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Autore: R e d_V a m p i r e     21/09/2010    6 recensioni
Da lì era iniziato lento il declino.
Aveva assistito impotente alla loro storia, vedendola crescere e rafforzarsi giorno per giorno.
Aveva chiuso gli occhi davanti ai rimproveri e i richiami del Dio della Morte, che l’aveva destituito dalla sua carica per un po’ per dargli la possibilità di riprendersi.
Inutile dire che non lo aveva mai fatto.
Quando poi il figlio aveva preso il posto del padre alla Shibusen, preferendo le sue fidate buki, le DeathScythe Liz e Patty, a lui, non aveva battuto ciglio sorridendo forzatamente e dicendosi sempre a disposizione.
Allora aveva creduto di aver definitivamente toccato il fondo.
Si era sbagliato, ancora una volta.
[SoulMaka (?), KidMaka]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Anche tu qui, Soul-kun? >>
Il sorriso di DeathScythe è nascosto dalle sue braccia. Sembra quasi che non voglia farsi notare, e per questo Evans evita di rispondere con il suo solito sarcasmo, limitandosi a lasciarsi scivolare al suo fianco, contro la parete, lo sguardo che si perde un po’ oltre la balconata, andando a scrutare la sera che scende leggera su Death City.
<< E’ finita Spirit >>
L’ex arma preferita dallo Shinigami alza il capo rosso verso il cielo, appoggiandolo poi contro la parete.
<< E’ mai iniziata? >>
<< … >>
Un sorriso ancora, forse più amaro del precedente, e per questo più vero.
<< Infondo non siamo poi così diversi, io e te, ragazzo mio >>

 

Resonance

 
Alla fine era accaduto.
Ricordava perfettamente il momento in cui Shinigami-sama aveva deposto simbolicamente la DeathScythe Spirit Albarn in forma di falce.
Lei stava al suo fianco, emozionata come non mai, con le sue code bionde e il suo fiero sguardo color bosco che aveva guizzato per un istante sul riflesso del padre che aveva baluginato lungo la lama lucida, guardandola con orgoglio e una punta di malinconia.
Infondo non poteva certo biasimarlo. La sua epoca come buki del Sommo Shinigami si era conclusa lì, battuto dalla forza della sua stessa figlia capace di forgiare la falce pressoché perfetta.
Quando poi aveva fatto un passo avanti, aveva potuto cogliere per un attimo la tristezza nello sguardo della sua ex Shokunin prima di sparire in un lampo abbagliante e trasformarsi nell’arma divina che il Dio della Morte aveva brandito con una presa sicura diversa dal tocco a cui lui era stato abituato, mostrandolo a tutta la Shibusen come la nuova DeathScythe.
Lui, Soul Eater Evans, ce l’aveva fatta.


 
<< Congratulazioni Soul >>
Un sorriso che sa di lacrime.
<< Arigatou, ma non ce l’avrei mai fatta senza di te >>
Un abbraccio.
<< Sei una grande, Albarn! >>
E poi una risata.
<< E tu sei veramente cool Evans! >>

 
Da quel giorno non era più uscito in missione con lei.
La vedeva raramente, preso dalle follie quotidiane del Sommo Shinigami e dagli obblighi che comportavano esserne la buki ufficiale.
E d’altro canto in quanto Shokunin di Falce di primo livello a lei era stata assegnata una nuova buki da forgiare e rendere perfetta, così come aveva fatto con lui.
Spesso si fermava davanti allo specchio dello Shinigami e le osservava.
Lei, adulta e sicura, e quella ragazzina minuta ma con una forza d’animo strabiliante che compensava la sua goffaggine al fianco.
Quando accadeva una morsa gli serrava il cuore e gli troncava il respiro.
C’era voluto un po’ per capire che si trattava di nostalgia. E forse gelosia.
Hikari era una buki con un ottimo potenziale di partenza, ma non avrebbe mai saputo raggiungere la lunghezza d’anima che li aveva legati.
Si dice che il legame tra un Artigiano e la sua Arma non possa mai spezzarsi, tranne che con la morte.
Lui ne era fermamente convinto.

 
<< Ehi >>
<< Ehi >>
Un attimo di silenzio.
<< Allora … come va con la tua buki? >>
Un sorriso distratto.
<< Uh? Leona è una brava ragazza. Un po’ con la testa sulle nuvole, ma molto volenterosa >>
<< Già … Mi fa piacere >>
La guarda andare via, e abbassa il viso.
Avrebbe voluto dirgli che le mancava. Lo avrebbe dovuto fare. Ma non ne ha avuto il coraggio.
“Sarà per la prossima volta”

 
Aveva capito da un po’ di tempo, standole così lontano, che il bisogno che sentiva così disperatamente di lei era ben diverso da quello che una buki avrebbe sofferto per la sua Shokunin o un semplice amico per una persona cara.
Malgrado questa nuova consapevolezza era stato troppo lento.
Per un tipo cool come lui era dura da digerire.
Aveva visto Kid sorriderle imbarazzato e lei arrossire come una bambina.
Aveva udito senza sentirla davvero la proposta di fidanzamento.
In quel momento aveva solo scioccamente pensato che il giovane Shinigami non fosse per nulla simmetrico in quella stupida posizione.
Poi, quando la sua mente si era snebbiata ricollegandosi alla realtà, aveva realizzato:

“Ho perso”
E mentre i petali della delicata composizione floreale che aveva scelto per lei venivano portati via dal vento, era scappato, non riuscendo a sopportare la vista di quel bacio impacciato e della loro gioia.

