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Autore: HeavenMayBurn    19/09/2010    2 recensioni
Quatre immaginava quanto quel momento potesse essere personale per lui ma, in quei giorni dove tutto sembrava esplodergli intorno e l’odore della morte si attaccava ai vestiti, si era reso davvero conto della vastità dello Spazio. Se non hai un appiglio, precipiti nel vuoto.
Quando era stato lui a scivolare, Trowa gli aveva teso una mano e ora voleva ricambiare il favore.
[Trowa Barton/Quatre Raberba Winner; Timeline: subito dopo 1x43]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Quatre R. Winner, Trowa Barton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia (scritta senza alcuno scopo di lucro) sono stati creati da Yoshiyuki Tomino e mi sa che sono di proprietà della Sunrise (il succo della cosa è che non mi appartengono -.-).

Note: Uh, altro piccolo esperimento, altra coppia che adoro XD Prima o poi scriverò qualcosa anche su Wufei e Sally, così, per completare il quadro XD Comunque, tornando al nostro pairing, volevo solo dire che amo le 3x4x3 perché, tra tutte le coppie di GW possibili, è quella a cui posso aggiungere un po’ più di zucchero senza essere eccessivamente fuori luogo (certo, si parla sempre di ragazzini-soldati-quindicenni-che-pilotano-un-Gundam-e-fanno-la-guerra, quindi proprio una pallina di quello dietetico XD). Dico questo perché, considerando il background di Quatre, è quello tra i cinque che, abituato un po’ a trattare con i sentimenti, probabilmente si farebbe meno problemi. Però in questo caso deve avere a che fare con i sentimenti per Trowa, due nomi che cozzano se inseriti nella stessa frase XD Sì, ci sarebbe anche Duo, ma nemmeno lui è uno di quelli che si perderebbe in smancerie inutili. Quindi con questi due baldi giovini posso appagare il mio bisogno inappagato di romanticismo XD  

Il titolo e la citazione fanno parte di This love, this hate, una canzone degli Hollywood Undead; un gruppo che ha scritto un bel po’ di canzoni che si adattano benissimo a Gundam Wing <3
Ringrazio chiunque leggerà e commenterà queste mille parole in croce. Luv ya ♥

Timeline: subito dopo 1x43

Conteggio parole: 1.071

 

This love, this hate, is burning me away.

 

{Will you meet me when its over? Let me know, you can meet me here in heaven. Don't you ever let me go.}

 

Trowa era in piedi davanti ad una delle grandi vetrate presenti nei corridoi del Peacemillion. Le braccia erano lasciate mollemente cadere lungo i fianchi ed i suoi occhi erano persi in un punto così lontano dello Spazio che Quatre si chiese se stesse davvero guardando qualcosa di particolare.

Si avvicinò lentamente. Immaginava quanto quel momento potesse essere personale per lui ma, in quei giorni dove tutto sembrava esplodergli intorno e l’odore della morte si attaccava ai vestiti, si era reso davvero conto della vastità dello Spazio. Se non hai un appiglio, precipiti nel vuoto.

Quando era stato lui a scivolare, Trowa gli aveva teso una mano e ora voleva ricambiare il favore.

-Che cosa stai guardando?- domandò dolcemente, portando lo sguardo aldilà delle stelle.

Trowa voltò il viso e lo guardò per qualche istante, prima di riportare la sua attenzione verso le mille luci bianche davanti a se. –Niente d'importante.- tagliò corto socchiudendo gli occhi. –Che cosa ci fai ancora in piedi? E’ tardi.-

Quatre alzò le spalle. Che senso aveva andare a dormire se guardando fuori non si riesce a distinguere se sia mattina o sera?

Non importava che ore fossero, appena quella maledetta sirena cominciava a suonare, loro si ritrovano a dover ricominciare tutto da capo, a combattere battaglie perse in partenza e a cercare, con le unghie e con i denti, di rimanere in vita.

Non perse tempo a spiegare a Trowa che non avrebbe potuto addormentarsi se lui continuava a guardare lo Spazio con quello sguardo. –Ero venuto a chiederti se ti andava di venire di la con noi. Wufei sta battendo Duo a scacchi e…-

Trowa scosse la testa. –Sto bene qui, grazie.- gli rispose educatamente. L’ultima cosa che aveva voglia di fare era di sentire le assordanti risate di Duo mentre Wufei borbottava sotto voce.

Desiderava solo rimanere in quel piccolo corridoio bianco e perdersi nei suoi pensieri.

Nei mesi in cui era rimasto con Catherine al circo si era abituato al silenzio dei suoi pensieri. Le cose erano più facili quando non c’erano tutte queste domande ad affollargli il cervello, quando i ricordi non si accavallavano l’uno sull’altro.

