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Nevicava,
quella notte. Non che fosse rara la neve a Bryansk, ma tutte le volte
era
qualcosa di diverso, di magico.
Una
bambina - che non avrà avuto più di nove anni -
avanzava lungo la strada
lastricata in pietra, costeggiata su entrambi i lati da piccoli mucchi
di neve
mista a fango, raccolta diligentemente al di sotto dei marciapiedi.
Dai
capelli d’ebano la ragazzina e gli occhi di un intenso
azzurro cielo, con cui
scrutava curiosamente i fiocchi che, lenti, cadevano sulla placida
cittadina
russa.
«
Non so come tu faccia, bambina mia, a stupirti della neve ad ogni nuova
nevicata… »
La
voce bassa e profonda del padre ne catturò
l’attenzione, seguita in breve dalla
dolce e sommessa risata della madre.
Entrambi
la tenevano per mano, camminando in tutta calma lungo la via del
ritorno.
Gli
occhi chiari della piccola scrutarono i volti di entrambi i genitori,
prima che
la vocina allegra e delicata della stessa di pronunciasse in una
convincente
motivazione.
Si
strinse nelle esili spalle e aumentò il passo, tirando con
lieve forza l’uomo e
la donna intenti in lamentele divertite; ma fu costretta a fermarsi
quando vide
il passaggio bloccato da una giovane coppia che, dinnanzi a quella
scena, non
potè far altro che sorridere bonaria.
Tanto
quanto bonario può fingersi il Diavolo, quando vuole da te
qualcosa che dovrai
pagare a caro prezzo.
Li
fissò con vago cipiglio, tipico di chi sa che qualcosa non
quadra.
Una
mera sensazione probabilmente.
Eppure
v’era qualcosa nell’affascinante avvenenza di
quella donna, così come anche
nella carismatica figura del suo compagno; un brivido le corse lungo la
schiena, repentino, tanto da indurre la ragazzina a strattonare
nuovamente i
genitori, ansiosa di tornare al sicuro nella loro casa.
Ma
non le diedero retta.
Decisero,
piuttosto, di aiutare i due sconosciuti ad ambientarsi per le vie di
Bryansk,
accettando il loro garbato invito a prendere qualcosa di caldo in una
locanda
del posto.
La
sensazione di disagio cresceva sempre più
nell’animo della ragazzina, così come
l’insensata paura di quella stessa sgradevole sensazione.
Qualcosa
non andava, non andava.
Non
fece neppure in tempo a pregare ancora una volta i genitori di tornare
a casa,
che i gesti improvvisi e fin troppo veloci dei due sconosciuti li
colsero
impreparati... e totalmente in balia dell’Inferno che si
agitava loro dentro.
Non
c’era nulla di umano in loro, nemmeno la loro bellezza.
Si
avventarono contro i genitori della piccola, nell’immediato,
senza darle il
tempo di realizzare quanto stava accadendo.
La
voce le morì in gola, soffocata dal terrore, così
come il proprio corpo che non
ne volle sapere più di rispondere ad alcuno stimolo.
Solo
la voce strozzata del padre riuscì a risvegliarla da quello
stato di torpore in
cui si stava poco alla volta perdendo; in quel mare di sangue in cui
per brevi
ma al contempo lunghi istanti, credette quasi di affogare.
«
Scappa Lara.. corri!.. »
Corse
via, veloce, come se quella voce avesse scatenato in lei qualcosa di
ben più
forte della paura.
L’Istinto.
Urtò
un paio di persone in quella fuga disperata, ma nessuna voce sembrava
raggiungerla.
Aveva
ancora nella testa la voce del padre, spezzata dal dolore, e
l’immagine della
madre - esanime tra le braccia del Demonio - riflessa negli occhi.
La
neve aveva ormai smesso di cadere e la nebbia, fitta, iniziò
ad inondare la
strada fino a darle l’illusione che nient’altro,
attorno, esistesse ancora.
E
continuava a correre, senza sosta, ma più correva e
più era forte la strana
sensazione di non essere più la stessa, nell’anima
quanto nel corpo.
Ma
poi la vide, attraverso la nebbia: un’ombra indistinta,
immobile.
Distante
e maledettamente irraggiungibile.
«
Non avere paura, mon
coeur. Seguimi... »
D’improvviso
una voce, il respiro che si ferma così come il battito del
cuore, per un breve
istante, per poi riprendere più forte e veloce di prima.
«
Raiven.. »
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Note
Non c’è molto da dire fondamentalmente, mi
limiterò a scrivere e descrivere sensazioni,
avvenimenti e situazioni tipo di una mia pg sul gioco di ruolo
”Rigel’s
World”, alcune realmente accadute, altre
molto probabilmente no. La
scriverò man mano, quindi non so nemmeno io come
andrà a finire, ma spero di
riuscire a trasmettere al meglio le sensazioni attraverso le parole (
so che
devo riprenderci un po’ la mano, quindi siate buoni xD ).
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Nocturnal Muse