Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Trilla    16/09/2010    2 recensioni
Uno squarcio di vita (notturna) di L prima del caso Kira, un'altra notte insonne di un uomo non comune.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alba

Le luci di Tolosa abbagliavano la finestra della camera numero 1212 dell'albergo Albert 1er, collocato nel cuore della città. A fissare il tripudio di colori notturni era un pallido ragazzo, un giovane sui vent'anni dall'aria malata, deperita; i capelli erano neri e scompigliati, i vestiti -una semplice maglia bianca e dei jeans larghi e scoloriti- erano scialbi, stropicciati.
L se ne stava davanti alla finestra dell'albergo nel quale alloggiava temporaneamente e fissava con i grandi occhi scuri le poche macchine che attraversavano Rue Rivals, ripercorrendo mentalmente la propria giornata.
Alle 8:05 Colombe Garoche si incamminava verso Place du Capitole. Era un'abitudine della donna che L aveva scoperto spiandola pazientemente per un po' di giorni; perciò aveva pernottato all'albergo più vicino alla piazza. Mentre la donna era fuori, L aveva mandato uno degli agenti con cui collaborava nell'appartamento di Colombe.
Alle 11:45 l'agente mandato ad ispezionare le stanze della sospettata ne usciva con le prove di un omicidio appena compiuto, ovvero una motosega con leggeri residui di sangue e vari sacchetti contenenti carni di uomo rinvenuti nel frigorifero.
Alle 21:31 la signorina Colombe Garoche viene incriminata niente di meno che dall'investigatore L e dalla Police Nationale di aver ucciso e mangiato dodici persone scomparse in tutta la Francia, tra cui due adolescenti e una bambina. Il legame tra le vittime erano le iniziali del nome e del cognome, simili a quelle dell'assasina: “c” e “g”.
Per il più grande detective del secolo non era stato un caso molto difficile, ma una persona che diventava una serial killer per motivi così futili doveva essere fermata; specialmente se la polizia le aveva già lasciato uccidere più di dieci vittime.
Da qualche parte a Tolosa, un campanile batté l'una. L si grattò la testa e andò in cerca del frigorifero che aveva espressamente chiesto di portare in camera al fedele maggiordomo -nonché compagno di mille investigazioni- Watari; ovviamente dentro non vi era traccia di verdura o carne.
L lo aprì e scorse una coppa di gelato al cioccolato finemente guarnito con glassa alla crema e una ciliegia accanto ad una scatola di cioccolatini proveniente da una delle pasticcerie più ricercate di Tolosa. Ammise a sé stesso che decidere era una bella sfida; ma la sua vita non girava proprio attorno alle decisioni che prendeva?
Infine scelse i cioccolatini. Si trascinò lentamente verso una poltrona verde e stretta e si appollaiò su di essa, tenendo i piedi scalzi sul cuscino.
Si rigirò tra la punte delle dita della mano destra un cioccolatino al liquore, pensando.
Pensare era il suo forte. E la notte era il momento adatto per farlo. L amava mangiare dolci sedendo al buio, riflettendo sui fatti accaduti durante il giorno. Non dormiva quasi mai, non perché egli stesso non lo desiderasse, anzi! Avrebbe volentieri dormito tutta una vita, perché oramai da molti anni non faceva un sonno decente. Tuttavia il suo cervello si rifiutava di rilassarsi: l'idea che qualche persona là fuori stesse compiendo un crimine sotto il suo naso lo assillava e non lo lasciava dormire.
Due pesanti occhiaie si erano formate sotto i suoi grandi occhi sbarrati. Watari si preoccupava spesso delle sue condizioni di salute, ma L, in quei 15 anni che conosceva l'inventore, non era mai stato male. Era una cosa pazzesca: mai un'influenza, un colpo di tosse, una piccola febbre o una varicella. Non aveva mai nemmeno starnutito.
L Lawliet, con il suo aspetto quasi cadaverico e malaticcio, sembrava una macchina ben oliata creata per ragionare sui fatti, sviscerare gli enigmi e difendere la giustizia; ogni rotella girava alla giusta velocità, ogni bullone era al proprio posto. E ancor più straordinario, era che in 23 anni di vita la macchina non si era mai inceppata.
Da quanto L poteva ricordare, si era sempre soffermato a riflettere sulle cose, quasi perdendosi in esse. Dopo aver perso i genitori all'età di 8 anni, fu mandato alla Wammy's House; lì non c'era nulla a cui pensare, in realtà, e gli unici svaghi disponibili erano i puzzle che si divertiva a comporre, o i cubi di Rubik. Sfortunatamente quelli erano solo passatempi di breve durata e, una volta finiti i giochi, Watari -allora era il proprietario ed educatore dei bambini dell'orfanotrofio- comprò ad L il primo computer.
L afferrò un altro cioccolatino e ricordò allora una cosa importante: era stato da quando aveva risolto il suo primo caso attraverso quel computer che aveva perso l'abitudine di dormire normalmente. Non che prima riuscisse veramente a riposare con quel cervello che ronzava in continuazione, ma prima dell'arrivo della tecnologia si annoiava così tanto che non trovava altro da fare che dormire pigramente.
Ora che aveva davvero bisogno di sonno, non se lo poteva permettere, né ne aveva più.
Un leggero ticchettio sui vetri lo riscosse. La città rosa di Tolosa si bagnava sotto quel fresco acquazzone di maggio, ingrossando il Canal du Midi, annaffiando i fiori sui davanzali degli abitanti e pulendo la casa della signorina Garoche dal sangue.
L posò la scatola ormai vuota di cioccolatini sulle gambe e si rilassò ascoltanto la pioggia picchiettare sulla finestra della stanza. Chiuse gli occhi per godersi meglio quel piccolo momento di tranquillità e s'immaginò di essere normale.
Aveva vent'anni, andava all'università di Tolosa e salutava i compagni di corso con un piccolo sorriso. Aveva un lavoro part time in una pasticceria del centro in cui si divertiva ad offrire alle belle donne che andavano a comprare un dolce gratis; la sera tornava a casa, salutava il suo gatto, telefonava al vecchio Watari per sapere come stava e subito dopo aver cenato velocemente leggeva un buon libro, oppure studiava in vista degli esami brontolando contro i professori. Appena finito andava a dormire e passava una notte assolutamente normale, russando sonoramente e girandosi qualche volta nel sonno.
L continuò a immaginarsi la sua vita parallela con un sorriso sulle labbra. Solo quando il cielo si tinse di un pallido giallo rosato i suoi pensieri si trasformarono in sogni.

Scritta per un contest multifandom sull'Insonnia su EFP Forum, ma purtroppo i giudici sono spariti e il concorso è destinanto ad essere dimenticato... 
Sono venuta a conoscenza di questo bellissimo del primo computer di L tramite uno speciale mini manga distribuito in Giappone durante l'uscita (perdonate la ripetizione) del film L: change the world (di cui è uscito anche un romanzo). Consiglio di cercarlo su Internet e leggerlo, ci dovrebbe essere sia in inglese che italiano! E' un must per i veri fans di L! 
Detto questo ringrazio chi si degnerà di recensire questa storiella che non ha avuto la possibilità di mettersi in luce in un contest. Arrivederci!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Trilla