Titolo:
Like the sun and the moon
Autore: Lilla xD
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di
lucro, altrimenti non sarei qui ma a Chicago dove vorrei essere da una vita.
Rating: Verde
Pairing/Personaggi: Dominic Howard and Matthew Bellamy
Note: One shot scritta per la mia Amore Pah ( _DyingAtheist)
Ti amo
amore <3
Mi
è venuta in mente dopo aver visto l’immagine del sole e della luna
assieme con un cuoricino.
!!!! Solo
amicizia, niente amore (nonostante io sia una fan sfegata
di BellDom)
Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio di grammatica.
Buona lettura!
Il mondo
non può esistere senza gli opposti.
L’equilibrio
e la stabilità dell’universo derivano dall’eterna
coesistenza tra elementi apparentemente troppo diversi tra loro ma nel complesso complementari nelle loro differenze. Non ci
poteva essere equilibrio senza uno dei due elementi.
Gli
opposti si attraggono.
Cielo e
terra, bene e male, acqua e fuoco, luce e ombra.. sole
e luna.
Forse
è l’esempio più classico quello dei due globi gemelli, alti
nel cielo che guardano il mondo ma che mai potranno unirsi, se non in alcuni
momenti dettati dalle leggi astrali.
In un
angolo di mondo, un giovane era seduto su un piccolo sgabello foderato di
pelle, davanti a lui un pianoforte nero, lucido che rifletteva i raggi della
luna e gli occhi azzurri puntati fuori dalla finestra, in balia dello
spettacolo che il cielo gli offriva.
La luna e le milioni di sue sorelle più piccole si riflettevano
sulla superficie del lago, increspato da un leggero soffio di vento mentre il
resto rimaneva in mobile e in silenzio, lasciando vibrare nell’aria una
melodia singolare, ripetitiva ma forte: il cuore di Matthew.
Più
fissava quello spettacolo, più riusciva a immedesimarsi in quel piccolo
globo argenteo.
Come lei,
lui era piccolo, circondato da milioni di persone di cui non sapeva niente e
illuminava ben poco di quella che era l’ombra della sua vita. Viveva di
notte, componendo musica e scrivendo testi che solo la sua musa riusciva a
suggerirgli ma che puntualmente si faceva sentire solo nel bel mezzo del
plenilunio. Anche lui, come la luna, era pallido e semplice, senza niente da
chiedere o da dare.
E
più guardava la luna e più capiva che mancava qualcosa.
Chi era il
suo sole?
Il suo
primo pensiero andò a una giovane ragazza mora, molto bella, con cui
aveva condiviso 9 anni della sua vita, ma scacciò presto quella figura
dalla sua mente, che aveva riportato alla memoria brutti ricordi. Non poteva
essere lei, non emanava abbastanza luce e più di una volta si erano
riscoperti incompatibili.
Frugò
all’interno della sua mente e ripescò da essa tutti i momenti
più importanti della sua vita. Tra tutti c’era una costante: un
giovane ragazzo dai capelli biondi, gli occhi verde-grigio e
un bel sorriso.
Matthew
sorrise pensando a Dominic.
In effetti
aveva tutte le caratteristiche di un sole. La sua figura emanava luce e
tranquillità al solo vederla da lontano e il suo sorriso accentuava di
molto quella prospettiva. Aiutare la gente nel momento del bisogno era una
specie di dono perché, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a
farti sorridere, spazzando via quelle nuvole nere che si erano annidate
all’interno del cuore.
Dominic
era un sole caldo e semplice ma non era il suo sole.
Da come
l’aveva descritto era più una persona su cui chiunque avrebbe
potuto contare in qualsiasi momento ma niente dimostrava che quella piccola
sensazione di calore alla base del cuore che Matthew provava era opera dei
raggi caldi dell’altro.
Forse era
la sua musa che in quel momento lo stringeva in un caldo abbraccio e lo
invitava a muovere le dita sui piccoli tasti bianchi e neri del pianoforte. Non
ci pensò neanche, semplicemente una melodia risuonò
nell’aria e prese forma tra le sue mani esperte ma aveva un qualcosa di
estremamente triste.
Forse
rifletteva solo il suo essere, troppo lontano per essere raggiunto e troppo
bello per essere contemplato. Così la luna, troppo lontana per quanti
vogliano raggiungerla e troppo mozzafiato per poterla osservare senza un senso
di inadeguatezza che ti scombussola l’anima. Ma la luna aveva anche un
lato oscuro, quello della malvagità, dell’odio e della solitudine.
Anche
Matthew era così. Nell’arco della sua vita, aveva più volte
provato una morbosa solitudine, che lo avevano fatto diventare un piccolo e
introverso ragazzo, con i suoi pensieri e la sua timidezza che si mostrava
all’esterno. Come qualsiasi essere umano provava odio ma, ogni qualvolta
qualcun altro più fortunato si avvicinava a lui, i lampi di rancore nei
suoi occhi si facevano più evidenti e la mente vagava in nuvole di fumo
nero di invidia e disprezzo.
Non lo si
poteva considerare malvagio, semplicemente viveva le sue emozioni in ogni loro
sfumatura.
Ma
qualcosa era cambiato il giorno in cui Dominic entrò nella sua vita.
Matthew,
il ragazzino spento e chiuso e Dominic, il ragazzo solare e felice. Troppo
diversi per potersi avvicinare ma complementari per non unirsi.
I loro
sguardi si erano incrociati per pochi istanti ma abbastanza per
permettere a entrambi di capire qualcosa di sconosciuto, che solo il tempo
avrebbe loro svelato.
