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Autore: DolceRosellina    21/09/2010    3 recensioni
"Il comandante era un uomo che solitamente prendeva ogni cosa con superficialità, allungando una smorfia sbarazzina o buttando lì per lì qualche battuta sempre pronta ad ogni occasione. Luke conosceva bene Ian e aveva potuto conoscere ogni sfumatura del suo carattere difficile e spensierato che riusciva a portare speranza anche nei momenti più drammatici. Ebbene, una sola cosa poteva dire del suo amico, in quel momento: quello non era Ian."
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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INFECTED BACTHA

 

 

  -Vedo che non hai ancora imparato tutto sulle donne.-

 

Il comandante Solo restò immobile, tentando di far sembrare la sua indignazione pura indifferenza. La bella principessa Leila gliel'aveva fatta di nuovo, e per di più quel gran traditore peloso di Chewbacca non faceva altro che ridacchiare a quella bizzarra ed imbarazzante scena. Quanto ancora aveva intenzione di far continuare quella stupida messa in scena da bambina di due anni??

 

E intanto la principessa continuava imperterrita a premere sulle labbra del giovane Skywalker. Le mani della donna poggiate sulle guance sfregiate del ragazzo lo fecero sussultare, in un primo momento: gli ci volle qualche istante buono per rendersi conto di cosa stava accadendo in quella stanza. Poi, si separarono lentamente, lei voltò lo sguardo malizioso verso il comandante e se ne andò così com'era entrata.

 

A Luke venne quasi da ridere, guardando com'era ridotta l'espressione del suo amico, ma preferì di gran lunga stuzzicarlo gongolando in silenzio, le braccia dietro la testa.

 

  -Bel modo di ringraziare qualcuno che ti salva la vita!-

 

  -Ehi, non t'arrabbiare!-

 

  -Non sono arrabbiato!-

 

  -Perché non ammetti semplicemente che sei geloso?-

 

Ian spalancò gli occhi e alzò un sopracciglio a quell'esclamazione. E' vero. Era geloso. E allora?

 

  -Io sarei geloso...? Ma non scherzare, amico, sei tu quello che va dietro alla principessa come uno Wookie va dietro a un pezzo di carne.-

 

Chewbacca ruggì, profondamente infelice d'essere stato messo in mezzo, mentre un droide dorato tentò d'attirare l'attenzione, sicuro di non aver capito bene la situazione che si stava sviluppando. Ma che poteva farci, infondo? Era solo un povero droide protocollare!

 

  -Mi scusi, padron Luke, potrei chiederle che sta succedendo?-

 

  -Chiedilo a Ian!-

 

  -Mi scusi, comandante Solo, potrei chiederle che sta succedendo?-

 

  -Perché non provi a chiederlo a Luke?-

 

  -Oh, santo cielo, andiamo C1! Non c'è possibilità di ricevere un po' d'attenzione, in questo momento...-

 

Il povero droide s'allontanò irritato, seguito dal suo fedele compagno astrodroide C1-P8. Che cosa aveva fatto di male? Aveva solo chiesto informazioni, dopotutto!

 

  -Chewbe, puoi lasciarci soli un momento?-

 

  -Grawr!-

 

  -No, tranquillo Chewbe, non lo ucciderò. Diamine, è stato appena rimesso in piedi!-

 

Non del tutto convinto, lo Wookie accettò suo malgrado di uscire dalla stanzetta. Non appena furono soli, il comandante squadrò dall'alto in basso l'amico, poi fece una smorfia quasi

disgustata.

 

  -Beh? Che hai da guardare?-

 

  -Mi chiedo cosa ci trovi di tanto attraente in te la principessa...-

 

  -Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito uscire dalla tua bocca, Ian! E continui a smentirti, oltretutto! Dai, ammetti che sei geloso di me e di Leila e la piantiamo qui.-

 

  -Non sono geloso!-

 

  -No, certo.-

 

Il comandante era un uomo che solitamente prendeva ogni cosa con superficialità, allungando una smorfia sbarazzina o buttando lì per lì qualche battuta sempre pronta ad ogni occasione.

Luke conosceva bene Ian e aveva potuto conoscere ogni sfumatura del suo carattere difficile e spensierato che riusciva a portare speranza anche nei momenti più drammatici. Ebbene, una sola cosa poteva dire del suo amico, in quel momento: quello non era Ian. No. L'ex-contrabbandiere Ian Solo non avrebbe mai saputo sputare veleno in quel modo, né sarebbe stato mai capace di guardare il suo migliore amico con quegli occhi sbarrati e quello sguardo spento.

