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Autore: Citizens_Erased    11/09/2010    1 recensioni
Robert e Jude sono, effettivamente, una storia sofferta, cominciata sul set di un film controverso, continuata nel tempo finché non arriva al punto in cui...
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robert, allora, si sedette e si guardò un pò intorno, senza vedere quel tipo, Jude, da nessuna parte. Comunque, se ne fece una ragione e attese che il regista desse le ultime indicazioni in giro.
"Bene, tutti pronti? Possiamo girare!"
Fu dato il ciack e la miriade di attori e comparse che popolava la sala iniziò a compiere il proprio lavoro. Il tipo che faceva Wilde scese da una scala e iniziò a parlare con degli altri tizi, iniziando poi a spostarsi sempre più verso destra durante la conversazione. Robert lo seguì con lo sguardo e poi vide che l'uomo al suo fianco gli stava indicando qualcuno. Si soffermò un attimo sulla sua espressione, perfetta, indubbiamente tutti quei complimenti che aveva ricevuto erano meritati, ed ebbe l'impressione stesse dicendo: "Dio mio, non ho mai visto qualcuno di più bello e attraente!" per dirla all'americana.
Quando si decise a girare il volto, poi si accorse che il destinatario di quello sguardo era il ragazzo di prima, Jude.
Aveva gli occhi socchiusi e il volto un pò alzato, in modo altezzoso, mentre un completo chiaro gli fasciava le membra. Robert, senza il minimo autocontrollo, come in preda ad una trance, si soffermò su quello che veramente aveva l'aspetto di un dono di Dio: bello, bellissimo. Il volto dai lineamenti perfetti, la pelle chiara, i capelli che l'incorniciavano come un'aureola, e gli occhi azzurri, così chiari, così trasparenti da sembrare acquamarine, pronte a brillare alla luce soffusa della sala, e le labbra, leggermente rosate, che sembravano implorare di essere morse e baciate. E il corpo, un pò troppo minuto per la sua reale età, ma così ben proporzionato, che risaltavano allo sguardo le forme scattanti e giovanili nonostante gli abiti accollati, che lasciavano intravedere solamente il collo invitante e le mani eleganti. Stupendo, stupendo, si trovo di nuovo a pensare.
Non si accorse nemmeno di aver naturalmente fatto la stessa identica espressione inebetita ed estasiata del collega, che però stava solo recitando molto bene, fino a quando, non si sa come, quasi se avesse potuto percepire quello sguardo desideroso contro di sé, come se l'avesse avvolto in un abbraccio illecito ma piacevolissimo, Jude incontrò i suoi occhi, e resosi subito conto che la trasparenza delle due stesse pupille non era semplice apparenza, ma che lasciava spazio a chiunque di entrare fin dentro la sua anima, abbassò lo sguardo, mentre faceva uno strano sorrisetto compiaciuto e le orecchie gli si arrossavano alla punta.
Robert pensò che era adorabile, ancora senza svegliarsi da quella specie di sogno, che non gli aveva neanche fatto capire che tutte quelle cose le aveva pensate su di un uomo, u o m o.
In ogni caso presto l'incanto dovette spezzarsi:
"Stop! Stop! Jude cosa ti succede?" Chiese Gilbert, facendo destare sia Robert, seduto al suo fianco, sia l'attore, da quel torpore in cui erano caduti, catturandosi a vicenda.
Il ragazzo alzò le spalle un secondo, preso alla sprovvista e poi si scusò, chiedendo di poter rigirare la scena con voce flebile, e assicurandosi di non guardare neanche la punta dei piedi di Robert, che invece non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.
"Che strano, non gli era mai capitato di perdere la concentrazione." Disse il registra all'uomo al suo fianco, in tono sorpreso.
"Mah, sarà stanco. E' parecchio che girate no?", rispose l'attore, ringraziando mentalmente del fatto che il regista con si fosse accorto che era a causa sua che la scena era andata a monte.
