Titolo:
Quando qualcuno cerca l’amore...
Rating:
arancio
Personaggi:
Francia (Francis Bonnefoy), Un po’ tutti
Genere:
Generale, malinconico, erotico
Avvertimenti:
AU, Yaoi, Lime
Riassunto:
In un quartiere di Manhattan ci sono due gang in guerra, Area Asia e Area
Europa. Francis Bonnefoy cercherà, con “le force de l’amour” di mettere pace, o almeno,
di raffreddare i litigi.
Era un uomo devoto all’amore.
Secondo lui, se non c’era un po’ d’amore nel mondo, non poteva vivere in pace,
allora lo trasportava in giro, rendendo felici le persone. Faceva parte della
gang “Area Europa” assieme a tutti quei poveri figli d’immigrati che durante la
guerra cercarono libertà nel nuovo mondo. Si, adesso erano statunitensi
perfettamente inseriti che parlavano inglese, ma restava sempre quel senso di
etnico, come la passione della pasta e della pizza dei due fratelli
italo-americani, i Vargas, o il tè delle cinque di quel “figlio della
Britannia”, Arthur.
Francis amava portare l’amore.
Aveva una piccola fioreria, e riempiva di rose chiunque venisse a comprare
qualcosa. Si divertiva da morire. Purtroppo, tutto quell’amore che donava non
sempre era ricambiato, specie tra gli Area Europa. Uno dei suoi migliori amici,
il giovane inglese, era la guardia del corpo di un pezzo grosso, americano fino
al midollo, e doveva scortarlo in giro per Manhattan, nei fast-food a vederlo
abbuffarsi di panini e poi trovarselo su una spalla che si lamentava di quanto
era grasso. Un altro era spagnolo, Antonio, e si occupava di ogni genere di
affare che coinvolgeva gli Area Europa.
Francis partecipava solo quando
era strettamente necessario, tipo quando doveva liberare qualcuno in cambio di nature. Per il resto, era occupato a
cercarsi un partner per la vita, l’amore vero.
Un giorno, venne nel suo piccolo
negozio un signore distinto con la, presunta, fidanzata. Li osservò a lungo,
mentre preparava il mazzo di fiori ordinatogli, e sorrise con il suo più bel
sorriso del suo repertorio, quando lo porse alla ragazza. Neanche l’uomo aveva
mai smesso di osservarlo, e, sotto le banconote per pagare il mazzo, c’era un bigliettino.
Francis lo lesse avidamente, quando furono andati via. Un indirizzo. E un
orario.
Si presentò all’indirizzo
puntuale come un orologio. ≪Buona
sera, avete ordinato un mazzo di fiori a domicilio?≫. Chiese, sorridendo. L’uomo lo
fece entrare, dritto e serio come se non l’avesse chiamato lui. ≪Si, ma credevo che il fiorista
fosse un po’ più interessante...≫.
parlava con voce bassa e seria, guidandolo verso il salotto.
Francis lo studiò attentamente.
Magari quella bella ragazza era una sua parente, che aveva accompagnato a fare
compere... ≪
Non le sembro abbastanza interessante, monsieur? Pensavo che...≫. l’uomo lo fece sedere in
salotto. ≪Mi
chiamo Roderich Edelstein. Non faccio parte degli Area Europa, ma sono un
collaboratore. Almeno, lo ero fino a qualche tempo fa... ≫. Francis annuì, facendo per
presentarsi, ma Roderich lo precedette:≪So
già chi sei, nel gruppo non si faceva che parlare di te. ≫. ≪Ne sono lusingato...≫. ≪...E ho cominciato a provare
interesse per te.≫.
Francis sorrise. Possibile che
fosse stato così fortunato? ≪Ovviamente,
mi sono state descritte le tue doti
diplomatiche, ma non avrei mai creduto che la tua persona fosse stata così,
affascinante. ≫.
Se quella era una farsa per poterselo portare a letto, stava andando alla
grande. Francis accavallò le gambe, adagiando la schiena contro il divano. ≪Apprezzo i complimenti.≫. ammise.
I suoi occhi azzurri non avevano
smesso di studiare il corpo di Roderich. Chissà se era così formale anche sotto
quegli abiti eleganti... Non ci sapeva fare per niente, ma l’impegno, la
frustrazione erano teneri, quasi quanto lo sforzo di Roderich per far sì che
tutto fosse perfetto.