 

  -Ti sei proprio innamorato, eh?-

 

  -Che cosa..?-

 

  -Oh, andiamo! La principessa ha appena dato un bacio al sottoscritto per smentire la tua sfacciataggine nei suoi confronti. E io ti conosco. Non saresti mai in grado di guardarmi con quell'espressione se non fosse per qualcosa di serio.-

 

Il comandante Solo restò a bocca semiaperta per tutto il tempo in cui Luke parlò. Poi, con un gesto quasi involontari, si indicò il viso, curioso.

 

  -Con che faccia ti starei guardando?-

 

  -Una faccia da qualcuno che sembra aver appena preso un colpo di cannone a ioni in piena fronte.-

 

Che strano modo di descrivere un'espressione! Allora...era quella la sua faccia da innamorato? Il comandante si grattò la zucca, nervoso. Forse doveva studiare meglio come autocontrollarsi e non dare a vedere i suoi stati d'animo. Maledì il suo bel faccino, che non era altro che un libro aperto.

 

  -Allora? Cosa pensi di fare?-

 

  -Luke, fammi capire...tu sei innamorato della principessa?-

 

Il ragazzo rimase un momento interdetto a quella domanda improvvisa.

 

Leila. La bellissima, coraggiosissima e regale Leila Organa, principessa di Alderaan -beh, di quello che ne rimaneva- e prima responsabile dell'Alleanza ribelle. La stessa che vide per la prima volta in quel messaggio olografico, trovandola così bella da non saperla descrivere, la stessa che riuscì a salvare dalla morsa di Fener, la stessa con cui condivise la gioia della distruzione della Morte Nera. Sempre e solo lei, col suo sorriso radioso nei momenti più gioiosi, la sua voce preoccupata ma calma durante le battaglie più disastrose, il suo modo dolcemente sarcastico di rispondere a Ian quando la stuzzicava. Ogni cosa di lei era maledettamente perfetta.

 

  -Si, io la amo.-

 

  -Oh, bene.-

 

Il comandante abbassò lo sguardo, osservando un punto imprecisato del pavimento, poi assunse un'espressione rabbiosa, aggrottò la fronte e fece per uscire anche lui dalla stanza. Luke si alzò dalla poltrona, barcollando per un istante a causa delle sue gambe ancora piuttosto deboli.

 

  -Non mi sembra che io stia facendo tutta la scena che stai facendo te! Eppure anche tu sei innamorato di lei, no?-

 

Ian si bloccò all'istante e si voltò verso l'amico, un chiaro velo di confusione aleggiava nei suoi occhi.

 

  -Che hai detto, piccolo?-

 

  -Che tu ami Leila almeno quanto la amo io. Ma non mi sto comportando da bambino come stai facendo tu, con le tue scenate di gelo...-

 

  -Scusa scusa scusa, ripeti un po'? Io innamorato de...-

 

Il comandante inclinò un angolo della bocca, mugugnando una risata che poi scoppiò fragorosa. Luke non sapeva proprio più che cosa pensare: o il suo amico era scivolato sul ghiaccio di quel dannato pianeta e aveva battuto forte, molto forte la testa, oppure dovevano aver graffiato la vernice del suo amato Falcon, facendolo completamente uscire di senno. Ian, intanto, sembrava spassarsela parecchio.

 

  -Beh, che cosa c'è tanto da ridere? Non mi pare di aver detto qualcosa di spiritoso.-

 

  -No, hai ragione, scusa, evidentemente sono io che mi sono spiegato parecchio male...-

 

  -Di che cosa stai parlando?-

 

Ian si avvicinò al ragazzo, ancora scosso da qualche risata, e gli poggiò una mano sulla testa, scompigliandogli i capelli.

 

  -Possibile che tu abbia capito che io sono geloso della principessa?-

 

  -Beh, non mi pare che ci sia nulla di divertente, dato che è così.-

 

  -Sei fuori strada, piccolo.-

 

  -Che cosa intendi dire..?-

 

  -Luke, Luke, Luke... sei proprio ancora un bambino. Possibile che tu non abbia capito...che...-

 

 

La mano di Ian giocherellò ancora per qualche istante con le ciocche biondo scuro del ragazzo, per poi scendere e sfiorare appena la sua guancia segnata dalle cicatrici. Il suo tocco fece irrigidire come un ghiacciolo il giovane Luke, che si sentì come se stesse di nuovo fuori, sdraiato in mezzo alla neve gelida e alla rigidissima temperatura notturna di Hoth. Era confermato: il comandante stava delirando. Sì, per forza, doveva essere così. Dopotutto, anche lui era stato esposto alla fredda notte del pianeta di ghiaccio, no...? E ora...come doveva

comportarsi...?

 

  -Ian, tu sei completamente impazzito.-

 

  -Luke, aspetta, dove vai?-

 

  -A cercare un medico per farti vedere.-

 

Luke premette il bottone accanto alla porta della camera, che subito s'aprì. Prese il suo giaccone da sopra il letto e se lo mise sulle spalle, osservando di nuovo Ian come se fosse un assaltatore imperiale in tutù. Poteva capire che lo spazio era pieno di galassie con migliaia di pianeti dove poteva succedere di tutto, ma questo... no, Ian stava senza alcun dubbio molto ma molto male e doveva trovargli un droide medico. Subito. Fece per uscire dalla stanza, ma il comandante fu lesto a bloccarlo per un braccio.