Sarebbe anche rimasto a guardarlo per tutta la scena, più che volentieri, ma dopo un paio di ciak andati a puttane per colpa di quella sua osservazione da maniaco decise di dare una mano al povero e ignaro Brian, alzandosi e andando a farsi un giro nella saletta adiacente, dove aveva già adocchiato una macchinetta del caffè (caffeina, sempre droga). Sentì gli attori quasi gridare le loro battute in mezzo alla confusione fittizia della scena, sorridendo divertito.
Sorseggiando la bevanda (fin troppo annacquata, ma come si fa a dire che quello è caffè americano? Che cos'è? Una presa in giro?) un pensiero si infilò fra gli altri come un grillo parlante della tentazione. Questo sarebbe un ottimo momento per tirare fuori certe cosette, pensò.
Uscì velocemente dagli Studios, affrettato da un improvviso bisogno impellente che per la voglia gli faceva contorcere lo stomaco, come quando le farfalle nello stomaco svolazzano alla visione della persona che si ama. Trovò la propria auto, vi si chiuse dentro e, assicurandosi che nessuno lo vedesse, aprì il cassetto nel cruscotto e, sempre guardingo, ne estrasse il tipico sacchetto trasparente.
Non si perdette nemmeno a rimirarne il contenuto come fanno nei film di genere, ma rovesciò una piccolissima quantità della polverina bianca sulla mano, sniffandola direttamente, senza sistemarla in "piste" come fanno i ragazzini per far vedere quanto sono fichi.
La botta di adrenalina, piacere e allegria chimiche l'avrebbe soddisfatto mesi prima, ma ora doveva assumerne sempre di più. Con gli occhi bramosi ne prese ancora. E poi - sì, perché no? Tanto in giro non c'è nessuno! - ancora.
Finché ogni senso non smise semplicemente di rispondere.

Dalla beatitudine agli schiaffi, non è esattamente un passaggio piacevole.
Ebbe appunto la prima sensazione di ceffoni dritti al viso, uno dietro l'altro, e poi di urla isteriche, e poi aprì gli occhi e vide una figura sfocata. Poi sentì il bruciore su per tutto il setto nasale, fino alla fronte; gli occhi misero a fuoco l'immagine: Brian.
Rimase immobile qualche secondo, lasciando che i neuroni collegassero gli impulsi fra loro come da dovere, poi scosse la testa. Si rese conto di avere la testa ficcata nello spazio fra i sedili alteriori, sopra il tappettino per i piedi dei passeggeri posteriori. Come cazzo era finito così? Peraltro, aveva le braccia strette nervosamente attorno alla pancia come se il fegato avesse preso fuoco, eppure non ricordava dolore. Così come non ricordava di aver staccato lo specchio del tettuccio buttandolo per terra.
Forse aveva avuto scatti incontrollabili cadendo nel vuoto. Forse.
Faticosamente, riuscì ad alzarsi da quella posizione fottutamente scomoda, sgranchendosi la schiena.
-Che...?-, bofonchiò.
-Ti ho chiamato mille volte! Volevo dirti che avevamo finito...ma a quanto pare avevi da fare-, commentò il regista, in tono di rimprovero.
-Uhm, sì, è che...che ore sono?-, chiese, stropicciandosi gli occhi.
-Sono le sette.
-Di sera?-, esclamò incredulo. Ma se era arrivato all'una!
-Esatto, di sera. Non vedi che si è fatto quasi buio?-, lo apostrofò l'altro, in tono disgustato.
-Oh. Beh, allora...io direi che me ne vado-, rispose Robert, cominciando a sentirsi a disagio e strofinandosi il naso insistentemente.
-A finire il sacchetto, magari?-, scattò l'amico. -No, Rob, stasera dormi nel nostro Hotel. E ti dirò di più, stai in camera con me.
Robert sentì salire un'ondata di irritazione.
-Cos'è, vuoi farmi da balia? No, grazie tante, Brian, posso sopravvivere da solo.
-Magari puoi cenare con noi, però-, esordì una voce giovane e altezzosa dall'accento londinese.