≪ Potremo uscire ancora insieme,
se ti va. Venerdì? Il week-end?≫.
Roderich scosse la testa, mentre metteva a posto. ≪Non credo di potercela fare... ho
un impegno urgente... che mi occuperà per un intero mese. Mi spiace...≫. Francis alzò le spalle,
mettendosi in ordine per uscire.
≪Ho conosciuto un vecchio
collaboratore... Roderich Edelstein... che mi sai dire di lui?≫. Antonio lo fissò da dietro dei
documenti. ≪Roderich?
Non c’ero ancora, quando c’era lui. Era il boss.≫. Francis sospirò. ≪Credi che Feli o Lovi mi sappiano
dire qualcosa? Loro due ci sono da sempre...≫.
≪Roderich? Certo che lo conosco!
Lui ed Elizaveta sono sempre stati così gentili con me... Domani c’è il loro
matrimonio!≫.
Matrimonio. Ecco cos’era quell’impegno urgente che lo avrebbe impegnato per un
mese. Era riuscito a farsi fregare così... ≪Ho detto qualcosa che non va?≫. ≪No, Feli... va tutto bene...≫.
Francis continuò la sua vita
tranquillamente, sfoggiando il suo magnifico sorriso sempre rivolto a qualche
cliente che un domani avrebbe buttato via i fiori che lui vendeva con tanto
amore. Ma non si sarebbe mai aspettato di ritrovare due mesi dopo, Roderich nel
suo negozio.
≪Salve... vorrei... dei fiori...≫. ≪ è quello che vendiamo, signore.
Cerca qualcosa di particolare?≫.
≪No...
ma gradirei che mi venisse portato il mazzo a casa... può andare domani entro
le cinque?≫. ≪Certo, signore.≫.
Cosa voleva adesso? Si era
divertito, lo aveva portato a letto, illudendolo di aver trovato il vero amore,
e si era sposato. Perché non lo lasciava in pace? Ma quella sera era ugualmente
lì, con quel mazzo di fiori, davanti a quella maledettissima porta.
≪Scusami se ti ho fatto
aspettare...≫.
Cominciò Roderich, facendolo entrare ≪Ma...≫.
≪Perché
non mi hai detto che ti saresti sposato?≫.
Roderich incominciò, ma Francis si diede la risposta da solo. ≪Perché non sarei venuto a letto
con te, e avrei fatto bene! Hai fatto una mossa molto sporca, Roderich. Ma io
dirò tutto alla tua amata mogliettina. Non eri neanche sposato che hai
cominciato a tradirla≫.
Prese il telefono, notando in un
angolo la rubrica con in cima il numero di telefono della moglie. ≪Fermo...≫. Roderich gli prese il cellulare,
guardandolo fisso. ≪
Fermo... Francis... Lo so, ho fatto una cosa molto brutta. Ma... è vero che
provo attrazione per te! Io... non era mia intenzione usarti... io... tu mi
piaci, Francis... ma non potevo annullare il matrimonio tre giorni prima di
sposarmi! Mi... mi capisci?≫.
Francis scosse la testa. ≪Se
eri così pazzo per me, perché non...≫. Roderich
lo placò baciandolo. Francis lo spinse via. ≪E non
baciarmi... quando... ti≫.
Roderich si era inginocchiato, e gli aveva sbottonato i pantaloni. Il discorso
andò a farsi benedire da qualcuno che era molto lontano da lì.
≪Non lasciarmi...≫. lo implorò, guardandolo dal
letto sfatto, dopo una notte tra le più passionali della sua vita. ≪Mi spiace, ma devo tornare da mia
moglie...≫ ≪Già, perché io sono l’amante...≫. Sibilò Francis, guardando il
soffitto. ≪Fra...≫. ≪Vattene Roderich. Non ho bisogno
di te.≫. ≪Torno domani...≫. ≪Fa’ pure...≫.
Appena Roderich fu uscito,
Francis si alzò dal letto, rimettendosi almeno la camicia. Si guardò allo
specchio, quelli che erano stati gli occhi di un uomo devoto all’amore avevano
perso tutta la loro luce. Restavano due opachi zaffiri, come se impolverati dal
tempo e dall’usura.
