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Autore: Greengirl Pinue    12/09/2010    12 recensioni
Bulma vive nell’Antica Grecia, i suoi capelli sono turchini, colore non usuale per l’epoca. Alcuni la guardano con meraviglia, altri la paragonano ad una dea, altri ancora pensano che sia portatrice di sventura e gli ultimi non osano porsi domande.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Berga

Questa storia è ambientata sì nell'Antica Grecia ma verosimile alla nostra. Spero che vi piaccia; è la mia prima fanfiction per cui i commenti sono ben accetti anche se non positivi. Ringrazio An, senza di lei non mi sarei mai iscritta qui e non avrei mai trovato il coraggio di pubblicare le mie storie :) Buonalettura !

Uno sguardo al di là dell’orizzonte

Inizio

“al fuoco al fuoco” una casa è invasa dalle fiamme, uomini e donne si stanno dando da fare per respingere quell’inferno rosso: attingono l’acqua dalla fontana principale e tramite dei secchi la lanciano sulle pareti dell’edificio. È notte, una notte d’agosto, calda e afosa; il sudore scende dalle fronti e i vestiti si attaccano alla pelle. Un bambino urla, grida e dimena i piedini in grembo a una donna dai capelli corvini che sta osservando incantata quello spettacolo.
Una lacrima le scende dal viso e stringe al petto quella strana creaturina.
Mormora tra i singhiozzi: “ se non fosse stato per te, per te, ora saremo tutti lì sotto, lì dentro”.
e culla il fagottino lentamente.

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Oggi è giorno di mercato, mi alzo felice e vado ad aprire la finestra della mia stanza : Odore di spezie e profumo di pane che ricordano la mia infanzia e mi metto a guardare il via vai di gente indaffarata negli acquisti.
Ma non ho tempo da perdere e infilo la prima tunica che trovo, lavo la faccia e mi fiondo nella grande sala comune al piano di sotto.
Subito la voce di Kiki mi raggiunge: << Sbrigati a far colazione perché ho MOLTE commissioni per te!!>> odio quando sottolinea la parola molte ma non posso ribattere visto che lei è la padrona della locanda.
E’ una bella donna di media altezza, ha i capelli scuri ondulati e la carnagione olivastra proprio come quasi tutte le donne greche.
Lei è stata l’unica a volermi con sé e a fidarsi; mi ha trovato in un fagottino sulla soglia di casa quando ero ancora neonata, mi ha presa con sé e mi ha allevato come se fossi sua figlia. Il suo istinto e il suo amore non si sono fermati al mio aspetto inusuale ma hanno fatto di me una parte della sua famiglia.