Robert aprì la bocca per rispondere stizzito, ma guardandolo si bloccò. Dannazione, da vicino era ancora più incredibilmente bello. Gli occhi azzurri e luminosi lo osservavano con furbesca curiosità da sotto le ciglia lunghe e sorgendo sopra le guance molto probabilmente morbile e lisce, non fosse per l'accenno di barba appena spuntata.
Gli occhi scuri gli si accesero intuitivi, e sorrise.
-D'accordo, la cena ci può stare-, annuì.
Jude gli rivolse un sorriso timido seppur smagliante, che lo faceva sembrare qualcosa di ultraterreno. Quanto cazzo era bello.
Nel tragitto in macchina Robert non trovava posa. Il fatto è che l'abitacolo, per quanto spazioso e arieggiato, continuava a fargli annusare l'odore di Jude. Doveva essere lui, esatto. Non dopobarba o qualche profumo, ma proprio l'odore della sua pelle. Cosa strana, da un finocchietto aggraziato così ci si aspetta un profumo costosissimo da checca preziosa, e invece no.
E com'era piacevole. Non esattamente buono, ma sicuramente particolare e meritevole d'attenzione. Era seduto davanti a lui. I capelli biondi mossi dal vento che entrava dal finestrino. Robert continuava a fissarlo mentre non ascoltava i due seduti davanti blaterare sul film. Al limite arraffava qualche stralcio di dialogo.
-Ma devo fare davvero l'isterico?
-Jude, ho letto il De Profundis e ti assicuro che, come lo descrive Wilde, Bosie era un viziatissimo figlio di puttana, quindi sì, fai l'odioso, domani.
Arrivarono nel centro del sobborgo di Londra chiamato Greenford, ovviamente immerso nel verde, dove li aspettava un piccolo e umile albergo, neanche troppo grazioso, ma dopotutto non ci si può aspettare l'Hilton in una periferia, no?
Robert osservò l'ambiente povero eppure piacevolmente intimo, seguì i due compagni e finì a sedersi con loro ad un tavolo in fondo al locale, preparato per loro in maniera vistosamente migliore rispetto a quelli degli altri avventori. Poi guardò Jude e sentì immediatamente il bisogno di abbassare lo sguardo.
L'altro invece lo fissò per un lasso di tempo indeterminato, incuriosito e col piacere dipinto sul viso con pennellate di rosso e di pura luce.
-Allora, Robert, hai fatto un bel colpo con Charlot, eh?-, esclamò gioviale, cercando di rompere il ghiaccio, gli occhi di nuovo illuminati da quel bagliore interessato.
-Eh?
-Ho detto...hai beccato il ruolo perfetto! Voglio dire, con Charlie Chaplin...
-Oh...ah, sì, è stato fico...
-...insomma, dovevano darti l'Oscar, secondo me! La scena dell'ubriaco! I movimenti, sono identici ai suoi! Mi è piaciuto da morire!-, continuò Jude, finendo ogni esclamazione con un punto esclamativo che gli si poteva leggere negli occhi, che per la fine dell'elogio avevano già cominciato a brillare.
Robert si schermì abbassando di nuovo lo sguardo e deglutendo lusingato. Era abituato a ricevere complimenti, ma a sentire tutto quell'entusiasmo non sapeva se esaltarsi o cercare di rimpicciolire.
-Uh, grazie-, borbottò con un sorriso gentile. -Anche se non credo di essere così bravo...
-Secondo me lo sei eccome-, replicò l'inglese con uno sguardo ammirato. Cavolo, sembrava che quel tizio non avesse altro che occhi!
Poi l'atmosfera si distese, fra un bicchiere di birra e uno di vino bianco tutti e tre si sciolsero dalle convenzioni di buon senso e buona educazione, finendo per ridere in modo sguaiato e parlando a voce davvero troppo alta, attirandosi gli sguardi degli altri clienti.
E in tutto questo Jude sfiorava il viso di Robert con occhiate lucide, forse per l'ebbrezza o per chissà cos'altro, attirandone altre ugualmente equivoche, delle quali Brian sembrava non avere il minimo sospetto.
Brian, in effetti, finì per sparire dalle loro attenzioni.