 

  -Ian, tu sei fuori di testa, non...non mi toccare!-

 

  -Credi che io stia scherzando...?-

 

  -No, credo che tu stia molto male.-

 

A quella rinnovata accusa, Ian diede un pugno al riquadro dei comandi della porta, che subito si riserrò accompagnata da un paio di scintille. Luke tentava di divincolarsi inutilmente alla forte presa dell'amico; per un folle istante cercò con gli occhi la sua preziosa spada laser, ma poi scosse violentemente la testa per cacciare quell'assurdo pensiero: era sempre del suo migliore amico che si stava parlando! Bene, allora l'unica cosa saggia da fare era mantenere la calma e la compostezza. C'era sempre la speranza che Ian si riprendesse da quel delirio da un momento all'altro o, per lo meno, che arrivasse qualcuno...

 

Il comandante Solo, tenendo sempre saldo il braccio sinistro del giovane Skywalker, andò di nuovo a sfiorargli con la punta delle dita le profonde ferite che gli solcavano il viso. Luke inghiottì per almeno cinque volte la saliva, tentando di mantenere la calma e pregando con tutte le forze che piombasse una qualsiasi presenza in quella dannata stanza asettica. Ian

poggiò quindi la sua mano sulla guancia dell'amico, carezzando col pollice la cicatrice più ampia, imbandita di punti.

 

  -Ti fa molto male?-

 

  -Un..un po'... ma non molto, la Bactha ha effetti miracolosi, sai...-

 

  -Non avrei dovuto permetterti di rimanere là fuori, guarda come sei ridotto.-

 

  -M-ma mi ha anche salvato la vita, q-quindi, non... Ian, per piacere, p-potresti smetterla di...-

 

Luke premeva la mano libera contro il petto del comandante Solo, nel disperato tentativo di allontanare il respiro caldo dell'amico dal suo volto, che si faceva sempre più pericolosamente vicino.

 

Si maledì. Si maledì per quando aveva deciso di controllare quello stupidissimo meteorite -come se non ne avesse mai visti!-, si maledì per non essere nato Wampa e non aver resistito in mezzo a quella dannata bufera di neve, si maledì per l'istante in cui aveva provocato, pochi minuti prima, il suo amico. Arrivò infine a maledire il suo cuore traditore, che aveva iniziato a scombussolarglisi nel petto come il motore di un caccia. Era una situazione completamente ridicola.

 

  -Ian, t-ti rendi conto di quello c-che stai...?-

 

  -Ehi, stai balbettando. Non ti spavento mica, eh piccolo?-

 

Il modo in cui il comandante Solo pronunciava quell'amichevole appellativo era davvero unico nel proprio genere. Quella goccia di sarcasmo, quel pizzico di malizia e, disgraziatamente, anche quell'amara punta di sensualità.

 

Il labbro inferiore del giovane Skywalker cominciò a tremare, prova visibile della paura che il ragazzo cominciava a sentir scorrere nelle vene come sangue fresco; paura alimentata dal soffio caldo del respiro del comandante Solo, che espirava con una lentezza quasi a farlo apposta. O no. O NO. Se Ian si fosse avvicinato di un altro poco...!

 

  -Perdonami, piccolo...-

 

  -P-per che cosa, Ian...?-

 

La bocca di Ian s'avvicinò così all'orecchio di Luke; dapprima il ragazzo sentì solamente il fiato dell'amico vibrare, poi le sue parole penetrarono devastanti nel suo cervello, taglienti come solo una spada laser poteva essere.

 

  -Per questo...-

 

Tutti i timori peggiori che s'erano andati a creare nella mente del giovane Skywalker, intrecciati come una fitta catenina d'oro, erano esplosi in una maniera che avrebbe potuto fare vanto alla Morte Nera.

 

Tutto per colpa di quella folle, assurda pressione che Luke sentì arrivare senza pietà sulla sua bocca.

 

Un impatto devastante. Per il corpo e per la mente. Un qualche cosa che riusciva a ferire più di un colpo di pistola blaster in pieno petto. Luke socchiuse gli occhi, incapace persino di ricorrere all'uso della Forza per interrompere quel contatto. Ma più le labbra di Ian s'impadronivano di quelle del giovane Skywalker, più la mente del ragazzo perdeva ogni sorta di concentrazione verso la realtà. Sì, perché l'unica cosa che a Luke rimaneva da sperare era che quello fosse solo un incubo, uno dei peggiori.

