permettendo di vedere questo aspetto di sé perché è cosciente che io sono tutto ciò che ha. Sorride di un sorriso tanto mesto che un bambino non dovrebbe conoscere e mi allunga nuovamente la mano.
Squisito, piccolo usignolo, stai cantando il tuo stesso requiem.
Tendo un braccio a mia volta, sfioro la superficie dello specchio, che si frantuma in numerosi cerchi concentrici come fosse acqua, e intreccio le mie dita alle sue.
«Non siamo affatto simili, signorino: vi assicuro che voi siete infinitamente più gentile di me».
Mi scruta perplesso, ma poi scuote il capo e afferra la mia mano con entrambe le sue, tirandomi all’interno dello specchio.
«Portami a casa».
E siamo nuovamente in quella sala colma di cadaveri, lui con la sua vestaglia arrossata dal sangue ed io nella forma che ha voluto per me.
Lo prendo tra le braccia e mi incammino in direzione dell’uscita, facendomi strada tra i corpi inerti senza degnarli di un’occhiata, mentre il piccolo usignolo getta loro appena uno sguardo intriso di sdegno – non collera, non soddisfazione per la loro morte macchia le sue iridi.
Proprio come una nobile aquila, questo uccellino vola sopra chiunque altro.
O, perlomeno, ne è convinto.
«Yes, my Lord».
Continua ad ergerti sopra tutti gli altri, Ciel Phantomhive.
Ed io, dall’alto del mio scranno infernale, ti osserverò ridendo.




Scritta circa un mese fa, aspettava d'essere pubblicata.
Ambientata prima dell'inizio del manga, durante il primo incontro tra Sebastian e Ciel: ho voluto immaginarlo, dal momento che ce ne vengono offerti soltanto vaghi sprazzi.
E' la prima volta che scrivo dal punto di vista di Sebastian. Oh, e quando ho scoperto che "usignolo" in inglese è "nightingale"...! XD
E comunque, non è yaoi. Perché voi lo sapete che io non sopporto il Sebastian/Ciel, no? E non m'importa che a un certo punto siano nudi tutt'e due: non è yaoi.
Ma poi, be', fate come vi pare.
E nel caso questo "fate come vi pare" comprenda "adesso lascio una recensione", prendete un biscotto a forma di osso e un abbraccio<3.
'til next time, chu.
  
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