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Autore: Ophelia_flowers    14/09/2010    4 recensioni
Una piccola riflessione sul personaggio di Kurt Cobain, una sorta di dialogo con lui, con il suo spirito, che purtroppo non riceverà mai risposta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eri ancora in grado di piangere, Kurt?
Quando ti guardavi allo specchio, cosa vedevi? Eri ancora vivo, Kurt, o eri già morto?
I tuoi occhi... quelle magnifiche perle blu che foravano lo schermo nel quale cantavi disperato, avevano ancora un barlume di vita, o forse erano del tutto spenti, vuoti?

Ti penso, e non posso fare a meno di chiedermi se la morte dell'anima coincida sempre con la morte del corpo. Se ogni tanto non sentissi come la sensazione che quella massa non ti appartenesse, che quelle braccia non fossero nemmeno tue, e ti sentissi paralizzato, intrappolato dentro quella gabbia fatta di ossa e carne che gli altri vedevano come se fossi tu. Ma quello non eri tu, o almeno, non lo eri più. Vero?
Cosa provavi quando ti alzavi dal letto, ed andavi in bagno la mattina? Quando per lavarti e farti la barba, eri costretto a vedere il riflesso del tuo volto nello specchio? La pelle chiara, non più semplicemente pallida, ma con una sfumatura giallastra decisamente poco sana, che ti dava quell'aria malaticcia, o più semplicemente da drogato. Nemmeno quelle occhiaie un po' viola, un po' brune che ti appesantivano gli occhi contribuivano al conferirti un aspetto sano, un aspetto normale.
Ma quando mai sei stato normale, Kurt? Quando mai sei stato come gli altri?
Solo tra i membri della tua famiglia, ancora più solo in mezzo ai tuoi fans e amici, o presunti tali. Credo che la popolarità ti abbia fatto male, sai? Almeno quando non eri nessuno, nessuno si aspettava niente da te, eri libero da legami e responsabilità. Poi è arrivato il successo, la popolarità. Sembrava bello, subito, vero? Quel mondo fatto di lustrini e riflettori, donne facili e tanti, tantissimi nuovi amici che improvvisamente ti avevano trovato il massimo... Era bello Kurt? Sentirsi per la prima volta popolare, al centro dell'attenzione?
Ma non è passato molto tempo da quando ti sei accorto che la realtà era un'altra. Che dietro quei sorrisi falsi, quelle parole vuote, non si nascondeva altro che tanta, tanta indifferenza.
Perchè no, a nessuno è mai importato davvero di te. A nessuno. Altrimenti non avrebbero permesso che tu ti riducessi così, non ti avrebbero lasciato andare così a fondo, sempre più immerso in quelle acque torbide e viscose che ti entravano dalle narici mentre tentavi disperatamente di respirare, di dare un po' di ossigeno ai tuoi polmoni. Ma essi venivano solo invasi da quel liquido sporco, denso, soffocante. Ti hanno lasciato annegare, Kurt, stavi morendo davanti ai loro occhi, e nessuno ha fatto niente per aiutarti.
O forse sei tu che glielo hai impedito? No, non credo. Ti guardavano, e vedevano dei soldi che camminavano, un talento da sfruttare. E se la droga ti dava ispirazione per i tuoi testi, se la depressione era la molla che ti faceva andare avanti, chi erano loro per interferire? E non credere, lo sapevano dove ti avrebbe condotto la tua vita, forse speravano che non ti saresti suicidato così presto, ma sapevano benissimo che non potevi durare molto. Ma per loro era conveniente. Dopo morto saresti diventato un mito, e le case discografiche avrebbero guadagnato forse ancora di più.
Forse non è mai stata colpa tua, pensavi che fossi tu ad avere fallito quando salivi sul palco e non provavi più niente di fronte al pubblico, ma come potevi amare quel mondo che era lo stesso che ti aveva prosciugato del tutto, che aveva portato via ogni singolo brandello della tua anima già fragile, immatura, spaventata e sola?
Eri troppo puro per vivere su questo mondo marcio e corrotto, per quanto banale questo possa suonare. Ma quando penso a te, vedo un bambino troppo cresciuto, troppo ingenuo per capire i meccanismi che governano la vita, per comprendere la cattiveria e la malizia degli adulti. Quante volte sei rimasto deluso dalle reazioni della gente, quante volte non li hai capiti? Quante volte loro non hanno capito te?
Ma io ti capisco, Kurt, io li vedo i tuoi occhi, persino attraverso uno stupido computer, persino a distanza di vent'anni. Solo dei ciechi avrebbero potuto non accorgersene, di quanto stavi male. Nei primi video sei disperato, ma negli ultimi sembri del tutto morto, un guscio vuoto che va avanti per inerzia. Il tuo desiderio più grande era andartene in una fiammata, non morire lentamente, ma non lo sapevi che eri già privo di vita? Non ci credo. Me ne sono accorta io, come puoi non essertene accorto anche tu?
Non eri più capace di amare, ti hanno tolto tutto.

Anche le lacrime, non avevi nemmeno più quelle. Per questo mi chiedo, c'è speranza per chi è ancora in grado di piangere? Se gli occhi sono morti, ma da essi sgorgano ancora le emozioni, che ne è dell'anima? Rimane ancora qualcosa di lei?
Per questo ti chiedo, eri ancora in grado di piangere il giorno che ti sei tolto la vita?

*****

Buongiorno^^
Ultimamente mi escono solo queste riflessioni sulla vita di Kurt e sul suo personaggio, mi dispiace non riuscire a continuare le altre fanfiction.
Comunque, questo pezzettino non è niente di che, solo un piccolo spunto che mi è venuto in mente ieri sera. Non ha nemmeno la pretesa di essere una fiction vera e propria. Solo... boh. Solo questo.
Enjoy^^





  
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