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Autore: Lilla Wright    12/09/2010    4 recensioni
Il mondo non può esistere senza gli opposti.
L’equilibrio e la stabilità dell’universo derivano dall’eterna coesistenza tra elementi apparentemente troppo diversi tra loro ma nel complesso complementari nelle loro differenze. Non ci poteva essere equilibrio senza uno dei due elementi.
Gli opposti si attraggono.
Cielo e terra, bene e male, acqua e fuoco, luce e ombra.. sole e luna.

One shot scritta per la mia Amore Pah ( _DyingAtheist)
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Like the sun and the moon

 

Titolo: Like the sun and the moon

Autore: Lilla xD
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro, altrimenti non sarei qui ma a Chicago dove vorrei essere da una vita.
Rating: Verde
Pairing/Personaggi: Dominic Howard and Matthew Bellamy
Note: One shot scritta per la mia Amore Pah ( _DyingAtheist)

Ti amo amore <3

 

Mi è venuta in mente dopo aver visto l’immagine del sole e della luna assieme con un cuoricino.

!!!! Solo amicizia, niente amore   (nonostante io sia una fan sfegata di BellDom)

Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio di grammatica.

Buona lettura!

 

 

 

Il mondo non può esistere senza gli opposti.

L’equilibrio e la stabilità dell’universo derivano dall’eterna coesistenza tra elementi apparentemente troppo diversi tra loro ma nel complesso complementari nelle loro differenze. Non ci poteva essere equilibrio senza uno dei due elementi.

Gli opposti si attraggono.

Cielo e terra, bene e male, acqua e fuoco, luce e ombra.. sole e luna.

Forse è l’esempio più classico quello dei due globi gemelli, alti nel cielo che guardano il mondo ma che mai potranno unirsi, se non in alcuni momenti dettati dalle leggi astrali.

In un angolo di mondo, un giovane era seduto su un piccolo sgabello foderato di pelle, davanti a lui un pianoforte nero, lucido che rifletteva i raggi della luna e gli occhi azzurri puntati fuori dalla finestra, in balia dello spettacolo che il cielo gli offriva.

La luna e le milioni di sue sorelle più piccole si riflettevano sulla superficie del lago, increspato da un leggero soffio di vento mentre il resto rimaneva in mobile e in silenzio, lasciando vibrare nell’aria una melodia singolare, ripetitiva ma forte: il cuore di Matthew.

Più fissava quello spettacolo, più riusciva a immedesimarsi in quel piccolo globo argenteo.

Come lei, lui era piccolo, circondato da milioni di persone di cui non sapeva niente e illuminava ben poco di quella che era l’ombra della sua vita. Viveva di notte, componendo musica e scrivendo testi che solo la sua musa riusciva a suggerirgli ma che puntualmente si faceva sentire solo nel bel mezzo del plenilunio. Anche lui, come la luna, era pallido e semplice, senza niente da chiedere o da dare.

E più guardava la luna e più capiva che mancava qualcosa.

Chi era il suo sole?

Il suo primo pensiero andò a una giovane ragazza mora, molto bella, con cui aveva condiviso 9 anni della sua vita, ma scacciò presto quella figura dalla sua mente, che aveva riportato alla memoria brutti ricordi. Non poteva essere lei, non emanava abbastanza luce e più di una volta si erano riscoperti incompatibili.

Frugò all’interno della sua mente e ripescò da essa tutti i momenti più importanti della sua vita. Tra tutti c’era una costante: un giovane ragazzo dai capelli biondi, gli occhi verde-grigio e un bel sorriso.

Matthew sorrise pensando a Dominic.

In effetti aveva tutte le caratteristiche di un sole. La sua figura emanava luce e tranquillità al solo vederla da lontano e il suo sorriso accentuava di molto quella prospettiva. Aiutare la gente nel momento del bisogno era una specie di dono perché, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a farti sorridere, spazzando via quelle nuvole nere che si erano annidate all’interno del cuore.

Dominic era un sole caldo e semplice ma non era il suo sole.

Da come l’aveva descritto era più una persona su cui chiunque avrebbe potuto contare in qualsiasi momento ma niente dimostrava che quella piccola sensazione di calore alla base del cuore che Matthew provava era opera dei raggi caldi dell’altro.