Quel
verde-grigio gli era entrato dentro. Non avevano niente di particolare come
occhi, erano belli e particolari nel modo in cui il verde si perdeva in piccole
pagliuzze grigie ma niente che potesse donargli un aggettivo migliore. Eppure
Matthew ricorda ancora quello sguardo che si era fermato sulla sua figura,
stretta in una scomoda divisa e rannicchiata in un angolo del prato fuori
scuola. Molti avrebbero riso di questa espressione, ma quello sguardo lo aveva
denudato, lasciando scoperte quante più cose lui stesso credeva di
avere.
Si era
seduto vicino a lui e l’aveva salutato con un sorriso. Neanche il suo
sorriso era niente di speciale, bello si ma nulla
più. Era un ragazzo come tutti gli altri, alti della loro
superiorità per non avere una vita che va avanti a fatica, con la voglia
ogni giorno di staccare la spina, e Matthew lo odiava per questo.
Come a
tutti coloro che si erano avvicinati a lui, gli aveva rivolto il suo sguardo
intimidatorio, scontrando il suo bellissimo azzurro con scintille rosse piene
di malvagità ma l’altro non ci aveva dato peso. Era strano come il
biondo fosse totalmente a suo agio anche di fronte a uno sguardo ostile, era
una sua caratteristica che con il tempo il moro avrebbe conosciuto e
apprezzato.
Fu proprio
quella calma a portarlo a scoprire chi fosse quel ragazzo comparso un giorno
per caso nel suo liceo. Nessuno prima aveva mai accettato la sfida che Matthew
proponeva agli altri, una sfida ardua perché cercare di comprendere
ciò che passava per la mente di un tipo come lui non era semplice. Ma
Dominic non si era lasciato vincere dallo sconforto e, non si sa ancora come,
riusciva sempre a capirlo.
Se ora
Matthew sorrideva lo doveva a lui. Suona strano dire di un ragazzo che non
abbia mai sorriso e in effetti è una cosa
errata perché Matthew sorrideva ma mai con il cuore.
Il sorriso
è un qualcosa che nasce dal dentro, ti invade l’anima e il cuore
bussa alle porte della tua mente invogliandoti a mostrare la tua
felicità al mondo esterno. Il suo sorriso, invece, nasceva da una
contrazione involontaria del muscoli, ai quali il
cervello, registrando una determinata situazione, gli imponeva di farlo.
Se non
aveva mai sorriso, figuriamoci ridere.
Ma con Dominic aveva fatto entrambe e per qualcosa per cui valeva la pena
aprirsi con il mondo.
Si erano
uniti come il sole e la luna facevano in un eclissi ma
non completamente.
Smise di
suonare all’improvviso, scacciando quella musa fin troppo fastidiosa,
nonostante sia stata la sua sola compagna per anni e anni.
Che senso aveva suonare una
melodia malinconica e triste quando tutto ciò era stato spazzato via, come
se sullo specchio che rifletteva l’immagine della sua esistenza avesse
passato un panno? Ogni volta che si affacciava a quello specchio non vedeva
più un ragazzino di appena 14 anni con uno sguardo ostile e
un’ombra sul cuore, vedeva un uomo di quasi 30 anni sorridente e felice.
Aveva dato una bella
ripulita alla sua persona e, se ciò era stato possibile, era tutto
merito di Dominic. Era stato lui per primo a passare una mano sulla coltre di
polvere che si era depositata sulla sua figura, permettendo agli occhi di
Matthew di vedere in quel riflesso un qualcosa che non gli apparteneva e
facendo si che iniziasse da solo a togliere quel velo, fino ad arrivare a
scorgere la sagoma dell’amico vicino a lui che gli
sorrideva affabile.
Se oggi
era il Matthew Bellamy che tutti conoscevano lo doveva solo a lui.
Sole e
Luna.
Era sempre più convinto che lui e Dominic
fossero come loro. Non era una convinzione dettata da un pensiero che
semplicemente gli aveva sfiorato la mente in una delle
tanti notti insonni ma da una certezza che riusciva a trovare in ogni ricordo
che riguardava la loro amicizia.
Ricordava
più volte in cui si era lasciato cullare dai suoi caldi raggi, magari
stretti in un abbraccio dopo l’ennesimo sfogo di frustrazione da parte
sua. Riusciva sempre a farlo stare bene.
Così,
anche lui era riuscito a scorgere più volte sul volto dell’amico
qualcosa che nessun’altro poteva percepire, troppo abbagliato dalla
troppa luce che emanava.
Matthew
era la sua luna, il piccolo globo argenteo padrone della notte, sospeso tra
realtà e sogno, solitario, a volte maligno e anche suggestivo nella sua
placida bellezza e custode di segreti che non gli venivano mai confessati.
Dominic
era il suo sole, immenso globo infuocato sovrano del giorno, punto concreto di
milioni di persone, amato da tutti e amante di tutti, sereno e semplice, troppo
caldo per essere toccato e di cui era impossibile scorgerne la vera bellezza,
se non perdendo per sempre la vista.
Sorrise.
Voltò
lo sguardo quel poco che bastava a scorgere la figura di Dominic seduta sugli
scalini che portavano al piano di sopra e con lo sguardo fisso su di lui.
- Che fai
lì? – gli chiese in un sussurro.
-
Contemplo
- Aspetto il sorgere del
Sole – disse sorridendo a sua volta.
Il Sole e
Gli
opposti si attraggono.
E se
così non fosse il mondo imploderebbe nella sua monocromatica macchia di
imperfezione.