Scacco
Matto: una
bianca regina
Decisamente,
si disse. L’uomo è straordinario nelle sue
tante abilità, ma così piccolo rispetto ai poteri
sconosciuti dell’aldilà.
Possiamo essere re e regine, ma sulla scacchiera del destino, di fronte
alla
morte diventiamo tutti pedoni. Così piccoli e miseri, dediti
alla protezione
dei propri sentimenti, di una regina con il nome di
“vita”, così folgorante e
luminosa in confronto ai pezzi neri che il destino giocava contro di
loro. I
pedoni sono i primi ad essere mangiati, divorati dal destino, dalla
morte, dai
misteri dell’aldilà.
Dopo
aver mangiato quelli, verranno mangiati i due cavalli,
potenti come gli ideali umani, le due torri che così rette
sembrano
indissolubili come tutte le nostre convinzioni, poi gli alfieri, pronti
alla
battaglia come il nostro insulso coraggio. Restavano soli, il re e la
regina.
Si concentrò su quest’ultimo pezzo, il
più importante, quello per cui tutti
sono stati mangiati nella disperata voglia di salvarlo.
La
prese tra le dita, la regina, e con le unghie grattò la
superficie liscia di quel pezzo così importante e la sua
importanza sembrava
pesasse nella sua mano da Guado.
–Lord
Seymour…– fece Tromell, entrando nella grande sala
–Lady Yuna, la vostra futura sposa, è appena
arrivata a Guadosalam…–
La
pressione del pollice del maestro si fece improvvisamente
più forte e la testa della regina schizzò via,
sul pavimento di marmo. Così
grande davanti ai suoi pedoni, la vita, con i suoi ideali, con le sue
convinzioni, con il suo grande e inspiegabile coraggio, e
così fragile nelle
mani del destino.
–Scacco
matto…– si
disse, e fu pronto per sconvolgere con la prima mossa il
suo mondo di distruzione.