Ogni loro parola, ogni loro gesto, ogni loro sguardo alzava una polvere di significati sottintesi che probabilmente solo loro recepivano.
Sei bello, sei fottutamente bello, mi piaci, vorrei conoscerti meglio, stiamo soli?, appartiamoci, scopiamo.
-Sai, credo che il ruolo di Bosie sia perfetto per te. Fisicamente, intendo. Dovresti fare anche Dorian Gray.
Jude sorrise compiaciuto al primo complimento esplicito che ricevette, ed infilò fra le labbra una delle ciliegie nel cesto davanti a loro.
Robert credette di essersi reincarnato in una quindicenne in crisi ormonale.
Ooooooooh, calmaaaaaaaaa!
Sbatté le palpebre deglutendo di nuovo, e tornò a guardare Brian.
-Beh, ho mangiato come un maiale e direi che sono soddisfatto! C'è qualche programma per stasera? Che ne so, uno strip-bar, una saletta VIP piena di ballerine succinte...-, blaterò, lanciando un'occhiata a Jude che, sotto l'espressione neutra, fiammeggiava.
-No, Rob, ti sei già sballato abbastanza per oggi-, sbottò Brian in tono autoritario. -Tu, in camera con me. Jude, ci vediamo domattina ad un orario decente? Tipo...le sei, va bene?
-Ok, Brian-, rispose l'altro, lanciando a Robert un altro sguardo desideroso.
A dopo, Jude.

Robert non si era mai fatto impedire di fare ragazzate, al college, e non gli sarebbe sicuramente importato ora, se c'era qualche ostacolo.
Fanculo, non era la prima volta che gli capitava di sentirsi attratto da un ragazzo e di volerci scopare. Ma quelle poche volte che era successo si era dovuto reprimere. Ma Jude era diverso. Non sapeva perché, forse perché la sua era stima genuina? Perché fra tutti gli attori giovani in circolazione sembrava l'unico ad essere una persona vera?
E perché era la cosa più melensamente bella che avesse mai visto, un Adone?
Brian russava già da un bel pezzo, coprendo i rumori prodotti dalla camminata di Robert che scivolò come un ladro insinuandosi fuori dalla porta nella tenue luce del corridoietto della stanza.
Stanza...? Quale stanza? Si sentiva un idiota. E ora, avrebbe bussato a tutte le porte del piano?
Certe volte sentirsi un ragazzino ed esserlo effettivamente è un limite puramente biologico.
E certe volte sarebbe bello essere in un cazzo di film perché si possa beccare la porta giusta al primo colpo per qualche dannatissimo momento di culo.
Voleva un'altra pista.
Traghettò il proprio corpo giù per le scale, seguendo il vento della voglia fino a naufragare davanti all'auto altrui. Cazzo.
Cazzo, no, la droga, porca puttana! Ma come aveva fatto a dimenticarsene?!
Cazzo, cazzo, che enorme coglione.
Stava inavvertitamente ansimando per il nervosismo, quando una mano gli si appoggiò sulla spalla, facendolo voltare istintivamente con uno scatto.
-Che c'è?!-, sbottò, poi realizzò. -Oh...Jude...
L'altro lo guardava come in trance.
-Vieni su.
Robert lo fissò, poi capì che ogni fibra di sé voleva obbedire, ardentemente.
-Va bene.
L'aveva stregato? Con quel suo improvviso cambiamento di atteggiamento, dalla dolcezza rassicurante alla freddezza sicura, lo inquietava un bel pò. Ma con quell'atteggiamento risoluto era ancora più intrigante.
Forse sapeva di esserlo, perché dietro quel bell'aspetto c'era una persona complessa, si disse.

 

[Scusate per il ritardo OSCENO. Il fatto è che c'erano casini con l'account e io (Sweet Bee) non riuscivo più ad entrarci...vai a fare un profilo doppio! LOL Comunque finalmente eccola qui, ci sarà un altro capitolo. Spero vi piaccia, finora...

Grazie a sere9, _NeMeSiS_ e  Lady Of Sorrows per le recensioni. *Va ad aggiornare Find a Way XD*]

  
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