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Autore: kirschblute    14/09/2010    3 recensioni
“Perché, Nnoitra?” “Perché me lo chiedi ogni volta? La risposta è sempre la stessa, Nelliel. Ti combatto perché voglio combatterti. L'unico senso della battaglia è nella battaglia stessa."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neliel Tu Oderschvank, Nnoitra Jilga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'odio è uno slancio potente. È una valvola di scarico per tutte le tue energie. Ti porta a rivolgere tutto te stesso verso un solo obiettivo, ad accanirti contro quello specifico oggetto della tua ostilità che ti fa venire il sangue alla testa fino a farti vedere rosso e su cui vorresti sputare tutto il tuo veleno. E se sei quel tipo di persona che si aggrappa disperatamente alle scariche di adrenalina, una volta che una passione del genere è nella tua vita, è difficile rinunciarvi. A costo di aggrapparti agli stinchi di quella persona come se fossi un cane rabbioso, non puoi rinunciare, perché smettere di odiare porta soltanto a vuoto e domande. E a riflettere, a guardarti dentro, no, no, no, non è un posto dove vuoi andare, quello. Non è un posto dove vuoi tornare. Tanto meno da quando la tua rinnovata razionalità ti permetterebbe di chiederti perché sei arrivato fin qui.

 

Era tanto più facile essere una bestia spinta solo dalla fame.

 

Era più facile, perché non si dovrebbe scegliere la strada più facile? Quello che è facile, adesso, è roteare la tua arma sopra la testa, fino a sentire tutta la tua forza che si concentra in te e che esplode al momento dell'attacco. Roteare Santa Teresa durante la battaglia, attacco e difesa, vittoria o sconfitta, rabbia, eccitazione, sangue, vita o morte, tu, o l'altro. È confortante sapere che tutto si riduce a questo, alle basi. In questo modo non c'è bisogno di farsi domande. Non c'è nulla di complicato. E allora perché lei non capisce?

 

Perché?”

Lo guarda dall'alto in basso, di nuovo. Irritata e sconcertata dalla sua insistenza e dalla sua “irrazionalità”. Lui la fissa, digrignando i denti sporchi di sangue, e non risponde.

Perché, Nnoitra?”

Perché me lo chiedi ogni volta? La risposta è sempre la stessa, Nelliel. Ti combatto perché voglio combatterti. L'unico senso della battaglia è nella battaglia stessa. Ma tu devi rovinare tutto come al solito, vero? Devi rovinare tutto cercando un motivo che non c'è. Perché non ti decidi e non usi come si deve quella spada contro di me, Nelliel?”

Non ho motivo di ucciderti. Non ho ordine di farlo”.

Nnoitra sente la frustrazione che lo assale mentre la sua mente si costella di “no, no, no, no, Nelliel, perché fai finta di non capire? Ti copri dietro alla tua ragione e fai finta di non capire. Non vedi quanti problemi ci ha dato la tua razionalità?”. Però non lo dice, perché significherebbe che ci ha pensato troppo, che vorrebbe spiegarle, che è disperato di farle capire. E non è vero, pensa, a lui non interessa.

Quello che fa, è un' arringa:

Ma che cazzata, Nelliel. Sì che ce l'hai, un motivo. Ti leveresti una scocciatura, no? Da morto non potrei più attaccarti costantemente. E allora perché non lo fai, invece di risparmiarmi ogni volta? A me fa schifo la tua pietà!”

Tu sei schifato da ogni tipo di pietà. È un concetto che non riesci a comprendere, e dunque lo vedi come una cosa spregevole. Ma il fatto che per te la pietà sia una debolezza non vuol dire che anche gli altri la considerino tale”.

Lo guarda per un attimo, ma lui non risponde più. La fissa con occhi che desidererebbero trapassarla con lo sguardo, anche se lei vede che lui vorrebbe dire qualcos'altro. Eppure non lo fa, non fa più domande. E lei ne è grata, perché non saprebbe continuare a rispondere senza chiedersi lei stessa perché la sua pietà verso di lui è così resistente, e perché, in fondo, spera che un giorno lui non la attacchi più. Copre tutto con un'unica parola mentale: “Bestia”.

Gli concede un ultimo sguardo, e se ne va.

 

 

Ed eccola, Nelliel che ti risparmia, Nelliel che prova pietà di te, Nelliel che ti salva la vita. Troppi strati. Nelliel ha troppi strati, e già dopo la prima facciata Nelliel diventa troppo complicata. Va oltre le basi. Va oltre quello che un Hollow dovrebbe conoscere e ti porta a chiederti perché, a farti domande e a cercare di ricordare qualcosa che sei sicuro di aver saputo, un tempo, ma che ora senti seppellito sotto tutta la disperazione che sta dove prima stava il tuo cuore, e solo provare a infilarci la punta delle dita ti fa venire voglia di urlare. Ritraendosi inconsciamente, Nnoitra lo sente, che è molto più facile odiare, attaccare, il sangue, la morte, le basi. È molto più facile.

 

 

 

 

A.N.:

 

Vorrei innanzitutto ringraziare Xazy, Loveless e Yoko_Kun, che hanno commentato la mia storia precedente, “Weiß”. Grazie di cuore!

 

Weeew. Era da un po' che volevo scrivere qualcosa su questi due, ma tra esami e il resto il tempo mi è davvero mancato. Premetto che adoro questo pairing. C'è così tanto Foe Yay (per chi non sapesse che vuol dire, check this out ----> http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/FoeYay) e così tante cose che entrambi hanno preferito non vedere, a mio parere (Nnoitra è totalmente ossessionato da lei. Lei, nonostante non lo sopporti, continua a seguirlo con la scrausissima scusa “sei più debole di me”. Ma chi ci crede?) che rendono questo pairing uno dei più interessanti della serie, insieme ai miei adoratissimi Ulquiorra/Orihime, Gin/Rangiku, sui quali forse scriverò in futuro, e il mio già affrontato Mayuri/Nemu.

  
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