Forse era la sua musa che in quel momento lo stringeva in un caldo abbraccio e lo invitava a muovere le dita sui piccoli tasti bianchi e neri del pianoforte. Non ci pensò neanche, semplicemente una melodia risuonò nell’aria e prese forma tra le sue mani esperte ma aveva un qualcosa di estremamente triste.

Forse rifletteva solo il suo essere, troppo lontano per essere raggiunto e troppo bello per essere contemplato. Così la luna, troppo lontana per quanti vogliano raggiungerla e troppo mozzafiato per poterla osservare senza un senso di inadeguatezza che ti scombussola l’anima. Ma la luna aveva anche un lato oscuro, quello della malvagità, dell’odio e della solitudine.

La Luna era diversa dalle stelle; esse brillano di luce propria e risplendono negli occhi dei tanti osservatori notturni, che affidano loro tutti i segreti e le promesse. Molte volte si sentiva esclusa da tutto e la sensazione di solitudine si ampliava dentro di lei, facendole mormorare parole d’odio verso chiunque e facendole tracciare nel cielo milioni di disegni malvagi.

Anche Matthew era così. Nell’arco della sua vita, aveva più volte provato una morbosa solitudine, che lo avevano fatto diventare un piccolo e introverso ragazzo, con i suoi pensieri e la sua timidezza che si mostrava all’esterno. Come qualsiasi essere umano provava odio ma, ogni qualvolta qualcun altro più fortunato si avvicinava a lui, i lampi di rancore nei suoi occhi si facevano più evidenti e la mente vagava in nuvole di fumo nero di invidia e disprezzo.

Non lo si poteva considerare malvagio, semplicemente viveva le sue emozioni in ogni loro sfumatura.

Ma qualcosa era cambiato il giorno in cui Dominic entrò nella sua vita.

Matthew, il ragazzino spento e chiuso e Dominic, il ragazzo solare e felice. Troppo diversi per potersi avvicinare ma complementari per non unirsi.

I loro sguardi si erano incrociati per pochi istanti ma abbastanza per permettere a entrambi di capire qualcosa di sconosciuto, che solo il tempo avrebbe loro svelato.

Quel verde-grigio gli era entrato dentro. Non avevano niente di particolare come occhi, erano belli e particolari nel modo in cui il verde si perdeva in piccole pagliuzze grigie ma niente che potesse donargli un aggettivo migliore. Eppure Matthew ricorda ancora quello sguardo che si era fermato sulla sua figura, stretta in una scomoda divisa e rannicchiata in un angolo del prato fuori scuola. Molti avrebbero riso di questa espressione, ma quello sguardo lo aveva denudato, lasciando scoperte quante più cose lui stesso credeva di avere.

Si era seduto vicino a lui e l’aveva salutato con un sorriso. Neanche il suo sorriso era niente di speciale, bello si ma nulla più. Era un ragazzo come tutti gli altri, alti della loro superiorità per non avere una vita che va avanti a fatica, con la voglia ogni giorno di staccare la spina, e Matthew lo odiava per questo.

Come a tutti coloro che si erano avvicinati a lui, gli aveva rivolto il suo sguardo intimidatorio, scontrando il suo bellissimo azzurro con scintille rosse piene di malvagità ma l’altro non ci aveva dato peso. Era strano come il biondo fosse totalmente a suo agio anche di fronte a uno sguardo ostile, era una sua caratteristica che con il tempo il moro avrebbe conosciuto e apprezzato.

Fu proprio quella calma a portarlo a scoprire chi fosse quel ragazzo comparso un giorno per caso nel suo liceo. Nessuno prima aveva mai accettato la sfida che Matthew proponeva agli altri, una sfida ardua perché cercare di comprendere ciò che passava per la mente di un tipo come lui non era semplice. Ma Dominic non si era lasciato vincere dallo sconforto e, non si sa ancora come, riusciva sempre a capirlo.

Se ora Matthew sorrideva lo doveva a lui. Suona strano dire di un ragazzo che non abbia mai sorriso e in effetti è una cosa errata perché Matthew sorrideva ma mai con il cuore.

