Looking at Heaven

 

 

A volte si chiede cosa stia pensando, quando si chiude in se stesso in quel modo, lasciando vagare lo sguardo attorno. È buffo, quell’interrogativo, perché non ha mai avuto il coraggio di esprimerlo a voce udibile al diretto interessato: è come succube d quell’aura silvana che lo circonda e lo esalta con grazia, così attende in silenzio e basta.

Inghilterra però continua a chiederselo. E si domanda anche se ha fatto davvero bene ad andare a parlarci assieme. Non è come con Scozia, o Galles, o anche solo Irlanda. I suoi fratelli, per quanto condividano con lui l’arte della magia, non hanno i riflessi dell’immensità negli occhi, o il baluginio dell’eterno nel sorriso. Non riesce a comprendere da cosa sia dovuto.

Così aspetta. Aspetta, e guarda, il mare, i lembi di terra visibili, le case, i sei paesi che sono la loro vita (che sono semplicemente loro) e si ricorda che, fin da piccolo, lì il pulsare della natura lo avvertiva sempre come da nessun’altra parte.

Mann finalmente solleva il capo dalle ginocchia, gli rivolge un sorriso melanconico e si sporge appena verso di lui, posando leggero le labbra sulle sue in una risposta muta. Arthur sobbalza, preso alla sprovvista come tutte le volte, e si sforza di non strillare e di non scattare via indignato. Invece tace, annuisce e stringe le labbra.

-Queig. E soffrirai. L’inferno scenderà dal cielo su di te-

Inghilterra annuisce di nuovo, deglutendo. Afferra una ciocca di capelli rossi tra le dita, la fissa pensieroso, e si sforza di non strapparla, né di piangere. Perché Mann non sbaglia. Non sbaglia mai.

-Farò del mio meglio-

Ma lui è Inghilterra, e le cose le ha sempre affrontate come meglio ha potuto. E allora Mann lo abbraccia, cantando lento una nenia, una lacrima che scivola sul viso mentre il futuro rotola tra le sue labbra come acqua da una fonte viva.

 

 

 

 

Dicono che dalla cima del monte Snaefell sull’isola di Mann sia possibile vedere sei paesi: l’isola stessa, la Scozia, il Galles, l’Inghilterra, l’Irlanda e il paradiso.

 

Bene. Vi presento uno dei tanti OC usciti dalla mia bakata testolina, Isola di Mann. Per chi non lo sapesse, questo piccolo lembo di terra è situato tra Irlanda e Gran Bretagna, a nord del Galles nell’Irish Sea. Non fa parte del Regno Unito, essendo bensì una Dipendenza della Corona britannica (un po’ come le Isole del Canale, per capirci).

E, uhn, secondo il mio modesto parere è quello dotato di maggior potenziale magico, nella combriccola anglo-celtica XD

Queig viene dal mannese. Significa cinque. A buon intenditor, poche parole.

Uhm. Sì, ne parlerò ancora.

A presto, besitos

wolvie