 

 -Ian...Ian smettila...-

 

 -Perché dovrei...?-

 

 -T-tu sei pazzo...-                                                                                                                           

 

 -Può darsi...-

 

 -Maled...-

 

Fu lì che Ian approfittò della presa di parola di Luke per invadere a pieno la sua bocca, assaggiando lentamente il suo sapore, per cercare di inciderlo nella memoria. Il respiro dello Skywalker si fece via via più veloce, nel disperato tentativo di respirare quanto più gli fosse concesso, dato che la lingua di Ian glielo impediva.

 

La situazione era mortalmente imbarazzante... Ian? Che quello fosse davvero lui? Cosa diavolo stava facendo? In ogni caso, era certo che aveva perduto un caro amico, dato che... beh, di certo Luke non avrebbe saputo più rivolgergli la parola! Che fare...? CHE FARE?

 

Luke non stava rispondendo al bacio in alcun modo, questa era proprio l'ultima delle sue intenzioni. Ian lo assaggiava e Luke si lasciava assaporare. Era l'unica cosa che rimaneva da fare, dato che oramai il suo corpo, per qualche assurdo motivo, non voleva saperne di obbedirgli più in nessun modo. Lasciar correre. Era l'unica via. Poi, l'ex-contrabbandiere se ne sarebbe andato per sempre, ad occuparsi dei fatti suoi in chissà quale galassia e non l'avrebbe mai più rivisto.

 

Ian sembrava non riuscire a sopportare oltre la mancanza di iniziativa del giovane Skywalker -come potesse aver anche solo immaginato che ce l'avesse, resta un mistero-, per questo preciso motivo sembrò voler fare di tutto per cercare di portarlo all'esasperazione. L'avrebbe fatto cadere ai suoi piedi. L'avrebbe implorato di non andarsene. E magari, perché no, se avesse fatto bene -come sempre, del resto!- il suo lavoro, magari avrebbe potuto anche supplicarlo di fare l'amore. Luke cercava disperatamente di riottenere il controllo delle sue mani, o anche solo delle dita, per cercare come minimo di non approfondire ulteriormente quello che per lui era già diventato troppo, e da parecchio.

Poi, accadde qualcosa di veramente strano. Ian interruppe -con gran sollievo di Luke- ciò per cui sembrava essere entrato in simbiosi da oramai dieci minuti buoni, afferrando con una mano il mento del giovane. Lo Skywalker sentiva chiaramente che l'amico premeva piuttosto forte, testimone il dolore che stava sentendo alla mandibola, sulla quale sorgevano ferite abbastanza fresche. Luke si domandò il motivo di quel gesto così tanto fuori luogo. Ian fissò le iridi cristalline del ragazzo per diversi istanti, respirando così raramente da farlo sembrare, in certi momenti una statua di cera.

 

Uno sguardo che spaccava gli occhi. Uno sguardo che distruggeva in mille pezzi ogni briciola di razionalità.

 

E una dannata fitta che Luke avvertì nell'unico punto che voleva veramente che rimanesse paralizzato...

 

 

AAAAAAAAAAAAH!

 

 

  -Signore, si sente bene?-

 

Luke si portò una mano sul volto madido di goccioloni di sudore grossi come ciliegie. Il sui polmoni lottavano per non andare in iperventilazione. Impiegò diversi secondi per riordinare memoria ed emozioni. Automaticamente si portò una mano laddove, per sua sfortuna, si trovava l'unica cosa ben memore del sogn... dell'incubo che aveva appena fatto. S'alzò dal lettino in fretta e furia e agguantò la spada laser.

 

  -Signore, sarebbe meglio ripos...-

 

Velocità d'un battito di ciglia, e il droide medico era diviso a metà. Luke aveva uno sguardo riluttante verso la macchina che aveva appena distrutto.

 

  -E ora tocca agli altri maledetti droidi medici...-

 

Con la spada ancora accesa e il respiro ancora affannato, Luke aprì con violenza la porta della stanza, in preda all'ira più nera.

 

  -...finchè non trovo QUELLO CHE HA INFETTATO LA BACTHA!

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

Non chiedete. Vi prego, non fatelo... °AAAAA° Da ipermegafantasuperextraFAN di Star Wars, io per prima rileggo con riluttanza questo orrore uscitomi alle 2.34 del mattino e terminato alle 4.21... prometto, GIURO di non stare più sveglia fino a quell'ora per evitare di ricommettere tale atto!!! Ma come fanfiction... non potevo non pubblicarla! >.< Quindi, aspetto recensioni con ansia, anche se... beh, non che mi aspetti complimenti per una cosa del genere...xD

Un grandissimo bacio!!!!

 

DolceRosellina

 

PS:  “...osservando di nuovo Ian come se fosse un assaltatore imperiale in tutù.” Ok, però questa dovete concedere che è una cosa favolosa!! xDxD

  
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