mi rendo conto che essendo un argomento molto trattato non dirò nulla di nuovo, anzi plagerò qualcuno mi sa (anche se ho cercato di controllare). comunque mi è parso che ci fossero poche fic incentrate su questo preciso istante. se mi sbaglio, linciatemi, non ho scuse u.u è che questo manga mi perseguita ancora dopo anni.
non amo particolarmente i punti di sospensione, ho riportato ciò che dice Seishiro ma l’effetto è molto più schifoso che nelle tavole delle Clamp.. mh, pazienza, comunque il conteggio è di 459 parole. aloha! *va a nascondersi bene in modo da suggire ai forconi di chi leggerà*
harinezumi
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Dead Like Me
«Subaru…»
Ormai non hai più la forza di accarezzarmi il volto con la mano, sebbene io ormai non mi renda più conto del tuo tocco, appiccicoso di sangue, sulla mia guancia, che sfiora i miei capelli. Lentamente sento che il tuo corpo scivola addosso al mio, probabilmente non hai davvero più nessuna forza per aggrapparti alla vita.
L’ultimo soffio di energia che risiede nei tuoi occhi, mai così realmente gentili come adesso, nemmeno quando fingevi, Seishiro, lo stai usando per chiamarmi con quel tono di voce così insopportabilmente affettuoso.
«Io…»
Ti guardo, non sono nemmeno consapevole che le lacrime mi stanno scendendo sempre più copiose sul volto, eppure non riesco a levarmi dagli occhi tutta quella nebbia, non riesco a staccare l’unico che può vedere da te, nonostante non scorga quasi più i lineamenti del tuo viso.
Ti ho ucciso, e adesso stai morendo, ti ho ucciso e adesso stai morendo.
Seishiro, perché? Perché mi hai dovuto sconvolgere così? Perché non è andato tutto come pensavo che sarebbe andato, tutto questo tempo… sprecato per prepararmi ad una morte che ora non verrà mai più. Anche se io sto morendo adesso, con te tra le mie braccia, se mai finora sono vissuto.
«Ti…»
Mi sembra un’eternità che ti sto fissando, a bocca spalancata, senza notare nemmeno che siamo coperti di sangue. Del tuo sangue.
Il tuo unico occhio si riflette nel mio, liquido, socchiuso, le tue labbra sono dischiuse in un sorriso dolce che non ti si addice per niente, e più ti guardo più sono confuso, smarrito, più vorrei tornare indietro e riportarti da me. Perché questa non è una delle tue bugie, Seishiro, tu te ne stai veramente andando e lo stai facendo con un sorriso, come tutte le volte che mi hai ferito.
Avvicini il tuo volto al mio, per un attimo sento i muscoli del collo irrigidirsi per la paura (o la speranza?) di un bacio. Ma appena sento le tue labbra sfiorarmi l’orecchio, realizzo quello che vuoi dirmi. Ancora prima che tu lo faccia.
«… amo».
La tua voce non ha tremato, neanche nell’istante della tua morte. Certo era distrutta, bassa, stanca, ma non ha vacillato.
Perché, Seishiro?
Sento il calore invadermi il petto, come fiamme che bruciano, e queste spazzano via ogni cosa, tutti i miei organi, inceneriscono ogni brandello ormai lacero del mio cuore. Il tuo corpo mi sta schiacciando e spingendo a terra, privo di vita, eppure non posso fare a meno di stringerlo con tutte le forze che non sapevo nemmeno mi fossero rimaste.
Non voglio più aprire gli occhi, tengo le palpebre premute, scosso da i tremiti, incapace di non singhiozzare. Il tuo corpo morto, ora più che mai, è più prezioso della mia stessa vita.
Subaru, io ti amo.
- end.