Si pettinò i lunghi capelli
biondi, dei quali aveva una quasi maniacale passione. Come per i sederini tondi
e sodi. Si passò una mano sul suo
sederino tondo e sodo, trovando tracce di seme. Aveva provato per la prima
volta a stare sotto, ma quel... “verginello” era venuto ancora prima di
toccarlo.
Decise di lasciar perdere i
vestiti e andò a farsi una doccia. Proprio nel momento in cui apriva l’acqua,
sentì il cellulare squillare. Sospirò, andando a rispondere.
≪Francis, amigo, ho bisogno di te...≫.≪Buon giorno, Antonio...≫. ≪Basta con ‘sti convenevoli, ho bisogno
di te e delle tue particolari doti diplomatiche...≫. Francis sospirò di nuovo. ≪Devo succhiare dei cazzi per
pararti il culo? Quando crescerai, Antonio...≫. Prima che mettesse giù, Antonio
riuscì ad esclamare la parola magica:≪È
Arthur!≫.
Francis batté le palpebre, riportando il telefono all’orecchio:≪Cosa gli è successo?≫. ≪Lo hanno... rapito...≫. Antonio sentì un rumore di
vetri infranti:≪Tutto
bene?≫. ≪Scusa... ho sbattuto
violentemente la mano contro lo specchio... Cosa?≫. ≪Volevano Alf...≫. ≪Non devi dire quel nome.≫. ≪Scusa... Beh... adesso lo hanno
rapito. Devi venire subito...≫.
Francis mise il vivavoce, per vestirsi:≪Dove
sei?≫. ≪Al porto.≫. “Porto... porto...”. ≪Antonio, non sono stati gli...≫. ≪Area Asia.≫. Francis imprecò, chiudendo la
porta a chiave, riportando il telefono al’orecchio:≪D’accordo.... Arrivo.≫
Antonio attese l’amico
preoccupato, quando lo vide scendere dal taxi, gli andò incontro. ≪È dentro?≫. Chiese, seguendolo. ≪ Sì.≫. ≪ E io cosa devo fare?≫. ≪Ad occhio e croce... il solito...≫. Francis alzò gli occhi al
cielo, entrando nel bunker. ≪Yao...
puoi inventarti qualcosa di meglio se senti la mancanza di un cazzo tra le tue
piccole natiche...≫.
Si spostò di lato, evitando la wok
lanciatagli dal cinese. ≪Taci,
Francis, aru. Non è per questo che ho preso il vostro amichetto dalle
sopracciglione, aru. Kiku...≫.
La “guardia del corpo” di Yao uscì dall’ombra, serio, inchinandosi lievemente
ai visitatori. Ai suoi piedi c’era Arthur. ≪Allora dimmi subito cosa vuoi, in
modo che Arthur venga subito liberato.≫.
Il cinese si alzò in piedi,
andando avanti a lui:≪Voglio
il tuo quartiere, aru. Per poter disporre della fioreria per l’oppio, aru.≫.
Antonio stette per replicare, ma Francis lo bloccò:≪Yao... non possiamo risolverla a
letto, questa cosa? Come facciamo sempre... ti scopo per tutta la notte, e tu
finisci per aprire un ristorante in giro per China Town.≫.
Yao scosse la testa risoluto. ≪Non sono un bambino, aru, non mi
puoi piegare con il sesso questa volta, aru. Voglio il tuo negozio di fiori,
aru!≫. ≪Yao, gioia mia, quel negozio mi
serve...≫. ≪Posso assumerti come cazzo a
tempo pieno, aru.≫.
Eccolo che cadeva sul sesso. ≪Io
voglio vendere fiori, non sperma≫.
≪E
te lo succhio, aru.≫.
≪
Yao...≫
Si portò una mano agli occhi, il
visino di Yao a misura del suo basso ventre... Non doveva pensarci neanche. ≪ Non ti venderò il locale neanche
se mi fai scopare Kiku!≫
Yao si voltò verso il bodyguard, gridando qualcosa in cinese. Kiku arrossì
vistosamente, scuotendo la testa. Contrariamente a quello che sembrava, Yao si
voltò di nuovo verso Francis, dicendo. ≪
Ci sta, aru, patto fatto aru?≫.