Il fatto è che il mio aspetto non è il tipico mediterraneo: ho capelli turchini e pelle chiara, lattea, quando dei viaggiatori arrivano alla locanda e mi vedono per la prima volta mi osservano con la bocca spalancata come se fossi un’attrazione o una strana creatura del posto.
Alcuni spaventati non mi guardano in viso e abbassano lo sguardo al pavimento altri invece cercano di toccarmi pensando che sono un’apparizione. La gente è proprio strana!
Adesso non devo pensarci.
Kiki da dietro il bancone mi porge la cesta di vimini e una pergamena
<< Ecco qui ci sono scritte tutte le cose da prendere, dentro la cesta c’è un sacchetto di pelle con alcune monete … Mi raccomando non far tardi>>.
Mi allungo per prenderle e corro verso la porta.
Il mercato è a pochi passi da me, srotolo la pergamena e leggo tutti i nomi.
Noto una bancarella che vende piccoli monili in rame e mi avvicino curiosa.
La proprietaria è una vecchina che se ne sta al sole con gli occhi chiusi.
Non la voglio disturbare e mi dirigo verso il venditore d’ortaggi e di frutta.
Affretto il passo. Mi faccio largo tra la folla tra le esclamazioni di sorpresa.
La cittadella di Santes non è molto grande, ma è sede dall’antichità di scambi commerciali tra il popolo greco e quello persiano. Gli abitanti ormai sono abituati al mio aspetto come i mercanti più anziani e quelli che si riuniscono qui per ogni mercato ma i forestieri sembrano non immuni ad esso. Alcuni mi guardano con un’espressione meravigliata, altri mi paragonano ad una dea, altri ancora pensano che sia portatrice di sventura e gli ultimi non osano porsi domande.
<< Ciao Bulma!>> un ragazzo si sbraccia tra la folla verso di me. Ho il sole negli occhi e non riesco a riconoscerlo. Sto ferma mentre lui si avvicina. È Yamcha.
<< Non cercare di ignorarmi!>> dice sorridendo , io con aria innocente rispondo << non è colpa mia se ho il sole negli occhi e non sono riuscita a scorgere nella folla il tuo visino aggraziato>> , lui sta al gioco e non si scompone << Dovrà farsi perdonare per questo insulto>>. Scoppiamo a ridere, lui è come un fratello per me, sono cresciuta con lui visto che sua madre lavorava alla locanda e lui ora ha preso il suo posto, ora dopo che lei è scomparsa.
Tutto successe quando avevamo sì e no dieci anni, la Grecia era in guerra con la Persia; sì la Persia. Sembra un fatto di un destino ironico e crudele, noi commerciamo con i persiani, noi viviamo nelle case vicino alle loro, noi parliamo con loro, ridiamo con loro, piangiamo con loro. Ora.
Ma prima era diverso tutti erano contro tutti per accaparrarsi un lembo di terra.
Mentre sto pensando mi nasce sulle labbra una risata che si trasforma in uno schiamazzo. Non sono pazza, è tutta colpa di Yamcha che mi ha preso alla sprovvista e si è buttato su di me per farmi il solletico.
Scappo dalla sua presa e corro verso la bancarella mentre lui mi insegue.
<< Vorrei tre monete di bronzo di fichi, quattro di carote, due di lattuga … >>
Mentre elenco tutta la spesa al venditore , Yamcha mi raggiunge.
<< Che velocità>> lo apostrofo, lui mi guarda << devo continuare a farti il solletico?>> << va bene >> respiro profondamente << Cedo!>>.
Gallamede, il venditore mi guardò con affetto , lui ogni estate viene in paese a vendere la sua mercanzia e ogni anno mi vede crescere , conosce perfettamente il mio caratterino e sa cosa può rallegrarmi in ogni situazione.
<< La sapete la novità?>> chiede l’uomo , io feci segno di no e guardo Yamcha anche lui non conosce la notizia.
<< Oh! Strano, tutti in paese parlano della processione>>
Processione? Quale? Solitamente queste cose non mi sfuggono, sono sempre informata perché alla locanda la gente passa e chiacchiera, parla e si scambia opinioni.
Come poteva essermi sfuggito? Forse non era un avvenimento così importante … << Il tridente di Poseidone !!!>> Urla Yamcha.
<< Esatto figliolo, la prossima luna nuova sarà portato qui , in processione, per propiziare il dio del mare a dare una buona pesca e per calmare la sua ira che scatena nubifragi improvvisi>> .
Ero l’unica che non sapevo niente e questo mi stizza parecchio.
<< Come facevo a non saperlo?>> e guard0 entrambi con gli occhi ridotti a fessure.
Con lo sguardo innocente fanno spallucce.
<< E quando sarebbe questa processione? EH?>> chiedo.
<< Domani!>> risponde allegramente il mercante.
Spero che non abbia nulla a che fare con quel brutto presentimento che mi accompagna da giorni. Sono stata attenta alle conversazioni di tutti i mercanti, alle loro storie, ai racconti degli stranieri durante la cena; ma nulla, nulla che poteva presagire una catastrofe o che ne so … un attacco nemico. Nulla. Ma avverto nell’elettricità dell’aria che qualcosa sta per accadere. Dove tenere gli occhi aperti e sorvegliare. Come ho potuto dimenticare la processione ?! “Bulma sei una sciocca” mi dico sottovoce.
Mi sforzo di sorridere. Il mercante ripone nei sacchi di tela delle mele rosse dalla pelle lucida. È Yamcha a rompere il silenzio.


Continua …

  
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