Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Ricorda la storia  |      
Autore: nightswimming    17/09/2010    2 recensioni
Una fine non è mai romantica, Matt. E' romantico solo raccontarla.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
All of my wrongs, and all my wicked rights
Will come back to haunt me come what may
For all the songs I hope to write someday.

- Devil In The Details-, Placebo





 
 
 
 
 
 
Il sole filtrava attraverso il suo bicchier d’acqua.
Avevano preso entrambi un caffè, ed entrambi ne erano stati nauseati. La telefonata che aveva preceduto il loro incontro aveva gettato un raggio di consapevolezza sulla verità dei fatti risparmiando loro molta fatica, e aveva indirizzato la conversazione sui giusti binari.
Ovvero, verso il capolinea.
Brian sapeva da tempo che era finita. Sapeva cosa significava quando andava bene con Matthew – tutte le sue premure, le sue attenzioni, la sua dedizione cieca e senza limiti – ma sapeva anche cosa significava quando andava male.
E in quel momento andava male.
- Perché non hai risposto quando ti ho chiamato, ieri sera?- domanda, leggero e distratto, quasi come stesse chiedendo un’informazione stradale a un qualunque sconosciuto. Dà un altro sorso al caffè e rivolge lo sguardo al caotico viale sul quale è affacciato il loro tavolino.
Matthew è livido e balbettante davanti a lui. Si tormenta le belle mani. Brian pensa che sia uno spreco – le rende brutte facendo così, e loro stanno già per rendere brutte tante cose, perciò, perché peggiorare la situazione?
- Io… Io non lo so davvero. – mormora, velocissimo e quasi incomprensibile. Brian si accende una sigaretta con eleganza e lo guarda divertito.
- Io lo so – dice, soddisfatto. Il suo è il sorriso di chi ha risolto un indovinello un po’ stupido. Solo la sua voce trema un po’ – ed è un peccato, perché gli sta rovinando il gioco.
Matthew lo guarda distrutto.
- Brian… -
- Sai come si diceva, in Lussemburgo? “Les jeux sont faits”. – lo informa, in tono allegro e disperato.
- No, non è vero, io… Io sono confuso… -
- Ma io no, amore… Matthew. – si corregge subito Brian, lo sguardo lucido e splendente, un filo di fumo a contornare con grazia il suo volto che è il ritratto dell’irrazionale serenità del condannato a morte che accoglie la fine a braccia aperte. – Io ho le idee perfettamente chiare. Perciò, se sei d’accordo, io la finirei qui. Trovo questo tipo di situazioni molto deprimente. –
Matthew sta per piangere, Brian lo sa. Sa anche che lui lo sta già facendo da un pezzo, ma non importa. E’ tutto molto sentito e sofferto, secondo copione, molto civile. La gente attorno a loro è imbarazzata e incuriosita e li guarda.
Ogni cosa è orrenda.
- D’altro canto, è meglio così. Avrò più tempo per i miei libri – ne ho cominciato uno di Cocteau appena dopo che ci siamo messi insieme, e non sono mai riuscito a finirlo, incredibile -, non dovrò più comprare le sigarette a nessuno… -
- Brian, Cristo! - esplode Matthew, il volto rigato dalle lacrime.
- Cosa? – dice, e lo ripete, perché un singhiozzo gli ha strozzato la parola in bocca. – Cosa? –
Matthew resta in silenzio e Brian appoggia la fronte alla mano che regge la sigaretta, la bocca distorta in una smorfia mostruosa. Trema tutto, la faccia, le mani, le gambe.
- Non ti dimenticherò. – sussurra Matthew. Brian sorride amaro.
- Lo so. Sono sempre stato molto difficile da dimenticare. – risponde, sprezzante, schiacciando la sigaretta nel portacenere. Matthew ride a stento e il solo movimento di stirare le labbra sembra risucchiargli ogni energia. Le sue spalle sono deboli e convergenti verso il basso come dei rami flosci e malaticci.
- Dio, non può finire così, al tavolo di un bar… - farfuglia, tormentandosi i capelli e tirando su col naso. Brian raccoglie il pacchetto di sigarette e l’accendino dal tavolo e si alza, con un movimento sciolto e naturale. Matthew alza gli occhi e gli rivolge uno sguardo implorante.
Non c’è molto altro da dire.
 
