Urla strazianti gorgheggiano nella tua gola, tracimano all’esterno e si disperdono nella fredda ed insensibile notte che assiste al tutto impassibile, come un Dio impietoso, per quanto la scena che le si presenta sia raccapricciante ed immonda.
Tu distesa al suolo preghi che tutto abbia presto fine, ma sai che l’illusione è amara quanto la cruda realtà che già ti è sfuggita di mano.
Invano tenti di sottrarti al tuo bieco destino immerso in un lento dolore che ti divora dentro pezzo dopo pezzo e scava una voragine nella tua anima, vinta dalla nera disperazione degli ultimi respiri.
Quelle mani fredde le senti camminare sul tuo viso, accarezzare la tua pelle e poi colpire senza alcuna pietà, penetrare e raschiare con le unghie, distruggere ciò che ormai non c’è già più. Il tuo mondo è ormai scivolato nell’oblio, ma il tuo cuore non vuole arrendersi allo stesso fato.
Continui a gemere e contorcerti, nonostante tu sappia già che il tuo aguzzino non si fermerà finché il suo sadico piacere non sarà saziato, finché le tue labbra vermiglie non avranno esalato il loro estremo fiato.
E a te non rimane altro che piangere le tue ultime lacrime mischiate al sangue che trabocca dalle tue orbite ormai cave.