Il sorriso è un qualcosa che nasce dal dentro, ti invade l’anima e il cuore bussa alle porte della tua mente invogliandoti a mostrare la tua felicità al mondo esterno. Il suo sorriso, invece, nasceva da una contrazione involontaria del muscoli, ai quali il cervello, registrando una determinata situazione, gli imponeva di farlo.

Se non aveva mai sorriso, figuriamoci ridere.
Ma con Dominic aveva fatto entrambe e per qualcosa per cui valeva la pena aprirsi con il mondo.

Si erano uniti come il sole e la luna facevano in un eclissi ma non completamente.

Smise di suonare all’improvviso, scacciando quella musa fin troppo fastidiosa, nonostante sia stata la sua sola compagna per anni e anni.

Che senso aveva suonare una melodia malinconica e triste quando tutto ciò era stato spazzato via, come se sullo specchio che rifletteva l’immagine della sua esistenza avesse passato un panno? Ogni volta che si affacciava a quello specchio non vedeva più un ragazzino di appena 14 anni con uno sguardo ostile e un’ombra sul cuore, vedeva un uomo di quasi 30 anni sorridente e felice.

Aveva dato una bella ripulita alla sua persona e, se ciò era stato possibile, era tutto merito di Dominic. Era stato lui per primo a passare una mano sulla coltre di polvere che si era depositata sulla sua figura, permettendo agli occhi di Matthew di vedere in quel riflesso un qualcosa che non gli apparteneva e facendo si che iniziasse da solo a togliere quel velo, fino ad arrivare a scorgere la sagoma dell’amico vicino a lui che gli sorrideva affabile.

Se oggi era il Matthew Bellamy che tutti conoscevano lo doveva solo a lui.

Sole e Luna.
Era sempre più convinto che lui e Dominic fossero come loro. Non era una convinzione dettata da un pensiero che semplicemente gli aveva sfiorato la mente in una delle tanti notti insonni ma da una certezza che riusciva a trovare in ogni ricordo che riguardava la loro amicizia.

Ricordava più volte in cui si era lasciato cullare dai suoi caldi raggi, magari stretti in un abbraccio dopo l’ennesimo sfogo di frustrazione da parte sua. Riusciva sempre a farlo stare bene.

Così, anche lui era riuscito a scorgere più volte sul volto dell’amico qualcosa che nessun’altro poteva percepire, troppo abbagliato dalla troppa luce che emanava.

Matthew era la sua luna, il piccolo globo argenteo padrone della notte, sospeso tra realtà e sogno, solitario, a volte maligno e anche suggestivo nella sua placida bellezza e custode di segreti che non gli venivano mai confessati.

Dominic era il suo sole, immenso globo infuocato sovrano del giorno, punto concreto di milioni di persone, amato da tutti e amante di tutti, sereno e semplice, troppo caldo per essere toccato e di cui era impossibile scorgerne la vera bellezza, se non perdendo per sempre la vista.

Sorrise.

Voltò lo sguardo quel poco che bastava a scorgere la figura di Dominic seduta sugli scalini che portavano al piano di sopra e con lo sguardo fisso su di lui.

- Che fai lì? – gli chiese in un sussurro.

- Contemplo la Luna – gli rispose il biondo con un sorriso – E tu? –

- Aspetto il sorgere del Sole – disse sorridendo a sua volta.

Il Sole e la Luna sono essenza dello stesso essere; sono fratelli gemelli, simili in tutto e per tutto e con un sentimento che li spinge a prendersi cura l’uno dell’altra, e sono amanti, diversi in quelle piccole sfumature che li portano a complementarsi a vicenda e mossi da una sensazione di pace all’interno di loro stessi che sentono solo quando stanno assieme. Il calore del Sole compensa il freddo della Luna e la malignità della seconda aiuta la troppa bontà del primo, così luce e ombra, acqua e fuoco, sogno e realtà e bene e male.

Gli opposti si attraggono.

E se così non fosse il mondo imploderebbe nella sua monocromatica macchia di imperfezione.

 

 

                          

 

 

 

   
 
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