Alba
Le luci
di Tolosa abbagliavano la finestra della camera numero 1212
dell'albergo Albert 1er, collocato nel cuore della città. A
fissare
il tripudio di colori notturni era un pallido ragazzo, un giovane sui
vent'anni dall'aria malata, deperita; i capelli erano neri e
scompigliati, i vestiti -una semplice maglia bianca e dei jeans
larghi e scoloriti- erano scialbi, stropicciati.
L se ne
stava davanti alla finestra dell'albergo nel quale alloggiava
temporaneamente e fissava con i grandi occhi scuri le poche macchine
che attraversavano Rue Rivals, ripercorrendo mentalmente la propria
giornata.
Alle
8:05 Colombe Garoche si incamminava verso Place du Capitole. Era
un'abitudine della donna che L aveva scoperto spiandola pazientemente
per un po' di giorni; perciò aveva pernottato all'albergo
più
vicino alla piazza. Mentre la donna era fuori, L aveva mandato uno
degli agenti con cui collaborava nell'appartamento di Colombe.
Alle
11:45 l'agente mandato ad ispezionare le stanze della sospettata ne
usciva con le prove di un omicidio appena compiuto, ovvero una
motosega con leggeri residui di sangue e vari sacchetti contenenti
carni di uomo rinvenuti nel frigorifero.
Alle
21:31 la signorina Colombe Garoche viene incriminata niente di meno
che dall'investigatore L e dalla Police Nationale di aver ucciso e
mangiato dodici persone scomparse in tutta la Francia, tra cui due
adolescenti e una bambina. Il legame tra le vittime erano le iniziali
del nome e del cognome, simili a quelle dell'assasina:
“c” e “g”.
Per il
più grande detective del secolo non era stato un caso molto
difficile, ma una persona che diventava una serial killer per motivi
così futili doveva essere fermata; specialmente se la
polizia le
aveva già lasciato uccidere più di dieci vittime.
Da
qualche parte a Tolosa, un campanile batté l'una. L si
grattò la
testa e andò in cerca del frigorifero che aveva
espressamente
chiesto di portare in camera al fedele maggiordomo -nonché
compagno
di mille investigazioni- Watari; ovviamente dentro non vi era traccia
di verdura o carne.
L lo
aprì e scorse una coppa di gelato al cioccolato finemente
guarnito
con glassa alla crema e una ciliegia accanto ad una scatola di
cioccolatini proveniente da una delle pasticcerie più
ricercate di
Tolosa. Ammise a sé stesso che decidere era una bella sfida;
ma la
sua vita non girava proprio attorno alle decisioni che prendeva?
Infine
scelse i cioccolatini. Si trascinò lentamente verso una
poltrona
verde e stretta e si appollaiò su di essa, tenendo i piedi
scalzi
sul cuscino.
Si
rigirò tra la punte delle dita della mano destra un
cioccolatino al
liquore, pensando.
Pensare
era il suo forte. E la notte era il momento adatto per farlo. L amava
mangiare dolci sedendo al buio, riflettendo sui fatti accaduti
durante il giorno. Non dormiva quasi mai, non perché egli
stesso non
lo desiderasse, anzi! Avrebbe volentieri dormito tutta una vita,
perché oramai da molti anni non faceva un sonno decente.
Tuttavia il
suo cervello si rifiutava di rilassarsi: l'idea che qualche persona
là fuori stesse compiendo un crimine sotto il suo naso lo
assillava
e non lo lasciava dormire.
Due
pesanti occhiaie si erano formate sotto i suoi grandi occhi sbarrati.
Watari si preoccupava spesso delle sue condizioni di salute, ma L, in
quei 15 anni che conosceva l'inventore, non era mai stato male. Era
una cosa pazzesca: mai un'influenza, un colpo di tosse, una piccola
febbre o una varicella. Non aveva mai nemmeno starnutito.
L
Lawliet, con il suo aspetto quasi cadaverico e malaticcio, sembrava
una macchina ben oliata creata per ragionare sui fatti, sviscerare
gli enigmi e difendere la giustizia; ogni rotella girava alla giusta
velocità, ogni bullone era al proprio posto. E ancor
più
straordinario, era che in 23 anni di vita la macchina non si era mai
inceppata.
Da
quanto L poteva ricordare, si era sempre soffermato a riflettere
sulle cose, quasi perdendosi in esse. Dopo aver perso i genitori
all'età di 8 anni, fu mandato alla Wammy's House;
lì non c'era
nulla a cui pensare, in realtà, e gli unici svaghi
disponibili erano
i puzzle che si divertiva a comporre, o i cubi di Rubik.
Sfortunatamente quelli erano solo passatempi di breve durata e, una
volta finiti i giochi, Watari -allora era il proprietario ed
educatore dei bambini dell'orfanotrofio- comprò ad L il
primo
computer.
L
afferrò un altro cioccolatino e ricordò allora
una cosa importante:
era stato da quando aveva risolto il suo primo caso attraverso quel
computer che aveva perso l'abitudine di dormire normalmente. Non che
prima riuscisse veramente a riposare con quel cervello che ronzava in
continuazione, ma prima dell'arrivo della tecnologia si annoiava
così
tanto che non trovava altro da fare che dormire pigramente.
Ora che
aveva davvero bisogno di sonno, non se lo poteva permettere,
né ne
aveva più.
Un
leggero ticchettio sui vetri lo riscosse. La città rosa di
Tolosa si
bagnava sotto quel fresco acquazzone di maggio, ingrossando il Canal
du Midi, annaffiando i fiori sui davanzali degli abitanti e pulendo
la casa della signorina Garoche dal sangue.
L posò
la scatola ormai vuota di cioccolatini sulle gambe e si
rilassò
ascoltanto la pioggia picchiettare sulla finestra della stanza.
Chiuse gli occhi per godersi meglio quel piccolo momento di
tranquillità e s'immaginò di essere normale.
Aveva
vent'anni, andava all'università di Tolosa e salutava i
compagni di
corso con un piccolo sorriso. Aveva un lavoro part time in una
pasticceria del centro in cui si divertiva ad offrire alle belle
donne che andavano a comprare un dolce gratis; la sera tornava a casa,
salutava il suo gatto, telefonava al vecchio Watari per sapere come
stava e subito dopo aver cenato velocemente leggeva un buon libro,
oppure studiava in vista degli esami brontolando contro i professori.
Appena finito andava a dormire e passava una notte assolutamente
normale, russando sonoramente e girandosi qualche volta nel sonno.
L
continuò a immaginarsi la sua vita parallela con un sorriso
sulle
labbra. Solo quando il cielo si tinse di un pallido giallo rosato i
suoi pensieri si trasformarono in sogni.
Scritta per un contest
multifandom sull'Insonnia su EFP Forum, ma purtroppo i giudici sono
spariti e il concorso è destinanto ad essere
dimenticato...
Sono venuta a
conoscenza di questo bellissimo del primo computer di L tramite uno
speciale mini manga distribuito in Giappone durante l'uscita (perdonate
la ripetizione) del film L: change the world (di cui è
uscito anche un romanzo). Consiglio di cercarlo su Internet e leggerlo,
ci dovrebbe essere sia in inglese che italiano! E' un must per i veri
fans di L!
Detto questo
ringrazio chi si degnerà di recensire questa storiella che
non ha avuto la possibilità di mettersi in luce in un
contest. Arrivederci!