 

 Kid non è mai stato così rosso in viso in tutta una vita.
Sembra a dir poco patetico, ci manca solo che si metta a balbettare.
Ma questi sono solo i suoi pensieri offuscati dal veleno della gelosia.
In realtà sa benissimo che è perfetto, come sempre, anche mentre si china su di lei, cingendola fra le sue braccia, e sfiorandole le labbra con le proprie, con i fischi delle sorelle Thompson nelle orecchie e il battito delle mani di Tsubaki felice per l’amica.
Solo Black*Star si accorge di come stanno realmente le cose.
E il suo sguardo vale più di mille parole.

 
Da lì era iniziato lento il declino.
Aveva assistito impotente alla loro storia, vedendola crescere e rafforzarsi giorno per giorno.
Aveva chiuso gli occhi davanti ai rimproveri e i richiami del Dio della Morte, che l’aveva destituito dalla sua carica per un po’ per dargli la possibilità di riprendersi.
Inutile dire che non lo aveva mai fatto.
Quando poi il figlio aveva preso il posto del padre alla Shibusen, preferendo le sue fidate buki, le DeathScythe Liz e Patty, a lui, non aveva battuto ciglio sorridendo forzatamente e dicendosi sempre a disposizione.
Allora aveva creduto di aver definitivamente toccato il fondo.
Si era sbagliato, ancora una volta.

 
<< Soul, niente di personale amico >>
Lui sorride, le mani nelle tasche dei pantaloni, facendo l’occhiolino alle due sorelle che lo guardano preoccupate da dietro lo Shinigami.
<< Figurati Kid! Liz e Patty sono una bomba insieme … E poi io son sempre qui, se avrai bisogno >>
Un sorriso, nell’altro fiducia, nel suo falsità e amaro veleno.
<< Certamente >>
<< Ovviamente >>

 
Il fondo lo aveva assaporato, sbattendoci contro con tutti i sensi e ingurgitando la fredda terra, un giorno piovoso di Maggio quando aveva trovato nella cassetta delle lettere, tornando da una missione in solitaria, la partecipazione per il matrimonio di “Death The Kid e Maka Albarn”e la richiesta scritta con la sua grafia minuta e gentile di fargli da testimone di nozze.
Non aveva avuto nemmeno la forza di notare con il suo occhio critico l’assurda simmetria del biglietto avorio, mentre lo aveva guardato bruciare fra le fiamme spalla a spalla con Black*Star.

 
<< Amico … >>
Lo Shokunin Assassino sembra sinceramente preoccupato per la Falce, che scuote semplicemente il capo candido, nei suoi occhi rossi riflesse le fiamme che lambiscono la carta.
<< E’ colpa mia, Black >>
Una pacca sulla spalla.
<< Mi dispiace. Che farai? >>
Una smorfia che non è altro che la pallida imitazione di uno dei suoi antichi sorrisi.
<< Cosa farò? Andrò al suo matrimonio e starò al suo fianco, ecco che farò >>

 
E lì davanti all’altare, di fianco ai due sposi felici e innamorati, aveva sentito l’ultima vibrazione della risonanza delle loro anime vibrare inghiottita da quel convinto.

 
Lei è così bella vestita di bianco, i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle esili e un sorriso radioso a illuminarle il viso leggermente truccato e
incantevole.
Al suo fianco Kid che l’avvolge per la vita, nel suo smoking nero e negli occhi finalmente lo sguardo di chi ha trovato la pace.
Qualcuno ride, Black*Star da dietro la macchina fotografica fa una smorfia.
<< Wow! Certo che siete proprio simmetrici >>
Gli invitati e gli sposi ridono.
Lui, nel suo gessato, si limita a sorridere, chiudendo gli occhi e immaginandosi al fianco della sua ex Shokunin al posto dello Shinigami.

 
Era stato allora che aveva capito che non sarebbe stato più la buki di nessuno.
Perché nessuno oltre lei era degno di maneggiare la DeathScythe dimenticata.
Di quello ne era sicuro.

 

 

End(?)

<< Spirit? >>
<< Mh? >>
<< Quando nascerà? >>
La vecchia DeathScythe sembra rifletterci su.
<< Fra un paio di mesi, perché? >>
Soul sorride, chiudendo gli occhi al morire del sole ronfante.
<< Voglio essere la sua prima buki >>
Albarn ghigna, coprendosi il viso con una mano.
<< La mia nipotina sarà proprio fortunata >>

Chissà, forse la risonanza d’anime vibrerà ancora.
<< Maka ne sarà felice >>
<< Lo so >>

   
 
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