Brian Molko è frutto del solo ed unico Brian Molko, si ripete spesso, ed è qui su un palco a fare l’esibizionista per gente che ha pagato per vedergli fare esattamente questo: l’esibizionista.
Brian respira nel microfono e sposta nervosamente il peso da un piede all’altro. E’ giunto il momento dell’ultima canzone, di tirare le fila. Le parole non accennano a voler venire fuori, e Brian tenta disperatamente di pensare alla gioia che donerà a tutta quella miriade di persone davanti a lui quando comincerà a cantare questo maledetto pezzo. Pensa al significato originale e soggettivo che ognuna di quelle teste speranzose darà alla musica e al testo. Pensa che lui quella canzone l’ha scritta per cristallizzare al di fuori di sé la propria sofferenza e per riconvertirla in qualcosa che avesse un valore, che si trasformasse in un monito di crudele, struggente bellezza
Brian quella canzone l’ha scritta per sé, perché si scrive principalmente per sé stessi. Ma in quel momento, a distanza di più di dieci anni, Brian si perde e si ritrova a pensare a quel ragazzo che l’aveva rincorso per i festival di mezza Europa e finalmente era riuscito ad avvicinarlo in America, raggiante di gioia.
“Adoro la tua musica. Mi sono sposato da poco e io e mia moglie abbiamo voluto come marcia nuziale Without You I’m Nothing… E’ stato il giorno più bello della nostra vita”.
Brian sorride. Without You I’m Nothing era stata l’espressione musicale del momento più buio della sua esistenza sino ad allora, e c’era gente che l’amava così tanto da infischiarsene del fatto che più che per un matrimonio, andava bene per un funerale. Non aveva senso: era forse la canzone più emblematica della fine di un amore che avesse mai scritto, ed era stata comunque capace di rappresentare il punto di partenza di un altro amore – un amore che non era suo, e neanche di conoscenti, ma di perfetti sconosciuti.
Brian ripensa a quel ragazzo e alla sua giovane moglie e fa un cenno d’intesa a Stefan.
Il cerchio si chiude, i tasselli scivolano ognuno al suo posto, il quadro si compone.
Sta per gettare quel che resta di lui e Matthew in pasto a una folla senza nome né volto.
Sa che è la cosa più sana che possa fare per sé, e per loro.
“Questa è dedicata a tutti, e a nessuno”.
 
- Una fine non è mai romantica, Matt. E’ romantico solo raccontarla. -
 
 
 


 
 
Note: che Zeus mi fulmini, questa roba è imbarazzante e decisamente più emo-angst di quanto sia umanamente lecito. Purtroppo non ho potuto fisicamente fare a meno di scriverla – il computer chiama, io rispondo XD
L’episodio di Without You I’m Nothing è vero:

G.P: “Without You I’m Nothing… Questa canzone è diventata quasi un inno…”
B.M.: “E’ divertente. Ti racconto una cosa: durante il Reading Festival, l’anno scorso, due persone si sono sposate sulle note di Without You I’m Nothing. Ho sempre pensato che ci fosse una profonda ironia di fondo: immagino che molte coppie facciano l’amore ascoltando Without You I’m Nothing e My Sweet Prince, due canzoni che parlano di storie d’amore che stanno per finire. Lo trovo molto ironico. Sono canzoni estremamente depressive, eppure certe persone le cantano come fossero prove d’amore”.
 
“Guitar Part”, Novembre 2000
 
La dedica finale è stata realmente pronunciata da Brian durante un concerto privato in Francia, poco tempo fa, prima di Happy You’re Gone.
Non so, questa fiction è strana. Ho la mente inquietantemente vuota in questo momento XD, perciò mi taglio da sola e la finisco qui, ringraziando tutti quelli che leggeranno^^
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: nightswimming