Ora che stavano ritornando al loro posto, il rumore era assordante. E, se proprio non poteva averla nella sua testa, voleva un po’ di quiete almeno intorno a se.

-Ti va se rimango a farti compagnia?-

Trowa non rispose, concentrando lo sguardo sulle stelle lontane.

No, certo che non gli andava. Ma come avrebbe potuto dirgli una cosa simile?

Non a Quatre, non in quel momento, quando il ragazzo sembrava così felice che lui fosse li con loro. Non mentre i suoi pensieri sembravano cominciare a fare meno rumore e ad avere un senso.

Quatre strinse leggermente i pugni nelle tasche.

Tutti quei giorni in cui aveva creduto che Trowa fosse morto erano stati così lunghi che faticava a credere di stare davvero parlando con lui in quel momento.

Non riusciva a dimenticare l’effetto che faceva sapere che la colpa di quello che era successo ricadeva solo sulle sue spalle, il cuore così pesante nel petto da dare la sensazione di affondare e la fatica che si faceva a respirare. Ed ora che gli stava di fronte non gli avrebbe permesso di fare il suo stesso errore, di lasciarsi avvolgere e soffocare dai pensieri. Se fosse servito, non avrebbe esitato a prendere il Sandrock e farsi esplodere in mezzo allo Spazio Cosmico.

Non solo perché, in qualche modo, glielo doveva ma semplicemente perché era Trowa. Aveva cominciato a combattere per difendere le persone a lui più care e l’avrebbe fatto a qualunque costo, anche quando si trattava di proteggerle da se stesse.

-Che cos’hai?- gli domandò Trowa a bruciapelo. Il suo respiro irregolare ed il modo in cui muoveva gli occhi velocemente, spostando lo sguardo da una stella all’altra, non gli erano sfuggiti. Avrebbe potuto perdere la memoria mille altre volte ma non sarebbe mai riuscito a togliersi dalla testa l’espressione che compariva sul volto di Quatre quando qualcosa lo tormenta.

-Niente-

Balle. Nonostante Trowa non avesse una particolare empatia anzi, ne era proprio sprovvisto, quando si trattava di Quatre gli bastava guardarlo in faccia per capire quello a cui stava pensando. Forse perché ormai aveva imparato a conoscerlo, perché non provava nemmeno a nascondere i propri sentimenti o, più semplicemente, perché era lui. 

Non avrebbe mai perso tempo a scrutare il volto di Heero, Duo o Wufei, cercando di capire che cosa stesse passando per la loro testa.

Quatre era l’unico.

Il solo tra di loro ad avere nel proprio sguardo la cosa che più si avvicinasse alla fiducia, la forza di sorridere con gentilezza nonostante colasse merda dal cielo ed abbastanza coraggio da sperare di sopravvivere alla guerra.

-Hai freddo?- domandò vedendolo tremare leggermente. –Vado a dire ad Howard di alzare il riscaldamento…-

Quatre scosse la testa. –Resta con me.-

Restare con lui?

Trowa si ritrovò spiazzato di fronte a quell’affermazione.

Aveva capito subito che la sua richiesta aveva poco a che fare con la temperatura della stanza. Gli stava chiedendo di rimanere con lui, di sopravvivere alla guerra, magari. Ma Trowa non aveva il suo stesso coraggio. 

-Quatre… io…-

-Resta con me.- ripetè lui. I suoi occhi erano azzurri e luminosi come l’acqua cristallina del mare terrestre, quella bassa che ti permette di guardare il fondale. Anche Trowa poteva vedere esattamente cosa si nascondeva dietro a quello sguardo.

Restare con lui?

Certo, dove altro sarebbe potuto andare?

Gli unici momenti in cui non si sentiva fuori luogo erano quelli in cui lui gli sorrideva gentilmente, come avrebbe potuto andarsene?  

Con un gesto impacciato, gli mise le mani sulle spalle e posò le proprie labbra sulle sue.

Non poteva promettergli che non sarebbe morto di lì a ventiquattro ore, o che le cose sarebbero andate per il meglio. Una cosa del genere esulava dalle capacità umane, soprattutto da quelle di Trowa Barton.

Da quando era nato aveva imparato a cercare di sopravvivere, senza preoccuparsi del resto; la morte era parte del gioco, niente di più. Ma quel ragazzino ora gli stava chiedendo di vivere e di farlo con lui. Ne sarebbe stato capace?

Sentì le braccia di Quatre stringersi forte al suo maglione e sperò davvero che si accontentasse così, perché ora lui non aveva una risposta e non poteva nemmeno permettersi di cercarla mentre tutto intorno bruciava.

Ci avrebbe provato ma non poteva garantire nulla, perché Trowa non aveva il suo stesso coraggio.

 

   
 
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