≪ NO!≫. la parola gridata al limite
dell’esasperazione di Francis. ≪
Yao... Se fai sesso con me, ti affitto un locale proprio accanto al mio. Puoi
fare tutto quello che ti pare, ma lascia in pace “Versailles no Bara” e libera
Arthur!≫.
Yao valutò l’offerta. E sorrise. ≪
Le tue doti diplomatiche mi hanno convinto, aru.≫. Esclamò qualcosa in cinese, per
poi sorridere più dolcemente. ≪
Ci vediamo domani, aru? Per il patto...≫
Francis annuì. ≪
Vieni pure a casa mia...≫
Arthur
barcollante, fu lasciato dalla guardia del corpo, per venire accolto tra le
braccia profumate di rose dell’amico. ≪Arthur,
tutto bene?≫.
Gli chiese, stringendolo a sé. ≪
Si... adesso si, stupido...≫.
Francis rise, facendosi aiutare da Antonio per portarlo fuori. ≪ torniamo a casa, Arthur, il tuo tè
ti sta aspettando...≫
Festeggiarono
il patto con gli Area Asia in un pub. Francis fece ubriacare Arthur, che si
mise a ballare selvaggiamente, mentre i due amici rimasero al tavolo a
chiacchierare. ≪...
E così, Roderich ti ha lasciato?≫≪No...
ma fa sesso da schifo. Vorrei lasciarlo io, però...≫ ≪ ti sentiresti ancora più solo. Francis,
perché non ti metti insieme a Yao? Si vede lontano un miglio che....≫. ≪Ci stanno in... troppi, dietro Yao,
prima tra tutti Kiku. È su di lui, piuttosto, che vorrei mettere le mani.≫. Antonio sospirò, guardando
l’amico negli occhi, quegli occhi azzurri che più d’una volta aveva visto
ricoperti di lussuria, ma che ora erano opachi e spenti. ≪ Perché non rimorchi Arthur? Mi
sembra piuttosto...≫.
Francis gli carezzò il dorso della mano bruna, sorridendo. ≪ Penso che rimorchierò qualcun
altro... Vieni con me?≫.
Antonio scosse la testa. ≪
No Francis, non con te.≫.
Francis sospirò, alzandosi e andando verso il bancone del bar.
Entro
sera lo trovò qualcuno con cui dividere il letto. Un cubano dalla pelle di
mogano. Passò tutto il pomeriggio a letto, sotto le sue spinte, sognando che il
vero amore sarebbe arrivato presto. ≪Non
sei male.≫
gli fu detto, mentre veniva ancora lasciato nel letto da solo.
Il
giorno dopo, Roderich credette che il giovane cinese che usciva dalla casa del
francese fosse un addetto alla cucina cinese da asporto. ≪ Non sapevo ti piacesse quel
cibo...≫
≪
Non lo disprezzo≫.
Mormorò in risposta, mentre puliva un po’ in giro. ≪ Come sta tua moglie?≫. Gli chiese gentilmente. ≪ Bene.. ma farlo con lei non mi da soddisfazione
che farlo con te.≫.
gli diede un lungo bacio, immergendo la mano nei suoi capelli d’oro.
≪Ti
amo, Francis, ti amo davvero≫ gli rivelò mentre si faceva
carezzare i capelli dopo il sesso. ≪
E tua moglie?≫.
≪Posso
pure mollarla, per te...≫.
Francis si alzò in piedi per rivestirsi. ≪
Dove vai?≫.
≪Sono
stanco, Roderich. Tu hai una moglie che ti ama e ti aspetta, io solo un negozio
di fiori. Vattene, per favore, non voglio vederti mai più.≫. ≪ Ma... Francis... ≫. ≪ Basta!≫. Francis si asciugò le lacrime. ≪ Non ti voglio vedere mai più! Hai
un’ora per sgomberare.≫
Ooooooook...
doveva essere una one-shot, ma la cosa si sta avviando per le lunghe! Non ho
particolari precisazioni da fare... a parte che ringraziare il mio Padre
Francia per avermi suggerito il titolo per la fic.
Alla
prossima!